IL RISVEGLIO DEL CADUCEO DORMIENTE: la vera genesi dell'Homo sapiens

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VIDEO SINOSSI DELL'UOMO KOSMICO

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Con questo libro Marco La Rosa ha vinto il
PREMIO NAZIONALE CRONACHE DEL MISTERO
ALTIPIANI DI ARCINAZZO 2014
* MISTERI DELLA STORIA *

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LA NUOVA CONOSCENZA

LA NUOVA CONOSCENZA

GdM

lunedì 24 febbraio 2014

PERCHE' GLI "OGM" SONO INUTILI E DANNOSI?


da: http://www.disinformazione.it/trasferimento_genico_orizzontale.htm

Abbiamo fatto al prof. Pietro Perrino (Dirigente di Ricerca del CNR) la seguente domanda: perché NO agli OGM?

Perrino: Si può rispondere in poche parole: gli OGM sono inutili e dannosi. 
Inutili perché, come dimostrano i dati, non è vero che gli OGM producono più delle colture convenzionali (biologiche e non) e quindi non è vero che sono necessari per sfamare il mondo.
Dannosi perché, come ampiamente dimostrato dalla letteratura (deliberatamente ignorata o elusa), determinano disturbi fisiologici e neoplasie negli animali alimentati con cibi transgenici (OGM), senza parlare della diffusione della resistenza agli antibiotici, in quanto il DNA transgenico reca con se DNA resistente agli antibiotici, che i produttori di OGM sono costretti ad inserire per riconoscere, in laboratorio, le cellule realmente trasformate, cioè quelle resistenti all'antibiotico. 
Senza questo marcatore non riuscirebbero ad individuare le poche cellule trasformate, su milioni di cellule trattate. Certo è duro accettare il fatto che istituzioni come la FDA (Food and Drug Administration) e l'EFSA (European and Food Security Administration), create per sorvegliare sulla sicurezza alimentare spesso e volentieri approvano l'introduzione, la coltivazione e l'uso degli OGM. 
E così continuano i balletti tra queste istituzioni, le multinazionali, il Parlamento Europeo, la Commissione Europea, i governi o ministeri degli Stati membri e le Regioni all'interno di questi ultimi. 
La musica che permette questi balletti, che ormai durano da qualche decennio, è prodotta da strumenti (direttive, norme. ecc..) creati ad arte dal Parlamento Europeo in collaborazione con le multinazionali, la FDA, l'EFSA, e così via. Vien da dire che loro se la suonano e loro se la cantano, ma spesso riescono a spuntarcela. 
Spesso colgono l'obiettivo. Infatti, alcuni Stati membri e qualche Regione, come il Friuli Venezia Giulia, coltivano qualche OGM, senza dire che soia e mais transgenici sono utilizzati come foraggi (importati) in quasi tutti gli Stati membri. 
Questo significa che il DNA transgenico contenuto nei prodotti animali arriva anche nel corpo di umani che mangiano tali prodotti. 
E' un vero problema di sanità pubblica, ignorato anche dai Ministeri che dovrebbero occuparsi della nostra salute. 
Ciò premesso, la domanda diventa: fino a quando questi balletti continueranno? O fino a quando continueranno ad avvelenarci? 
Possiamo solo sperare in una grande rivoluzione culturale. Qualsiasi altra rivoluzione potrebbe funzionare, ma a quale costo? 
Purtroppo la prima richiede tempi lunghi. Ma non è o non può essere un pretesto per smettere di lottare.

Continua…

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martedì 18 febbraio 2014

CINA: LION CITY, LA CITTA' SOMMERSA


di: DOTT GIUSEPPE COTELLESSA (ENEA)


Il lago di Qiandao è un lago artificiale nella contea di Chun’an, in Cina. Gli archeologi hanno ri-scoperto nelle acque di questo lago le rovine di un’antica città dimenticata. La città, chiamata “Lion City”, si trova tra i 26 ed i 40 metri di profondità. Anticamente era abitata da circa 290.000 persone ed è stato un centro attivo per oltre 1.300 anni. L’area è stata coperta dalle acque nel 1959, quando è stata inaugurata la centrale idroelettrica sul fiume Xin’an.

Guardiamo insieme queste stupende immagini che ci riportano indietro nel tempo.







 IL VIDEO:
 

giovedì 13 febbraio 2014

ERACLITO E IL "DIVENIRE UNIVERSALE"


DIVENIRE UNIVERSALE A VELOCITÀ MOLTEPLICI

del Dott. Miguel Lunetta

RIASSUNTO

Dopo Aver accennato alla teoria del divenire di Eraclito, abbiamo cercato di estenderne i concetti innestandoli al lavoro pubblicato nella  Physics Essays sotto il titolo  "Manipolazione dell'elettrodinamica"  in cui il coefficiente  α, compreso nell'intervallo aperto dei numeri razionali, permette l'applicazione di qualsiasi gamma di velocità. In questo modo la teoria di Eraclito si accresce dell'estensione a tutte le velocità dell'universo, cioè rimane filosoficamente e fisicamente definito il  " divenire universale ".

I.                ERACLITO


( Efeso, 535 a. C.-Efeso, 475 a. C.)

