IL RISVEGLIO DEL CADUCEO DORMIENTE: la vera genesi dell'Homo sapiens

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VIDEO SINOSSI DELL'UOMO KOSMICO

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Con questo libro Marco La Rosa ha vinto il
PREMIO NAZIONALE CRONACHE DEL MISTERO
ALTIPIANI DI ARCINAZZO 2014
* MISTERI DELLA STORIA *

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LA NUOVA CONOSCENZA

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GdM

giovedì 29 maggio 2014

IL "LINO": TESSUTO DEGLI DEI?

HO PRESO SPUNTO DA UN SUGGERIMENTO DI MAURO BIGLINO ED HO FATTO UNA PICCOLA RICERCA:


IL  “LINO”: TESSUTO DEGLI DEI ?

di  Marco La Rosa

Il lino era noto allumanità molti secoli prima della nascita di Cristo. La patria del lino è considerata lEgitto. Secondo le testimonianze di Erodoto, nei territori dell'attuale Europa orientale, il lino si lavorava già nel sesto secolo avanti Cristo.
Le popolazioni caucasiche, avvolgevano nella tela di lino i neonati, perché credevano che in questo modo potessero essere difesi dal malocchio e dalle sventure.
Per lungo tempo la convinzione del particolare “potere” della materia tessuta in lino fu basata sullintuizione e sulle osservazioni, ma solo dopo la Seconda Guerra Mondiale si cominciarono a studiare in modo scientifico le caratteristiche. Questi studi confermarono la fondatezza delle credenze popolari che il lino sia un alleato contro le malattie. Nel 1962, un gruppo di studiosi sotto la direzione del Prof. U. V. Vadkovskoj hanno condotto una serie di prove su indumenti di differente composizione in diverse zone climatiche . Venne stabilito che i tessuti in lino, per una serie di indicatori, non hanno pari.
Attualmente, il lino è una materia prima impiegata non solo per lindustria tessile ma è anche un materiale estremamente importante per altri campi di applicazione: nel settore della carta, in medicina, nellindustria chimica, militare, automobilistica e altro.
Lattualità della coltivazione del lino e della sua lavorazione è determinata dalle sue peculiari proprietà medico biologiche, che favoriscono un veloce e confortevole adattamento delluomo a condizioni sfavorevoli ed estreme, in particolare:


I tessuti in lino sono igienici

Questa importante caratteristica del tessuto si spiega con la spiccata capacità delle fibre di annientare la microflora patogena. Enoto che nel corso della Prima Guerra Mondiale i soldati imbottivano i materassi con paglia di lino e questo li proteggeva da molti disturbi della pelle. Ricerche moderne hanno dimostrato che avvolgere il corpo in un tessuto di lino umido favorisce leliminazione delle tossine dal corpo. In alcuni paesi europei, viene proposto in molti centri benessere questo metodo che non solo rinnova la pelle, ma esplica un effetto curativo.

I tessuti in lino sono igroscopici

Nelle notti calde e umide non vi è niente di meglio che dormire con lenzuola di lino, che rimane fresco ed asciutto. I dermatologi raccomandano di utilizzare camicie da notte e pigiami in lino, perché hanno il potere di assorbire lumidità poichè è noto che durante il sonno si innalza la temperatura corporea e aumenta la sudorazione. Ligroscopicità del lino lo rende il miglior materiale per labbigliamento estivo. Assorbendo lumidità, non si incolla alla pelle, creando un senso di benessere permettendo al corpo di respirare.

I tessuti in lino regolano lo scambio termico

In presenza di alte temperature è sempre meglio indossare tessuti naturali, che permettono il passaggio daria. Tessuti con queste proprietà ve ne sono vari, tuttavia solo il lino possiede un vantaggio i più: ha caratteristiche di isolamento termico. Gli esperimenti svolti da Vadkovskaja in Asia Centrale hanno dimostrato che le persone che indossano vestiti di lino hanno tra il corpo e lindumento una temperatura inferiore di 3 - 4°С rispetto a chi indossa indumenti di cotone.


I tessuti in lino riflettono i raggi ultravioletti

Spessi tessuti in lino riflettono ottimamente quasi tutto lo spettro del raggi solari e come conseguenza permettono la  riduzione dei campi di corrente statica e schermano delle radiazioni ionizzanti,  in sostanza formano nellambiente un microclima favorevole alluomo.

