IL RISVEGLIO DEL CADUCEO DORMIENTE: la vera genesi dell'Homo sapiens

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VIDEO SINOSSI DELL'UOMO KOSMICO

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Con questo libro Marco La Rosa ha vinto il
PREMIO NAZIONALE CRONACHE DEL MISTERO
ALTIPIANI DI ARCINAZZO 2014
* MISTERI DELLA STORIA *

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LA NUOVA CONOSCENZA

LA NUOVA CONOSCENZA

GdM

lunedì 23 novembre 2009

ORTOPEDIA AVANZATA NEL TARDO PERIODO EGIZIO







Nell'agosto 1995, il Dr. Wilfred Griggs guidò un team di ricercatori della Brigham Young University, che stavano conducendo la ricerca del DNA su sei mummie del Museo. Durante la ricerca, una radiografia rivelò un perno di metallo nella gamba sinistra del (dignitario ?) Usermontu.(età tarda 732-332 a.c.) In un primo momento il dottor Griggs pensò che la vite fosse un recente tentativo di restauro sulla mummia. Dice infatti: “Quando l'abbiamo vista ai raggi X nel mese di agosto, ho realizzato di non aver mai visto qualcosa di simile, fatto in epoca moderna. Non mi è venuto in mente che ci potessero essere reperti di questo tipo con interventi ortopedici avanzati fatti in epoca antica ".

[foto 1] Nel loro studio in corso sul DNA della mummia, un gruppo di ricercatori della Brigham Young University - guidato dallo studioso di antichi studi Dr. Wilfred Griggs (a sinistra) e dal microbiologo Dr. Scott Woodward (secondo da sinistra) - esaminano una mummia al Rosicrucian Egyptian Museum a San Jose, California.

Così, affascinato dalle possibilità di questa scoperta, il Dr. Griggs ritornò al Museo. Dopo circa 30 minuti di osservazione, il Dr. Griggs si convinse che il perno fosse molto più vecchio di quanto lui previsto, ed era così eccitato che pensò valesse la pena di un'ulteriore indagine su scala reale.

"Fu come se il soffitto cadesse su di me e cominciai a mettere in discussione tutto quello che stavamo vedendo.

L'8 febbraio 1996, il Dr. Griggs ritornò con specialisti per determinare se questo fosse il primo tentativo di intervento chirurgico ad un ginocchio antico mai scoperto. Non vi erano dubbi infatti, che si trattasse sicuramente di un'operazione antica. Mai prima di allora una mummia egizia aveva mostrato una tale caratteristica.

Il Dr. Griggs e il suo seguito di ricercatori della Brigham Young University erano sorpresi per le implicazioni storiche di questo perno metallico. Le prime conclusioni suscitavano domande provocatorie per quanto riguarda l'esatta funzione e la natura del perno. Era stato inserito mentre l'uomo era ancora in vita o appena dopo la sua morte? Poteva essere stato messo nel ginocchio a causa di un trauma?

Fino ad oggi, sappiamo che la composizione metallica del perno a vite in questione è costituito da ferro puro, e che è stato messo prima che Usermontu fosse mummificato. Ciò corrisponde con il periodo di tempo accettato per la vita di Usermontu (ca. 630 a.C. età tarda) in Egitto.

La procedura di perforazione per estrarre il materiale dalla parte posteriore del ginocchio di Usermontu è stata piuttosto complessa.. Dave McCann, che ha fatto la perforazione, ha preciato che la punta di trapano doveva avere un movimento veloce ( 75.000 giri / min.) un attrezzo cosi preciso e delicato, tale da poter creare un buco minuscolo su un guscio d'uovo.

In seguito alla perforazione, i ricercatori sono stati in grado d'inserire una piccola sonda per guardare dentro la gamba e prelevare un campione del perno, così come del collante resinoso che lo avvolgeva, probabilmente utilizzato per cementare la vite in posizione.

Ulteriore sorpresa, fu che anche che la forma del suddetto perno fosse di tipo molto avanzato dal punto di vista chirurgico.

"Il perno è simile a quelli che usiamo oggi per ottenere una buona stabilizzazione delle ossa", ha dichiarato il Dr. Richard Jackson, chirurgo ortopedico del BYU”.

A quanto pare, gli antichi sapevano come usare le “flange” su una vite per stabilizzare la rotazione della gamba.