Ê stato uno dei maggiori pensatori presocratici. Il suo stile oracolare e la frammentarietà nella quale ci è giunta la sua opera hanno reso particolarmente difficile la comprensione del suo pensiero.
Tanto Aristotele che Socrate hanno definito Eraclito "l'oscuro" per la sua conclamata cripticità. Eraclito influenzò in vario modo i pensatori successivi: da Platone allo stoicismo, la cui fisica ripropone in gran parte la teoria eraclitea del  logos (1) .
Della vita di Eraclito si hanno pochissime notizie, mentre della sua opera sono sopravvissuti, attraverso testimonianze, soltanto pochi frammenti. Nacque in una famiglia aristocratica (2) , il padre era un discendente di Androclo, il fondatore di Efeso, e possedeva mezzo stadio di terra ed una coppia di buoi. Nonostante discendesse da una famiglia di nobile origine, ad Eraclito non interessavano né la fama né il potere né la ricchezza, infatti, nonostante fosse il primogenito e avesse diritto al titolo onorifico di  basileus (che per i greci era la massima autorità di rango imperiale), rinunciò ad esso in favore del fratello minore (3).
Quando il re di Persia Dario, dopo aver letto il suo Libro  Sulla Natura,  lo invitò a corte promettendogli grandi onori (4) , Eraclito rifiutò  rispondendogli che, mentre "tutti quelli che vivono sulla terra sono condannati a restare lontani dalla verità a causa della loro miserabile follia "(che per il filosofo consisteva nel placare l'insaziabilità dei sensi e l'ambizione al potere), lui invece era immune dal quel  desiderio e rifuggiva ogni privilegio, fonte d'invidia, restando a casa sua accontentandosi di poco. Venne anche aspramente criticato dai suoi concittadini quando riusci a convincere il tiranno Melancoma ad abdicare per andare a vivere nei boschi, ad aperto contatto con la natura (5) .
Visse in solitudine nel tempio di Artemide ove, stando a quanto scrisse Diogene Laerzio , mise a disposizione i suoi scritti di natura criptica affinché vi si accostassero solamente i meritevoli, ma anche rifuggendo le critiche che lo accusavano di ambiguità verso chi lo voleva comprendere.  (6) .
Sempre Diogene Laerzio scrive che dopo questi fatti la sua fama crebbe così tanto che molti si fecero suoi seguaci e furono chiamati "eraclitei". (7)
La deposizione del libro nel tempio conferma anche il suo temperamento aristocratico, essendo quello un  gesto volto a proteggerlo dalla massa degli umani. (8)  Vivendo per lo più isolato, Eraclito trascorse gli ultimi anni prima della morte sui monti, cibandosi di sole piante, adottando una dieta strettamente vegetariana. (9)
Durante l'eremitaggio sui monti, si ammalò di  idropisia  e tornando nella città per curarsi, in forma di enigma chiese ai medici se fossero capaci di "far tornare la siccità dopo un'inondazione" ma poiché quelli non lo comprendevano, si seppellì volontariamente sotto dello  sterco  animale, sperando che l'umore  evaporasse. Da questo aneddoto si  narrano cinque versioni leggermente diverse. Nella prima,  appunto dopo essersi seppellito morì all'età di sessant'anni. ˃ ˃ (10)  Ermippo di Smirne  Racconta invece:" che egli chiese ai medici se qualcuno fosse capace di essiccare l'umore vuotando gli intestini ma alla loro risposta negativa, si distese al sole e ordinò a dei ragazzi di ricoprirlo di sterco animale. Stando così disteso, il secondo giorno mori e fu seppellito nella piazza ˃ ˃ (11)
Neante di Cizico invece racconta che il filosofo non essendo più riuscito a staccarsi lo sterco di dosso e divenuto irriconoscibile per la deformità, fu divorato dai cani. E' possibile dunque che la causa di morte di Eraclito, sia stata proprio l'asfissia nello sterco di mucca. (12) (13) Eraclito per il suo  pessimismo ,  seguendo una tradizione antica esposta nei  Dialoghi  di  Luciano di Samosata , venne definito il "filosofo del pianto", in contrapposizione a  Democrito,  detto "filosofo del riso". (14)
Dell'opera di Eraclito ci rimangono testimonianze e frammenti sparsi, in forma di aforismi  oracolari (15) . Secondo le interpretazioni dei sui scritti, Eraclito manifesta un atteggiamento filosofico che potremmo definire "iniziatico", ritenendo infatti di non poter essere compreso dalla moltitudine.
Eraclito è comunemente passato alla storia come il "filosofo del divenire" (16) .

RIPORTIAMO ORA, SALTANDO LA PARTE PRETTAMENTE TECNICA PER SPECIALISTI (CHE PROSEGUE DOPO), LA CONCLUSIONE DEL DOTT. MIGUEL LUNETTA PER CHI VUOLE FERMARSI ALLA PARTE FILOSOFICA CLASSICA:

III.          CONCLUSIONE

Sulla scia della nota 16. Di G.Reale, Eraclito è passato alla storia del pensiero filosofico come autore della formula “tutto scorre”(panta rhèi) che sintetizza il concetto dell’eterno divenire. In esso il parametro “velocità” è chiaramente costante e unidirezionale.
Mediante il nostro studio del capitolo II in cui la costante α è inclusa nell’intervallo aperto dei numeri razionali
(1/c)<α<∞
Induciamo che il divenire di Eraclito è esteso a tutte le velocità dell’universo, cioè filosoficamente e fisicamente rispecchia il divenire universale.

 Note:
1.     Eraclito,  Frammenti,  Introduzione, p. XXV, a cura di Francesco Fronterotta, BUR, 2013.
2.     I Presocratici. Testimonianze e frammenti,  Gabriele Giannantoni, ZELLER MONDOLFO,  La Filosofia dei Greci,  p.179.
3.     Diogene Laerzio,  Vite dei Filosofi,  IX6. Tratto da  I Presocratici.Testimonianze e Frammenti.
4.     Diogene Laerzio, V ite dei Filosofi,  IX 13.
5.     Clemente Alessandrino,  Stromata, 1, 65.
6.     Diogene Laerzio,  Vite dei Filosofi,  IX6. Tratto da  I Presocratici.Testimonianze e Frammenti.
7.     Diogene Laerzio,  Vite dei Filosofi,  IX6 tratto da  I Presocratici.Terstimonianze e Frammenti.
8.     Eraclito su  filosófico.net.
9.     Indro Montanelli,  Storia dei Greci,  Capitolo XI, Eraclito. BUR, 2010 (prima ed. 1959).
10.Diogene Laerzio,  Vite dei Filosofi , IX3. Tratto da  I Presocratici. Testimonianze e Frammenti.
11 .. Diogene Laerzio,  Vite dei Filosofi,  IX4. Tratto da  I presocratici.Testimonianze e Frammenti.
12.Focus supplementare,  Morte e immortalità  n º 41, p.50.
13.Francesco Rende,  Vieni la filosofia puo salvarti la vita,  2013.
14. Il filosofo che piange e il Filosofo Che Ride,  URL consultato il 22 dicembre 2013.
15.Diogene Laerzio,  I Presocratici. Testimonianze e frammenti,  IX5, p. 195.
16.G. Reale: << Per Eraclito Le cose non Annone Realtà se non appunto Nel perenne divenire. E QUESTO Senza Dubbio l'Aspetto della Dottrina di Eraclito divenuto Più celebre, tosto fissato Nella formula "tutto Scorre" (panta Rhei) >> (da  Il pensiero antico,  p.23, Vita e Pensiero, Milano 2001, ISBN 88-343 -0700-1).

biblio: Wikipedia

VI RIPROPONIAMO ORA IN INGLESE LO STUDIO DEL DOTT. MIGUEL LUNETTA DIRETTAMENTE CORRELATO ALL'INTRODUZIONE SUL PENSIERO ERACLITEO.
PRECISIAMO CHE IL PRESENTE STUDIO E 'DEDICATO A FISICI SPECIALISTI ED E' STATO PUBBLICATO SULLA RIVISTA   PHISICS ESSAY     vol. 26, pag. 3. (2013)

II.            MANIPULATION OF ELECTRODYNAMICS

    M. Lunetta

Abstract: We show, in this study, how it is possible to manipulate some basic quantities of the electromagnetic field to obtain superluminal velocities. So, by starting from the inertial force, thru the superluminal carrier, we can obtain superluminal photon acceleration. As per luminal case, in the superluminal also, the vector S maintains unchanged its modulus ad infinitum, in free space by means of the inertial force action. The key of velocity rank consists of the value α, constant specified in an open interval of the rational numbers. © 2013 Physics Essays Publications.
Résumé: Nous montrons, en cet etude, comment il est possible manipuler quelques grandeurs essentielles du champ électromagnetique pour obtenir vitesses superlumineuses. Ainsi, a partir de la force inertielle, moyennant le porteur lumineux, nous puvons obtenir l’accelération du photon superlumineux. De même que dans le cas lumineux le vecteur S conserves inaltéré son module ad infinitum, dans l’espace vide moyennant l’action de la force inertielle. La clé de variation de vitesse est donnée par α, constante spécifiée dans un intervalle ouvert des nombres rationnels.
Key words : bubble, M-theory, distortion of de Broglie’s wave packet, inertial force, superluminal carrier, photon acceleration, Schrödinger equation, Poynting vector, force of the superluminal electromagnetic field.