I tessuti in lino neutralizzano gli odori

Le caratteristiche antisettiche e igroscopiche del lino sono sfruttate nella produzione di alcune parti delle calzature, in particolare per le solette e la parte interna della suola. Il lino riduce il livello di umidità nella scarpa e ostacola la formazione di batteri che provocano odori.

I tessuti in lino sono robusti e durevoli

Il lino è una delle fibre naturali di origine vegetale e le sue caratteristiche sono tali da renderlo molto robusto e poco soggetto al degrado naturale. Acquistando articoli in lino possiamo essere certi che non solo serviranno a lungo, ma che conserveranno anche il loro eccellente aspetto. Gli articoli in lino non ingialliscono con il tempo e lavaggio dopo lavaggio diventano sempre più morbidi e candidi.

L’ARMATURA SUPER LEGGERA ED EFFICIENTE DI ALESSANDRO IL GRANDE


“Alessandro Magno ed i suoi soldati portavano il linothorax, un tipo molto efficace di armatura fabbricato tramite la laminazione di diversi strati di tessuto di lino.
Una corazza simile ad un moderno giubbotto Kevlar potrebbe avere aiutato Alessandro Magno (356-323 a.C.) a conquistare la quasi totalità del mondo conosciuto in poco più di due decenni, secondo la ricostruzione fatta da una nuova ricerca archeologica.
Presentato alla riunione annuale dell'Istituto Archeologico d'America a Anaheim, in California, lo studio suggerisce che Alessandro e i suoi soldati si proteggessero con il linothorax, un tipo di armatura fatta tramite la laminazione di diversi strati di tessuto.
"Mentre noi sappiamo molto sulle antiche armature metalliche, il linothorax rimane un mistero in quanto nessun esempio è sopravvissuto, a causa della deperibilità del materiale," ha detto a Discovery News Gregory Aldrete, professore di storia e studi umanistici presso l'Università del Wisconsin - Green Bay.
"Tuttavia, siamo riusciti a dimostrare che questa corazza di lino era diffusa come una forma di protezione del corpo per quasi 1000 anni, ed è stata utilizzata da una vasta gamma di antiche civiltà mediterranee", ha detto Aldrete.
Infatti, Aldrete e il suo co-ricercatore Scott Bartell hanno scoperto che il linothorax è stato ampiamente citato nei documenti antichi.
"Abbiamo 27 descrizioni da 18 diversi autori antichi e quasi 700 immagini visive di oggetti che vanno dai vasi greci ai rilievi d'un tempio etrusco", ha detto Aldrete.
Le principali prove visive per il linothorax indossato da Alessandro Magno si trovano nel famoso Mosaico di Pompei, In cui il re macedone è raffigurato con questo tipo di armatura.


Nella sua "Vita di Alessandro", lo storico greco Plutarco afferma che il condottiero indossava "una corazza di lino piegato (o raddoppiato)", durante la battaglia di Gaugamela nel 331 a.C. Questa battaglia fu una gran vittoria per i greci e condusse alla caduta dell'impero achemenide.
Secondo i ricercatori, vi sono altre prove che corazze di lino erano in dotazione standard all'esercito macedone.
"Quando Alessandro era in India, e ricevette 25.000 nuove tute di armatura per il suo esercito, si dice che ordinò di bruciare le vecchie armature logore. Questo avrebbe senso solo se fossero state in tessuto, piuttosto che metalliche", ha detto Aldrete.
Al fine di determinare quanto fosse indossabile, e quanto fosse efficace nel proteggere l'utilizzatore da frecce e altri pericoli sul campo di battaglia, Aldrete e Bartell hanno ricostruito diverse armature fatte di teli tessuti, utilizzando solo materiali che erano disponibili nel mondo antico. "La parte più difficile del progetto è stato trovare un tessuto autentico, che potesse essere stato realizzato con i materiali e i procedimenti dell'epoca. Doveva essere ricavato da piante di lino, coltivato, raccolto e trasformato, filato e tessuto a mano", ha detto Aldrete.
L'altro ingrediente fondamentale è stata la colla, che è stata posta su diversi strati di lino. I ricercatori hanno scelto di lavorare con due semplici colle che sarebbero state disponibili in tutto il mondo: una colla fatta con pelli di coniglio e un'altra ottenuta da semi di lino.
Le prove compiute consistevano nel colpire il patch multistrato ottenuto con frecce e con varie altre armi, tra cui spade, asce e lance.
"I nostri esperimenti controllati fondamentalmente hanno dissipato il mito che la corazza fatta di stoffa dovesse essere inferiore ad altri tipi disponibili. Infatti, gli strati laminati funzionavano come una versione antica della moderna armatura Kevlar, utilizzando la flessibilità del tessuto per disperdere la forza della freccia in arrivo ", ha detto Aldrete.

