IL RISVEGLIO DEL CADUCEO DORMIENTE: la vera genesi dell'Homo sapiens

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VIDEO SINOSSI DELL'UOMO KOSMICO

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PREMIO NAZIONALE CRONACHE DEL MISTERO
ALTIPIANI DI ARCINAZZO 2014
* MISTERI DELLA STORIA *

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LA NUOVA CONOSCENZA

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GdM

martedì 31 luglio 2012

MASSIMO CORBUCCI & IL BOSONE..."PROBABILMENTE NO", DI HIGGS !




Scoperta la particella di Dio? L'opinione di Massimo Corbucci.

 Tanti lettori  hanno chiesto il parere di Massimo Corbucci rispetto alle dichiarazioni del CERN sulla possibile scoperta del Bosone di Higgs o Particella di Dio.
Questo blog è da sempre, per affinità di studi, identità di vedute e per amicizia personale, legato alle teorie e agli studi del Dott. Corbucci, pertanto siamo lieti di proporVi  giustamente, la sua opinione.
Buona Lettura

 Massimo Corbucci- 10/07/2012
da Scienza e Conoscenza:

“Cari lettori, più che dire come la penso io (sarebbe di parte) per la mia “mission”, che è di consentire alla gente di arrivare da sola a giudicare, riporterò con spirito sereno, obiettivo e rispettoso della Verità, alcune considerazioni.
 Un pò di storia sull'atomo 112 e sulla Particella di Dio
 La Scienza cresce tutte le volte che, nel cercare di dare la risposta a domande importanti, giunge ad una prova sperimentale,  che conferma o smentisce l’ipotesi avanzata. Nel nostro caso, l'atomo-114 e la Particella di Dio,  rappresentano due “Santo Graal” della Scienza.  
L'atomo 112
 Negli anni 60', per rispondere alla domanda se valesse o meno la pena di costruire artificialmente elementi trans-uranici per “riempire” la tavola periodica (dato che, salendo di numero atomico, i tempi di dimezzamento per la radioattività diventano millesimi di secondo e non si fa in tempo a vedere il formarsi di materia reale), emerse la Teoria entusiasmante dei tre Fisici Mayer, Jensen e Wigner.  
Questa teoria fu premiata col Nobel nel 1963 “sulla fiducia”, dacché  prometteva che, arrivando a creare un atomo con 114 protoni, questo numero (detto “magico”), avrebbe consentito il prodigio della “stabilità del nucleo”. L’elemento 114 sarebbe stato non più radioattivo e avrebbe finalmente regalato la visione del metallo del 3° millennio, l'elemento trans-uranico stabile di altissimo numero atomico.  
Tralasciando i dettagli sul fatto che questo metallo avrebbe avuto impiego pratico nella realizzazione della “bomba atomica totale” e che fu conteso da tre Grandi Potenze Mondiali, solo la Germania nel 1976, si aggiudicò il primato scientifico, credendo di realizzarlo con l’Acceleratore UNILAC. Rilevante è che, nel 1996, i fisici tedeschi si imbatterono nella “inspiegabile” impossibilità di ottenere un atomo con più di 112 protoni, dichiarando, con molta onestà, di non poter verificare sperimentalmente la Teoria Mayer-Jensen-Wigner, non essendo in grado di creare, dopo il 112, nemmeno l’atomo 113. Figurarsi il 114.
La creazione effettiva di un atomo 114 stabile, o meglio di un briciolo di metallo-114, sarebbe stata la prova atta a confermare la validità della Teoria premiata col Nobel. 
A parte annunci, poi ritrattati, di scoperte presunte avvenute non in Germania e non in Acceleratori “idonei” (per cui col “beneficio della conferma”), di presunti elementi 114-116-118 (dove il 118 è persino fantascientifico, rappresentando un impossibile 7° gas nobile), non risulta che sia mai stato creato il metallo stabile.  
Eppure, è di vitale importanza verificare se davvero l’ontologia dell’atomo e del Sistema Periodico, prevede l’eternità soltanto per l’Idrogeno o anche per l’elemento 114. Sapere questo con certezza porterebbe la Scienza a compiere un enorme passa in avanti da dove ora si trova, immobile. 
Il giorno che vedrò, anche al microscopio (sebbene tenerne in mano un blocco sarebbe più emozionante), una briciola di metallo 114, mi scuserò con Dio per aver offeso la Natura con la Nuova Tavola Periodica dove tutti gli Elementi saranno infine in perfetto ordine e i Lantanidi e gli Attinidi non ne verranno più esclusi.   
La "Particella di Dio"
 Dopo la strabiliante equazione E = mc2, molti scienziati si chiesero cosa fosse realmente "m", ovvero da dove ricavassero la massa le particelle di cui si compone un atomo. Tale problema ha un nome: “conferimento della massa”.
