di: Marco La Rosa (POST
15-11-2012)
"Veritas filia
temporis", lo abbiamo adottato come nostro motto (massima morale o
proverbiale). Più che motto vogliamo definirlo "monito" (
avvertimento severo, perentorio, da ricordare).
Notoriamente viene attribuito a
Sir Francis Bacon ( Londra, 1561-1626), in realtà la prima prova scritta è a
favore di Aulo Gellio ( Roma, 125-180 d.C.), in Noctes Atticae (Liber XII -
11,7).
Il detto viene riportato con
queste parole, ma la frase scritta da Gellio suona: "Alius quidam veterum
poetarum, cuius nomen mihi nunc memoriae non est, veritatem temporis filiam
esse dixit." (=Un vecchio poeta, di cui non ricordo il nome, affermò che
la verità è figlia del tempo).
Quindi potremmo tranquillamente
andare ancora più indietro nel tempo.
Il tempo è padre di tutto, non
solo della verità.
Esso è come un fiume, arriva
sempre al mare.
La verità nuota tra i suoi
flutti, viene trascinata ma prima o poi viene catturata da chi la cerca, altre
volte si arena e casualmente viene ritrovata.
Nessuno la possiede, non ha
padroni, è la cosa più libera dell'Universo. Non la si può comprare, non ha
prezzo.
Dicono che sia la più "dura
conquista", perché pare che nessun "umano" sia mai riuscito a
tenersela, dopo averla trovata. Devi costantemente inseguirla, e quando credi
di averla raggiunta, capisci che era solo un miraggio, e via di nuovo a
correrle dietro.
Eppure oggi , vedo persone di
ogni ceto o categoria, che vivono convinti di essere i "padroni della
verità".
Non si affannano più ad
inseguirla, la loro vita si è "ancorata" all'illusione di possederla.
Mi guardo intorno con stupore e
rammarico, siamo tutti contro tutti; tutti abbiamo la "verità" e la
sbandieriamo come un trofeo vinto in competizione. La verità è a brandelli !
poichè tutti ne abbiamo un pezzettino! Ma come facciamo a capirci qualcosa? Tutti
abbiamo un tassello del puzzle, ma nessuno fa il minimo sforzo per cooperare e
mettere insieme il "quadro".
Allora rifletto, e capisco perché
il mondo come lo conosciamo, è fermo, immobile nel tempo. Capisco perché non
abbiamo fatto tesoro della saggezza di Socrate, Platone, Gellio e Bacon, stiamo involvendo, in tutto e per tutto.
La competizione ha preso il
sopravvento, il profitto esasperato
unito all'ego, ci ha fatto dimenticare che il vero progresso, passa solamente
per la strada della "cooperazione".
" La vera saggezza sta in
colui che sa di non sapere" ( Socrate 470 - 399 a.C.)
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