IL RISVEGLIO DEL CADUCEO DORMIENTE: la vera genesi dell'Homo sapiens

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VIDEO SINOSSI DELL'UOMO KOSMICO

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Con questo libro Marco La Rosa ha vinto il
PREMIO NAZIONALE CRONACHE DEL MISTERO
ALTIPIANI DI ARCINAZZO 2014
* MISTERI DELLA STORIA *

con il patrocinio di: • Associazione socio-culturale ITALIA MIA di Roma, • Regione Lazio, • Provincia di Roma, • Comune di Arcinazzo Romano, e in collaborazione con • Associazione Promedia • PerlawebTV, e con la partnership dei siti internet • www.luoghimisteriosi.it • www.ilpuntosulmistero.it

LA NUOVA CONOSCENZA

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GdM

venerdì 27 aprile 2018

I MISTERI DELLA FORESTA AMAZZONICA





Nella Foresta Amazzonica sono stati scoperti 1000 villaggi prima sconosciuti

Rivoluzione nella storia della Foresta Amazzonica: scoperti oltre 1300 villaggi fortificati che, un tempo, hanno ospitato un milione di persone nel cuore del Brasile.

È una scoperta che ha del sensazionale, quella da poco avvenuta nella Foresta Amazzonica. In quella che è la foresta pluviale più estesa dell’intero pianeta, e che riveste gran parte del Brasile oltre che porzioni di Colombia, Perù e di altri Paesi del Sud America, sono state rinvenute centinaia e centinaia di antichi villaggi. Milletrecento, per la precisione, in parti di foresta che – fino a ieri – si credeva fossero sempre state disabitate. Un gruppo di archeologi, in parte finanziato dalla National Geographic Society, ha scoperto che – in un angolo remoto della Foresta Amazzonica – in passato hanno vissuto fino a un milione di persone. Una scoperta, questa, che stravolge completamente la percezione che da secoli si ha delle civiltà pre-colombiane. Mai prima di oggi, una spedizione si era addentrata in questa regione dalla vegetazione tanto fitta; ma, grazie alle immagini rimandate dai satelliti, si è oggi scoperto che – molti anni fa – in una parte prima inesplorata del Mato Grosso, vivevano centinaia di migliaia di persone. E non solo accanto ai corsi d’acqua, ma anche in terreni molto lontani dai fiumi. Così, armati di coordinate, gli archeologi si sono addentrati nella zona, trovando reperti risalenti anche al 1400 a.C. Attraverso speciali programmi, gli studiosi hanno ricreato l’aspetto che, un tempo, questa porzione di Foresta Amazzonica doveva avere: circa un milione di persone, per 1300 villaggi fortificati dislocati in un’area di 154.000 miglia quadrate, nella parte meridionale della Foresta. E se prima si credeva che l’intera Amazzonia fosse stata popolata da 2 milioni di persone, con le nuove stime è stato rilevato che, tra le 500.000 e il milione di persone hanno vissuto solamente nel 7% della Foresta. Con la scoperta di questi villaggi, tutti datati tra il 1200 e il 1500 a.C., si dovrà quindi rivalutare tutta la storia della Foresta Amazzonica. Ma che fine hanno fatto, tutti questi popoli? Secondo gli scienziati, sarebbero scomparsi a seguito della conquista da parte degli europei. Genocidi ed epidemie avrebbero distrutto interi villaggi, mentre altri sarebbero stati abbandonati per questione legate all’agricoltura.