Secondo Heidi Sherman, esperta di lino e professoressa di storia presso l'Università del Wisconsin-Green Bay, i ricercatori hanno conseguito alcuni risultati molto convincenti.
"Non si può sapere con assoluta certezza quanto sia vicino il modello realizzato all'armatura di lino utilizzata dall'esercito di Alessandro Magno, ma diversi strati di lino incollati in effetti possono sopportare colpi rigorosi, di forte intensità. Avrebbero fornito una buona protezione anche in condizioni estreme", ha detto Sherman a Discovery News"

da: http://www.liutprand.it/articoliMondo.asp?id=294

LE PROTEZIONI (CERIMONIALI ?) DEL SACERDOTE ARONNE NELLA TENDA DEL TABERNACOLO

Levitico 16:4
Si metterà la tunica sacra di lino, indosserà sul corpo i calzoni di lino, si cingerà della cintura di lino e si metterà in capo il turbante di lino. Sono queste le vesti sacre che indosserà dopo essersi lavato la persona con l'acqua.
  
FORSE PERCHE':

Spessi tessuti in lino riflettono ottimamente quasi tutto lo spettro del raggi solari e come conseguenza della riduzione dei campi di corrente statica e dellannullamento delle radiazioni ionizzanti, formano nellambiente un microclima favorevole alluomo.

Infatti l’ambiente nella predetta “Tenda Sacra” ubicata ben distante dall’accampamento degli israeliti, non era propriamente “favorevole” ad un umano !
Ecco cosa successe ai figli di Aronne che disgraziatamente si dimenticarono di rispettare le regole precedentemente dettate da JHWH:

Levitico 10,1-2
“Ora Nadab e Abiu, figli di Aronne, presero ciascuno un braciere, vi misero dentro il fuoco e il profumo e offrirono davanti al Signore un fuoco illegittimo, che il Signore non aveva loro ordinato. Ma un fuoco si staccò dal Signore e li divorò e morirono così davanti al Signore.”

Levitico 16, 1-2
“Il Signore parlò a Mosè dopo che i due figli di Aronne erano morti mentre presentavano un’offerta davanti al Signore. Il Signore disse a Mosè: «Parla ad Aronne, tuo fratello, e digli di non entrare in qualunque tempo nel santuario, oltre il velo, davanti al coperchio che è sull’arca; altrimenti potrebbe morire, quando io apparirò nella nuvola sul coperchio.”

Ecco alcune regole dettate JHWH proprio a riguardo dei capi di abbigliamento. Qui JHWH si stabilisce come il Supremo Sovrano Re Dio e Assoluto Legislatore pronunciando i suoi dettami senza dare ragione per essi, ma che devono essere obbediti assolutamente:

“Osserverete i miei statuti. Non accoppierai bestie di specie diverse; non seminerai il tuo campo con tipi diversi di seme, né indosserai alcun vestito tessuto con miscuglio di lino e lana.” (Lev 19:19)

“Non seminerai nella tua vigna semi di specie diverse, perché il prodotto di ciò che hai seminato e la rendita della vigna non siano contaminate. Non lavorerai con un bue e un asino insieme. Non porterai vestito di tessuto misto, fatto di lana e di lino. (
Deu 22:9-11)

La Legge non proibiva agli Israeliti di indossare tanti diversi tipi di tessuti assieme, ma solo questi due sono specificati.  Le osservazioni e ricerche della scienza moderna hanno provato che la lana quando combinata con il lino aumenta la potenza di passare l'elettricità dal corpo, in climi caldi porta febbri maligne e esaurisce le forza e quando passando dal corpo si incontra con l'aria calda si infiamma e escoria come una vescica. Vediamo di nuovo che questa proibizione era per uno scopo pratico ad avere una vita salubre e non solo…, per il sacerdote che aveva a che fare con l’Arca dell’Alleanza e la presenza di JHWH!


