IL RISVEGLIO DEL CADUCEO DORMIENTE: la vera genesi dell'Homo sapiens

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VIDEO SINOSSI DELL'UOMO KOSMICO

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Con questo libro Marco La Rosa ha vinto il
PREMIO NAZIONALE CRONACHE DEL MISTERO
ALTIPIANI DI ARCINAZZO 2014
* MISTERI DELLA STORIA *

con il patrocinio di: • Associazione socio-culturale ITALIA MIA di Roma, • Regione Lazio, • Provincia di Roma, • Comune di Arcinazzo Romano, e in collaborazione con • Associazione Promedia • PerlawebTV, e con la partnership dei siti internet • www.luoghimisteriosi.it • www.ilpuntosulmistero.it

LA NUOVA CONOSCENZA

LA NUOVA CONOSCENZA

GdM

lunedì 29 luglio 2013

LE MALATTIE INVENTATE PER PROFITTO: SMASCHERATA LA "ADHD"


PER LA RUBRICA: ATTUALITA SCOMODE, POSSIAMO TRANQUILLAMENTE INCLUDERE QUELLE NOTIZIE SCIENTIFICHE DI MEDICINA CHE DIFFICILMENTE TROVANO SPAZIO SUI MEDIA UFFICIALI, CONTROLLATI DAL POTERE POLITICO-FINANZIARIO.  IN QUESTO SPECIFICO CASO, LINTERESSE MAGGIORE E DELLE MULTINAZIONALI FARMACEUTICHE, CHE OVVIAMENTE PROSPERANO SOLO SE LUMANITA E AMMALATA. ECCO PERCHE, LINVENZIONE PURA E SEMPLICE DI MALATTIE INESISTENTI, E UNO DEI TANTI ARGOMENTI TABU , DI CUI NON BISOGNA PARLARE.

MLR


ADHD: la verità sul deficit di attenzione e iperattività
L'ADHD ovvero il deficit di attenzione e iperattività è davvero una malattia? Le ultime ricerche dicono di no...

Di: Fabio Sinibaldi


La sindrome da deficit dellattenzione e iperattività (in inglese Attention Deficit e Hyperactivity Disorder, da cui la sigla ADHD) ha creato grande confusione negli ultimi anni. Il numero di diagnosi è cresciuto vertiginosamente, circa un bambino su cinque sembrerebbe affetto da questa sindrome (dato rilevato dal Federal Centers for Disease Control and Prevention). I genitori si sono disperati, alcuni insegnanti coscienziosi sono entrati in crisi sul da farsi, altri hanno trovato una comoda etichetta per liberarsi dei bambini difficili da gestire. I professionisti del settore hanno cominciato a cercare di curare il fenomeno, ma spesso con scarsi risultati. In un quadro caotico del genere ha fatto scandalo, di recente, la dichiarazione di Leon Eisenberg, la persona che aveva ideato e definito lADHD come una patologia. Oggi il dottor Leon Eisenberg si è pentito è ha confessato che tale patologia non esiste, si tratta solo di uninvezione (Dal settimanale tedesco Der Spiegel, 2 febbraio 2012).
A questo punto per fare chiarezza sul tema conviene fare un passo indietro. Le diagnosi mediche e psicologiche nascono come etichette rapide per capire di cosa si sta parlando. Purtroppo, storicamente, le etichette tendono a vivere di vita autonoma, diventano un marchio indelebile che accompagna la persona. Un esempio tratto dalla vita quotidiana può rendere bene il concetto: se conosciamo una persona che sia chiama Marco e diciamo che è sovrappeso stiamo mettendo unetichetta riduttiva che non tiene conto di quanti chili è sovrappeso, se questo gli crea problemi fisici o mentali, se ha preso quei chili perché pensa erroneamente che il fritto sia un cibo dietetico e lo mangia tutti i giorni oppure perché è molto stressato e non metabolizza bene i carboidrati (o altro ancora). Quando parleremo di Marco con altre persone ci riferiremo a lui come chi? quello sovrappeso?, fissando per sempre unimmagine parziale della persona, come se fosse la cosa più sicura al mondo. Pensate che lo stesso fenomeno avviene quando si dice che un bambino ha un deficit dellattenzione o che è iperattivo. Magari al tempo in cui è stato etichettato così - posto che lo fosse veramente - era solo agitato perché i genitori litigavano spesso, oppure era un bambino molto vivace in una classe di bambini tranquilli. I confronti sono spesso la fonte di tanti inganni e fraintendimenti.

Avete presente Gillian Lynne, la coreografa di Cats, The Phantom of the Opera e altri famosi musical firmati da Andrew Lloyd Webber? Quando era bambina era stata sottoposta alla valutazione di un professionista perché era sempre vivace e facilmente distraibile a scuola. Per fortuna non avevano ancora inventato la definizione di ADHD e il professionista che la visitò era una persona di grande intelligenza e intuito: disse alla madre che questa bambina aveva bisogno di muoversi e di fare qualcosa di appassionante. Così la mamma la iscrisse a una scuola di danza... e il resto è storia. Questa è la storia di una persona soddisfatta, che ha fatto ciò per cui era portata, ma cosa sarebbe successo se la diagnosi fosse stata fatta ai giorni nostri e le avessero dato un farmaco per tranquillizzarla?
Oggi per fortuna sono tante le evidenze che la maggior parte di bambini classificati con deficit dellattenzione e disturbo di iperattività in realtà non hanno nessun problema mentale o fisico. Se un problema c’è, spesso è transitorio e dovuto a fattori esterni molto facilmente individuabili e governabili.
Real Way of Life, istituto internazionale di ricerca, formazione e divulgazione, ha appena pubblicato uno studio condotto nell'arco di due anni che ha coinvolto 720 bambini tra i 5 e 16 anni (www.realwayoflife.com/bambini). È stato messo sotto la lente dingrandimento il fenomeno dellADHD (deficit dellattenzione e iperattività), ma anche alcune altre diagnosi oggi molto diffuse e con caratteristiche affini: disturbi dellapprendimento come dislessia, disgrafia, ma anche solo difficoltà con materie specifiche; difficoltà emotive e relazionali come, elevata ansietà, paura, timidezza, chiusura relazionale. Inoltre è stata prestata attenzione alla condizione di salute generale dei bambini, osservando la forza o debolezza del sistema immunitario (che si manifesta attraverso allergie, intolleranze, facilità ad ammalarsi). Lo scopo dello studio era duplice: di verificare se si trattasse di diagnosi corrette o di etichette generalizzate; individuare modalità semplici ed efficaci per attenuare o eliminare i sintomi fastidiosi per i bambini, indipendentemente da come erano stati valutati. La ricerca si inserisce nel filone ottimistico e promettente della PNEI (PsicoNeuroEndocrinoImmunologia), delle NeuroScienze e della Neurologia Funzionale, discipline altamente scientifiche e innovative che stanno cambiando i paradigmi della scienza.
Tutti i bambini hanno seguito un piano denominato Real Kids ©, ci spiega Sara Achilli - coordinatrice del progetto - consistente nel fornire 3 semplici accorgimenti alimentari, alcune informazioni e suggerimenti rispetto alle proprie emozioni, due esercizi per sviluppare autopercezione e consapevolezza corporea, tre esercizi da fare per ottimizzare la lateralizzazione degli emisferi cerebrali. I cambiamenti sono stati valutati a 3, 6 e 12 mesi di distanza.

