IL RISVEGLIO DEL CADUCEO DORMIENTE: la vera genesi dell'Homo sapiens

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VIDEO SINOSSI DELL'UOMO KOSMICO

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LA NUOVA CONOSCENZA

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GdM

venerdì 28 novembre 2014

VACCINI ED AUTISMO: NESSO CAUSALE TRA VACCINAZIONE E MALATTIA



Segnalato dal Dr. Giorgio Pattera

Ogni tanto, anche la (cosiddetta) "giustizia" dell'uomo (l'iniziale minuscola è voluta) dà ragione ANCHE a quelli che, come noi, sono considerati "FUORI DI TESTA" (finché non capita a loro...).

Per approfondimento leggi anche precedente post sulla truffa dei vaccini del 23-07-14

http://marcolarosa.blogspot.it/2014/07/la-truffa-dei-vaccini.html

G.P.


“Autismo causato dal vaccino, vitalizio al bambino. La sentenza storica

Storica sentenza del tribunale del lavoro di Milano sul nesso causale tra una vaccinazione esavalente e l'autismo.

Il ministero della Salute dovrà versare un assegno bimestrale per tutta la vita a un bambino autistico al quale nel 2006 fu iniettato il vaccino esavalente prodotto dalla GlaxoSmithKline. Lo ha deciso il Tribunale del Lavoro di Milano, riconoscendo quindi il nesso causale tra la vaccinazione e la malattia. Come racconta il quotidiano "La Repubblica", la sentenza arriva dopo che la famiglia del bambino, che oggi ha 9 anni, aveva presentato nel 2011 una domanda di indennizzo al ministero che allora venne respinta. Contro la sentenza, emessa il 23 settembre, il ministero non ha presentato ricorso entro i termini, scaduti in questi giorni, rendendo la decisione del Tribunale esecutiva.
I legami tra vaccinazione e autismo sono da anni al centro di un dibattito internazionale: una sentenza del 2012 del Tribunale di Rimini identifica un nesso causale tra questa patologia e il vaccino trivalente (contro morbillo, parotite e rosolia). All'epoca pediatri e igienisti insorsero perché la sentenza rischiava di far "perdere fiducia in uno strumento preventivo per la salute dei bambini".
A marzo di quest'anno un'inchiesta sulla connessione fra vaccini e autismo è stata aperta a Trani dopo la denuncia dei genitori di due bambini ai quali è stata diagnosticata dai medici una sindrome autistica e che, secondo le denunce, potrebbe essere stata causata proprio dai vaccini.
Intanto il diffuso allarmismo ha provocato negli ultimi tre anni un crollo del numero dei bambini vaccinati: ogni anno, mediamente, 5mila genitori in più decidono di non far vaccinare i propri bambini”.

da:

fonte: Affaritaliani.it)


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martedì 25 novembre 2014

”LA GRANDE PIRAMIDE COSTRUITA CON UN CODICE MATEMATICO”


Intervista a Robert Bauval :


di: Sabrina Pieragostini

da:

“Uno scandalo archeologico, una questione giudiziaria, un caso diplomatico. La vicenda dei due ricercatori tedeschi Stefan Erdmann e Dominique Goerlitz, che hanno asportato dei piccoli campioni di materiale all’interno della Grande Piramide, a oltre un anno di distanza non si è ancora risolta. Nel frattempo sono trapelate indiscrezioni sui test effettuati su quei reperti.

In Egitto, la stampa ha dato grande eco alla storia. I due stranieri sono stati accusati di furto e danneggiamento: nel grattare un frammento di ocra rossa dal cartiglio scoperto nel XIX secolo dal colonnello Howard-Vyse, sulla base del quale la più grande delle piramidi alla periferia del Cairo è stata attribuita al faraone Khufu (per noi, Cheope), lo avrebbero rovinato. Dopo la denuncia che li ha raggiunti in patria, dovranno affrontare un processo in Germania il prossimo gennaio. Nel frattempo, da mesi, in Egitto sono in cella- in attesa di giudizio- i sei addetti ai beni culturali (guardie, guide, ispettori) che a vario titolo hanno consentito ai due archeologi dilettanti di commettere il misfatto.

Ad alzare i toni dello scontro è stato soprattutto l’ex Ministro delle Antichità, l’ancora potentissimo Zahi Hawass. Secondo lui, i due tedeschi hanno agito su commissione, istigati da un “ebreo belga” ( così diceva in una intervista al giornale Al Masry Al-Youm), per dimostrare che i giganti della piana di Giza sono stati edificati 15 mila anni fa dagli Ebrei e sminuire l’importanza della civiltà egizia. Il riferimento era diretto a Robert Bauval, il famosissimo scrittore, autore di vari best-seller sulle piramidi, le cui teorie sono sempre state contestate dall’egittologia ufficiale.
In realtà Bauval è sicuramente belga, ma non è ebreo, come prova il certificato di battesimo che ha dovuto inviare in Egitto ( Paese nel quale tra l’altro è nato) per dimostrare l’inconsistenza delle accuse di Hawass e smentire qualsiasi ruolo nel complotto. Non solo. Un altro studioso, Robert Schoch- il geologo che ha individuato la presenza di erosione dovuta alla pioggia sulla Sfinge, retrodatandola così di migliaia di anni rispetto alle versioni ufficiali- ha mostrato alcune foto risalenti al 2006 nelle quali il geroglifico con il nome di Khufu risulterebbe già scalfito. E all’epoca Hawass era capo assoluto dell’enorme patrimonio culturale dell’Egitto. Ne era anche pienamente responsabile.