I. INTRODUCTION
Two Baylor University Physicists, Gerald Cleaver and Richard Obousy(1) theorize in ScienceDaily(May 8, 2009) that, manipulating the space-time dimensions around a spaceship with a massive amount of energy, it would create a bubble that could push the ship faster than speed of light.
    Such massive energy was estimated by Cleaver and Obousy to be equivalent to the entire mass of Jupiter being converted in energy.
Other scientists believe that a new theory, called M-Theory,takes string theory one step farther and states that the strings actually vibrate in an 11-dimensional space. It is this 11th dimension that the Baylor researchers believe could help propel a ship faster than the speed of light.
In our study we think that it is possible to obtain communications at velocity faster than the speed of light, by manipulating electromagnetic parameters, by virtue of inertial force and the Poynting vector.
Descrição: Descrição: Digitalizar0001By considering the distortion of a de Broglie’s wave-packet, as it travels through space(2),
 that as the wave packet travels onward, it grows broader and the velocity of its left hand edge L is less than the velocity of its right hand edge R, since the velocity of the particle is not a well defined quantity, but has an uncertainty Δvx.
The velocity of the point P is called group velocity and it can be shown to be equal to vm = pm/m = h/(mλm),                                              (1)

where m stands for mass of particle-like wave. The peak p does not travel with the same velocity as the peak P of the envelope, but with greater velocity vm = c.                                                          (2)
This is the velocity of the Fourier component with the average wavelength λm, and it is called the phase velocity of the wave packet. Waves are continually emerging from L and disappearing into  R.
Under the action of the inertial force(3) FIN, the particle is maintained in uniform motion, by means of microscopic impulses given at intervals of the quantized half-wavelength  λ/2 = h/2p.                                                 (3)
The group velocity of de Broglie’s wave(4)
                     vg = dE/dp = p/m= v                                         (4)

as a whole travels with the particle speed v.
The individual waves travel throughout the group velocity with the much higher speed c2/v.

II. SUPERLUMINAL CARRIER
We state as general solution of the Schrödinger Time Dependent Wave Equation, the wave function(5)
ψ(z,t) = ρ(z/ћc)αcexp[-2i(kz-ωt)],                             (5)
where the constant α is included into the open interval of the rational numbers
(1/c) < α < ∞.                                             (6)
The Eq.(5) is a Schrödinger Time Dependent Equation (STDE) that can be solved to obtain the potential of superluminal carrier. The use of Eq.(5), whenever nonrelativistic equation, is consistent with the superluminal regime because we introduced the coefficient α defined in (6). This argument is a replay to the criticism of the Reviewer (D) as well as to the statement of the authors Eisberg & Resnick(21) in the book Quantum Physics, where they wrote at page 180:
“We can’t hope that the Schrödinger equation be valid when applied to a particle with relativistic velocity”.
Solution of Eq.(5) gives the potential of superluminal carrier
VSLC = -2hν+(2p2/m)[αc(αc-1)/(4k2z2)-(iαc/kz)-1]                (7)
and its total energy
E=hν=-(VSLC/2)+(p2/m)[αc(αc-1)/(4k2z2)-(iαc/kz)-1].            (8)
The group velocity dE/dp, which coincides with the photon velocity, will be
vg=2c[αc(αc-1)/(4k2z2)-(iαc/kz)-1].                          (9)

III. PHOTON ACCELERATION
Acceleration of the group velocity of photon will be
aPH=dvg/dz
=2iαc2/kz2-αc2(αc-1)/k2z3.              (10)
Eq.(10) shows that the superluminal photon acceleration decreases with an increase in the second power of the propagation distance, but increases in its third power.
So, any manipulation of the superluminal emitting, or receiving devices, must to take into account  the mathematical balance expressed by the Eq.(10).

IV. ELECTROMAGNETIC PLANE WAVE
 We suppose that, in free space, the Cartesian components of the electric field E and magnetic field B satisfy(5,6) the wave equation
Δ2ψ-(1/v02)(∂2ψ/∂t)=0                                (11)
where
v0=αc/√(μ0ε0)                                    (12)
says(7) that the electric and magnetic fields propagate by waves with this velocity,
c=2.997925x108 ms-1
is the speed of light,
μ0=(4x10-7±10-8)Hm-1                                        (13)
is the permeability of free space(8),
ε0=(8.854185x10-12 ± 10-8)Fm-1                            (14)
is the conductivity of free space(9).
Eq.(11) has the plane wave solutions
ψ=exp[i(kz-ωt)]                                        (15)
where
                                                             k = ω/v0
=[√(μ0ε0)]ω/(αc)                             (16)
is the wave number,
ω=2πc/λ                                                  (17)
is the angular frequency, and λ is the wavelength.
Now, if we consider a wave propagation in one direction only, say, the Z direction, the fundamental solution will be
ψ(z,t) =Aexp[i(kz-ωt)]+Bexp[-i(kz+ωt)].                   (18)

V. INERTIAL FIELD
By including the contribution of inertial force FIN(10)dependent on the recently described inertial field VIN(3) we have from Lex Secunda of Newton:
(d/dt)p = FN + FIN                                              (19)
here FN is the Newtonian force.
If there is no applied force, the term FN vanishes, and  Eq.(19) becomes
(d/dt)mv = ћc/z2.                                             (20)
In superluminal regime there are no relativistic effects. In fact, if we apply, for instance, the relativistic correction to the mass m, we obtain
m = m0/√(1-v2/c2).                                          (21)
Since from (12)
                                                   v2 = v02
= α2c2/(μ0ε0),
the Eq.(21) becomes
m=m0/√[1-α2c2/(μ0ε0)c2]
= m0/√[1-α2/(μ0ε0)]
= constant,
and
(d/dt)mv =v(dm/dt) +m(dv/dt)
= zero +m(dv/dt).                                     (22)
Integration of (20) between the lower limits v0 and zero, for v and t, respectively, gives
v = v0 + VIN/p                                               (23)
or
ћc/(mvz) = v-v0 ..                                            (24)
By substituting p from de Broglie’s hypothesis(11)
λ = h/p                                                      (25)
the Eq.(24) becomes
v =v0 + [(cλ)/(2πz)]                                           (26)
which can be written as
                                                    v = v0 + c/(kz).                                               (27)
If the particle starts from rest, the Eq.(27) will give
kz = ct/z.                                                    (28)