Il ginocchio è una delle articolazioni più complesse nel corpo umano. Esso deve sostenere il peso di tutto il corpo e deve sopportare gli impatti ripetuti della deambulazione.

Il moderno intervento di sostituzione del ginocchio [foto 3] utilizza prodotti Hi-tech per mantenere la flessibilità e il peso-cuscinetto. Ma gli antichi non avevano questa tecnologia. Un cedimento del ginocchio avrebbe significato per il paziente restare costretto a letto o su una sedia e probabilmente la sopportazione di un dolore grave se la connessione avesse subito uno spostamento. Il rimedio più efficace era quello di bloccare il giunto, come è stato fatto per Usermontu. Questo intervento avrebbe permesso al paziente di camminare con un bastone e impedito il dolore continuo.

Questo studio, è un ulteriore tassello che ci permette di arricchire la nostra conoscenza riguardo alla “tecnologia” nei popoli antichi. Ed anche in questo caso….scopriamo…anzi “riscopriamo” qualcosa di vecchio e nuovo insieme.

Rielaborato da Marco La Rosa
Il 22 Novembre 2009

Fonte: La Porta del Tempo
Fonte originale: Viewzone.com

(16 Novembre 2009)


link: http://www.viewzone.com/usermontu.html

domenica 15 novembre 2009

VATICANO E ASTROBIOLOGIA


ASTRONOMIA: VATICANO STUDIA VITA EXTRATERRESTRE, 'NON E' FANTASCIENZA'

Si è svolta in Vaticano una settimana di studi dedicata all'Astrobiologia, ovvero allo studio della vita fuori dalla terra, un'iniziativa che rientra nell'ambito dell'attuale Anno dell'Astronomia e organizzata dalla Pontificia Accademia delle Scienze insieme alla Specola Vaticana. Lo studio della possibilita' di un'altra vita intelligente nell'universo oltre all'uomo, ha detto il card. Giovanni Lajolo che ha portato il saluto del Papa agli studiosi che hanno partecipato all'incontro, e' ''un compito che esige serieta' scientifica e che non va confuso con la fantascienza''. ''Nella ricerca nessuna verita' puo' farci temere'', ha aggiunto, perche' ''le scienze, proprio mentre aprono l'uomo a nuova conoscenza, contribuiscono a realizzare l'uomo come uomo''.

Per p. Jose' Funes, direttore della Specola Vaticana, ''finora sappiamo che ci sono circa 350 stelle che hanno pianeti che girano loro intorno; tra questi pianeti, potrebbero essercene di simili alla terra. Ecco, questo e' lo scopo dell'astrobiologia: cercare possibilita' di vita nell'universo, al di fuori della terra''. Durante la settimana di studio, ''si presenteranno gli ultimi risultati per aiutarci a capire meglio a che punto siamo nella ricerca della vita nell'universo; e anche per fare il punto della situazione in una disciplina in cui crediamo che sia molto importante che la Chiesa sia coinvolta in questo tipo di ricerca, almeno nel seguire i principali risultati riconosciuti dalla comunita' scientifica''.

Finora, spiega, ''non abbiamo nessuna prova dell'esistenza di vita, nemmeno nelle forme piu' primitive, nell'universo.

Ancor piu' si puo' dire della vita intelligente al di fuori della terra''. Pero', aggiunge, ''questo e' un confine, una frontiera della scienza; credo che il paragone tra gli studi che compiono i biologi sulla terra, come le forme di vita anche molto primitive che possano sopravvivere a condizioni estreme, come ad esempio nelle profondita' degli oceani, ci possono aiutare a comprendere anche le possibilita' che esista la vita anche in altri mondi. Allo stesso tempo, se riuscissimo a scoprire se c'e' vita fuori dalla terra, questo potrebbe aiutarci a comprendere meglio come si e' formata e sviluppata la vita sul nostro pianeta''.

asp/sam/lv
fonte: ASCA – 6 Nov. 2009

domenica 8 novembre 2009

I DOCUMENTI VATICANI DEL PROCESSO A GALILEO GALILEI




L'Archivio Segreto Vaticano rende noti i documenti originali del processo "Il nostro contributo all'anno dell'Astronomia e alla verità storica". Quando il cardinale scrisse: "Non è un eretico". E lo scienziato fu prigioniero a vita

CITTA' DEL VATICANO - Galileo Galilei fu salvato dal rogo grazie al deciso intervento del suo principale accusatore, il cardinale Roberto Bellarmino (1542-1621). Sembra quasi un paradosso, ma stando ai nuovi documenti che il Vaticano sta per pubblicare, il porporato durante lo storico processo a carico dello scienziato pisano (celebrato presso il tribunale del Sant'Uffizio dal 1616 al 1633) scrisse di suo pugno un documento nel quale specificava che Galilei "non è eretico", ma che le sue tesi andavano in quella direzione.
Una precisazione non da poco che bloccò di fatto la infernale macchina dell'allora giustizia papale che avrebbe portato il padre della scienza moderna quasi certamente al rogo come Giordano Bruno.