FONTI BIBLIOGRAFICHE:

http://www.maurobiglino.it/?p=6279




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LA VERA STORIA EVOLUTIVA DELL'UOMO E' COME CI HANNO SEMPRE RACCONTATO? OPPURE E' UNA STORIA COMPLETAMENTE DIVERSA?

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mercoledì 28 maggio 2014

"PALEOASTRONAUTICA": IPOTESI ANCHE PER LA NASA !


UN LIBRO DELLA NASA IPOTIZZA CHE ALIENI SIANO GIA' ARRIVATI SULLA TERRA


È possibile che antichi astronauti extraterrestri abbiano visitato il nostro pianeta in un remoto passato e ritenuti dai nostri antenati come divinità discese dal cielo? Secondo un nuovo libro edito dalla Nasa, "Archeology, Anthropology and Interstellar Communication", l'antica arte rupestre potrebbe essere il segno delle loro visite passate. La Teoria degli Antichi Astronauti, sulla base di indizi archeologici e riferimenti mitologici, ipotizza che i nostri antenati siano entrati in contatto con viaggiatori extraterrestri in visita sul pianeta Terra e che, in qualche modo, tale contatto abbia influenzato il naturale percorso evolutivo culturale dell'umanità.


Tenendo conto del fenomeno noto come Culto del Cargo, i ricercatori ipotizzano che i nostri antenati, impressionati dalla tecnologia in loro possesso, abbiano scambiato gli antichi viaggiatori per divinità, sviluppando un vero e proprio culto finalizzato a richiamarne la presenza.
Gli autori di riferimento per i teorici degli Antichi Astronauti sono certamente Zecharia Sitchin, studioso che ha dedicato la sua ricerca alla traduzione e all'interpretazione della mitologia sumera, e Erich von Däniken, la cui opera più conosciuta è senz'altro "Gli extraterrestri torneranno", (ma non possiamo dimenticare nemmeno il grande Peter Kolosimo: Non è terrestre, Italia mistero cosmico Astronavi sulla preistoria ecc.. ndr)
Nonostante sia stata bollata, fino a poco tempo fa, come una teoria fantasiosa e fuori da ogni umana comprensione, l'idea degli antichi alieni sta guadagnando sempre più credito, tanto che, recentemente, perfino Bill Clinton, ex presidente degli Stati Uniti, ha dichiarato che non si stupirebbe se si scoprisse che gli extraterrestri hanno già visitato il nostro pianeta.
Ora, anche la Nasa apre a tale possibilità. L'occasione è data da un affascinante libro edito dall'Agenzia Spaziale americana intitolato "Archeology, Anthropology and Interstellar Communication", curato da Douglas Vakoch, direttore del Interstellar Message Composition presso l'istituto SETI. Il libro affronta nel dettaglio il tema della comunicazione con eventuali civiltà aliene.
Alcuni dei capitoli più interessanti trattano il tema della comunicazione extraterrestre nel passato. In una sezione, ad esempio, il professor William Edmondson, dell'Università di Birmingham, considera la possibilità che alcune raffigurazioni di arte rupestre sulla Terra possano essere di origine extraterrestre.
"Possiamo dire poco, se non altro, su ciò che significano queste raffigurazioni, sul perchè siano state incise nella roccia o su chi li abbia creati", scrive Edmondson. "Potrebbero essere stati fatti degli alieni a tutti gli effetti".
Come riporta il Daily Mail, la pubblicazione affronta una serie di argomenti con l'intervento di numerosi esperti, tra cui la prospettiva di vita su altri pianeti e gli strumenti attraverso i quali inviare o ricevere messaggi.
Douglas Vakoch, da parte sua, tratta delle difficoltà che potrebbero sorgere a seguito di un primo contatto con una civiltà aliena. "Se un segnale radio venisse rilevato da un moderno esperimento dei SETI, potremmo intuire dell'esistenza di un'intelligenza, ma non potremmo capire cosa dicono", scrive Vakoch nell'introduzione. "Anche se rilevassimo una civiltà in uno dei sistemi stellari più vicini, i loro segnali dovrebbero attraversare migliaia di miliardi di chilometri, raggiungendo la Terra dopo molto tempo".
Ma la speranza non è perduta: in tutto il libro, Vakoch e colleghi cercano di offrire soluzioni concrete che possano rivelarsi preziose per il futuro. "Per andare oltre la semplice individuazione di tale intelligenza, e avere qualche possibilità realistica di comprenderla, possiamo prendere esempio da ricercatori che affrontano sfide simili sulla Terra", continua Vakoch.
"Come gli archeologi, che ricostruiscono la storia di civiltà del passato da informazioni frammentarie, così dovranno fare i ricercatori del SETI per comprendere civiltà lontane da noi, separate da vaste distese di spazio e tempo".