Tra i risultati più rilevanti:
    dopo un anno l'87% dei bambini ha riscontrato miglioramenti significativi rispetto alle proprie difficoltà iniziali e la maggior parte dei cambiamenti è avvenuta entro 6 mesi;
    il miglioramento dei risultati scolastici è stato sostenuto, in particolare, dall'assunzione regolare di Omega 3 e dagli esercizi con i movimenti oculari;
   lalimentazione delle madri in gravidanza e in allattamento influisce direttamente sulle capacità cognitive dei figli;
    la gestione delle emozioni (come iperemotività, reazioni ansiose eccessive, comportamenti aggressivi) è migliorata per il 68% dei casi nel primo mese;
    il maggior effetto sulla riduzione dellansia si è avuto grazie allo sblocco della respirazione diaframmatica e a una spiegazione di unora delle emozioni dal punto di vista etologico (luomo visto come animale da branco);
    la riduzione degli zuccheri raffinati ha portato al buon miglioramento di tutti i bambini, indipendentemente dalla problematica evidenziata;
    tutti i bambini, anche i più piccoli, sono stati consapevoli dei cambiamenti avvenuti, dimostrando una capacità riflessiva di solito inaspettata in certe fasce di età ed evidenziando come un bambino si accorga immediatamente quando viene eliminato un elemento di blocco o di disagio.

Questi risultati sono incoraggianti e confermano quelle teorie per cui tutte le risorse per stare bene sono già dentro di noi e in quello che la natura ci offre, basta sapere come attivarle e come rimettersi in fisiologia.



Riferimenti bibliografici e sitografici
Swanson J, Baler RD, Volkow ND. Understanding the effects of stimulant medications on cognition in individuals with attention-deficit hyperactivity disorder: a decade of progress. Neuropsychopharmacology. 2011 Jan;36(1):207 26. Epub 2010 Sep 29. Review.
Lakes KD, Swanson JM, Riggs M. The Reliability and Validity of the English and Spanish Strengths and Weaknesses of ADHD and Normal Behavior Rating Scales in a Preschool Sample: Continuum Measures of Hyperactivity and Inattention. J Atten Disord. 2011 Aug 1. [Epub ahead of print]
Langberg JM, Molina BS, Arnold LE, Epstein JN, Altaye M, Hinshaw SP, Swanson JM, Wigal T, Hechtman L. Patterns and predictors of adolescent academic achievement and performance in a sample of children with attention-deficit/hyperactivity disorder. J Clin Child Adolesc Psychol. 2011;40(4):519-31. doi: 10.1080/15374416.2011.581620.
Lakes KD, Vaughan E, Jones M, Burke W, Baker D, Swanson JM. Diverse Perceptions of the Informed Consent Process: Implications for the Recruitment and Participation of Diverse Communities in the National Children's Study. Am J Community Psychol. 2011 Jun 14. [Epub ahead of print]
Vaughn AJ, Epstein JN, Rausch J, Altaye M, Langberg J, Newcorn JH, Hinshaw SP, Hechtman L, Arnold LE, Swanson JM, Wigal T. Relation between outcomes on a continuous performance test and ADHD symptoms over time. J Abnorm Child Psychol. 2011 Aug;39(6):853-64.
Swanson JM, Wigal TL, Volkow ND. Contrast of medical and nonmedical use of stimulant drugs, basis for the distinction, and risk of addiction: Comment on Smith and Farah (2011). Psychol Bull. 2011 Sep;137(5):742-8.
Murray-Close D, Hoza B, Hinshaw SP, Arnold LE, Swanson J, Jensen PS, Hechtman L, Wells K. Developmental processes in peer problems of children with attention-deficit/hyperactivity disorder in the Multimodal Treatment Study of Children With ADHD: developmental cascades and vicious cycles. Dev Psychopathol. 2010 Nov;22(4):785-802.
Volkow ND, Wang GJ, Newcorn JH, Kollins SH, Wigal TL, Telang F, Fowler JS, Goldstein RZ, Klein N, Logan J, Wong C, Swanson JM. Motivation deficit in ADHD is associated with dysfunction of the dopamine reward pathway. Mol Psychiatry. 2010 Sep 21. [Epub ahead of print]
Langberg JM, Epstein JN, Simon JO, Loren RE, Arnold LE, Hechtman L, Hinshaw SP, Hoza B, Jensen PS, Pelham WE, Swanson JM, Wigal T. Parental Agreement on ADHD Symptom-Specific and Broadband Externalizing Ratings of Child Behavior. J Emot Behav Disord. 2010 Mar;18(1):41-50.












