SEGNALATO DA CRISTIAN VITALI (http://ufoealtrimisteri.blogspot.it/)
Un team internazionale di
scienziati ha presentato l’analisi completa delle iscrizioni trovate sul famoso
meccanismo di Anticitera, un piccolo oggetto considerato il primo computer
meccanico al mondo. Nel corso di un evento tenutosi ad Atene i primi di Giugno,
sono stati esposti i risultati frutto di oltre 10 anni di lavoro. Il loro
studio riafferma molto di quanto sapevamo già, ma fornisce anche nuovi
interessanti dettagli. Per oltre un secolo dalla sua scoperta in un relitto,
l’esatto funzionamento del meccanismo era stato un bel rompicapo. Da alcune
parole decifrate sui contorti, corrosi frammenti di lamine e ingranaggi di
bronzo, gli esperti avevano intuito che era uno strumento astronomico. Ma molto
altro rimaneva nascosto alla vista. Ora finalmente i ricercatori sono riusciti
a leggere i circa 3.500 caratteri di testo sopravvissuti sul meccanismo.
«Ora abbiamo dei testi che
possiamo leggere esattamente in greco antico. Quello che avevamo prima era come
ascoltare una radio piena di interferenze», dice il membro del team Alexander
Jones, professore di storia della scienza antica all’Università di New York.
«Sono un sacco di dettagli utili perché conosciamo molto poco dell’astronomia
greca di quel periodo e essenzialmente niente della loro tecnologia, eccetto
quello che vediamo qui», dice. «Perciò questi piccolissimi testi valgono molto
per noi».
Prevedere le eclissi
Il meccanismo era un calendario
solare e lunare: mostrava le fasi lunari, la posizione del Sole e della Luna
nello zodiaco, la posizione dei pianeti, e prevedeva le eclissi. Nessun
strumento del genere venne costruito per i successivi 1.000 anni. «Non era uno
strumento di ricerca, qualcosa che un astronomo userebbe per fare dei calcoli,
né un astrologo lo userebbe per fare previsioni. Era qualcosa che useremmo per
insegnare il cosmo e il nostro posto nel cosmo», dice Jones. «È come un manuale
di astronomia per come lo intendevano all’epoca, che collegava i movimenti del
cielo e dei pianeti con le vite degli antichi Greci e il loro ambiente. Lo
vedrei più come un dispositivo istruttivo per i filosofi». Le lettere – alcune
alte solo 1,2 millimetri – erano incise sulle lamine dal lato interno. Delle
sezioni visibili del meccanismo erano racchiuse nel legno e operavano con una
manovella. Non era esattamente un manuale, era più una lunga didascalia – come
quelle nei musei che descrivono un’opera, dice un altro componente del team,
Mike Edmunds, professore emerito di astrofisica presso l’Università di Cardiff.
«Non ti dice come usarlo, dice ‘quello che vedi è così e così’, invece che
‘gira questa manopola e ti mostra qualcosa’», dice. I ricercatori specificano
che lo scopo primario del dispositivo era astronomico, ma una funzione
astrologica non era forse da escludere. Il meccanismo riusciva inoltre a
calcolare eventi sportivi quali i giochi olimpici e i giochi istmici.
Trovato in un relitto
I frammenti del meccanismo furono
portati alla luce nel 1901 da un relitto di metà I secolo a.C. All’inizio non
sembrò che un reperto marginale rispetto agli altri spettacolari ritrovamenti,
quali statue di marmo e di bronzo, cristalleria di lusso e ceramiche. Ma
l’oggetto attrasse presto l’attenzione degli scienziati, e fu studiato da
diversi team nei decenni successivi. Mentre furono avanzate ipotesi sul
funzionamento degli ingranaggi e sull’uso della macchina, è stato a lungo
impossibile leggere più di alcune centinaia di caratteri sul meccanismo, pieno
di strati come un complesso orologio. Circa 12 anni fa, il team di Jones e
Edmunds ha cominciato a usare i raggi X e immagini ad altà qualità per
analizzare gli 82 frammenti superstiti. «L’indagine originale doveva capire il
funzionamento del meccanismo, ed è stato un successo», dice Edmunds. «Quello
che non avevamo compreso era che le tecniche moderne che stavamo usando ci
avrebbero permesso di leggere i testi, sull’interno e sull’esterno del
meccanismo, molto meglio rispetto al passato».
È stato un processo minuzioso: i
ricercatori hanno dovuto guardare dozzine di scansioni per leggere ognuna delle
minuscole lettere.
Non un gioco
Edmunds ha detto che lo stile del
testo – formale e dettagliato – implica che era molto di più che un giocattolo
di un ricco collezionista. Venne probabilmente costruito in Grecia tra il 200 e
il 70 a.C., sebbene non si sappia con certezza chi l’abbia prodotto. I
ricercatori hanno letto praticamente tutto il testo sui frammenti
sopravvissuti. La loro più grande speranza è che gli archeologi che stanno
attualmente rivisitando il relitto scopriranno dei pezzi ignorati cent’anni fa,
o persino un altro meccanismo simile. La nave commerciale era un gigante del
mondo antico. Misurava almeno 40 metri di lunghezza, e si ruppe in due prima di
affondare, adagiandosi su un ripido pendio sott’acqua a circa 50 metri di
profondità. La maggior parte delle iscrizioni, e almeno 20 meccanismi che
lavoravano per mostrare i pianeti, sono ancora là. Dice un altro membro del
team, Yanis Bitsakis: «Forse, a un certo punto, la nostra interpretazione
potrebbe essere arricchita da altre parti del meccanismo recuperate nel mare».
DA:
FOTO:
La macchina di Anticitera (Greek
Reporter)
(Petros Giannakouris, Associated
Press)
(Alkis Konstantinidis, Reuters)
(Thanassis Stavrakis, Associated
Press)
Un sub col metal detector al
largo dell’isola di Anticitera (Brett Seymour, ARGO via Greek Culture Ministry,
Associated Press)
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