Insomma, una bella polemica che coinvolge nomi molto pesanti del panorama dell’archeologia internazionale- accademica e non. Ma nel frattempo, che ne è stato di quei reperti trafugati dalla coppia di Indiana Jones improvvisati? Li avevamo lasciati in un laboratorio di Dresda, al quale erano stati consegnati senza troppe spiegazioni. “Per noi erano solo delle briciole in un sacchetto”, aveva dichiarato nel pieno della bufera mediatica il portavoce del centro scientifico, Bernd Mehkich, che si era detto subito scettico sulla possibilità di ottenere informazioni utili da quei frammenti microscopici.
In effetti, se lo scopo di Goerlitz ed Erdmann era riuscire a datare con certezza la Grande Piramide, i loro sforzi sono stati inutili. “Quello che so per ora è che non sono stati in grado di utilizzare i campioni di ocra rossa che hanno prelevato per ricavare dei dati”, ha detto Robert Bauval, che in seguito al suo involontario coinvolgimento nella vicenda è entrato in contatto con i due ricercatori tedeschi. “Sembra che abbiano trovato tracce di alluminio nei campioni esaminati. Tuttavia, gli scienziati sospettano che l’alluminio provenga dagli strumenti usati da loro stessi”.
Prosegue Bauval: “Non è stato possibile raggiungere una datazione, ciò nonostante hanno fatto dei test su campioni del soffitto e questo è intrigante. Non ho visto i risultati di questi esami, che si sono svolti a Dresda, ma da quello che ho capito- e che sono libero di dire – quei reperti contengono ferro. Ora, noi sappiamo che gli antichi Egizi possedevano comunque del ferro, ma solo quello meteoritico, cioè lo ricavavano dalle meteoriti. Questa sarebbe la prima volta che abbiamo la prova dell’esistenza di ferro forgiato, una cosa del tutto diversa.”
“Non ho idea di come stia procedendo la loro indagine, con tutta la gente che hanno coinvolto- mi hanno parlato di esperti di metallurgia, di ingegneri meccanici e così via” conclude lo scrittore belga. “ Mi pare però che ritengano probabile la conclusione che i costruttori della Piramide avessero utensili di metallo.” Inteso come ferro, sembra di capire. Un dettaglio- se dimostrato- per nulla trascurabile, visto che nella storiografia l’Età del Ferro inizia nel XII secolo a.C., oltre mille anni dopo la data comunemente accettata per la costruzione delle tre Sorelle di Giza.
Un altro degli interrogativi irrisolti che avvolgono questi straordinari monumenti dei tempi che furono? Lo studioso pensa di sì. “Sembra che ogni volta che immaginiamo, o meglio, ogni volta che gli egittologi dicono che non c’è più niente da scoprire, arriva una sorpresa. L’esplorazione delle piramidi è stata praticamente abbandonata, fin dagli anni ’20 dello scorso secolo, dal momento che credevano che non c’era altro da trovare. Una grossa novità è arrivata, ovviamente, nel 1993, quando Rudolph Gantenbrink ha trovato una porta all’interno della Grande Piramide. Ma di nuovo, anche all’epoca, si pensava che si trattasse dell’ultima stranezza.