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20 luglio  Seminario "Tutti i bambini sono sani: la verità sull'ADHD"
                         
5-6 ottobre Master: Bambini Speciali - Il programma 3keys

GRAZIE A: http://www.scienzaeconoscenza.it/

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LA VERA STORIA EVOLUTIVA DELL'UOMO E' COME CI HANNO SEMPRE RACCONTATO? OPPURE E' UNA STORIA COMPLETAMENTE DIVERSA?

"L'UOMO KOSMICO", TEORIA DI UN'EVOLUZIONE NON RICONOSCIUTA
DI MARCO LA ROSA
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http://www.omphilabs.it/prod/L-UOMO-KOSMICO.htm

venerdì 26 luglio 2013


Train crash in Spain 


25 luglio 2013

Santiago de Compostela

Il sistema di controllo velocità dei binari non ha funzionato
13 vagoni deragliati
uno incendiato
cervello o tecnologia?
fato o superbia?
teoria del caos o diversi livelli di esistenza?




MZ

martedì 23 luglio 2013

SQUILBRI NELLA SOCITA', COME MONTAGNE RUSSE


da yahoo.it ( reuters)
"
ATENE (Reuters) - Il parlamento greco nella notte ha approvato il progetto di riforma del settore pubblico che prevede la soppressione di migliaia di posti di lavoro.
La riforma, per cui dopo mezzanotte hanno votato a favore 153 parlamentari sui 293 presenti, rappresenta un passo necessario per sbloccare circa 7 miliardi di euro di aiuti da parte di Unione europea e Fondo monetario internazionale.
Il progetto include l'ipotesi fortemente controversa di trasferimenti e licenziamenti per 25.000 dipendenti pubblici - soprattutto insegnanti e polizia municipale - che ha innescato una settimana di marce, proteste e scioperi quasi giornalieri. Questi nuovi sacrifici sono male accettati in un paese in cui il tasso di disoccupazione sfiora il 27%. "

In altre parole, verranno licenziati dipendenti pubblici in favore di denaro prestato.

ITALIA
In Italia i politici  sono fermi :
da yahoo.it ( reuters )
"
ROMA (Reuters) - Dopo il vertice di quasi due ore con i partiti di maggioranza a Palazzo Chigi, il governo non fornisce indicazioni su come intende modificare l'Imu sulla prima casa entro fine agosto ed evitare l'aumento dell'Iva dal prossimo ottobre."


Non risulta chiaro perchè non si proceda ad uno snellimento delle procedure burocratiche e a una DETASSAZIONE,
DIMINUZIONE TASSE.
Sembra evidente che in questo modo solo poche e privilegiate categorie possano reggere la crisi, a scapito di altre categorie .
Diritti passati non più validi per medesime posizioni, posti di lavoro ottenuti senza competenze, cancellazione di posti di lavoro solo in alcune categorie, protezione di privilegi per certe caste o settori rispetto al altri, protezione di posti di lavoro di alcune categorie rispetto ad altre, hanno creato uno enorme SQUILIBRIO sociale.

vedo questo paese annegare nell'indifferenza, indifferenza a tutto. ormai l'italiano si è dimentacato cosa è giustizia , cosa è equilibrio, cosa è dignità.... c'è da vergognarsi  a volte, a vedere ciò che succede tra esseri umani

 

M.Z




lunedì 22 luglio 2013

"IL GENIO ITALIANO NONOSTANTE TUTTO NON E' MORTO" - COMMENTO


Ringrazio il Dott. Cotellessa, che nel commento di risposta del 19 Luglio scorso, in poche righe ha sintetizzato il "perchè" di una situazione surreale.

Ho sentito il “bisogno” di scrivere un post-commento sull’onda dei tanti interventi e per rendere onore ed omaggio doveroso alle tante persone che hanno espresso il loro pensiero in questi mesi, tenendo accesa la “fiamma” della “conoscenza”.  Sono loro indubbiamente, la parte "consapevole" e "pulita" della nostra società. Giustamente ed ingenuamente si stupiscono e si sdegnano di fronte a quei comportamenti che dolosamente propinano il falso al posto del vero.

Quello che sta vivendo il nostro paese e più in generale il mondo, ne è prova lampante. Il profitto esasperato ha fatto "marcire" il nostro tessuto sociale. I vertici governativi sono approssimativi, incapaci ed inadeguati. Il risultato: un paese alla bancarotta e allo sfacelo.

Fermandosi dolorosamente a riflettere ed osservare, vediamo che questa mentalità si riflette nei settori fondanti del mondo lavorativo ecc…
Quindi, toccando con mano giorno per giorno questa “cancrena” che si espande senza freni, non mi stupisco che Aziende di fama internazionale non abbiamo vertici “lungimiranti” e capaci di “cogliere l’attimo”. Non lo fanno perché non sono in grado di farlo, non hanno i “sensi sviluppati” per vedere e sentire il futuro che verrà, perché sono prigionieri di un  passato che li ha corrotti.

Qualche giorno fa ho scritto che le nuove generazioni, dovranno da sole senza nessun aiuto (ed è meglio così), rifondare il nuovo mondo ricreandolo dal nulla, usando solamente i “sensi” buoni e non inquinati che oggi li fanno scendere in piazza, per gridare il loro sdegno verso le generazioni che nell’ indifferenza hanno permesso un tale sfacelo morale e materiale.

Qualche tempo fa, un amico mi disse: “vedi questa nostra società approssimativa e vuota?  Una volta non era pensabile. Quando fu ultimato il duomo di Milano, furono commissionate alcune sculture a degli scalpellini famosi. Queste sculture andavano posizionate nella parte più nascosta e non visitabile della Cattedrale. Pochissime persone avrebbero potuto ammirarle nel corso dei secoli, eppure quegli scalpellini non si sognarono neppure per un secondo di trascurare il più piccolo dettaglio. Crearono delle opere d’arte magistrali, pur sapendo perfettamente che quasi nessuno le avrebbe ammirate”.

Senza ulteriori commenti, lascio a voi rapportare questa metafora al nostro attuale momento storico.