VI. METHODOLOGY
Let write the wave equation in form of Eq.(18) representing the particle motion for the case of one-dimensional wave, and the Schrödinger equation
-[ћ2/(2m)](∂2ψ/∂z2)+VSL(z)ψ =
iћ(∂ψ/∂t)                                            (29)
generalized by inclusion(12) of the potential energy VSL(z).
By introducing in Schrödinger Time Dependent Wave Equation (29) the potential VSL(z), the wave function (18), its second space derivative
                    (∂2ψ/∂z2)=-Ak2exp[i(kz-ωt)-Bk2exp[-i(kz+ωt)]                 (30)
and the time derivative
                     (∂ψ/∂t)=-iωAexp[i(kz-ωt)]-iωBexp[-i(kz+ωt)]                (31)
one can obtain
[-ћ2/(2m)]{-k2[Aei(kz-ωt)+Be-i(kz+ωt)]}+[Aei(kz-ωt)+Be-i(kz+ωt)]VSL(z)
= iћ{-iω[Aei(kz-ωt)+B-i(kz+ωt)]}.                                    (32)
By eliminating the common factor ψ(z,t), and considering that
p=ћk,   ћ=h/(2π),   ω=2πν,   hν=E,
the Eq.(32) becomes
                           p2/(2m) +VSL(z) = E,                     (33)
from what the group velocity is
dE/dp = v0
and, thru (12):
                           dE/dp = (αc)/√(μ0ε0).                  (34)

VII. POYNTING VECTOR
The energy flow is represented(13) by the Poynting vector
                            S = [c/(4π)](ExH)                       (35)   
which, in superluminal regime, is
                          S = [(αc)/(4π)](ExH)                   (36)      
where α is defined by (6).
The vector S has dimensions of energy flow per unit time per unit area in a direction n by means of S∙n. Besides, since E and H are rapidly varying quantities, it is the mean value of S that has physical significance(14,15,16)
SAVE = (1/2η)(Ex2+Ey2)
=[(A2+B2)/2η]│E│2                             (37)
where │E│is the peak magnitude of the sinusoidal electric field vector. We postulate that, as per luminal case, in the superluminal also, the vector S maintains unchanged its modulus ad infinitum, in free space, by means of the inertial force action.

VIII. DISCUSSION
From Eq.(34) it is evident that the group velocity coincides with the velocity of superluminal photon. Besides, since Eq.(33) may be written
VSL(z) = hν – p2/(2m),                                        (38)
we may obtain, from (38), the force of superluminal electromagnetic field on the particle of mass m:
FSL = - ∂zVSL(z)                                               (39)
                        = - ∂z [-(m/2)(z2/t2)
= (mz)/t2                                                 (40)
or, from (12),
FSL = (m/t)v0
= (m/t)[(αc)/√(μ0ε0)].                       (41)

IX. CONCLUSION
We think that results shown in this paper must be considered an essential starting point only. The consequences attributable to the superluminality of electromagnetic phenomenon must be, obviously, evaluated for each specific circumstance where it occur.
In all the cases, this short study, far of being a synthetic treatise, it is a simple and useful embryo to be applied and developed in the whole body of electrodynamics.
Finally, we must emphasize, that this study want to be a contribution for paying attention to the more and more urgent necessity of reaching technical means that allow, thru suitable devices, a deeper knowledge of the universe.

Acknowledgments
We are grateful to anonymous Reviewers (A), (B) and (D) for their highly constructive criticism and suggestions, thru which we rectified and improved many details of the revised manuscript.
1G. Cleaver & R. Obousy,Science Daily( 2009)
2K.R.Atkins, John Wiley & Sons, Inc., 567- 568(1965).
3M. Lunetta, Physics Essays 16, 345(2003)
4Thomas Brown, John Wiley & Sons, Inc. N.Y., Chapmann & Hall Ltd.,London,120 (1940).
5M.Lunetta,Physics Essays19, 7(2006)
6John David Jackson, John Wiley & Sons, Inc.,N.Y.∙London∙Sydney, 203(1962).
7Enrico Persico, Nicola Zanichelli Editore, 265(1960).
8Charles Oatley, Cambridge University Press, London∙N.Y.∙Melbourne, 230(1976).
9Ibid.
10M. Lunetta, Physics Essays18, 165(2005).
11Leonard I.Schiff, Mc Graw-Hill Book Company, N.Y.∙St. Louis∙San Francisco ∙ London ∙ Mexico ∙ Panama ∙ Sydney ∙ Toronto ∙ OGAKUSHA Company, LtD. ∙ Tokyo, 3rd Edition, 3(1955).
12E. Schrödinger, Ann.Physik 79, 361,489(1926),81,109(1926).
13John David Jackson,John Wiley &Sons, Inc.,N.Y.∙London∙Sydney,  190(1962).
14Miles V. Klein, John Wiley & Sons, Inc., N.Y.∙ London∙ Sydney∙ Toronto, 526(1970).
15C.A. Coulsen and A.Jeffrey, Alan Jeffrey and Iaim Adamson, Longmann∙ London∙ N.Y,120(1977).
16Ramo & Winnery, John Wiley & Sons, New York, 282(1958).
17George Arfken, Academic Press (New York   San Francisco   London)
799(1970).
18Ian Sample, , guardian.com.uk, 22Sept 2011.
19Dennis Overbye, The New York Times, Nov. 18, 2011.
20Richard Gray, Telegraph.co.uk, 21 Jan. 2012
21R.Eisberg & R. Resnick, John Wiley & Sons,Inc.,180(1974).


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lunedì 10 febbraio 2014

“Da Matera raggi laser per misurare le forme della Terra”

da: Dott. Miguel Lunetta




“Diretti verso la rete di satelliti Ilrs o la Luna, misurazioni fondamentali per la navigazione terrestre e spaziale

 La stazione geodetica di Matera emette un laser verso i satelliti della rete Ilrs (F.Ambrico/Asi)La stazione geodetica di Matera emette un laser verso i satelliti della rete Ilrs (F.Ambrico/Asi)
All’apparenza sembra un telescopio astronomico protetto dalla classica cupola. In pratica, quello strumento non serve per osservare le stelle e i pianeti, ma per sparare potenti raggi laser verso satelliti artificiali attorno alla Terra o addirittura verso la Luna. Di notte si può vedere uscire dal tubo del telescopio un fascio luminoso, che si materializza nel cielo come una lunghissima spada sottile.

TELEMETRIA LASER - «Il fascio è formato da una successione di impulsi generati al ritmo di dieci ogni secondo, ciascuno della durata di qualche picosecondo (un millesimo di miliardesimo di secondo). Un fascio laser siffatto viaggia per migliaia di chilometri senza troppo disperdersi a ventaglio, come farebbe un normale fascio luminoso. Noi lo puntiamo verso satelliti particolari, ricoperti da prismi di vetro riflettente, grazie ai quali il fascio torna indietro verso lo strumento che lo ha generato, permettendoci di misurare i tempi di andata e ritorno con grandissima precisione. La tecnica si chiama telemetria laser.

GEODESIA - A partire da questi dati, raccolti da tante stazioni contemporaneamente, oggi possiamo studiare le mutevoli forme e dimensioni del nostro pianeta, come pure tanti altri parametri astronomici e fisici». Giuseppe Bianco, astronomo e dirigente tecnologo dell’Agenzia spaziale italiana (Asi), fornisce un quadro di sintesi di una delle principali attività della Stazione geodetica di Matera, di cui è responsabile dal 1995. Bianco ha da poco ricevuto un altro importante incarico, questa volta internazionale: la presidenza dell’International Laser Ranging Service (Ilrs), un servizio gestito dall’Associazione internazionale di geodesia per elaborare i dati di telemetria laser raccolti da una rete di 40 stazioni sparse in tutto il mondo.