Poi è arrivato il National Geographic Channel e ha trovato un’altra porta, in un altro condotto. Insomma, il mistero va avanti. Io credo, come molte persone che hanno condiviso le mie idee, che le Piramidi di Giza abbiano una connessione con la Cintura di Orione. Ma non sappiamo come, non sappiamo quando e neppure perché questi monumenti sono stati edificati. Su tutti, l’elemento più importante è la consapevolezza che sono stati costruiti con un codice matematico.”
Insomma, l’ennesimo enigma che avvolge queste grandiose costruzioni dell’antichità. Molti ricercatori, nel corso degli anni, hanno messo in risalto l’estrema accuratezza della Grande Piramide e la perfezione della sua realizzazione nella quale hanno riscontrato delle costanti matematiche e geometriche. A partire dalla ricorrenza dei numeri primi, ovvero quei numeri divisibili solo per 1 e per se stessi , come 2, 3, 5, 7, 11, 13, 19 e così via. Ufficialmente, il primo a parlarne fu il matematico greco Euclide, nel suo trattato “Elementi” scritto nel IV secolo a.C. , ma nessuno sa quando questo concetto basilare sia effettivamente stato elaborato. Gli Egizi li conoscevano già? E perché li avrebbero dovuti utilizzare come una costante per costruire la Grande Piramide?
“Sappiamo che gli astrofisici stanno cercando di trovare tracce di vita extraterrestre: il progetto SETI sta ancora tentando di captare segnali provenienti dal cosmo e finora non ne sono arrivati . Ma il messaggio che sperano di poter ricevere dovrebbe essere un messaggio in numeri primi. Ebbene, la Grande Piramide è stata disegnata sulla base dei numeri primi e questo è del tutto incomprensibile!”, afferma Bauval. “Non se ne capisce la ragione, per niente, per questo gli egittologi ancora non ci credono che siano stati usati i numeri primi per progettare questi monumenti. Anche questo è un elemento molto sorprendente. In altre parole, la Grande Piramide manifesta il tipo di informazione nel suo progetto e nel suo significato astronomico che è esattamente quello che noi oggi useremmo per tentare di comunicare con una cultura aliena. Questa è la sua essenza, cosa possa voler dire, non lo sappiamo, ma è così. Sarebbe un errore ignorarlo: sembra una struttura che intende portare un messaggio, è l’unica conclusione possibile finora.”
A rafforzare le convinzioni dello scrittore, i geroglifici individuati di recente nella cosiddetta camera della Regina nel corso del Progetto Djedi, così chiamato in onore del mago che secondo la tradizione avrebbe aiutato il Faraone Cheope durante la costruzione della sua piramide. L’equipe- una collaborazione tra l’Università di Hong Kong, quella di Leeds, la Scoutek UK, la Dassault Systems francese – è riuscita a vedere cosa si trova oltre la lastra di pietra contro la quale il robottino dell’ingegnere tedesco Rodolf Gantenbrink si era dovuto fermare, dopo 63 metri di risalita.
“Sì- spiega Robert Bauval- già nel ‘93 si sapeva che c’era una porta alla fine del condotto sud. Nel 2002 una telecamera a fibre ottiche fu inserita al di là di quella porta, scoprendo a poca distanza un secondo sbarramento. In quello stesso anno, l’esplorazione del condotto nord ha permesso di individuare un’altra porta simile. Poi, nel 2012 , è stato possibile filmare al di là della porta del condotto sud, la cosiddetta porta Gantenbrink, e i ricercatori hanno trovato un’iscrizione sul pavimento, in ocra rossa. A sorpresa, nello stesso tipo di ocra rossa che troviamo nelle camere di scarico della Camera del Re. Questa scritta sembra indicare dei numeri, ovvero 1, 20 e 100, cioè 121, il quadrato di 11. Questo è il numero che troviamo ripetutamente, come numero primo, nel progetto della piramide. È davvero bizzarro.”
Sembra davvero che le sorprese non finiscano mai. Chissà cos’altro si potrebbe nascondere tra queste mura che geniali ingegneri hanno progettato e costruito in modo impeccabile pur possedendo una tecnologia- sulla carta- molto arretrata. E con scelte a prima vista senza senso. Perché hanno creato quei cunicoli- rivolti in direzione di precise costellazioni- per poi chiuderli con dei tappi di granito? Perché la presunta camera funeraria di Cheope è priva di qualsiasi decorazione, di qualsiasi riferimento a lui, ad eccezione di quel cartiglio dipinto in un punto nascosto? Esiste una stanza, rimasta fino ad oggi segreta, nella quale in un sarcofago mai violato il Faraone prosegue il suo sonno eterno? Domande che potrebbero rimanere aperte, se il Governo egiziano continuerà a negare i permessi per svolgere delle approfondite ricerche all’interno della Grande Piramide. Ufficialmente, dietro al veto c’è la volontà di salvaguardare questo straordinario patrimonio artistico e culturale, non solo per l’Egitto, ma per il mondo intero. Peserebbe tuttavia anche la volontà di evitare scoperte “scomode” che possano solo minimamente scalfire le certezze acquisite da 200 anni di egittologia e che hanno fatto della Terra del Nilo la culla della civiltà. Certo l’incidente con i due archeologi amatoriali tedeschi, il loro tentativo di datare la Grande Piramide e il clima di sospetto che si è creato non aiuta.
“Speravamo che dopo la partenza di Zawi Hawass avremmo trovato disponibilità per nuove, corrette investigazioni. È triste che queste esplorazioni finora siano state consentite ai gruppi sbagliati. Non ho nulla contro la Cayce Foundation o il National Geographic, ma non sono gli enti adatti per indagare su questi luoghi, specie la Cayce Foundation”, dice Bauval. La fondazione citata da Bauval diffonde l’opera e gli insegnamenti di Edgar Cayce, sedicente veggente, che nel 1931 creò l’Associazione per la Ricerca e l’Illuminazione (in inglese, Association for Research and Enlightenment). Cayce- “il più grande sensitivo del mondo”, come recita il sito dell’ARE- nelle sue 14mila letture profetiche avrebbe previsto avvenimenti effettivamente realizzatisi- come la Grande Crisi del 1929, la Seconda Guerra Mondiale, gli esami diagnostici attraverso il prelievo del sangue- ma anche eventi ancora non verificatisi.