Grazie a tutti coloro che persevereranno nella ricerca della conoscenza per arrivare ad una nuova consapevolezza.

Marco La Rosa



giovedì 18 luglio 2013

WILHELM REICH: GENIO E PRECURSORE SCOMODO

VOGLIO INIZIARE CON QUESTO POST, UNA SORTA DI MINI-TRIBUTO AI NUMEROSI "GENI" CHE SONO STATI OSTEGGIATI, INFANGATI, UMILIATI E DIMENTICATI.
QUESTO E' SUCCESSO FIN TROPPO SPESSO NELLA NOSTRA STORIA PASSATA E PIU' RECENTE.
QUESTO E' ANCHE UNO SPRONO PER I GENI ATTUALI, CHE SONO TANTI E FATICANO PER USCIRE DALL'OMBRA, PERCHE' NON PERDANO FIDUCIA NONOSTANTE TUTTO. LA PERSEVERANZA PORTA SEMPRE BUONI FRUTTI.

MLR


"La verità e l'originalità troverebbero più facilmente posto nel mondo, se coloro che non sono in grado di produrle non cospirassero di comune accordo per non farle venire alla luce."

                                                                                                   Arthur Schopenhauer

"Nella storia delle scienze naturali è sempre successo...
che i pensieri importanti o veri pensieri, verità di fatto...
siano sempre stati distorti o messi a tacere.
il pericolo, sopratutto della distorsione  è particolarmente grave...
...nel caso dell'Orgonomia dobbiamo essere scientifici, non possiamo essere politici in queste cose."

                                                                                                  Wilhelm Reich



lunedì 15 luglio 2013

STAMINALI: TRA CONFUSIONE, PROFITTO E SPERANZE...


MLR

“Le staminali salvano sei bambini. Il virus dell'Aids cura le malattie rare”

“Il virus dell'Aids potrebbe essere usato per trattare due gravi malattie ereditarie, e sei bambini dopo tre anni di trattamento hanno mostrato benefici. Come si legge su 'Science', la ricerca di un gruppo di scienziati dell'Istituto San Raffaele Telethon per la Terapia Genica di Milano (Tiget) guidato da Luigi Naldini, ha dimostrato che la terapia genica con vettori derivati dal virus dell'Hiv ha funzionato contro due gravi malattie genetiche, la sindrome di Wiskott-Aldrich e la leucodistrofia metacromatica, la malattia da cui e' affetta Sofia, la bimba diventata il simbolo della lotta delle associazioni per la liberta' di cura con cellule staminali e a favore del metodo Stamina.
"Tre anni dopo l'inizio del trial clinic, i risultati ottenuti dai primi sei pazienti sono molto incoraggianti", ha commentato Naldini, "la terapia non e' solo sicura, e' efficace e cambia la storia clinica di queste severe patologie. E' il coronamento di 15 anni di studi". In particolare due studi - uno di Alessandra Biffi e colleghi, l'altro di Alessandro Aiuti e colleghi - hanno indicato che i vettori lentivirali derivati dall'Hiv , sviluppati a partire dal 1996 grazie a un lavoro di Naldini, sono piu' efficaci degli altri vettori, oltre che piu' sicuri, nella terapia genica…”

NDR: si evidenzia che il panorama di studi e terapie in campo staminale è ancora molto controverso, confuso ed ovviamente intriso di interessi economici, ma sicuramente importante. A tal proposito per chi vuole approfondire e conoscere tutti i lati della medaglia ecco alcuni link:






“… I ricercatori hanno rimosso cellule staminali ematopoietiche dai pazienti e usato un vettore lentivirale per introdurre un gene terapeutico. Successivamente, hanno infuso le staminali di nuovo nei pazienti. Biffi e colleghi si sono occupati di tre piccoli pazienti con leucodistrofia metacromatica, causata dala mutazione del gene ARSA: le staminali geneticamente modificate hanno espresso enzimi funzionali ARSA molto presto dopo l'infusione e le cellule hanno espresso questo enzima ad alti livelli. A distanza di due anni, la terapia ha fermato il progresso della malattia. Nel secondo studio, coordinato da Aiuti, una terapia genica simile e' stata usata contro la sindrome di Wiskot-Aldrich, raro disordine che causa immunodeficienza, dovuto a mutazioni nel gene WAS. Anche in questo caso sono state usate staminali ematopietiche e un vettore lentivirale: i sintomi della malattia, come infezioni ed eczema, si sono attenuati o sono spariti da 20 a 32 mesi dopo la terapia genica. Inoltre, e' stato escluso l'incremento di rischio leucemia”.





venerdì 12 luglio 2013

ANCHE I BAMBINI HANNO CAPITO...FORSE C'E' SPERANZA !

                                     ATTUALITA' SCOMODE



QUELLO CHE LA NOSTRA GENERAZIONE, MA SOPRATUTTO QUELLA PRIMA DELLA NOSTRA, NON HA AVUTO LA VOGLIA ED IL CORAGGIO DI FARE...SARA' FATTO DAI NOSTRI FIGLI E NIPOTI, CHE GIA' ORA NON DORMONO E SI SONO ACCORTI CHE IL LORO FUTURO E' SOLO NELLE LORO MANI.
SANNO GIA' ORA CHE DOVRANNO RIFONDARE IL MONDO.

MLR


grazie a: "L'OASI DEL TEMPO"
http://www.loasideltempo.blogspot.it/2013/07/questa-bambina-ha-capito-tutto.html

martedì 9 luglio 2013

SCIENZA DI IERI: TECNOLOGIE PERDUTE NELL’ANTICO EGITTO.


SONO PASSATI ESATTAMENTE DIECI ANNI DALLA PUBBLICAZIONE DEL SEGUENTE ARTICOLO,  MA L'ARGOMENTO E' ANCORA OGGI ATTUALE COME ALLORA.
LE DIATRIBE SONO LE MEDESIME, LE POSIZIONI IN CAMPO LE STESSE...GLI ENIGMI PER ORA, RESTANO TALI.

BUONA LETTURA.