MOVIMENTI COSTANTI - Da quando esistono tecnologie raffinate per studiare le varie parti del nostro pianeta, ancor più ci siamo resi conto di vivere nel regno della totale instabilità, non solo a causa delle mobilissime atmosfera e idrosfera, ma anche per i fenomeni che interessano la cosiddetta Terra solida. Fluidi viscosi si spostano incessantemente nelle parti interne del nostro pianeta. Al di sopra, le zolle crostali vanno alla deriva come zattere, mentre la forma esteriore della Terra muta in continuazione. Come conseguenza della redistribuzione delle masse, il centro di massa del nostro pianeta, quel punto ideale in cui si può immaginare concentrata tutta la materia, migra in maniera erratica. «Uno dei risultati più straordinari e affascinanti delle nostre misure di telemetria laser è riuscire a determinare, giorno dopo giorno, con precisione millimetrica, i movimenti del centro di massa della Terra», spiega Bianco. «Ora sappiamo con certezza che tali movimenti, di solito, sono limitati entro un volume equivalente a un cubo di 3 centimetri di lato. Oltre al centro di massa, si riesce a seguire con precisione il moto dell’asse terrestre: quando ci fu il grande terremoto di Sumatra, il 26 dicembre 2004, si osservò un balzo di quasi 7 centimetri».

UTILITÀ - Quale utilità pratica può venire dalla conoscenza di uno spostamento millimetrico o centimetrico del punto mediano delle masse terrestri? Fino a pochi decenni fa nessuna. Oggi, con la navigazione terrestre e soprattutto spaziale che richiedono la determinazione di posizioni e traiettorie molto precise, questa nozione è di vitale importanza. Il centro di massa terrestre, infatti, è anche l’origine dei sistemi di coordinate: se cambia l’uno, cambiano anche le altre. «Un altro risultato notevole del nostro servizio Ilrs», aggiunge Bianco, «consiste nella continua ridefinizione del campo gravitazionale e, in ultima analisi, di quello che chiamiamo il geoide, cioè quella superficie geometrica ideale, molto simile a un ellissoide, che più si avvicina alla forma reale del nostro pianeta. Quest’ultima è simile a una sfera schiacciata ai poli, la cui eccentricità varia nel tempo a causa dell’incostante bilancio fra l’acqua allo stato di ghiaccio e quella liquida. Grazie alle misure effettuate con la rete Ilrs abbiamo valutato che lo schiacciamento polare della Terra è in continua diminuzione, sia per effetto del progressivo scioglimento dei ghiacci che si è verificato dalla fine dell’ultimo periodo glaciale a oggi, sia per il più recente riscaldamento globale provocato dall’uomo. Le nostre misure sono coerenti con le valutazioni di una perdita dei ghiacci di circa 400 miliardi di tonnellate l’anno, il che comporta un aumento medio del livello dei mari di 1 millimetro ogni anno».

ILRS - L’Ilrs è stato messo anche al servizio delle ricerche di fisica teorica. Nel 2012, riferisce il presidente Bianco, l’Agenzia spaziale italiana ha messo in orbita Lares, un satellite ideato e realizzato nel nostro Paese, consistente in una sfera di tungsteno di appena 36 centimetri di diametro e di 400 chili di peso, dotata di 92 piccoli riflettori laser. Dopo due anni di servizio Lares, che rappresenta l’oggetto più denso finora messo in orbita attorno alla Terra (vedi la posizione di Lares in tempo reale), sta confermando un effetto previsto un secolo fa dalla teoria della relatività generale di Einstein, che consiste nella deformazione dello spazio-tempo da parte di una massa in movimento.

TRENTENNALE - Nel 2004 l’impianto scientifico di Matera, in competizione con l’Istituto geodetico tedesco, aveva vinto una difficile gara internazionale per aggiudicarsi le funzioni di centro principale di elaborazione dati della rete Ilrs. Ora, con l’attribuzione della presidenza, consolida la sua posizione di eccellenza in questo servizio di frontiera, sia nella ricerca di base che applicata. Un riconoscimento che arriva proprio mentre si compie il trentesimo anniversario della sua attività, che sarà festeggiato il 31 gennaio con l’intitolazione dell’Osservatorio Laser alla memoria dell’ingegnere italo-americano Rocco Petrone (originario della Lucania), che fu direttore del programma spaziale Apollo ai tempi degli sbarchi umani sulla Luna.


Franco Foresta Martin

venerdì 7 febbraio 2014

IL METODO DI BELLA SI CONFERMA SEMPRE PIU' EFFICACE ED IMPORTANTE


NONOSTANTE LE FALSE E DISTORTE INFORMAZIONI CHE SI TENTA DI VEICOLARE TRAMITE UN SEMPRE PIU' DEBOLE SENSO COMUNE, IL METODO DI BELLA SI STA CONFERMANDO CURA EFFICACE E SICURA CONTRO IL CANCRO.
GLI STUDI CLINICO-SCIENTIFICI LO CONFERMANO PREPOTENTEMENTE.

MLR



Il Metodo Di Bella (DBM) nel trattamento delle neoplasie prostatiche

 Vi proponiamo il testo integrale dell'ultimo lavoro a cura della Fondazione, e pubblicato questo mese sulla rivista Neuro Endocrinology Letters (Neuroendocrinology Letters Volume 34 No. 6 2013)

(VERSIONE IN ITALIANO - solo testo senza tabelle e figure)

Il Metodo Di Bella (DBM) nel trattamento delle neoplasie prostatiche: un report retrospettivo preliminare di 16 pazienti e revisione della letteratura

ABSTRACT:

Scopo: Valutare la risposta obiettiva e la sicurezza della somministrazione combinata di Somatostatina, Melatonina, retinoidi, Vitamina D3, agonisti dopaminergici e bassi dosi di ciclofosfamide associati al blocco ormonale su pazienti con diagnosi istologica di adenocarcinoma (Pac)
Materiali e  Metodi: E' stata retrospettivamente visionata la documentazione clinica di 30 pazienti  con adenocarcinoma prostatico non invasivo e metastatico giunti presso la Fondazione; ai quali è stato somministrato il trattamento multimodale di prima linea.
Risultati: 16 pazienti hanno soddisfatto i criteri di valutazione. Età mediana di 64 anni. Stadio della malattia: 8 pazienti (50%) in stadio II. Per lo stadio di malattia disseminata (Stadio IV), ossa e linfonodi costituivano le sedi metastatiche. Complessivamente, è stata osservata una risposta obiettiva globale (OR) [Risposta completa (CR) + Risposta Parziale (PR)] nel 69 % dei pazienti, con un 80 % di beneficio clinico obiettivo [CR+PR+SD] (Table 3). Per quanto concerne il gruppo i malattia locale, è stata riscontrata una risposta obiettiva OR nell' 87,5 % dei pazienti (7 casi; 53-98; 95% IC), con CR nel 62,5 % dei casi (5 casi, 31-86; 95% CI). Per i pazienti con malattia metastatica, la OR è stata del  50 % (4 casi; 21-78; 95% CI), con una CR nel 20% dei casi (2 casi) e 75 % di beneficio clinico.