Tra questi, la scoperta di una Stanza dei Ricordi, costruita in Egitto dagli Atlantidei poco prima della fine della loro civiltà: in quel luogo segreto, nascosto nel sottosuolo della Piana di Giza tra le zampe delle Sfinge, secondo il profeta americano sarebbero custoditi documenti, testimonianze e memorie di quella mitica cultura. A quanto pare, due rappresentanti della Cayce Foundation, nel 1996, avrebbero ricevuto proprio da Hawass il permesso di compiere ricerche in zona. E ancora in tempi molto recenti, l’organizzazione avrebbe continuato ad effettuare scavi non autorizzati sotto la Grande Piramide. “Quello di cui abbiamo bisogno sono indagini adeguate, con squadre di architetti, esperti di metallurgia, ingegneri, astronomi, per avere una giusta visione di questi monumenti”, insiste Robert Bauval, tra i più critici nei confronti dell’ex factotum dell’archeologia egizia. “Non so se accadrà nell’immediato futuro, purtroppo al momento gli Egiziani hanno molti problemi, c’è stata la rivoluzione e l’attenzione non è concentrata su questi argomenti. Ma ora c’è un nuovo ministro. Non sappiamo molto di lui, arriva dall’Università del Cairo. Sfortunatamente dicono che sia un buon amico di Zawi Hawass… Al momento, non ci sono indicazioni che verranno autorizzate nuove licenze, ma continuiamo a sperarlo…”


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sabato 22 novembre 2014

IN ARRIVO IL PRIMO FARMACO BASATO SULLA TERAPIA GENICA


SEGNALATO DAL DR. GIUSEPPE COTELLESSA (ENEA)

Primo farmaco basato sulla terapia genica


In commercio il primo farmaco basato sulla terapia genica. Curerà una malattia rara, il deficit di lipoproteina lipasi

La terapia genica è diventata un farmaco, e a commercializzarla per la prima volta in Europa sarà un’azienda italiana, la Chiesi Farmaceutici S.p.A. La patologia in questione è una malattia rara, che colpisce meno di un centinaio di persone in Italia, ma per la quale non esiste una cura: il deficit di lipoproteina lipasi (Lpld), cioè la mancata produzione di un enzima che metabolizza i trigliceridi. In poche parole chi soffre di questa malattia si trova ad avere livelli di trigliceridi nel sangue altissimi, che provocano nella maggioranza dei casi pericolose e dolorose pancreatiti. Fino ad oggi l’unico intervento che veniva fatto era curare la pancreatite, cioè l’esito finale, nel momento in cui si presentava, ma non esisteva alcun modo di agire a livello ematico. Ora invece questo farmaco, chiamato Alipogene tiparvovec e basato sulla terapia genica, che è già disponibile in Germania mentre in Italia siamo alla fase di contrattazione, è in grado di ridurre di oltre la metà il sopraggiungere di pancreatiti.
Ne abbiamo parlato con Alberto Auricchio, Direttore del Programma di Ricerca in Terapia Molecolare presso il Telethon Institute of Genetics and Medicine (TIGEM) di Napoli.

Che cosa significa terapia genica in questo caso?

Ci sono diverse tecniche di terapia genica a seconda della malattia da trattare. In questo caso si tratta di iniettare nel muscolo del paziente la copia corretta del gene che manca per la produzione dell’enzima, attraverso un vettore virale. Il gene corretto viene inserito nel vettore virale, che poi viene iniettato nel muscolo, che produce l’enzima mancante e lo mette in circolo. In questo modo il gene modificato fa la funzione che dovrebbe svolgere il gene non funzionante della persona. Non si sostituisce, semplicemente si aggiunge al gene inattivo. Per altre patologie, aggiungere una copia sana del gene non sarebbe sufficiente, bisognerebbe infatti sostituire quello non funzionante.

Ma perché è stata scelta una malattia così rara per la messa in commercio del primo farmaco basato sulla terapia genica?

La ragione è che questa malattia e’ un ottimo target, nel senso che è molto semplice misurare l’effetto della terapia genica. È sufficiente infatti rilevare il valore dei trigliceridi per stabilire l’efficacia della terapia e questo sicuramente si è rivelato un grande vantaggio per la messa a punto di un farmaco di questo tipo. Inoltre c’è un altro aspetto non meno importante e cioè il contributo industriale, dato che per giungere alla realizzazione e alla messa in commercio di un farmaco sono necessari molti fondi e altrettanta organizzazione. L’azienda che ha studiato e prodotto il farmaco, l’olandese Uniqure, ha creduto fin dall’inizio nella terapia genica per questa specifica malattia, portandola avanti per oltre un decennio, ed è semplicemente arrivata ora alla fase finale.

Qual è il ruolo dell’italiana Chiesi Farmaceutici quindi?

Come dicevo la ricerca e la realizzazione industriale del farmaco sono state fatte dalla Uniqure, mentre Chiesi è l’azienda che venderà il vettore in Europa. Inoltre, Chiesi sta collaborando con UniQure per la messa a punto di una terapia simile per un’altra malattia, l’emofilia B.

Ad oggi la Lpld è l’unica patologia per cui è in commercio un farmaco basato su terapia genica. Quali le prossime malattie che beneficeranno di tale tecnologia?

Sicuramente il gruppo delle immunodeficienze combinate gravi. Tra queste il deficit di adenosina deaminasi, per cui l’Istituto Telethon di Terapia Genica di Milano ha sviluppato una terapia avanzata basata sula correzione genetica delle cellule del midollo osseo del paziente ex vivo. Le cellule corrette vengono poi ritrapiantate nel paziente. Ma ci sono anche progetti di terapia genica in vivo, in cui cioè la copia corretta del gene viene introdotta direttamente nel corpo del malato, che sono in fase avanzata. Uno al quale abbiamo dato un importante contributo dall’Istituto Telethon di Genetica e Medicina di Napoli riguarda per esempio le malattie ereditarie della retina che portano alla cecità; un’altra è l’emofilia B, cioè un deficit della coagulazione del sangue, la cui terapia genica consiste nel immettere in circolo un vettore modificato che ripristina la capacità coagulativa del sangue.