MLR


di Marco La Rosa
& Adriano Forgione

(Pubblicato sul mensile “HERA, miti, civiltà scomparse, misteri archeologici” – n. 43 Luglio 2003 – Anno IV).

“ Molti manufatti in granito o in diorite, rinvenuti negli scavi archeologici in terra d’Egitto di epoca pre-dinastica e dinastica non hanno, a tutt’oggi, trovato una loro precisa collocazione. La raffinatezza e la precisione espresse dal “creatore” di tali opere, non solo presuppone, ma implica, necessariamente, l’utilizzo di una “tecnologia”. L’ingegnere aerospaziale Christopher Dunn

 ha più volte rimarcato come dalle sue analisi sulle tracce di perforazione del granito di Giza sia necessario chiamare in causa l’impiego del tornio di tipo “parallelo”, oppure  in diversi casi, ancor più audacemente di una sorta di trapano  ad ultrasuoni per lavorare alcuni tipi di manufatti in pietra granitica e diorite.
Gli inequivocabili segni di contropunte e centratori,

 visibili sul fondo di vasi e contenitori in diorite, oggi conservati al Museo del Cairo, dimostrano una  lavorazione di tornitura e fresatura possibile solamente (alla luce del nostro progresso tecnologico, per pari lavorazioni), con macchinari dei quali non è rimasta traccia.
Quando parliamo di tracce non intendiamo solamente quelle fisiche (rottami o pezzi di macchinario), ma anche quelle descrittive o pittografiche,  cosa estremamente inusuale per una cultura meticolosa come quella egizia, nell’annotare ogni fatto, evento, situazione, conteggio, censimento ecc…



IL VASSOIO DI SCISTO ED I VASI IN DIORITE

Proviamo ad analizzare in dettaglio alcuni dei “manufatti” che hanno dato origine a tutte le nostre domande, e  come noi, oggi, siamo in grado di spiegarli, avendo a disposizione la stessa materia prima e la nostra “tecnologia”.
Negli innumerevoli scavi in terra egizia, l’unico reperto interessante riguardo alla “tecnologia scomparsa”, resta il famoso “Vassoio di Scisto”,


 rinvenuto nel 1931 in una tomba della I Dinastia (3100 a.e.c.), visibile ancora oggi al Museo del Cairo.
Tenendo presente che in quell’epoca, secondo gli egittologi, gli egizi non conoscevano la tecnologia della ruota, il fatto di trovare una “ruota” in una tomba così antica getta alle ortiche le illazioni dell’egittologia ufficiale. Per molti ricercatori eterodossi lo strano oggetto è derivazione di un “originale” in metallo e un paragone possibile è con un “volano” o “puleggia”, forse appartenente ad un tornio o forse ad un macchinario per il taglio.

Quando si parla di tornio o di taglio della pietra non si può fare a meno di menzionare quei reperti che mostrano segni di lavorazione a macchinario. La sala inferiore del Museo del Cairo espone un piatto di alabastro di epoca pre-dinastica (n. 6075), 

realizzato a cerchi concentrici. Un reperto del genere, oltre a presentare un’incredibile perfezione, mostra sulla sua superficie le tracce circolari di una punta che ha scavato la pietra, proprio come farebbe un moderno tornio. Sono però soprattutto i vasi in diorite a costituire un grosso punto interrogativo. In base a quanto presente nei rilievi della tomba di Mereruka (VI Dinastia) a Saqqara, gli egittologi hanno affermato che gli antichi egizi realizzavano vasi in diorite con una sorta di perforatore di rame costituito da un tronco metallico biforcato nella sua parte inferiore e con due ampolle di cuoio piene di sabbia nella parte superiore. La punta biforcata di rame, girando, avrebbe scavato la cavità nel vaso di diorite, favorita dal contrappeso delle due palle di cuoio. Eppure anche il noto egittologo Walter Emery, capo degli scavi a Saqqara  negli anni ’30 del secolo scorso, dichiarò che tale sistema era inadeguato a compiere una simile opera, sia per l’impossibilità del rame di perforare la diorite sia per la forma che questi vasi presentano (molti sono di forma perfettamente arrotondata, altri sono definiti “panciuti”).


 Di fatto, quando si è andati a replicare tale sistema con identico apparato, il lavoro non è stato preciso come gli originali pre-dinastici. Ancora oggi, resta un enigma come gli antichi egizi realizzassero tali oggetti, che risultano perfettamente puliti e levigati sia fuori che dentro, nonostante molti di essi presentino una piccola bocca è uno stretto collo. La soluzione, sarebbe difficile da accettare per un “conservatore”, è solo nell’utilizzo dei trapani, realizzati con una materia prima che certamente non poteva essere il rame.

UNA POMPA IDRAULICA

Un elemento ulteriore di difficile catalogazione, trovato a Dehyr El Bahari, vicino Luxor, e anch’esso conservato al Museo del Cairo (n. 46101),

 è uno strumento risalente all’XI Dinastia e formato da quattro alette in forma di croce, con un foro centrale (come il vassoio di scisto), che certamente doveva servire a fissare l’utensile su un asse o perno. Lungo 12 cm. E alto 8, è certamente un oggetto con funzione “tecnologica”. Non è difficile ipotizzare che dovesse ruotare sull’asse principale, come farebbe una moderna ruota dentata. L’ingegnere egiziano Dawoud Khalil Messiha è certo che si tratti di quanto resta di una pompa idraulica.