Alla fine del processo, Galilei - grazie alla forzata abiura delle sue tesi copernicane che sostenevano con assoluta certezza che è la terra a girare intorno al sole e non viceversa - fu condannato al carcere domiciliare e i suoi scritti inseriti nell'Indice dei libri proibiti e quindi vietati.

Il testo completo dell'intervento con cui fu salvata la vita di Galilei, unitamente all'intera documentazione del processo finora custodita in Vaticano, hanno visto la luce grazie alla pubblicazione del libro "I documenti vaticani del processo di Galileo Galilei" curati dal vescovo Sergio Pagano, prefetto dell'Archivio Segreto Vaticano.

Non è la prima volta che dal Vaticano vengono pubblicati i testi di uno dei più controversi processi della storia. Il primo Papa che aprì gli archivi a uno studioso francese per analizzare il processo di Galileo fu Pio IX nel 1877. Ma si deve a Giovanni Paolo II - confortato dall'allora cardinale Joseph Ratzinger, prefetto dell'ex Sant'Uffizio - la spinta definitiva verso la completa riabilitazione di Galileo col mea culpa del 2000. Il passo fu preceduto - a livello di studio dei testi del processo - da una prima pubblicazione curata da monsignor Pagano nel 1994. "Ma fu un lavoro non completo e fatto un po' troppo in fretta, con poche note esplicative e qualche lacuna", ammette con prudenza il prelato.

Ora, con Benedetto XVI, i documenti custoditi da secoli in Vaticano saranno resi noti "nella loro interezza, con tutte le fonti storiche riportate alla luce con obiettività ed equilibrio". La nuova edizione - che contiene tutti i testi del processo conservati nell'Archivio Segreto Vaticano, nell'Archivio Storico della Congregazione della Dottrina della fede e nella Biblioteca Apostolica Vaticana - "comprende tutti i documenti relativi ai dibattimenti processuali, una ventina dei quali sono nuovi, nel senso che non sono mai stati presentati al grande pubblico", anticipa Pagano.

Il volume - un enorme testo di 550 pagine con 16 tavole raffiguranti le trascrizioni del dibattimento processuale e la sentenza finale - è pubblicato in coedizione dalla Collectanea Archivi Vaticani e dalla Pontificia Academia Scientiarum. Scripta varia.

"L'Archivio Segreto Vaticano - tiene a precisare il vescovo-prefetto - con questa pubblicazione, fatta nella maniera più umile rifacendosi alle fonti storiche con obiettività a rispetto della verità, ha voluto contribuire a rendere un concreto omaggio all'Anno dell'Astronomia che si sta celebrando in tutto il mondo. Un volume destinato a tutti, studiosi, ricercatori, ma anche a quanti sono amanti della verità storica".

di ORAZIO LA ROCCA(28 Maggio 2009)

da: La Porta del Tempo


Link: http://www.repubblica.it/2009/05/sezioni/spettacol

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LA VERA "GENESI" DELL'UOMO E' COME CI HANNO SEMPRE RACCONTATO? OPPURE E' UNA STORIA COMPLETAMENTE DIVERSA?

"L'UOMO KOSMICO", TEORIA DI UN'EVOLUZIONE NON RICONOSCIUTA"
" IL RISVEGLIO DEL CADUCEO DORMIENTE: LA VERA GENESI DELL'HOMO SAPIENS"
DI MARCO LA ROSA
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DATAZIONE REPERTI: acqua e fuoco alleati per lo scopo!