 Nel 1964 Peter Higgs propose, sulla base di un modello detto "Standard" (che si stava imponendo in Fisica) che, come per il “conferimento del peso atomico” il “tassello mancante” era rappresentato da un Bosone detto GRAVITONE, così un altro Bosone era atto a conferire la massa.
 L’idea piacque così tanto da scatenare la corsa all'identificazione di questo Bosone, che prese il nome di "Bosone di Higgs". Sorvolando sui dettagli (che già nell’anno 2000 tutti erano certi della “cattura” di questa particella e che destò molto stupore il mancato riscontro sperimentale) importante per la Scienza era trovare la modalità con la quale detto Bosone conferisse la massa alle altre particelle.
 Paragoniamo il Bosone di Higgs ad una emittente radio molto ascoltata, poichè ricca fonte di informazioni. Al CERN di Ginevra, supponendo che fosse un Bosone la spiegazione del conferimento di massa, si è proceduto ad una "scansione" delle varie fequenze intorno alle quale si ipottizzava potessero trovarsi tali particelle, captando una specifica emissione nella fattispecie a 125 GeV (l’unità di misura delle “alte energie di estrazione”): tale valore avrebbe rappresentato la frequenza di emissione della nostra sopra citata "radio". Se così fosse, qualora ci si metta ad ascoltare ciò che trasmette l'emittente, se ne trarrebbero informazioni straordinarie ed importanti, ossia, nella fattispecie, spiegare il mistero del conferimento di massa. Ciò consentirebbe all'umanità di compiere un enorme balzo in avanti nel campo delle sue conoscenze.
Dovesse però esser vero, come sta trapelando da più parti che, ad un attento ascolto di questa emittente, diviene palese l'impossibilità di non riuscire ad effettuare nessuna modulazione della frequenza (ne’ in AM ne’ in FM), sentendo solo fruscii, crepitii e sibili privi di senso, allora sarebbe il caso di fermarsi un momento a riflettere.
Vero è come il CERN non sia in crisi solo con il Bosone di Higgs. Per salvare l'ipotesi del Modello Standard resta da trovare anche il secondo bosone (ossia il GRAVITONE).  Com’è noto, da quando la Comunità scientifica ha rilevato diversa “g” (o "accelerazione di gravità" che è l'accelerazione che un corpo subisce quando è lasciato libero di muoversi in caduta libera in un campo di gravità) nella caduta di una sfera di alluminio e di una sfera di ferro, ci sono forti indizi che la gravità non funzioni come si pensava e alla mancanza delle onde gravitazionali potrebbe corrispondere l’inesistenza del gravitone!
Non meno, vi è l’obbligo di ricordare che resta aperto il mistero, più che mai imperscrutabile per la Fisica, della “materia oscura” (la componente di materia che si manifesta attraverso i suoi effetti gravitazionali, ma non è direttamente osservabile) e della natura dei neutrini.
Non mi pare nemmeno una quisquilia da pedanti, stabilire se il famigerato Bosone di Higgs supera o no la velocità della luce. Qualora la superasse, come lo stesso CERN aveva correttamente già rilevato, per gli scienziati  comincerebbe un calvario inimmaginabile che farebbe rimettere in discussione il ruolo di questa particella nel conferimento della massa. 
 Concludo congratulandomi con Peter Higgs che, con i suoi concetti, mi ha consentito, a partire dal 1976, di sviluppare mie ipotesi personali sul conferimento della massa. Idee, queste, che mi hanno procurato numerosi problemi in vita e negli ambienti lavorativi, i quali potrebbero risolversi qualora arrivasse provvidenzialmente per me,  l’annuncio del CERN, che la famosa emittente captata di cui abbiamo parlato prima, trasmetta chiare e comprensibili, lezioni di fisica magistrali e risolutive.
Permettetemi di concludere dicendo che, indipendentemente dal fatto che sia stato chiarito il meccanismo che conferisce la massa o la presenza di una particella (e in questo caso, confermando con altissima probabilità che si tratta di un Bosone) cosa più importante ora sarebbe il conferimento di un premio Nobel a Peter Higgs, per le rivoluzionarie teorie concepite.
Quel che si verrà a scoprire un domani, non possiamo nemmeno lontanamente prevederlo. L’universo e l’interno dell’atomo nascondono misteri così grandi che, probabilmente, se ne venissimo a conoscenza ora, non avremmo nemmeno le capacità intellettive ed i mezzi per comprenderle.  
 Un saluto a tutti i miei amati lettori”
 Massimo Corbucci  