LA CAVAZIONE

 Passiamo ora a parlare dell’ingegneria egizia. Per meglio intendere, quello che la civiltà egizia della 3° e 4° Dinastia (2700 a.C. – 2480 a.C.) ha (forse)  prodotto, compareremo le varie fasi , con quello che di meglio documentato abbiamo in nostro possesso. Naturalmente, per quanto riguarda il materiale in questione (granito e diorite) abbiamo come paragone il periodo a cavallo tra il XIX e il XX secolo, in cui si è impiegata  una tecnologia “in fase di sviluppo”, a nostro avviso molto simile a quella ipoteticamente utilizzata dagli egizi più di 4000 anni fa.
 Tra la fine del 1800 e l’inizio del 1900, il marmo e il granito venivano estratti con una tecnica che, per la sua complessità, comportava una lunga e accurata preparazione.
Questa tecnica si chiamava e si chiama tutt’ora: “varata”. Con la varata la parete di roccia veniva frantumata dividendosi in tanti blocchi di diverse dimensioni.
Prima di prelevare il masso dalla parete rocciosa, bisognava liberarlo da quella parte di roccia resa inservibile dall’alterazione superficiale. Il “cavatore tecchiaiolo”aveva il compito di esaminare da vicino il marmo, liberandolo dalle parti pericolanti, per fare questo doveva calarsi, appeso a una fune, davanti al fronte della cava.
Anche in epoca egiziana, suppongo si facesse la stessa identica operazione.
Successivamente entravano in scena i cavatori addetti al piazzamento del “filo elicoidale”.

Questo era un dispositivo per il taglio della roccia  costituito da una funetta formata da tre fili di acciaio, avvolti ad elica e di lunghezza variabili, che poteva raggiungere i 1200 – 1500 metri per i grandi tagli. In un’ora di marcia il filo poteva segare, in media 60 metri cubi. Il filo elicoidale vaniva fatto scorrere a una velocità di 5 – 6 metri al secondo, e il taglio del blocco era alimentato da una miscela abrasiva di acqua e sabbia silicea.
Sappiamo per certo che i cavatori egizi inserivano nelle fenditure della roccia dei pali di legno di diverse misure, e successivamente li bagnavano. Il legno gonfiandosi spaccava la roccia.
Noi, supponiamo anche per l’utilizzo di una sorta di “filo elicoidale”, sicuramente non di acciaio, forse una fune di robusta canapa intrisa con una pasta formata da olio e sabbia silicea e forse, di più efficaci diamanti grezzi.
Forse il “Vassoio di Scisto”, era parte integrante di un sistema a “filo elicoidale”.
Oggi il filo diamantato permette di tagliare pezzi di monte ad una velocità incredibile: se tra la fine del 1800 e l’inizio del 1900 per fare un taglio occorreva un mese e mezzo, oggi il medesimo taglio si ottiene in tre o quattro giorni ! il filo diamantato è  come una collana di perle, infatti i diamanti artificiali sono infilzati sul cavo e distanziati tra loro con delle piccole molle.
Successivamente entravano in scena i “riquadratori”, che a suon di “subbia” e martello, cercavano di dare una forma quadrata al blocco di roccia.
Ai tempi di Michelangelo per portare a valle i blocchi di marmo si utilizzava il metodo di farli rotolare a valle, questo metodo si chiamava “abbrivio”, che successivamente data la pericolosità, fu sostituito dalla “lizzatura”, che consisteva nel mettere i blocchi di pietra sopra una slitta ricavata da tronchi di faggio o di querciae farli scorrere verso valle.


La “lizza” era formata da diversi blocchi di marmo tenuti insieme da robuste corde di canapa che servivano anche per far scendere lungo tutto il percorso l’intero carico.
Alla lizzatura partecipavano diversi uomini: era un lavoro di squadra molto rischioso. Davanti a tutti c’era il capo lizza, che aveva il compito di controllare che la discesa procedesse per il meglio. Era lui che disponeva i “parati” sul terreno davanti alla lizza, e dava il segnale ai mollatori di allentare o stringere  i cavi al momento giusto.
I parati erano robuste assi di legno, che venivano aggiunte anteriormente, mano a mano che il carico scendeva, consentendogli di scivolare senza incontrare ostacoli.
Il lavoro della lizzatura, finiva nel momento in cui il carico arrivava al “poggio”, che era il luogo dove i blocchi venivano liberati dalle corde, e caricati su carri trainati dai buoi.
Tutto ciò potrebbe essere molto simile al procedimento utilizzato dalla civiltà nilotica oltre 4000 anni fa. A nostro parere la lizzatura veniva utilizzata dagli egizi in due occasioni: nella fase appena sopra descritta, subito dopo la riquadratura; e nella fase finale di trasporto in sito di costruzione.
Nella fase intermedia il trasporto dalle cave (distanti mediamente 800 km.) al sito di costruzione di Giza, si usavano sicuramente i buoi per il traino dei blocchi su “slitte”con pattini lubrificati, in quanto per l’egittologia classica al tempo non si conosceva la “ruota”, e di conseguenza il carro. Oppure su robuste imbarcazioni lungo il Nilo.
Nonostante quanto esposto poc’anzi, non dobbiamo assolutamente dimenticare il grado di precisione e l’estrema accuratezza degli ideatori e costruttori delle piramidi. 
E’ stato realmente possibile edificare una piramide alta 147 metri con lati di 231 metri (l’errore o lo spostamento rispetto ai punti cardinali risulta minore di 0,25 cm), composta da 2.500.000 blocchi di granito (Z. Hawass afferma, però, che sono 750.000 circa) del peso medio di oltre 12 tonnellate, dalla massa di 2.633.000 metri cubi per un peso totale di 7 milioni di tonnellate, nei soli 23 anni di regno del Faraone Khufu (Cheope), quando solo per tagliare una dozzina di blocchi di roccia, all’inizio del 1900  occorrevano quasi due mesi, escludendo poi la riquadratura, il trasporto, la levigatura e la posa in opera ?
Da un semplice calcolo (che tutti possiamo fare) ,  risulta che:
solo per il taglio (naturalmente con filo elicoidale in acciaio o diamantato) all’inizio del 1900 dell’ e.c. sarebbero occorsi quasi diciotto anni per ottenere 2.500.000 blocchi di granito non riquadrati.
Per la civiltà egizia, non in possesso di questi materiali per il taglio, almeno in doppio, e cioè circa trentasei anni.
Per quanto riguarda poi la levigatura e la posa in opera (la parte più complessa) siamo già fuori termine, se teniamo conto anche che i mesi dell’anno utili per la costruzione erano solamente quattro.
Questo dato ci porta inevitabilmente a chiederci: possibile che le piramidi di Giza siano il prodotto di una civiltà agli albori? Oppure la loro incredibile ingegneria richiede una conoscenza diversa, una tecnologia appartenente a qualcun altro? Andiamo a verificare, in qualche scritto dell’epoca, l’ipotesi secondo la quale le piramidi e la Sfinge erano già li da molto molto tempo prima della civiltà egizia ”conosciuta”.
Sulla sfinge si sono espressi con competenza John Anthony West e Robert Shoch, i quali hanno provato che l’età della Sfinge è ben lungi dall’essere dimostrata e che le ricerche circa le tracce di acqua riportano ad un’epoca molto più antica di quella ufficiale. Meno conosciuta è, invece, una fonte che fa riferimento al Grande Piramide di Giza quale tempio eretto prima del regno di Cheope. La prova che la Grande Piramide esisteva già quando lo stesso cominciò a regnare, si trova su una stele calcarea, 