Un gruppo di ricercatori ha messo a punto un sistema per stabilire l'età degli oggetti in ceramica. Servirà anche per capire meglio i cambiamenti climatici

SCIENZIATI delle università di Manchester ed Edimburgo hanno sviluppato un nuovo metodo per datare i reperti archeologici, basato sull'uso di fuoco e acqua. Un sistema semplice, che contrasta con le tecnologie avanzate di cui si avvale la scienza moderna ma che promette di essere altrettanto efficace: fuoco e acqua, spiegano gli scienziati, saranno gli unici due materiali di cui ci sarà bisogno per rivelare l'orologio interno dei resti antichi e svelare con precisione la loro età.
La ricerca, pubblicata su Proceedings of the Royal Society, aiuterà gli archeologici a datare costruzioni e pezzi in ceramica risalenti a migliaia di anni fa, facendo emergere i punti deboli dei sistemi di datazione utilizzati finora.
Stabilire con precisione l'età dei reperti è di fondamentale importanza per la scienza della Terra e dell'ambiente, per lo studio della paleontologia, per l'archeologia e la storia dell'arte. Materiali di argilla cotta come bicchieri, piatti e ceramiche in generale rappresentano un campione importante delle civiltà passate, ma sono notoriamente difficili da datare. Il carbonio 14, che viene usato per stabilire l'età dei resti ossei, non funziona infatti con gli oggetti in ceramica, e le tecniche finora utilizzate in questo settore sono estremamente complesse.
Il nuovo metodo degli studiosi britannici riesce però ad arginare questi problemi: usando la tecnica della reidrossidazione, il team guidato dalla ricercatrice inglese Moira Wilson ha riscontrato che scaldando un pezzo a temperature elevatissime, si ottiene il rilascio di tutte le sostanze da questo assorbite nel corso del tempo, dal momento cioè in cui è stato cotto per la prima volta.
Maggiore è la quantità di peso che l'oggetto perde, più antica è la sua data di realizzazione; le ceramiche hanno infatti la capacità di assorbire parte delle sostanze con cui vengono a contatto e di aumentare di conseguenza il proprio volume nel corso del tempo. Dopo il surriscaldamento, Wilson e colleghi hanno utilizzato un apparecchio di misurazione estremamente preciso, capace di monitorare l'oggetto nel suo ricominciare a combinarsi con le sostanze contenute nell'atmosfera e nell'acqua. Questo periodo di osservazione ha permesso loro di quantificare in termini temporali quanto impiega mediamente ogni reperto per assorbire le sostanze esterne, e quindi di risalire alla sua vera età.
Per mettere alla prova la loro tecnica gli scienziati hanno chiesto la collaborazione del Museum of London, sperimentandola su oggetti di età ormai riconosciuta. Il risultato è stato sorprendente: il sistema del surriscaldamento ha infatti permesso di datare con esattezza pezzi risalenti all'impero romano, al medioevo e ai tempi moderni, e anzi, nella sua semplicità, si è dimostrato più preciso di tanti altri metodi usati finora. Secondo la Wilson potrebbe davvero essere questa la tecnica di domani: economica, semplice e infallibile, perché basata sulle leggi della fisica e della matematica.
Finora questo sistema è stato sperimentato con campioni risalenti a circa 2000 anni fa, ma potenzialmente, spiegano gli scienziati, può essere efficace anche per datare reperti più antichi, fino a 10mila anni fa. "E potrebbe anche servire - spiega la Wilson - per analizzare i cambiamenti climatici che si sono succeduti nel corso della Storia: il nostro sistema permette di capire a quale temperatura esterna l'oggetto è stato mediamente esposto. Le applicazioni possibili sono tante, tutte ancora da studiare".

di SARA FICOCELLI
da: La Porta del Tempo (Giugno 2009)

link: http://www.repubblica.it/2009/05/sezioni/scienz

giovedì 5 novembre 2009

L'ANELLO MANCANTE: ancora nulla di fatto!


Nature ha pubblicato uno studio condotto da Erik Seiffert che smentisce l'ipotesi per cui il fossile di Darwinius masillae "Ida" sarebbe l'anello mancante fra i primati e gli esseri umani e le scimmie.

In verità non è una sorpresa: la scoperta di Ida, avvenuta lo scorso maggio, venne prontamente accompagnata da una campagna pubblicitaria completa di libro e documentario con lo scopo di sostenere quella affrettata ipotesi. Addirittura prima di una qualche pubblicazione scientifica.

Gli esperti protestarono, dicevano che Ida non fosse nemmeno un vicino parente. E ora una nuova analisi supporta la loro reazione.