Quale invece la frontiera oggi della terapia genica, la grande sfida?

Sicuramente quello che viene chiamato editing del genoma, cioè la possibilità di correggere le mutazioni del DNA con vettori che rimuovono la mutazione sostituendola con la sequenza corretta, come in un’operazione di “taglia e incolla”. Se in casi come la Lpld basta aggiungere una copia corretta del gene senza rimuovere quella mutata, in altre patologie l’aggiunta non basta, solo correggere può portare ad un beneficio. Il genoma editing e’ più complesso e meno efficiente dell’aggiunta di geni ma alla fine rappresenta il livello più elevato di terapia genica.

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giovedì 20 novembre 2014

"ROSETTA" : IMPRESA TECNOLOGICA E SCIENTIFICA UMANA SENZA PRECEDENTI


“Mercoledi 12 Novembre 2014 ore 17,04 Il lander Philae è finalmente atterrato sulla cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko, nell’ambito della missione Rosetta.

è il primo veicolo a compiere una simile impresa, segnando un primato senza precedenti nella storia dell’esplorazione spaziale.

 ...Il contributo tecnico scientifico italiano tra istituti di ricerca e industria è stato coordinato dall’ASI, l’Agenzia Spaziale Italiana. Le società di Finmeccanica Selex ES, Telespazio e Thales Alenia Space, hanno contribuito al successo della missione Rosetta grazie ai numerosi strumenti e sistemi di terra e di bordo della sonda Philae, a partire dalla speciale trivella, il Sample Drill and Distribution (SD2) realizzato da Finmeccanica - Selex ES, che inizierà a trapanare il suolo della cometa fino a una profondità di 30 centimetri nelle prossime ore. L’SD2 acquisirà campioni di materiale cometario per consentirne l’analisi in loco, allo scopo di fornire importanti informazioni sulla nascita e l’evoluzione del Sistema Solare. Nell’ambito della missione, Finmeccanica - Selex ES ha realizzato per l’ASI sofisticati strumenti elettro-ottici basati su tecnologie iperspettrali e innovativi sistemi robotici. Oltre al SD2, la società ha realizzato l’A-STR (Xetra: 749399 - notizie) (Autonomous Star TRacker), il sensore per la determinazione d’assetto della sonda che ha consentito a Rosetta di orientarsi nello Spazio e di puntare correttamente l’antenna per inviare i suoi segnali a Terra; la telecamera NAVCAM per la navigazione spaziale della sonda; lo spettrometro VIRTIS (Visible and InfraRed Thermal Imaging Spectrometer) in grado di rilevare le caratteristiche termiche della cometa; lo strumento GIADA (Grain Impact Analyser and Dust Accumulator) per l’analisi delle polveri e delle particelle della cometa; i pannelli fotovoltaici (Photovoltaic Assembly), i più grandi mai realizzati per una missione scientifica dell’ESA, con una superficie di 62 metri quadrati e una lunghezza di circa 14 metri. Altri pannelli solari più piccoli, per un totale di circa 2 metri quadrati, ricoprono le facce esterne del lander Philae, consentendo ai suoi strumenti di funzionare sulla superficie della cometa. Finmeccanica - Telespazio, con la sua controllata Telespazio VEGA Deutschland, ha progettato e realizzato per l’ESOC, il Centro Europeo per le Operazioni Spaziali, il sistema di controllo e pianificazione della missione, nonché il sistema di simulazione in tempo reale della sonda.


 Esperti di Finmeccanica - Telespazio fanno parte del team operativo ESA che ha gestito Rosetta e la sua traiettoria di avvicinamento e rivoluzione intorno alla cometa, nonché del team dell’Agenzia Spaziale Tedesca (DLR) che si occupa del lander Philae, con la responsabilità della sua gestione tecnica. Thales Alenia Space è coinvolta nella missione per le attività di assemblaggio e integrazione del satellite. Ha inoltre provveduto alla definizione e all’approvvigionamento delle attrezzature meccaniche ed elettriche di supporto a terra. Oltre ad aver avuto un ruolo cruciale durante la campagna di lancio, l’azienda italiana ha realizzato anche lo speciale trasponditore digitale di bordo del satellite, operante in banda S e X, essenziale per il collegamento tra la sonda e la Terra.  Rosetta è stata lanciata il 2 marzo 2004 da Kourou, nella Guiana francese ed ha percorso oltre 6 miliardi di chilometri. Sfruttando più volte l’effetto “fionda gravitazionale”, la sonda è stata accelerata una volta dall'incontro con Marte e tre volte da quello con la Terra. La missione ha volato in passaggi ravvicinati con gli asteroidi Steins nel 2008 e Lutetia nel 2010. Ha poi proseguito il cammino in stato di ibernazione dal 2011 al 2014 per raggiungere l'orbita della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko tra Marte e Giove.


 Dopo il “letargo” durato 31 mesi, la sonda si è svegliata automaticamente il 20 gennaio scorso, comandata da un suo orologio interno e senza segnali provenienti dalla Terra, per proseguire il viaggio verso la tappa finale e principale del suo viaggio: la cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko, intorno cui ha iniziato a orbitare il 6 agosto di quest’anno e dove è atterrata con successo”.