rinvenuta da Auguste Mariette a metà dell’800, fra le rovine del tempio di Iside , proprio accanto alla Grande Piramide. E’ Zecharia Sitchin a parlarne in “Astronavi del Sinai (pag. 300)”.
L’iscrizione mostra che si tratta di un monumento “autocelebrativo” voluto da Cheope per commemorare la ricostruzione del tempio di Iside da lui ordinata e il restauro delle immagini e dei simboli delle divinità che egli stesso trovò all’interno del tempio in rovina.

I versi iniziali identificano Cheope grazie al suo cartiglio.
Dopo un’ invocazione a Horus e l’augurio di  lunga vita per il re, seguono i versi che ci interessano maggiormente.
L’iscrizione afferma: “Viva Horus  Mezdau; Al Re dell’Alto e del Basso Egitto, Khufu, E’ data la vita. Egli fondò la casa di Iside, Signora dell Piramide, accanto alla casa della Sfinge”.
Questa stele (che oggi si trova al Museo del Cairo), suggerisce che la Grande Piramide era già lì quando Cheope salì al trono. Non solo, anche la Sfinge – attribuita a Chefren – era già lì,  nella posizione in cui la vediamo ancora oggi.

 La continuazione dell’iscrizione individua con grande precisione la posizione della Sfinge.  
Nel suo cartiglio,  Cheope continua affermando di aver costruito una piramide per la principessa Henutsen “ accanto al tempio della Dea”. Gli archeologi hanno trovato prove di conferma che la più meridionale delle tre piramidi , poste accanto alla Grande Piramide, cioè quella più vicina al Tempio di Iside, era effettivamente dedicata a Henutsen, una delle mogli di Cheope.

Quanto è riportato nell’iscrizione corrisponde quindi al “verificato”: Cheope afferma di aver costruito una sola piramide, quella per la principessa, e la grande Piramide è dedicata a Iside. Questa “stele dell’inventario”, come è stata chiamata, è un documento autentico eppure, fin da quando è stata scoperta , molti studiosi non hanno saputo “rassegnarsi” ad accettare le inevitabili conclusioni dichiarandola un’iscrizione realizzata in epoca successiva rispetto a quella di Cheope.

LE IPOTESI

I manufatti e le opere di ingegneria descritte potrebbero suggerire l’esistenza di una civiltà molto progredita in un periodo imprecisato, tra i 15.000 ed i 20.000 anni fa, che ha influenzato o addirittura dato origine a tutte, o quasi, le civiltà mondiali successive, presumibilmente dopo un cataclisma che ne ha causato la parziale distruzione e la “diaspora”. Naturalmente il termine “progredita” è per noi sempre misurato in base alla nostra civiltà tecnologica e materialista. Il termine yuga significa “età” e fa riferimento alla dottrina indù secondo cui l’umanità si trova su questo pianeta da molto più tempo rispetto a quanto la scienza occidentale sia disposta ad ammettere. Questa misteriosa civiltà così ostinatamente negata dall’archeologia classica potrebbe avere avuto un’evoluzione durata migliaia di anni, ma che invece di imboccare la strada del materialismo tecnologico, si è sviluppata sulla strada etico-spiritualista , arrivando ad un livello evolutivo superiore, per cui progresso tecnologico e spirituale erano in perfetto equilibrio.
Non è da escludersi l’impiego di una scienza i cui parametri potrebbero differenziarsi da quelli attuali, chiamando in causa forze ed energie disponibili in natura, come ad esempio l’elettromagnetismo o le frequenze sonore. Resta comunque emblematica la scomparsa, senza tracce, di tutta la tecnologia utilizzata da questa civiltà, per creare le meraviglie lasciateci".

da: HERA n.43 Luglio 2003.


BIBILIOGRAFIA:

C. Jacq – Il segreto dei geroglifici – Piemme 1995
C. Jacq – I testi delle piramidi – Bompiani 1998
M. Guilmot – Iniziati e riti iniziatici nell’antico Egitto – Mediterranee 1999
Hera – 2000-2001-2002
Z. Sitchin – Le Astronavi del Sinai- Piemme 1998
I cavatori della Lunigiana – Internet 2000 –I sentieri del Marmo – www.versilia.toscana.it-
Franco Cimmino – Vita quotidiana degli egizi – Rusconi 1988



venerdì 5 luglio 2013

L'ACIDO RETINOICO PER LA CURA DEL CANCRO


LA SCOPERTA:

“L’ACIDO RETINOICO PER LA CURA DEL CANCRO”


LA SAPIENZA , Università di Roma.