martedì 24 aprile 2018

TRE PIANETI PER ...LA CONTINUAZIONE DELLA SPECIE



…Avremo bisogno di tre pianeti per mantenere viva la specie Umana?. Il precipitare dei cambiamenti climatici, l’aumento dei livelli di inquinamento e la sovrappopolazione sono alcune delle ragioni principali per cui gli scienziati credono che i limiti del nostro pianeta saranno superati in un breve periodo di tempo, rendendolo una sfida per la specie umana di beneficiare di un singolo pianeta mentre si muove al ritmo attuale. La vita sul nostro pianeta sta degradando rapidamente a causa delle attività umane ed è per questo che uno scienziato della Nasa crede che sia possibile il cosiddetto terraforming ed avere così a disposizione più di un pianeta per preservare la nostra specie. “L’intero ecosistema sta fallendo”, ha dichiarato Dennis Bushnell, chief scientist al Langley Research Center. “Fondamentalmente ci sono troppe persone. Gli umani hanno avuto troppo “successo” come animali. Viene a mancare un’area equivalente al 45% del pianeta. Ora che miliardi di persone in Asia adottano il nostro sistema di vita, avremo bisogno di altri tre pianeti “. Avete sentito bene: è possibile che altri due pianeti simili alla Terra possano essere necessari per superare la crisi in cui ci troviamo in questo momento. E sebbene Marte sembri il progetto vincente, dobbiamo mettere più lavoro nella ricerca di un altro corpo celeste per far crescere la vita. Ulteriori informazioni sulle sfide globali e su come superarle sono state proposte da Bushnell nello “Stato del futuro “, un rapporto annuale che include le idee di oltre 5.000 partecipanti provenienti da tutto il mondo del Millennium Project. Secondo uno studio condotto dal World Wildlife Fund nel 2012; gli esseri umani utilizzano approssimativamente il 50 percento di risorse in più di quanto la Terra possa sostenere, il che significa che entro il 2050 avremo bisogno di altri pianeti se vogliamo sopravvivere e mantenere lo stile di vita attuale.  Lo studio si riferiva anche alla necessità di colonizzare due pianeti diversi dalla Terra, per via del fatto che ci sono in gioco altre minacce come gli eventi catastrofici, (es: impatto di un asteroide e/o guerra nucleare). “Il punto non è essere allarmistici o cinici –  dice Jerome Glenn, direttore generale del Millennium Project – ma scoprire qual è la cosa intelligente da fare per far sopravvivere questa specie. Se la classe dirigente d’élite consentirà uno stato planetario di benessere, dobbiamo ancora scoprirlo; ma se non si crede nei miracoli, forse è il momento di fare le valigie e trasferirsi su Marte. Dopo tutto, non si sa mai cosa riserverà il futuro”.




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venerdì 20 aprile 2018

UNA SPERANZA DI SALVEZZA...


di: Adolfo Di Bella

Un filmato di eccezionale interesse

Una persona amica, conosciuta in occasione del male che aveva colpito il più grande dei suoi affetti (attualmente in remissione totale dopo Mdb), ci ha segnalato questo interessantissimo filmato, la cui visione raccomandiamo caldamente a tutti. Precisiamo che non si tratta di un filmato che intende demonizzare o al contrario esaltare qualcuno o qualcosa, non è un filmato di "propaganda" pro o contro insomma, ma una disamina cruda e documentata dell'attuale situazione delle terapie oncologiche, con particolare focalizzazione su uno dei killer più inesorabili: il tumore cerebrale (quello che aveva colpito la persona cara che ci ha segnalato l'opera). Anticipiamo che dovendo sintetizzare l'impressione finale la parola appropriata è "speranza". Speranza di salvezza, speranza che questo mondo di tetra falsità esploda sotto la pressione di troppe omertà e mistificazioni attuate, e che si torni a rispettare la verità almeno quando tocca vita e salute dell'umanità. A parlare sono medici e medici-pazienti che di fronte all'inesorabilità del male - negli Usa molto più sinceramente ammessa dall'oncologia - hanno compreso che solo un approccio multidisciplinare poteva dare loro speranze.
Chi seguirà il filmato troverà conferme di quanto da anni andiamo osservando. E di tante altre cose ancora.
Il link è il seguente:


Azionato il link, appare un primo riquadro con alcune bandiere (rappresentative di alcune lingue).
Cliccate ovviamente sulla (povera) bandiera italiana, e appariranno ulteriori e semplicissime istruzioni.
Durante il filmato scorrono chiarissime didascalie che consentono una ottima fruizione del tutto.
Un consiglio e una richiesta: diffondete questo documentario più che potete. In un'epoca nella quale - presentendo forse l'impossibilità di continuare nella direzione sbagliata in più campi - si cerca ogni scusa per censurare qualsiasi cosa non gradita (le famose "fake news...), l'unico strumento di libertà e di liberazione è diffondere la verità con i mezzi che - ancora - abbiamo. Farete del bene.
L'unica cosa che rende la vita degna di essere vissuta.