http://www.nasa.gov/connect/ebooks/archaeology_anthropology_and_interstellar_communication.html#.U4NFttJ_vWg

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lunedì 26 maggio 2014

ESISTONO ALTRE FORME DI VITA INTELLIGENTE NEL COSMO?

                                        
                                   
                           PRESENTAZIONE DEL LIBRO:   L’UOMO KOSMICO
                                              di Marco La Rosa 

                                                              a seguire:

 ESISTONO ALTRE FORME DI VITA INTELLIGENTE NEL COSMO?
                  CONFERENZA DEL Dr. GIORGIO PATTERA ESOBIOLOGO 
                                          VENERDI' 30 MAGGIO 2014 - ORE 20,00
                                    - AUDITORIUM QUARTIERE MOLINETTO-
                                                  VIA ARGONNE, 4 - PARMA
                                                    http://www.galileoparma.it/



http://www.galileoparma.it/loc/LOCANDINA%2030%20MAGGIO%202014.pdf

https://www.youtube.com/watch?v=06qqWaGnJuM&feature=youtu.be

                               http://www.omphilabs.it/prod/L-UOMO-KOSMICO.htm

venerdì 23 maggio 2014

IL SEGRETO DEI DICIOTTO SCHELETRI GIGANTI DEL WINSCONSIN



Ci sono scoperte, che per motivi non del tutto chiari, vengono archiviate nel dimenticatoio del sapere umano. Eppure, si tratta di ritrovamenti che potrebbero far luce sul passato remoto dell'umanità, ancora così avvolto nella nebbia e con non poche contraddizioni cronologiche.

da: http://www.ilnavigatorecurioso.it/2013/07/19/il-segreto-dei-diciotto-scheletri-giganti-del-winsconsin/

 Abbiamo già parlato dei giganti in diversi precedenti articoli, ma la storia che vi raccontiamo sembra aggiungere un elemento importante alla teoria di coloro che credono che, in un tempo remoto, una razza di uomini giganti abbia abitato il pianeta Terra. E’ la storia dei diciotto scheletri giganti del Winsconsin.
Si tratta di una storia curiosa avvenuta circa un secolo fa, una vicenda che da una parte confermerebbe l’esistenza dei giganti e che, dall’altra, darebbe valore all’idea di molti, secondo la quale esisterebbe un’archeologia proibita (e tenuta nascosta) nella quale archiviare scoperte scomode che potrebbero svelare all’umanità la vera storia della sua evoluzione.
Nel maggio del 1912, un team di archeologi del Beloit College, in uno scavo realizzato presso il lago Delavan, nel Winsconsin, portò alla luce oltre duecento tumuli con effigie che furono considerate un esempio classico della cultura Woodland, una cultura preistorica americana che si crede risalga al primo millennio a.C.
Ma ciò che stupì i ricercatori fu il ritrovamento di diciotto scheletri dalle dimensioni enormi e con i crani allungati, scoperta che non si adattava affatto alle nozioni classiche contenute nei libri di testo. Gli scheletri erano veramente enormi e, benchè avessero fattezze umane, non potevano appartenere a esseri umani normali.
La notizia ebbe una grande eco e fece molto scalpore, tanto che il New York Times riportò la notizia tra le sue pagine. Forse, a quei tempi, c’era più libertà e meno paura rispetto alle scoperte che potevano cambiare le consolidate credenze scientifiche fondate solo su teorie. Così scrive l’articolista del New York Times nell’articolo pubblicato il 4 maggio 1912 [Vedi articolo originale]:

“La scoperta di alcuni scheletri umani durante lo scavo di una collina presso il Lago Delevan indica che una razza finora sconosciuta di uomini una volta abitava il Wisconsin Meridionale. [...]. Le teste, presumibilmente di uomini di sesso maschile, sono molto più grandi di quelle degli americani di oggi.
Il cranio sembra tendere all’indietro immediatamente sopra le orbite degli occhi e le ossa nasali sporgono molto al di sopra degli zigomi. Le mascelle risultano essere lunghe e appuntite [...].”