FONTI:



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martedì 18 novembre 2014

IL SERPENTE PIUMATO E LA TERRA DEGLI DEI


ECCEZIONALE RITROVAMENTO IN UN TUNNEL NEL TEMPIO DEL SERPENTE PIUMATO IN MESSICO

da: http://www.meteoweb.eu/2014/11/archeologia-messico-eccezionale-ritrovamento-in-tunnel-segreto-foto/343092/


“Ossa, conchiglie, scheletri, piccole statue precolombiane: sono alcuni degli oggetti ritrovati in tre camere scavate nella roccia di un tunnel sotterraneo lungo 103 metri nel Tempio del serpente piumato, a Teotihuacan, il piu' grande sito precolombiano del Centro e Nord America. A essere riportati alla luce sono stati circa 50 mila reperti. Il ritrovamento e' avvenuto ad una profondita' di 18 metri, grazie "al lavoro dei nostri esperti", ma anche alla tecnologia impiegata, e cioe' "a due robot, diversi scanner laser di alta precisione e georadar", precisano le autorita' messicane.

 La scoperta e' stata fatta sulla scia dei lavori avviati ormai piu' di dieci anni fa dopo il ritrovamento del tunnel, subito considerato come un luogo chiave per poter risolvere alcuni enigmi che ancora avvolgono le antiche civilta' in quest'area archeologica del Messico. Tra gli oggetti venuti alla luce, e rimasti nascosti per 1800 anni, quattro sculture in pietra (tre di donne, una di un uomo), abbellite con gioielli preispanici in giada e pietre verdi.


Ad impressionare gli archeologi sono state poi decine di grosse conchiglie provenienti dal Golfo del Messico e dai Caraibi, ossa di grandi felini, coltelli in ossidiana, scheletri di scarafaggi, centinaia di recipienti in ceramica, una scatola in legno con decine di conchiglie intagliate con disegni geometrici e personaggi di Teotihuacan. E ancora: resti di animali, soprattutto uccelli, piu' di 15mila semi di 'tuna' (frutto dolce di cactus), ambra, pomodori, mais e resti di fiori di zucca, specchi fatti in pirite, oltre a circa 4 mila oggetti in legno ben conservati. Sulla base degli studi fatti con il carbonio 14, gli esperti messicani hanno inoltre accertato che il tunnel veniva utilizzato sia per depositare doni sia quale "metafora dell'inframondo", tesi quest'ultima basata sul disegno e sull'orientamento del tunnel. 

Teotihuacan (la 'terra degli Dei') fu appunto costruita nell'intento di riprodurre le dinamiche alla base del cosmo e dell'universo e in questa dinamica il tunnel va interpretato come una rappresentazione del 'mondo di sotto'. Sulla base della mitologia preispanica, l'ingresso all'inframondo avviene infatti da ovest a est. E secondo la cosmovisione di Teotihuacan, ricordano gli esperti messicani, il sole sorge ad est, fa il percorso fino allo zenit, poi inizia a calare per entrare nell'inframondo, rappresentato appunto come tunnel. Per spuntare, infine, al vertice del Tempio del Serpente Piumato.



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giovedì 13 novembre 2014

OMS (WHO) - FALSE PANDEMIE E...PESANTI COLLUSIONI CON I COLOSSI FARMACEUTICI MONDIALI


INVITO TUTTI A GUARDARE IL VIDEO CHE SEGUE LA SCHEDA ESPLICATIVA SOTTOSTANTE.
E' IMPORTANTE RENDERSI CONTO DI QUANTO LE APPARENZE MASCHERINO LA VERITA' E DI COME GLI INTERESSI ECONOMICO-FINANZIARI SIANO SEMPRE AL PRIMO POSTO. LE PERSONE SONO "MATERIA PRIMA" UTILE SOLAMENTE PER FARE PROFITTO. L'IMPORTANTE E' CHE COME CARNE DA MACELLO, NON SI ACCORGANO DI NULLA E ARRIVINO, BUONI BUONI,  AL TERMINE DELLA "FILIERA PRODUTTIVA" ORCHESTRATA DAI VERTICI DELLA PIRAMIDE.
GIA' NEL 2009 IL DR. GIORGIO PATTERA (BIOLOGO E GIORNALISTA) DIVULGAVA QUESTE NOTIZIE IN ANTEPRIMA...
LEGGI IL POST CORRELATO QUI SOTTO:
http://marcolarosa.blogspot.it/2014/07/la-truffa-dei-vaccini.html

MLR

Organizzazione mondiale della sanità

Abbreviazione  OMS, WHO
Agenzia specializzata dell'Organizzazione delle Nazioni Unite
Fondazione        22 Luglio 1946
Sede centrale   Svizzera Ginevra
Area di azione   193 Paesi aderenti
Presidente         Hong Kong Margaret Chan
Lingue ufficiali   arabo, cinese, inglese, francese, russo, spagnolo

L'Organizzazione mondiale della sanità (OMS, o World Health Organization, WHO in inglese), agenzia specializzata dell'ONU per la salute, è stata fondata il 22 luglio 1946 ed entrata in vigore il 7 aprile 1948 con sede a Ginevra.