Conclusioni: Il presente studio preliminare mostra come i pazienti affetti da forme precoci e disseminate di adenocarcinoma, se non precedentemente trattate da approcci chirurgici e/o chemio-radioterapici, possono avere un più che positivo beneficio clinico con il protocollo che il MDB prevede in queste neoplasie. Ulteriori studi clinici sono fortemente raccomandati

 Key Words: Prostate Cancer,somatostatin/octreotide; melatonin;retinoids; vitamines E, D3, C; Bromocriptin; Cabergoline, androgen deprivation

INTRODUZIONE:

Le principali strategie terapeutiche per la cura del tumore della prostata si avvalgono essenzialmente dell'utilizzo della chirurgia (laparoscopia e/o prostatectomia), della chemioterapia e dell'impiego di radiazioni (external beam radiation e/o brachiterapia LDR e HDR, IMRT), sovente associati alla ormono-terapia (LH-RH agonisti, antiandrogeni). Sebbene questi trattamenti abbiano ottenuto risultati discreti in termini di sopravvivenza, l'efficacia antitumorale non raramente risulta limitata a remissioni, mentre le guarigioni reali, stabili, sono sensibilmente più ridotte. Ciò è dovuto principalmente per l'elevata eterogeneità clonale del tumore che conferisce una minore responsività ai trattamenti; nonchè per la complessità dei segnali cellulari, anche a seguito della introduzione di nuove molecole antitumorali introdotte nell'ultima decade. Infatti, dato che lo spegnimento di un solo fattore causale (come l'androgeno), o di un unico target per mezzo di singoli anticorpi monoclonali di ultima generazione non può ovviamente eradicare una complessa patologia multifattoriale come il cancro, sono recentemente valorizzati e applicati alcuni meccanismi concetti della strategia del Metodo Di Bella (Di Bella Method, MDB) tra i quali l'uso combinato di molteplici agenti a "bersaglio molecolare". Stanno incrementandosi le ricerce che confermano le basi biochimiche e le risposte cliniche di tali concetti terapeutici. Tra questi, specialmente nella ricerca di base, sta emergendo con chiara e assoluta evidenza il cruciale ruolo oncogeno ubiquitario e interattivo dell'ormone della crescita (GH) e della Prolattina (PRL), in ogni neoplasia. Questi increti ipofisari intervengono pertanto anche sullo sviluppo e nel differenziamento delle neoplasie prostatiche. Studi preclinici e clinici confermano e valorizzano l'impiego dei rispettivi inibitori della crescita neoplastica documentando ampi benefici in termini di risposta e sicurezza/tollerabilità. Nel presente studio si riportano i risultati preliminari relativi alla somministrazione di molecole biologiche del MDB su 20 pazienti affetti da neoplasia prostatica locale e metastatica

MATERIALI E METODI:

Criteri di Scelta del Paziente. Sono stati valutati esclusivamente i pazienti con una diagnosi di carcinoma prostatico e con le caratteristiche di malattia misurabile in accordo con il RECIST. Tutti i pazienti, dopo consenso informato, hanno accettato la somministrazione del trattamento biologico come terapia di prima linea.
Il campione di pazienti sopra-menzionato è stato altresì suddiviso in due gruppi:
Gruppo A: pazienti in stadio di Ca prostatico locale/non invasivo (Stadio II: pT2, N0,M0)
Gruppo B: pazienti in stadio di Ca prostata metastatico (Stadio IV: qualunque pT, qualunque N, M1)
Trattamento. Tutti pazienti hanno ricevuto una combinazione giornaliera di Somatostatina (SST), Melatonina (ML), Retinoidi solubilizzati in Alfa Tocoferile Acetato, agonisti dopaminergici, inibitori androgenici e dosaggi minimali di ciclofosfamide. Nel dettaglio, sono state somministrate nelle seguenti modalità: soluzione di acido retinoico tutto trans (ATRA, 1543488.372 UI), axeroftolo palmitato (909000 UI), betacarotene (3334000 UI) in alfa tocoferile acetato(1000000 UI), in rapporto stechiometrico di 1:1:4:2; dosaggio graduale ; in concomitanza con diidrotachisterolo (colecalciferolo-Vit.D3,ATITEN©; 15200 UI). Somatostatina: somministrazione scalare; 1 mg nella prima settimana, incrementando di 1 mg ogni settimana fino a 3 mg al 21° giorno di trattamento.Tetracosactide (Synachten® - ACTH di sintesi) con monitoraggio frequente di pressione e glicemia; 0,25 mg  2 volte la settimana intramuscolo; octreotide LAR (a lento rilascio) da 20 mg  ogni mese intramuscolo; melatonina da 5 mg per os: 10 mg distribuiti al mattino, a mezzodì, la sera ai pasti e 40 mg prima di coricarsi (dosaggio giornaliero cpmplessivo = 70 mg); Cabergolina (Parlodel ®)0,25 mg per os a mezzodì (mezza compressa da 0,5 mg) 2 volte la settimana;Bromocriptina® (2,5 mg) per os compressa mattino e sera; Ciclofosfamide ® (50 mg) per os, dosaggio graduale:iniziare con 1 compressa al dì, dopo una settimana 1 mattino e sera; Acido Ascorbico (Vit C) per os, dosaggio graduale: 1/2 cucchiaino (40000 UI) in un bicchiere d'acqua mezzodì e sera durante il pasto con 500 mg di calcio-ione  nello stesso bicchiere;Taurina (500 mg)una capsula mattino e sera; Condroitinsolfato (500 mg) una capsula mattino mezzodì e sera ai pasti; Intrafer®20 gocce al pasto principale; Calciolevofolinato22 mg una cps al giorno. Maggiori dettagli inerenti alle modalità di somministrazione, concentrazioni e rispettive posologie sono illustrati nella tabella (Tab5).
Valutazione della risposta al trattamento delle lesioni target (Efficacia): Metodi Statistici e  Analitici: criteri di valutazione alla risposta obiettiva fanno riferimento alle linee guida adottate dalla World Health Organization (WHO handbook) e dai tassi di risposta Response Evaluation Criteria In Solid Tumors (Patrick T et al, 2000). Questi sono classificati in: Risposta Globale (OR); Risposta Completa (CR); Risposta Parziale (PR); Malattia Progressiva (P); Malattia Stabile (SD), espressi come frequenza assoluta (n), relativa (%), ed intervallo di confidenza del 95% (95% CI).
Valutazione della Sicurezza e della Tossicità. Per la valutazione della tossicità sono stati considerati esclusivamente gli eventi avversi potenzialmente correlabili al trattamento (gradi di correlazione: possibile, probabile o certo, espressi come frequenza assoluta (n), relativa (%), ed intervallo di confidenza (CI) al 95%).
Questo studio è stato condotto in accordo con le direttive stabilite dalla Dichiarazione di Helsinki. Tutti i pazienti hanno pertanto dato il proprio consenso informato per la raccolta e supervisione dei dati clinici.