La descrizione dei crani fornita dal New York Times, ricorda molto la forma di quelli appartenenti agli scheletri scoperti recentemente in un’antica sepoltura in Messico, con la differenza che qui abbiamo a che fare con individui alti più di tre metri. Chi erano costoro, e perché di loro non vi è traccia nella cronologia ufficiale che ci hanno insegnato a scuola?
Si tratta di umani giganti vissuti sul nostro pianeta, e comunque appartenenti alla razza umana? Potrebbe trattarsi di un antico insediamento di Antichi Umani, sopravvissuti alla tragedia di Atlantide? Oppure, si tratta di esseri provenienti da latri mondi, scoperta che avvallerebbe la Teoria degli Antichi Astronauti? Difficile a dirsi.
150 anni di scoperte:
Per quanto incredibile, gli scheletri dei giganti del Lago Delevan non furono una novità nel panorama archeologico americano. Scavando nei trafiletti dei giornali locali, risulta che il ritrovamento del Winsconsin è solo una delle decine e decine di scoperte simili riportate dai giornali locali. La prima notizia di archivio risale addirittura al 1856, riportata in un articolo datato 21 novembre dello stesso New York Times [Vedi articolo originale]:

“Un paio di giorni fa, alcuni operai hanno scoperto nel sottosuolo della vigna dello sceriffo Wickan, a East Wheeling, Ohio, uno scheletro umano. Alquanto rovinato, è stato difficile identificarlo dalla posizione delle ossa, che sembrano non avere la lunghezza del normale corpo umano nella sua posizione originale. Ciò che ha impressionato lo sceriffo e il lavoratori sono state le dimensioni dello scheletro, pari a circa undici feet (tre metri e trenta)! La sua mascella e i denti sono grandi quasi quanto quelle di un cavallo.

12 anni dopo, nel 1868, nel giorno di Natale, è sempre il NYT a dare un’altra notizia di giganti [Vedi articolo originale]. Alcuni operai della compagnia Sank Rapid Water Power erano impegnati negli scavi per la costruzione di una diga per la creazione di energia idroelettrica lungo il fiume Mississippi. Durante i lavori, gli operai hanno rinvenuto i resti uno scheletro umano di dimensioni gigantesche incastonati nella roccia di granito:

“La tomba era lunga circa sei metri, larga un metro e venti e profonda quasi un metro. I resti del gigantesco uomo sono completamente pietrificati. La testa enorme misura una circonferenza di 78 centimetri, ma con una fronte molto bassa e molto inclinata all’indietro. La statura complessiva del misterioso individuo è pari a circa tre metri e quaranta centimetri”.

L’8 settembre del 1871, il NYT riporta la notizia di altri scheletri giganti rinvenuti durante dei lavori di scavo a Petersburg, in Virginia [Vedi articolo originale]:

“Gli operai impegnati nei lavori della ferrovia, si sono imbattuti in una sepoltura contenente gli scheletri di quelli che si pensano essere nativi americani di un’epoca remota e di una perduta e dimenticata razza umana. I corpi esaminati presentano una formazione molto strana ed impressionante. [...]. Il femore è molto più lungo di quello degli individui umani normali, tanto da far ipotizzare una statura di quasi tre metri”.

Il 10 agosto 1880, il NYT ribatte un articolo riportato dall’Harrisburg Telegraph, nel quale si riporta lo stralcio di un verbale redatto il 24 maggio 1798 dal giudice Atlee a seguito di una strana scoperta [Vedi articolo originale]:

In compagnia del procuratore capo McKean, del giudice Bryan, del sig. Burd e di altre rispettabili signori, ci siamo recati nella proprietà del sig. Neese, dove ci è stato mostrato il luogo nei pressi della sua abitazione dove diversi anni fa furono rinvenuti due scheletri umani. Gli scheletri misurano circa tre metri e trenta”.

 Il 25 maggio 1882, il NYT riporta la notizia di un ritrovamento presso St. Paul, nel Minnesota [Vedi articolo originale]:

Uno scheletro di dimensioni eroiche e dalla singolare forma è stato scoperto durante i lavori di scavo di una collina presso la Red River Valley. [....]. Lo scheletro in questione era in perfetto stato di conservazione. L’uomo è stato identificato come “gigante”. Un’investigazione dello scavo e del suo contenuto è stato avviato dalla Historical Society”.