Ida è uno scheletro della dimensione di un gatto scoperto in Germania e risale a 47 milioni di anni fa. Rappresenta un primate precedentemente sconosciuto chiamato Darwinius masillae. Gli scienziati che ne annunciarono la scoperta non lo dichiararono un diretto antenato di uomini e scimmie antropomorfe, ma sostennero che appartenesse allo stesso grande gruppo evolutivo.

Le nuove analisi dimostrano invece che il Darwinius non appartenne alla nostra categoria di primati, ma all'altra principale – quella dei lemuri. Precisamente, fa parte della famiglia degli Adapidi. E non ha lasciato discendenti moderni.

di aezio(23 Ottobre 2009)
da: La Porta del Tempo
link: http://ilfattostorico.com/2009/10/23/ida-non-e-lan...

lunedì 2 novembre 2009

La "Massoneria" SVELATA !







Numerose persone sono convinte che la nostra società è guidata da misteriose e segretissime logge massoniche che sfruttano qualsiasi occasione per lanciare messaggi occulti destinati ai propri affiliati o a quelli di altre sette o a condizionare il nostro pensiero in via subliminale. Prima di esaminare qualcuna di queste curiose convinzioni, cerchiamo di chiarire il senso della parola Massoneria. Cos'è la Massoneria, e chi sono i Massoni? Considerato che le logge massoniche sono un segreto di Pulcinella, al punto che alcune hanno persino il sito Web, vediamo che descrizione danno di sé stesse.

CHI SIAMO - "La Massoneria è una delle più antiche e secolari società di uomini che hanno cari i valori morali e spirituali... L'essenziale qualificazione per essere ammessi in Massoneria è di credere nell'Essere Supremo, in Dio, senza discriminazioni per il credo religioso professato... La Massoneria ha tre grandi principii : amore fraterno, carità e verità". Questo riporta il sito Internet della Gran Loggia Regolare degli Antichi, Liberi e Accettati Muratori d'Italia, che – badate bene – è l' "Unica Obbedienza Massonica Italiana Riconosciuta dalla Gran Loggia Unita d'Inghilterra". Non molto diversamente, sul sito Grande Oriente d'Italia leggiamo: "La Massoneria del Grande Oriente d'Italia di Palazzo Giustiniani è un Ordine iniziatico i cui membri operano per l'elevazione morale e spirituale dell'uomo e dell'umana famiglia. La natura della Massoneria e delle sue istituzioni è umanitaria, filosofica e morale. Essa lascia a ciascuno dei suoi membri la scelta e la responsabilità delle proprie opinioni religiose, ma nessuno può essere ammesso in Massoneria se prima non abbia dichiarato esplicitamente di credere nell'Essere Supremo". Sono davvero parecchie, in Italia e nel mondo, le logge massoniche presenti sul Web, e ci sono anche numerose riviste, scritte e online, come Pietre . Come si diventa Massoni? Ogni loggia ha le sue regole di ammissione, ma non vengono pubblicate, segno che generalmente l'affiliazione avviene per conoscenza diretta e approvazione da parte degli "organi sociali" della setta. Di certo sappiamo chi non può far parte della Massoneria: le donne. Il Grande Oriente, ad esempio, spiega: "I Massoni hanno stima, rispetto e considerazione per le donne. Tuttavia, essendo la Massoneria l'erede della Tradizione Muratoria operativa, non le ammette nell'Ordine".

SEGRETI? - Tanto basta a concludere che i Massoni saranno pure segreti, occulti e potenti... ma sono letteralmente e intrinsecamente sfigati. A parte i requisiti formali (credere nell'Essere Supremo, prestare giuramento, forse andare in giro con un cero acceso...) di fatto la Massoneria è un insieme di associazioni, non segrete (la legge italiana vieta categoricamente le società segrete) ma sicuramente molto riservate che in fin dei conti si discostano poco da lobby, gruppi di potere e circoli riservati i quali senza tanti fronzoli assolvono direttamente o indirettamente alla funzione di esercitare pressioni, convogliare favori, scambiare cortesie e tutto quello che possiamo immaginare. A dirla tutta, qualsiasi partito politico, in fondo, è una specie di loggia. Basta sostituire l‘Essere Supremo con il segretario del partito e il gioco è fatto. In altre parole, una loggia Massonica può essere innocua come un dopolavoro ferroviario o potente come una lobby di banchieri, non è la forma dell'associazione a determinarne potere e forza ma il numero, la qualità e la volontà dei suoi associati. La P2 di Licio Gelli, ad esempio, avrebbe potuto essere tranquillamente costituita nelle forme di un'associazione culturale anziché di una loggia massonica, e non sarebbe stata diversamente potente o pericolosa.