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martedì 17 aprile 2018

SUPER TERRA


A 137 anni luce dal nostro Sistema Solare, in direzione della costellazione del Leone, c’è un pianeta ricco d’acqua e dotato di un’ atmosfera simile a quella presente sulla Terra. La scoperta, ottenuta incrociando i dati della missione K2 della Nasa, con quelli ottenuti da alcuni telescopi terrestri, porta la firma di un team di astronomi giapponesi che hanno confermato anche l’esistenza di altri 14 nuovi esopianeti. Il corpo celeste che ha attirato l’attenzione dei ricercatori ha dimensioni pari a 1,6 volte quelle del nostro pianeta, e non a caso è stato ribattezzato Super Terra, e orbita nella cosiddetta fascia abitabile, cioè a quella distanza dalla stella che potrebbe permettere l'esistenza di acqua allo stato liquido sulla superficie, e dunque potenzialmente in grado di ospitare vita aliena. K2-155d, questo il nome dell'esopianeta roccioso, individuato assieme ad altri 14 mondi le cui “tracce” erano state notate precedentemente da un team di ricerca del Dipartimento di Scienze della Terra e Planetarie del Tokyo Institute of Technology. Gli studiosi, coordinati dal professor Teruyuki Hirano, si sono concentrati sull'analisi delle nane rosse, le stelle più comuni dell'Universo (sono tra il 70 e l'80 percento di quelle presenti nella Via Lattea). Queste piccole stelle, fra le quali c'è anche la celebre Trappist-1 dell'omonimo sistema, sono caratterizzate da una temperatura relativamente bassa e hanno una massa significativamente inferiore a quella del Sole, in molti casi appena sufficiente ad avviare le reazioni nucleari. La più interessante fra le 12 analizzate da Hirano e colleghi è K2-155, sita a poco più di 130 anni luce dal Sistema Solare. Attorno ad essa orbitano tre Super Terre, fra le quali c'è anche l'esopianeta potenzialmente abitabile. "Secondo i nostri calcoli - afferma l'astronomo Hirano - questo pianeta deve avere un'atmosfera terrestre ed una struttura simile del sottosuolo, ma finora, non abbiamo la certezza che queste ipotesi corrispondano effettivamente alla realtà. Non sappiamo quasi nulla dei pianeti che orbitano attorno alle nane rosse, dato che il loro numero è notevolmente inferiore rispetto a quello dei pianeti ruotanti alle stelle simili al Sole".

Quasi 4mila gli esopianeti scoperti

Le nane rosse hanno solitamente meno pianeti rispetto alle stelle di altro tipo, come quelle solari, e il numero di quelli individuati dagli scienziati giapponesi (16 esopianeti per 12 stelle) lo conferma. Un altro dato interessante è legato al fatto che i pianeti di dimensioni maggiori sono sempre legati a stelle che contengono parecchi metalli; i pianeti appena scoperti confermano anche questo dato. Quelli con diametro di circa tre volte quello terrestre sono stati tutti individuati attorno alle stelle più “metalliche”. Ad oggi è confermata l'esistenza di circa 3.700 esopianeti, la maggior parte dei quali individuata col metodo del transito osservato col Telescopio Spaziale Kepler. Grazie alla missione K2, avviata nel 2013, continuano a esser individuati nuovi corpi celesti e diverse decine sono potenzialmente gemelli della Terra, posizionati nella cosiddetta "zona abitabile". I dettagli della ricerca giapponese sono stati pubblicati sulla rivista scientifica specializzata The Astronomical Journal.


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venerdì 13 aprile 2018

CSI : LA MORTE E ...L'ORA ESATTA !


Test genetico per stabilire l’ora esatta della morte: un’arma contro il crimine

Non sempre è facile stabilire l’ora del decesso di un cadavere, ma ora una nuova “arma” contro il crimine arriva dalla scienza. I ricercatori del Centre for Genomic Regulation di Barcellona, in Spagna, hanno messo a punto un test genetico per stabilire l’ora esatta della morte dall’attività dei geni in tessuti come la pelle o alcuni organi, come i polmoni. A guidare il team di ricercatori è stato Roderic Guigò, del Crg dell’Istituto di Scienza e Tecnologia di Barcellona, e il risultato dello studio è stato pubblicato sulla rivista Nature Communications. Gli scienziati hanno esaminato i dati genetici di 36 differenti tessuti, dai polmoni alla pelle, che sono stati conservati nella biobanca del progetto Genotype-Tissue Expression, GTEx, che raccoglie campioni di tessuti umani post-mortem. Gli scienziati hanno così scoperto che il tempo trascorso dal momento della morte di un individuo influenza il profilo di attività dei geni nei tessuti considerati, tempo che è diverso da tessuto a tessuto. Tra questi, la pelle è il candidato “ideale”, dato che è facilmente e rapidamente reperibile dal cadavere. Osservando questo effetto tempo, i ricercatori hanno sviluppato un modello per predire l’ora del decesso, che se integrato con i metodi ad oggi in uso nelle analisi forensi permetterà di avere un’arma vincente contro il crimine e di migliorare i risultati degli esami autoptici.