Il 20 dicembre 1897, il NYT riporta la prima scoperta di giganti avvenuta nel Winsconsin, nei pressi di Maple Creek. Vennero scoperte tre colline funerarie, una delle quali fu aperta rivelando il suo misterioso contenuto: lo scheletro di un uomo gigantesco. La statura dell’essere era quasi di tre metri, e il suo stato di conservazione pressoché perfetto [Vedi articolo originale].

L’11 febbraio 1902, viene riportata la notizia di una spedizione archeologica presso un sito del New Mexico, dove furono trovati alcuni scheletri umani giganteschi [Vedi articolo originale]:

“Dopo la scoperta di resti di una razza di giganti a Guadalupe, New Mexico, gli archeologi si preparano per una spedizione nella regione [...]. Luciana Quintana, la proprietaria del ranch nel quale sono collocate le antiche ossa, scoprì due pietre con delle curiose iscrizioni. Scavando al di sotto di esse, furono scoperte le ossa di scheletri appartenenti ad individui alti non meno di tre metri e sessanta [...].

Quintana, la quale ha poi scoperto molti altri siti simili, crede che gli scheletri sepolti di una perduta razza di giganti siamo migliaia. La supposizione si basa su una tradizione cominciata con le prime invasioni spagnole, secondo la quale un’antica razza di giganti un tempo remoto abitava la regione oggi nota come New Mexico orientale. Le leggende degli indiani d’America raccontano la stessa tradizione”.

Ma il New York Times non è l’unico giornale ad occuparsi di giganti. Anche alcuni giornali di inizio secolo riportano notizie di giganti, come il Sun del 1893, New Age Magazine del 1913, Popular Scienze del 1932, il San Antonio Express del 1940.

James Vieira, un ricercatore indipendente, per quasi vent’anni, e prima dell’avvento di internet, ha raccolto migliaia di riferimenti giornalistici sui ritrovamenti dei giganti, scavando negli archivi del New York Times, dello Smithsonian Ethnology Reports, dell’American Antiquarian, e della Scientific American, scoprendo che buona parte di queste scoperte è praticamente nascosta al grande pubblico.
Tra le scoperte notevoli di Vieira, vi è una foto scovata negli archivi dello Smithsonian Ethnology Reports, scattata durante una lezione del prof. McGee (nella foto a sinistra), nel quale si vede uno scheletro gigante dalla statura di circa due metri e ottanta, poi venduto alla Smithsonian Institution per la cifra di 500$.
Lo scheletro apparterebbe alla cosiddetta cultura dei Mounds Builders (letteralmente costruttori di tumuli), un’antica popolazione del Nord America vissuta oltre 5 mila anni fa.
Secondo i teorici della cospirazione, la Smithsonian Institution acquisto lo scheletro con la volontà di sottrarlo alla conoscenza dell’opinione pubblica. Ma perchè? Perchè ci dovrebbe essere un gigantesco cover-up di tutte queste scoperte? E perchè in nessun museo del mondo sono mai stati esposti questi entusiasmanti, quanto enigmatici reperti?

Secondo Vieira, la motivazione sarebbe molto semplice: il bisogno di conservare valida la Teoria dell’Evoluzione di Darwin, la quale spiega molto bene il normale percorso evolutivo di tutti gli esseri viventi, umani compresi, da forme semplici a forme più complesse.
Il problema è che questi scheletri, per quanto riguarda l’essere umano, sembrerebbero, invece, mostrare un involuzione, in quanto la complessità dei giganteschi fossili ritrovati è particolarmente evidente. Come collocare questi umani giganti nella scala evolutiva dell’uomo? Ma può bastare questa motivazione a eliminare dei reperti che potrebbero gettare luce sul passato remoto dell’uomo?
Secondo i teorici degli Antichi Umani, gli abitanti della mitica Atlantide erano i famosi giganti citati anche dalla Bibbia. Alcuni sopravvissuti alla distruzione dell’antica civiltà atlantidea, avrebbero poi posto le basi per la creazione della nostra specie e della nostra civiltà. Forse è questa la storia che si vuole tenere nascosta? Forse perchè l’evento catastrofico che ha distrutto Atlantide potrebbe distruggere, prima o poi, anche noi?
In ultima analisi, c’è chi ipotizza che gli scheletri giganti non appartengano alla specie umana ma siano i corpi di Antichi Astronauti che un tempo hanno abitato il nostro pianeta. In questo senso, l’insabbiamento sarebbe da ricondurre alla strategia più vasta che vuole nascondere l’esistenza degli extraterrestri all’umanità. Ad ogni modo, quello dei giganti, come quello di Atlantide, per un motivo o per un altro, rimane ancora argomento tabù per la comunità scientifica.