L'obiettivo dell'OMS, così come precisato nella relativa costituzione, è il raggiungimento da parte di tutte le popolazioni del livello più alto possibile di salute, definita nella medesima costituzione come condizione di completo benessere fisico, mentale e sociale, e non soltanto come assenza di malattia o di infermità.

Al momento della sua fondazione, la costituzione dell'organizzazione fu ratificata da 25 stati.

L'OMS è governata da 195 stati membri attraverso l'Assemblea mondiale della sanità (World Health Assembly - WHA), convocata annualmente in sessioni ordinarie nel mese di maggio. Questa è composta da rappresentanti degli stati membri, scelti fra i rappresentanti dell'amministrazione sanitaria di ciascun paese (Ministeri della sanità). Le principali funzioni dell'Assemblea consistono nell'approvazione del programma dell'organizzazione e del bilancio preventivo per il biennio successivo, e nelle decisioni riguardanti le principali questioni politiche. È un soggetto di diritto internazionale, vincolato, come tale, da tutti gli obblighi imposti nei suoi confronti da norme generali consuetudinarie, dal suo atto istitutivo o dagli accordi internazionali di cui è parte. La giurisprudenza internazionale ha precisato che esiste, a carico degli stati, un "obbligo di cooperare in buona fede per favorire il perseguimento degli scopi e degli obiettivi dell'Organizzazione espressi nella sua costituzione".

Uffici regionali dell'OMS:

L'OMS suddivide il mondo in sei strutture organizzative regionali, ognuna facente capo ad un proprio Comitato Regionale. Le regioni sono:
Europa (EURO), con sede a Copenaghen in Danimarca ed, oltre all'intero continente, comprende anche la Russia
Africa (AFRO), con sede a Brazzaville nella Repubblica del Congo
Mediterraneo orientale (EMRO), con sede al Cairo in Egitto
Sud-est asiatico (SEARO), con sede a Nuova Delhi in India
Americhe (AMRO), con sede a Washington, D.C. negli Stati Uniti
Pacifico occidentale (WPRO), con sede a Manila nelle Filippine

Stati d'allerta:

L'OMS, nella sua funzione di vigilanza sanitaria, può emettere avvisi alle autorità sanitarie dei paesi membri relativi ai rischi pandemici. Le fasi di allarme per i pericoli di pandemia utilizzate dall'OMS sono le seguenti:

Fase 1: nessuno dei virus che normalmente circola fra gli animali è causa di infezione per l'uomo
Fase 2: un virus che sta circolando fra animali domestici o selvatici ha infettato persone venute a stretto contatto con animali infetti
Fase 3: un virus animale ha infettato un gruppo di persone, ma la trasmissione fra uomo ed uomo è assente o fortemente limitata
Fase 4: per un virus è possibile la trasmissione umana
Fase 5: per un virus è possibile la trasmissione umana e sono presenti gruppi di persone infette in almeno due stati appartenenti alla stessa regione OMS (vedi sezione precedente)
Fase 6: per un virus è possibile la trasmissione umana e sono presenti gruppi di persone infette in almeno due regioni, oltre alla condizione della fase 5

Le fasi successive avvengono a pandemia conclusa, e sono quelle di post-picco e post-pandemia.
All'interno dell'OMS operano diverse divisioni operative.

Alla Divisione delle sostanze terapeutiche, profilattiche e diagnostiche sono demandate alcune attività in campo farmaceutico:

la compilazione della Farmacopea Internazionale
la redazione di una lista di Denominazioni Comuni Internazionali dei Medicamenti (DCI), raccomandate agli Stati membri per uniformare la nomenclatura farmaceutica dei principi attivi su base internazionale
la redazione della lista delle sostanze stupefacenti e il suo costante aggiornamento
l'istituzione di un servizio internazionale per la raccolta, l'elaborazione e la diffusione delle segnalazioni di intolleranza ed effetti collaterali dei farmaci
l'elaborazione di un certificato internazionale di qualità, basato sull'applicazione delle Norme di Buona Fabbricazione da parte dei produttori di medicamenti
la compilazione e l'aggiornamento di un repertorio internazionale delle piante medicinali.
la compilazione e l'aggiornamento della Lista dei medicamenti essenziali.

Biblio: Wikipedia





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mercoledì 12 novembre 2014

ANCORA NUOVI STUDI SU STAMINALI E CANCRO


SEGNALATO DAL DR. GIUSEPPE COTELLESSA (ENEA)

Create staminali killer che uccidono le cellule del cancro.


La scoperta dei ricercatori Usa. Create staminali killer in grado di uccidere le cellule del cancro. Sperimentate su topi, funzionano contro il tumore al cervello. In cinque anni si potrebbe arrivare alla sperimentazione clinica