ORGANIGRAMMA - Però l'aria di mistero che circonda la Massoneria, le sue antiche tradizioni e la simbologia inquietante fanno il loro effetto e contribuiscono a mitizzarla e a diffondere teorie che la vogliono capace di controllare i destini dell'umanità. I sostenitori di queste teorie puntano il dito sui messaggi simbolici della Massoneria, vere e proprie tracce (secondo loro) della sua onnipresenza. Ecco quindi che il biscione del logo di Canale 5 rappresenta il simbolo massonico del serpente, mentre il numero 5 rappresenta il pentacolo; la parola Mediaset è l'unione tra Media (informazione mediatica) e Set (Satana) per cui significa "informazione di Satana"; il triangolo con l'occhio che sovrasta piramide tronca sulla banconota da un dollaro rappresenta l'Essere Supremo massonico; il Pentagono, simbolo militare degli Stati Uniti, è un evidente richiamo al pentacolo; un compasso e una squadra disegnati su un fumetto di Topolino dimostrano che la Walt Disney è una casa produttrice massonica (e del resto, il Gran Mogol delle Giovani Marmotte non è altro che il Gran Maestro delle logge massoniche); persino Prezzemolo, il pupazzo simbolo di Gardaland, sarebbe un perfido drago massonico.

NUMERI! – La verità è che ciascuno dei loghi citati ha una precisa ragion d'essere, che non c'entra affatto con la Massoneria. Ad esempio il biscione è un simbolo storico e tradizionale della città di Milano. La piramide della banconota da un dollaro è fatta di 13 file di mattoni che rappresentano i primi 13 Stati americani, l'occhio iscritto nel triangolo è il simbolo di Dio che benedice la nascita degli Stati Uniti (c'è infatti l'iscrizione "Annuit Coeptis" che significa appunto questo), compassi e squadre appaiono nei fumetti di Walt Disney esattamente quando servono a rappresentare comuni oggetti sui tavoli di disegno e di progettazione, e Set o Seth è un dio egizio che non ha nulla a che spartire con Satana. In effetti la teoria dei simboli massonici fa un assortito minestrone tra una serie di fatti, miti e leggende molto diversi tra loro: pesca dal mito degli Illuminati, dalla storia della Massoneria, dalle culture dell'antico Egitto e delle popolazioni latino-americane, dalle religioni, dall'alchimia, dal sanatismo, dalle crociate, dalla numerologia, dai tarocchi e dall'astrologia... riconducendo tutto e tutti a una simbologia massonica di pura fantasia. Così qualsiasi numero, qualsiasi cifra, qualsiasi figura geometrica e qualsiasi animale finisce per avere un significato massonico. Il numero 1 è l'essere supremo, il numero 2 rappresenta l'unione tra due triangoli equilateri ossia la stella a sei punte, il numero 3 indica la trinità divina e il triangolo... e così via.In realtà, se consideriamo la Massoneria dal punto di vista storico e tradizionale, prendendo a riferimento la sua nascita nella forma della Gran Loggia di Inghilterra, nel 1717, notiamo che il suo simbolo è quello del compasso e della squadra. Difatti la massoneria affonda le sue radici nelle confraternite dei muratori, ossia di quelle maestranze che lavoravano alla costruzione di edifici, templi, chiese, luoghi di culto. I muratori si distinguevano in apprendisti, compagni d'arte e maestri. Si trattava di persone esperte, stimate e rispettate, che custodivano gelosamente i segreti della progettazione edile. Al compasso e alla squadra si sono affiancati nel tempo pochi altri simboli: la croce cavalleresca, il Sole, la Luna, il triangolo equilatero, le foglie di acacia. Alcuni sono molto comuni, e pertanto non ha senso accostarli arbitrariamente alla Massoneria, mentre le foglie di acacia sono legate alla tradizione di Hiram, l'architetto che progettò il tempio di Gerusalemme. Tutto il resto, numeri, teschi e animali compresi, sono forzature e libere interpretazioni che con la Massoneria, antica e moderna, c'entrano poco o nulla.

di John B(19 Ottobre 2009)
da: La Porta del Tempo

link: http://www.giornalettismo.com/archives/39845/la-si.


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