RISULTATI:

E' stato somministrato il MDB come trattamento di prima linea su un totale di 30 pazienti giunti presso la nostra Fondazione per un periodo di oltre 5 anni. I pazienti sono stati monitorati dal 2009 al 2012 (mediana di follow-up di 16 mesi, min 5, max 37). Di questi, 16 hanno hanno rispettato i criteri di eleggibilità ed è stata pertanto retrospettivamente visionata la documentazione. Per quanto concerne i pazienti esclusi (14), 8 di questi non erano in possesso di alcuna diagnosi isologica mentre 6 pazienti non hanno seguito il regime in maniera continua (vedi Diagramma di flusso). La tabella 1 mostra le caratteristiche cliniche dei pazienti al momento della prima visita: età mediana di 64 anni (range 40-74 anni), stadio della malattia= grado 6 e 7 (gleason Score) nel 37.5 % e 62.5% rispettivamente. Il principale istotipo delle lesioni primarie è stato Adenocarcinoma prostatico (Pca) mentre ossa e linfonodi costituivano le principali sedi metastatiche. Complessivamente, è stata osservata una risposta obiettiva globale (OR) [Risposta completa (CR) + Risposta Parziale (PR)] nel  69% dei pazienti ( 11 Casi, 44-86; 95% IC), con una Risposta Completa pari al 44 %  (7 casi; 23-67; 95% CI).  In aggiunta, l' 87.,5 % (14 casi; 57-93; 95% CI) dei pazienti ha ottenuto un beneficio clinico obiettivo [CR+PR+SD] (Table 3). Gruppo A (Early Prostate Cancer, T2, MDB first line, NA= 8). E' stato riscontrata una risposta obiettiva OR (CR+PR) nel 87,5 % dei pazienti (7 casi; 41-93; % CI), con una CR nel 62.5 % dei casi (n=5, 21-79; 95% IC). Gruppo B (Metastatic Prostate Carcinoma, T2, MDB second Line, NB=8). Per i pazienti in stato di malattia metastatica, la OR (CR + PR) è stata del  50 % (4 casi; 22-79; 95% CI) dei pazienti, con una CR nel 25% dei casi (2 casi, 7-59; 95% IC). Sei (6) pazienti (75 %) ha ottenuto un beneficio clinico [CR+PR+SD].
Valutazione della sicurezza
I fenomeni transitori più frequenti di tossicità (grado II) sono stati i seguenti:
Tossicità ematologia (leucopenia leggera 61.5 %), tossicità gastrointestinale (Nausea, 30%), e stanchezza (8%). Una riduzione, sospensione o discontinuità del tattamento a causa di tossicità si è resa necessaria in pazienti con leucopenia (sospensione della ciclofosfamide sino al ripristino dei valori), e nei fenomeni gastrointestinali.

DISCUSSIONE:

Razionale del trattamento e discussione dei dati preliminari
La maggior comprensione delle basi biologiche e fisiologiche della eziopatologia del cancro ha portato gradualmente verso l'identificazione di nuovi segnali molecolari coinvolti nei molteplici e complessi segnali cellulari ed alla formulazione di nuove strategie sempre più mirate per il trattamento dei tumori ormono-dipendenti (seno e prostata). E' ben noto come meccanismi di crescita cellulare del tumore della prostata si basino principalmente sull'azione androgenica e sulla concomitante produzione/secrezione neuroendocrina, con speciale riferimento al ruolo di altri fattori di crescita (Growth Factors, GF), rilasciati sia al livello dell'asse ipotalamo-ipofisario (Growth Hormone Release Hormone, GHRH;   GH e PRL) che sistemico. In tal senso sono stati valutati agonisti e antagonisti dell'ormone di rilascio dell'ormone luteinizzante (LHRH), antagonisti della bombesina/peptidi di rilascio della gastrina, ormoni del rilascio del'ormone della crescita (GHRH) nonchè gli analoghi della somatostatina ed agonisti dopaminergici. Malgrado il loro impiego nella pratica clinica sia limitato ai tumori  Neuroendocrini, emergono con crescente evidenza  in letteratura dati significativamente importanti relativi sia alla lorio espressione che geniche che localizzazione immunoistochimica recettoriale su svariati tumori Neuroendocrini: risultati sovrapponibili sono stati ottenuti anche per il Peptide Intestinale Vasoattivo (VIP), bombesina (BN) e somatostatina (SSTR), la cui espressione è stata riscontratta sia nelle differenti forme di cancro della prostata (Pca) che sulla sua forma precursore (HGPIN) ed epitelio normale (Nep). Similmente, sono stati evidenziati significativi risultati per tutte le forme tumorali che esulano dal conteso NE, a ulteriore conferma del razionale del trattamento multi terapico MDB  con analoghi della somatostatina in combinazione con molecole ad attività citostatica e differenziante impiegati nel contesto di  una "terapia biologica a bersaglio recettoriale" nei confronti del fenotipo neoplastico. Tale strategia estendende la sua azione anche alle differenti stazioni dell'asse ipotalamo-ipofisario-epatico e non si limita alla semplice attivazione diretta del pathway antiproliferativo. Infatti l'altro fondamentale meccanismo antitumorale, indiretto, si realizza attraverso la riduzione della biodisponibilità del GH, dell'IGF-I di derivazione epatica e di tutti i GF,  tutti GH dipendenti, rilasciati nel microambiente tumorale responsabili del fenomeno della progressione tumorale, quale motilità cellulare, metastasi ed eterogeneità clonale. La ridotta biodisponibilità del GH inibisce pertanto l'angiogenesi  neoplastica regolando negativamente i fattori di crescita  sinergici con le molecole promotrici dell'angiogenesi, e quelli modulanti il microambiente sistemico tumorale con rilevante efficacia antiblastica. E' stato inoltre osservato come questa multiterapia biologica  ripristini altresì la responsività dei tessuti verso gli antiandrogeni, ottenendo pertanto delle risposte cliniche obiettive. Parallelamente, è stato confermato  un ruolo cruciale dei recettori D2R sia nel controllo diretto della crescita cellulare che nella interazione antiproliferativa con la somatostatina: il loro pathway di proliferazione  viene infatti significativamente inibito quando questa particolare sottoclasse di recettori viene  attivata in maniera sinergica in associazione con la sottoclasse 5 dei recettori della SST (SSTR5).  La stessa deprivazione degli androgeni favorisce una sovraregolazione dei recettori SSTR per la Somatostatina, aumentando pertanto la probabilità di risposta positiva (Mazzucchelli et al, 2011). Anche un altro componente del MDB, la vitamina E, incrementa l'espressione recettoriale della somatostatina con evidenti effetti antiproliferativi.  Le proprietà  citostatiche della  SST nella prostatata sono  mediate nel loro pathway dalle fosfotirosine fosfatasi SHP-1, presenti nella cellule della prostata. Questi dati suggeriscono un' interazione recettoriale dinamica indotta dai ligandi Somatostatina e Dopamina, che potrebbe essere basilare per una marcata azione antitumorale (Zapata PD et al, 2009). Lo stesso aumento della responsività alle forme refrattarie  è da ricondurre alle ormai note  proprietà antitumorali di Melatonina (ML), retinoidi (ATRA, Beta-carotene) e Vitamina D3: la melatonina (ML) possiede molteplici proprietà antiproliferative, promuove il differenziamento cellulare verso il fenotipo neuroendocrino (controllo epigenetico), quest'ultimo caratterizzato da una crescita di tipo androgeno-dipendente ( Shiu SY et al, 2010).  Il differenziamento cellulare promosso dalla melatonina non è mediato dalla sola attivazione della PKA (sebbene questa aumenti, in uno stato transitorio, i livelli del messaggero cAMP) . La melatonina influenza marcatamente lo stato proliferativo delle cellule tumorali prostatiche. Insieme ai dati precedenti, i presenti risultati indicano il sinergismo antiproliferativo tra la melatonina e la androgen deprivation nei tumori sensibili agli androgeni. Questa duplice azione del segale antiproliferativo suggerisce la mediazione della via recettoriale MT1 verso una sottoregolazione del segnale AR-dipendente ed a una sovraregolazione della proteina p27. Pertanto, i cambiamenti fenotipici causati dal tattamento cronico di questo indolo,  rendono le cellule maggiormente responsive all'azione di citochine (TNF-alfa e il TRAIL) SST, antagonisti androgenici nonchè ad alcuni componenti chemioterapici, se somministrati a basse dosi (chemioterapia metronomica) .
Un importante contributo viene fornito il colecalciferolo, agente attraverso i proprio recettore nucleaei (VDR).
E'da ben noto che questo tipo di pro-ormone liposolubile esercita diverse attività oncosoppressive, anche interagendo con gli altri componenti della multiterapia nell'inibire la proliferazione delle cellule tumorali e in innescando la cascata dell'apoptosi, differenziazione, riduzione della  invasione cellulare, l'angiogenesi e la migrazione / invasione (inibizione extracellulare / gene down-regulation delle Matrix metalloproteinasi MMP e l'espressione di molecole di adesione della membrana cellulare e promozione dell'adesione cellulare attraverso un aumento dell'espressione di E-caderine, regolazione della chemiotassi di aderenza celle verso la circolazione sanguigna, considerando un effetto antimetastatico) sia in vitro che in vivo (Yin et al. 2009). Inoltre, la sintesi delle prostaglandine e il segnale / b-catenine Wnt sono influenzati anche dalla vitamina D3 ed analoghi
Infine, I retinoidi costituiscono una famigia di composti organici che vengono impiegati per il trattamento di svariate patologie, comprese numerose forme di neoplasie ematologiche. I retinoidi sono fondamentali per il normale sviluppo della prostata e regolano negativamente la crescita di svariate linee cellulari tumorali prostatiche così come la progressione in vivo [ref]. Tra questi, l'acido retinoico tutto trans (ATRA) è stato largamente studiato, mostrando una spicctata attività differenziante. Uno dei meccanismi d'azione consiste nella riduzione dei processi di metilazione (modulazione epigenetica) a livello dei geni HOX (HOXB3) e nella regolazione della formazione delle giunzioni gap nelle cellule di tumore alla prostata androgeno responsive). Complessivamente, numerose ricerche in vivo ed in vitro dimostrano come l'ATRA rallenti la proliferazione cellulare tumorale, inducendo l'apoptosi (abbattimento della espressione di suvivina).  Uno dei meccanismi antitumorali , è rappresentato della  regolazione selettiva (p21 e p27) con cui l'ATRA è in grado di inibire i processi proliferativi tipici  del cancro prostatico. Dato che i retinoidi agicono inducendo il differenziamento cellulare e la maturazione, risulta chiaro come il loro impiego possa rivelarsi verosimilmente utile nella reversione della patogenesi neoplastica. Altri recenti bersagli molecolari includono i recettori ai retinoidi (RAR e RXR), dei glucocorticoidi (GR), degli estrogeni (ER) ed i recettori attivati dai perossisomi (PPAR).
 