Grazie a:
http://www.ilnavigatorecurioso.it/2013/07/19/il-segreto-dei-diciotto-scheletri-giganti-del-winsconsin/

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mercoledì 21 maggio 2014

I VIRUS CHE MANGIANO I TUMORI: STRADA PERCORRIBILE?


VÍRUS DO SARAMPO AJUDA A ELIMINAR CÂNCER EM ESTUDO EXPERIMENTAL...

TUMORI, IL VACCINO DEL MORBILLO EFFICACE PER LA CURA DEL MIELOMA…

Dal nostro collaboratore: DOTT. MIGUEL LUNETTA, articolo in lingua portoghese ed italiana

Uma dose fortíssima do vírus do sarampo manipulada em laboratório eliminou pela primeira vez ter eliminado completamente o câncer em uma paciente, informaram cientistas americanos esta semana.
"Temos aqui um tratamento que você aplica uma vez e o efeito pode ser a remissão de longo prazo do câncer", disse o principal autor do estudo, um hematologista que co-desenvolveu a terapia, descrita na edição desta quarta-feira do periódico "Mayo Clinic Proceedings".
"Acreditamos que possa se tornar uma cura de aplicação única", prosseguiu.
A paciente, de 49 anos, foi diagnosticada com um tipo de câncer na medula denominado mieloma múltiplo. Ela tinha um tumor na fronte e o câncer se espalhou pela medula espinhal.
Ela recebeu uma dose intravenosa do vírus do sarampo, conhecido como MV-NIS, que é seletivamente tóxico às células de plasma do mieloma.
Uma dose normal de vacina do sarampo contém 10 mil unidades infecciosas do vírus do sarampo. A dose neste estudo foi de 100 bilhões de unidades infecciosas.
"Ela teve uma resposta notável", disse Russell.
Apesar de alguns efeitos colaterais precoces, como fortes dores de cabeça, o tumor na testa logo desapareceu e sua medula ficou limpa.
Russell disse que sua remissão durou nove meses. Quando o tumor em sua fronte começou a reaparecer, os médicos o trataram com radioterapia local.

FONTE: DA AFP (www1.folha.uol.com.br).

Tumori, il vaccino del morbillo efficace per la cura del mieloma

Potrebbe esserci un nuovo futuro per il vaccino contro il morbillo in campo medico. Un gruppo di ricercatori della Mayo Clinic è stato in grado di mandare in remissione un tumore del sangue, il mieloma, somministrando alla paziente ammalata il vaccino contenente il virus del morbillo. È stato un piccolo test, dall’esito rivoluzionario, che darà il via a uno studio più approfondito.
E' un punto di riferimento. Sapevamo da molto tempo che siamo in grado di inoculare un virus per via endovenosa e distruggere il cancro metastatico nei topi. Nessuno ha però dimostrato prima d'ora che si può fare anche nelle persone.
Ha commentato Stephen Russell, a capo della sperimentazione. Durante la cura sperimentale alla donna, con un cancro in fase avanzata, è stato somministrato per via endovenosa il virus del morbillo. I virus si legano alle cellule tumorali e le usano per replicarsi. In questo processo, i virus distruggono le cellule tumorali e il sistema immunitario attacca il “materiale virale” (in questo caso il morbillo).

Questo primo test è importante non solo perché ha dimostrato la possibilità di sviluppare una terapia, ma ha anche permesso di identificare una dose per ridurre il cancro: 100 miliardi di unità infettive al posto delle 10mila unità standard.
L’entusiasmo iniziale c’è ed è giusto che non si spenga, ma anzi che sia da stimolo per continuare a capire quale strada percorrere. È bene però tenere presente che gli ostacoli da superare sono ancora tanti: il sistema immunitario una volta che ha registrato il virus, lo combatte appena ne registra la presenza, senza dargli tempo di infettare le cellule tumorali. Ciò vuol dire che in questo momento è efficace una volta sola.


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