“A compiere la scoperta sono stati i ricercatori della Sapienza coordinati da Elio Ziparo in collaborazione con il Comprehensive Cancer Center di Cleveland (Ohio), U.S.A., leader nella ricerca oncologica mondiale.
La ricerca, pubblicata dalla prestigiosa rivista Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS)  è stata condotta su cellule umane coltivate in vitro e poi trapiantate in topi sani, oltre che su campioni bioptici da pazienti. I ricercatori hanno dimostrato che stimolando un particolare recettore presente nelle cellule cancerose (il TLR-3, una molecola chiave della risposta immunitaria innata) si innesca la  produzione di specifici microRNA. Queste molecole rendono poi le cellule sensibili all'azione dell'acido retinoico.
A seguito del trattamento con acido retinoico, le cellule neoplastiche vanno incontro all’autodistruzione, attraverso un processo di morte cellulare programmata definito apoptosi.
La ricerca ha dimostrato quindi che è possibile innescare un meccanismo anti-tumorale selettivo e offre pertanto le basi per lo sviluppo di un trattamento fondato sull'attivazione del TLR3 in combinazione con l’acido retinoico.
Il progetto di ricerca è nato presso la Sezione di Istologia ed embriologia medica del dipartimento di Scienze anatomiche, istologiche, medico-legali e dell'apparato locomotore della Sapienza, con il sostegno finanziario della Fondazione Roma e dell’Istituto Pasteur-Fondazione Cenci Bolognetti.
Del  team di ricerca della Sapienza fanno parte anche Roberta Galli, Alessio Paone, Anna Riccioli, Antonio Filippini, Antonella Stoppacciaro e Andrea Tubaro.
In particolare Roberta Galli e Alessio Paone, dopo il conseguimento del dottorato di ricerca alla Sapienza, hanno proseguito e concluso il progetto negli USA nell’ambito di una partnership con il centro di Cleveland, diretto da Carlo M. Croce.”

LO STESSO CHE NEL 1999 DICHIARO': "IN ITALIA, OGNI PAIO D'ANNI , QUALCHE STREGONE SALTA SU DICENDO CHE CURA IL CANCRO. L'HANNO FATTO PER MOLTI ANNI DIVERSI INDIVIDUI E L'ULTIMO DI QUESTA LUNGA SERIE DI STREGONI E' DI BELLA."  COME SI DICE...LA COERENZA DELLO SCIACALLO.

PECCATO CHE…
QUESTI SCIENZIATI E IL LORO SERVILE ENTOURAGE, HANNO LA MEMORIA CORTA E LA TOTALE ASSENZA DI ONESTA’ INTELLETTUALE. CHE SCHIFO.

 PERCHE:

BEN 40 ANNI FA…



Nel 1949 il Prof Di Bella  fece fare la tesi di laurea ad un suo allievo della facoltà di farmacia, il Dr Vigildo Ferrari , sullacido Retinoico ,da allora lo impiegò insieme alla vitamina E con gli altri 2 retinoidi , il Beta Carotene e lAxeroftolo nella prevenzione e terapia dei tumori. Risalgono agli anni 40 le pubblicazioni del Prof Di Bella sui retinoidi .Nel dicembre 1973 presentò una relazione alla Società Medico Chirurgica di Bologna  sullimpiego dei tre retinoidi (Beta Carotene ,Axeroftolo Ac Retinoico solubilizzati in Vitamina E che ne esalta le proprietà antitumorali impedendone lossidazione e prolungandone lemivita)insieme alla Melatonina, in 7 casi di leucemie e piastrinopenie  .

La relazione fu pubblicata lanno seguente :-

[Di Bella L Orientamenti fisiologici nella terapia delle emopatie. Boll. Sc. Med. 1974, 1-3.]

Successivamente limpiego della Soluzione dei retinoidi , insieme agli altri componenti del Suo Metodo fu comunicato in una relazione

al congresso mondiale di ematologia di  Kyoto, 1976.:-

[ Di Bella L Physiological Basis for a rational therapy of bone marrow diseases. XVIth Internat. Congr. of Hematol., Kyoto, 1976, 9-45.]

e al congresso internazionale  sulla Pineale del 1978, e pubblicata su :-

 [Di Bella L et al. Perspectives in Pineal functions. Progress in Brain Research, vol.52,Elsevier Publ. Co., Amsterdam, 1979]

Lunico elemento positivo della pseudosperimentazione MDB del 1998 si può ritenere la codificazione  ministeriale del metodo Di Bella , di cui la soluzione dei retinoidi è un componente essenziale. Nel 2004 è stata pubblicata la monografia il Metodo Di Bella Mattioli Editore con un ampio capitolo sui meccanismi biochimici e molecolari antitumorali dellAc Retinoico nel contesto multi terapico MDB .Sono ormai stati pubblicati numerosi studi clinici sul Metodo Di Bella ,reperibili nella massima banca dati medico scientifica ufficiale www.pubmed.gov sullimpiego dei retinoidi nel contesto del MDB, relativi a oltre 800 pazienti .Questi sono dati di fatto documentati e verificabili ,ma in questi giorni linformazione ha esaltato con grande enfasi come spettacolare e innovativa la scoperta  dei ricercatori della Sapienza coordinati da Elio Ziparo, in collaborazione con il Comprehensive Cancer Center di Cleveland (Ohio), dellimpiego( ancora su cellule in vitro ) , dellacido retinoico in funzione antitumorale [pubblicata sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences]  mentre da oltre 40 anni è applicato con successo dal MDB  nelluomo. E significativo come  uno dei cofirmatari  di questa così innovativa e originale scoperta ,il professor Carlo Maria Croci direttore del Comprehensive Cancer Center di Cleveland  si sia esibito nel 1999 in grossolane offese al prof Di Bella dichiarando : "In Italia, ogni paio d'anni, qualche stregone salta su dicendo che cura il cancro. L'hanno fatto per molti anni diversi individui e l'ultimo dl questa lunga serie di stregoni è Di Bella».

 CHE DIRE? CHE PENSARE?

SEMPRE LA STESSA COSA.
PER IL PROFITTO SI FANNO CARTE FALSE E SI SACRIFICANO VITE UMANE, E NON IMPORTA SE MEZZO SECOLO FA C’ERA CHI AVEVA GIA’ CAPITO TUTTO, IMPORTA SOLO CHE IL SENSO COMUNE OGGI, SIA BEN INSTRADATO A CAPOVOLGERE LA REALTA’, TANTO LA GENTE SI BEVE TUTTO, SEMPRE E COMUNQUE.


Marco La Rosa