https://www.blitzquotidiano.it/scienza-e-tecnologia/test-genetico-ora-esatta-morto-arma-crimine-2829884/

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martedì 10 aprile 2018

IL MISTERO DELLO SQUALO QUASI ...IMMORTALE



Animali longevi capaci di vivere fino a 400 anni. Era vero fino a ieri, perché al largo delle coste della Groenlandia è avvenuta una scoperta sensazionale: uno squalo nato quando in Italia imperversavano gli spagnoli e William Shakespeare aveva appena pubblicato i Sonetti. Lo rivela uno studio pubblicato su Science da esperti dell’Università di Copenaghen. Si tratta di un animale appartenente alla specie Somniosus microcephalus, che raramente entra a contatto con l’uomo perché abita le profondità oceaniche dell’Artico.

La sua scoperta è stata del tutto accidentale. Un esemplare di squalo Somniosus microcephalus è infatti finito per errore nella rete di un pescatore, che, disinteressato al suo impiego a livello commerciale (non è commestibile), ha permesso alla scienza di fare luce sull’animale più vecchio del mondo. Le analisi al radiocarbonio – relativo a una proteina specifica – hanno consentito ai ricercatori di far risalire la sua nascita all’inizio del Seicento.

Il suo segreto? Vivere dove le acque sono costantemente intorno agli zero gradi centigradi. Il grande freddo di quelle latitudini ha preservato lo squalo per secoli. Peraltro, la sua pubertà dura almeno 150 anni. Gli scienziati hanno infatti messo in luce che la sua attività sessuale comincia dopo più di un secolo. Si stima che l’esemplare di squalo cresca di un centimetro all’anno e possa raggiungere i cinque metri di lunghezza. Non è certo come i suoi parenti dei tropici: si muove con grande lentezza e forse è anche questa una prerogativa della sua longevità; non è un caso che anche altri animali molto longevi spicchino per la loro indolenza.
Lo squalo di 400 anni batte i record precedentemente ottenuti da altre specie come la balena artica (Balena mysticetus) che arriva a 211 anni e la tartaruga delle Galapagos, che campa fino a 177 anni.


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domenica 8 aprile 2018

VACCINI E MANOVRE SUBDOLE DI "BIG PHARMA"


SEGNALATO DAL DR. GIORGIO PATTERA (BIOLOGO)

Obbligo vaccini: una manovra di Big Pharma. Parla il candidato al Nobel

Dietro i vaccini obbligatori Big Pharma e il terrorismo mediatico. L'obbligo è dannoso e pericoloso. Lo spiega Giulio Tarro pluricandidato al Nobel in medicina.

 “Non siamo un Paese scandinavo o anglosassone, manchiamo di conoscenza scientifica e allora qualcuno pensa al nostro posto, il Grande fratello, Big Pharma”, dice ridendo il virologo e professore Giulio Tarro, più volte (anche di recente) candidato al Nobel per la Medicina, allievo di Albert Sabin, presidente della Commissione sulle biotecnologie della virosfera all’Unesco e autore di numerose ricerche presso le università statunitensi tra cui alcune sul rapporto tra virus e tumori. Una vera autorità nel campo. Napoletano, con un esperienza internazionale, dotato di una proverbiale ironia, ci ha parlato delle sue analisi e di come bisognerebbe approcciarsi al tema al di là delle bufale dei media.


“L'obbligo vaccinale di massa non ha alcun senso. E' controproducente. E' chiaro che la vaccinazione è un fatto positivo per la saluta delle popolazioni ma bisognerebbe fare un anamnesi di ogni caso, capire quale è la storia di ogni paziente. Siamo invece al cospetto di campagne di masse e medici che per principio dicono che i vaccini non hanno effetti collaterali. Ma è assurdo. Il vaccino è di per sé un farmaco e può avere effetti collaterali, anche gravi. Se immettiamo milioni di dosi e facciamo vaccinazioni di massa è ovvio che può essere dannoso per i soggetti immunodeficitari. Io sono per un Paese civile dove prevale la persuasione e il dialogo e si analizzi caso per caso”

E qual è la ragione di questa onda che li ha imposti in Italia?

“Hmm... la ragione è Big Pharma”, ride sottovoce, “Probabilmente l'Italia è stata scelta come pacemaker dei vaccini per dare il passo alle altre nazioni. Di recente in Francia ne hanno resi obbligatori 11. Una bella vaccinazione totale di massa...”

Ah...