CONCLUSIONI:

I nostri risultati preliminari, sebbene la fase di inferenza sia stata effettuata a partire da un numero relativamente basso di soggetti, suggeriscono come gli individui affetti da neoplasia prostatica, sovente in condizioni metastatiche e poco responsivi alla terapia ormonale, possano ottenere dei risultanti incoraggianti con la combinazione di farmaci biologici. Poichè i risultati relativi agli approcci chirurgici - radioterapici sono discordanti, suggeriamo ulteriori indagini cliniche per l'impiego in prima linea del suddetto trattamento e il suo possibile impiego nella pratica clinica oncologica.

http://www.metododibella.org/it/mdb/home.do

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giovedì 6 febbraio 2014

IN MEMORIA DI EMILIO DEL GIUDICE


"E' scomparso all'età di 74 anni il professor Emilio del Giudice, venuto a mancare la mattina del 31gennaio. Lascia dietro di sè un vuoto non solo tra i suoi cari ma anche nel mondo scientifico.

Nato a Napoli il 1° gennaio 1940, Del Giudice consegue la laurea in fisica nel 1961 e la specializzazione in fisica teorica nel 1965, presso luniversità di Napoli, dove poi insegnerà – dal 1966 al 1974 Tecnica delle forze nucleari, fisica delle particelle elementari e fisica per geologi.
Stimato ricercatore dellInfn dal 1976 all88 quando diventa Primo ricercatore fino alla pensionamento nel 1996 per limiti di età. Membro dellI.I.B -International Institute of Biophysics- di Neuss, Germania dal 2007. Insignito del Prigogine Award 2009. Ricercatore presso il Center of Theoretical Physics del MIT dal 1969 al 1972. Ricercatore presso il Niels Bohr Institute di Copenhagen dal 1974 al 1976. Ricercatore presso il CERN di Ginevra.
Lo si ricorda facilmente insieme a Giuliano Preparata, con il quale condivise la ricerca sui processi nucleari a bassa temperatura e lelaborazione dei principi dellelettrodinamica quantistica (QED). Con altrettanto piacere lo si ricorda con Maurizio Torrealta attualmente capo redattore responsabile delle inchieste a Rainews24 - con il quale collaborò alla stesura di un romanzo-inchiesta dal titolo Il segreto delle tre pallottolesul tema dellutilizzo di armi tattiche nucleari a basso potenziale. Così scrive Giorgio Masiero in memoria di Emilio del Giudice: Del Giudice ha dedicato tutta la sua vita di ricercatore a mostrare come la condizione di risonanza in cui tutto lUniverso è immerso come un solo corpo e in cui, allinterno, sono immersi il rapporto tra luomo e la natura ed i rapporti dei singoli uomini tra loro, implichi anche scientificamente unetica ed una politica non relative, ma naturali, non individualistiche, ma comunitarie, perchè così risultano profondamente iscritte nelle leggi dellUniverso, e non come vorrebbe lideologia.
Ci lascia quindi un grande scienziato, amato sia per il contenuto che per l'estetica del suo linguaggio e per essere stato riferimento di eccellenza e di grande umanità.

di: Andrea Pallini