Gli scienziati della Harvard Medical School hanno scoperto il modo di trasformare le staminali in macchine per uccidere le cellule del tumore al cervello, secondo quanto riferisce la Bbc. In un esperimento su topi le cellule staminali sono state modificate geneticamente in modo da far loro produrre una tossina che uccide le cellule tumorali, ma non quelle sane. Lo studio ad opera dei medici del Massachusetts General Hospital e dell'Harvard Stem Cell Institute è stato pubblicato sulla rivista Stem Cells ed è frutto di molti anni di ricerca per una cura basata sulle cellule staminali, in grado di debellari i tumori, ma salvare i tessuti sani.
Nello studio sugli animali le cellule staminali geneticamente modificate sono state poste in un gel direttamente a contatto con il  tumore. Le cellule cancerogene sono morte poichè incapaci di difendersi dalla tossina prodotta dalle staminali. Il dottor Khalid Shah, un degli autori della ricerca, ha parlato di risultati molto positivi. "Le tossine che uccidono il cancro sono state usate con grande successo per la lotta contro vari tumori del sangue, ma (per il momento) non funzionano bene contro i tumori solidi se il cancro non è ben accessibile, anche per il fatto che le suddette staminali hanno vita breve".
Ma con l'uso delle staminali il quadro cambia. "Ora abbiamo creato delle cellule staminali resistenti alle tossine che possono produrre e diffondere medicine anticancro". Chris Mason, professore di medicina rigenerativa dell' University College di Londra dice alla Bbc: "E' uno studio intelligente, che segnala l'inizio di una nuova generazione di terapie. Mostra che si possono attaccare i tumori solidi inserendo nel corpo del paziente una mini farmacia che instilla la carica tossica direttamente nel tumore".
Shah vuole ora testare la tecnica usando varie terapie sui topi ammalati di glioblastoma, il più comune tumore al cervello tra gli adulti umani e spera che nel giro di poco tempo si possa passare alla sperimentazione clinica umana.


Da: http://www.today.it/scienze/scoperta-cura-cancro-usa.html


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sabato 8 novembre 2014

FUSIONE NUCLEARE: UN PUNTO DI VISTA AUTOREVOLE - DR. GIUSEPPE COTELLESSA


DEL DR. GIUSEPPE COTELLESSA (INMRI – ENEA)

Il CR-39 e la fusione nucleare. Un tema sempre scottante!

"Sebbene la fusione fredda ancora adesso sia relegata ufficialmente al rango di “pseudoscienza”, gli studi in questo campo sono sempre più numerosi e irruenti,  tuttavia il consenso del mainstream scientifico è ancora lontano dall’essere raggiunto."

Una "traccia tripla" in un rilevatore plastico per le radiazioni (CR-39). La prova dell'emissione di neutroni dal "palladium deuteride", che suggerisce una reazione tra deuterio e trizio?

"In effetti lo stesso termine è quasi un ossimoro che mitizza anche troppo questo fenomeno, pertanto nel tempo, il termine fusione nucleare fredda viene via via abbandonato dagli addetti ai lavori, a causa dello scetticismo preconcetto che accompagnava il fallimento delle riproduzioni dell’esperimento originale di Martin Fleischmann e  Stanley Ponsdell’Università di Salt Lake City – Utah, abbracciando gli acronimi L.E.N.R. (Low Energy Nuclear Reactions – Reazioni Nucleari a Bassa Energia) e C.A.N.R.(Chemically Assisted Nuclear Reactions – Reazioni Nucleari Assistite Chimicamente), e recentemente associata a C.M.N.S. (Condensed Matter Nuclear Science – Scienza Nucleare della Materia Condensata), al fine di sganciarsi  sempre più dall’aura di connotazioni negative evocata da FF (o Cold Fusion) e forse per vincere quella inseparabile diffidenza dovuta a un dogmatico eccesso di fiducia in un metodo scientifico troppo canonico."

estratto da: http://gifh.wordpress.com/2010/07/11/fusione-fredda-un-tema-sempre-scottante/

Il CR-39 è un rivelatore diretto di particelle alfa ed indiretto di neutroni tramite la conversione di questi in protoni.

Negli studi di ricerca sulla fusione nucleare può essere utilizzato per tre finalità:

1)      Rivelazione dell’evento della reazione di fusione nucleare.

2)      Sicurezza dal punto di vista strutturale dei componenti meccanici utilizzati per la realizzazione dell’impianto per la fusione nucleare.

3)      Radioprotezione dei lavoratori addetti alla ricerca e produzione di energia dalla fusione nucleare nell’eventualità della sua realizzazione

Un problema fondamentale alla base della realizzazione di tutti i tipi impianti nel campo della ricerca della fusione nucleare è la misura dell’esposizione ai neutroni, perché l’esposizione dei componenti degli impianti realizzati per la ricerca sulla fusione nucleare ai neutroni può causare il loro danneggiamento strutturale dal punto di vista meccanico. A tal proposito la miglior tecnica da utilizzare per la misura dell’esposizione ai neutroni è il rivelatore definito commercialmente CR-39, soprattutto dopo la messa a punto del procedimento del brevetto ENEA ENRM2012A000637. Il rivelatore CR-39 è la tecnica scelta dagli USA a livello legale anche per la misura della dose ai neutroni.

Con i rivelatori di CR-39 lavoro all’ENEA da più di 30 anni, per la misura dell’esposizione al radon. Con la sperimentazione legata all’approfondimento della teoria e delle originali applicazioni del brevetto sto lavorando da più di sette anni. L’applicazione del  procedimento innovativo depositato nel brevetto ENEA RM2012A000637 , consentirà di conseguire significativi risultati positivi nello studio per la ricerca sulla fusione nucleare, indipendentemente dal tipo di approccio utilizzato ed anche nella realizzazione e sicurezza degli impianti e nella radioprotezione degli utenti.

G. Cotellessa


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