“Vorremmo una pastiglia che ci protegga da ogni tipo di malattia al mondo, da tutto... e siamo a posto, ma la vita non funziona così. Dal 2000 a Davos si riuniscono non solo per i grandi problemi economici ma anche le grandi case farmaceutiche che cercano di fare vaccini per qualsiasi cosa. Ci sono campagne in giro che favoriscono il terrorismo mediatico. Addirittura qualcuno parla del ritorno del vaiolo (ride)”.

Quindi capiremo gli effetti di questa campagna di vaccinazione di massa fra qualche anno!?

“Ah, bisogna raggiungere l'immunità di gregge. Effettivamente se si riesce a vaccinare il 95% della popolazione poi abbiamo un 5% che vive a sbafo e può permettersi di non correre né rischi né malattie (ride). Dovremmo quindi vaccinare tutti i bambini dell'Africa, del sud est asiatico, del sud America. Oltre al fatto che sarebbe impossibile ci rendiamo conto di cosa significhi? Avremmo ben altri problemi”.

 Quindi lei dice che per proteggersi dalle malattie invece che pensare ai vaccini sarebbe più importante investire in alimentazione adeguata, istruzione, migliori condizioni igienico-sanitarie!?
“E certo. Bisogna tornare a Pasteur che diceva 'L'organismo è tutto e il microbo è niente'. E' l'organismo che deve essere in grado di far fronte alle malattie.”

Ci spieghi come è potuto accadere quanto vediamo oggi.

“Negli anni 80 c'è stato un notevole calo dell'uso dei vaccini, quando si è scoperto che si potevano citare i produttori in giudizio. Ad un certo punto solo tre case farmaceutiche erano rimaste a fare vaccini. Quando nel 1992 è stata fatta la legge, giustissima, per il risarcimento dei danni per le trasfusione e per i danni da vaccino si è previsto di fare un bugiardino per dare delle spiegazioni maggiori a chi fosse obbligato alle vaccinazioni. Ma non è mai stata scritto dal ministero. Oggi con Davos si è rilanciato il sistema.”

E cosa risponde al professor Stefano Burioni che dà del somaro a chi è contro i vaccini?

“Penso che Burioni capisca poco. I vaccini sono farmaci veri e propri ed è quindi ovvio che possano causare reazioni avverse. Se usati in modo generalizzato e di massa ancora peggio. E' ovvio che possono essere utili in alcuni soggetti, inutili in altri e dannosi in altri ancora. Ma non penso ci possa essere un colloquio con persone del genere. Le racconto un aneddoto?”

Dica.

Il 2 marzo scorso l'ordine dei biologi ha organizzato un convegno a Roma ed è nata una gran polemica se era legittimo o meno parlare di vaccini. Mi sono permesso di mandare una lettera dove dicevo che non serviva polemizzare. Bisognava prima discutere e ascoltare. Poi nel caso polemizzare, ma solo dopo aver discusso. Burioni mi ha risposto che non posso parlare perché ho 80 anni (ride). Nell'antichità si è inventata la categoria dei senatori che erano apprezzati se anziani perché avevano maggiore saggezza. E' proprio anche della cultura orientale. Ma qui il mondo è capovolto. Lui cerca solo di imporre l'ipse dixit aristotelico (avendolo detto lui, vale a dire una persona famosa e autorevole, non si può più discuterne, ndr) che è di per sé sbagliato. Io sono per il dialogo. Che vuole che le dica. L'aneddoto spiega già tutto.

E' disponibile da qualche giorno un suo libro “10 cose da sapere sui vaccini”, edito dalla Newton Compton, dove spiega anche come non sia vero che il fatturato delle grandi case farmaceutiche sui vaccini non sia irrilevante come sostengono in tanti.

“Miloud Kaddar, senior adviser e health economist dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha spiegato con documenti come i vaccini siano diventati il motore dell’industria farmaceutica. Lo spiego nel libro. Così qualcuno pensa per noi e noi siamo felici”.

Infatti Miloud Kaddar racconta che se è vero che nel fatturato farmaceutico globale i vaccini occupano un posto limitato (2-3 per cento) stanno godendo un esponenziale sviluppo economico. I vaccini sono diventati per l’industria una miniera d’oro: hanno moltiplicato il fatturato che da 5 miliardi di dollari nel 2000 è passato a quasi 24 miliardi nel 2013. E raggiungeranno i 100 miliardi di dollari entro il 2025 grazie ai 120 nuovi prodotti che sono stati programmati e di cui 60 vengono dichiarati rilevanti per i Paesi in via di sviluppo.

http://www.affaritaliani.it/cronache/obbligo-vaccini-uno-manovra-del-big-pharma-parla-il-candidato-al-nobel-532160.html



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