lunedì 30 luglio 2012

CURIOSITY: MARTE HA MAI OSPITATO FORME DI VITA?



 Tra pochi giorni, il 5 agosto 2012, il nuovo rover della NASA Curiosity dovrebbe atterrare sul Pianeta Rosso nel cratere Gale, nei pressi di una montagna chiamata "Mount Sharp". La missione , nota con il nome di "Mars Science Laboratory " è sicuramente la più complessa e ambiziosa mai tentata nel campo dell'esplorazione robotica dello spazio. Le operazioni del rover dovrebbero durare almeno un anno marziano, cioè circa 2 anni terrestri e lo scopo sarà quello di investigare sulla passata, e presente, capacità di Marte di sostenere la vita. Già la tecnica di atterraggio costituirà una novità visto che, dopo l'ingresso in atmosfera e una discesa rallentata da paracadute, il rover marziano verrà calato sul terreno tramite dei cavi da una piattaforma volante chiamata "skycrane" (letteralmente: "gru del cielo") che rimarrà sospesa in aria grazie a dei razzi per il tempo necessario alla deposizione sul suolo marziano del laboratorio scientifico mobile. Questo nuovo metodo di atterraggio, che sostituisce il più classico uso di air-bag per attutire l'impatto col terreno, ha permesso di ampliare la gamma di possibili siti di atterraggio, tanto da includere alcune delle regioni marziane più interessanti dal punto di vista scientifico come il cratere Gale. Il rover stesso è da primato: essendo il più grande (ha le dimensioni di una piccola automobile) e sofisticato mai inviato sul Pianeta Rosso, Curiosity sarà in grado di effettuare complesse analisi geochimiche del suolo marziano che permetteranno di analizzare con un dettaglio senza precedenti la composizione chimica di suolo, rocce e atmosfera alla ricerca di indizi sulla passata, e eventualmente presente, abitabilità della regione. Tra gli avanzatissimi strumenti presenti sul rover figurano uno spettrometro per neutroni che andrà alla ricerca di acqua e particolari rocce nei suoli sotto il veicolo, un sensore di radiazioni che monitorerà raggi cosmici e radiazione solare, uno spettrometro a raggi x montato su un braccio mobile che determinerà in situ la composizione delle rocce, una stazione meteorologica, delle videocamere a colori ad altissima definizione, un laser per perforare le rocce fino a sette metri di distanza. Curiosity è anche dotato di un gascromatografo e di uno spettrometro di massa pensati soprattutto per individuare carbonio organico nei campioni di rocce e in atmosfera oltre che di un apparato per analisi mineralogiche mediante diffrazione dei raggi x.
Il luogo d'atterraggio è stato scelto dopo una accurata selezione a partire da una lista di più di 50 possibili siti candidati. Il cratere Gale, il luogo scelto come più adatto per la missione, al centro del quale si trova il monte Sharp, è situato nei pressi dell'equatore marziano ed ha un diametro di circa 150 km. All'interno di questo antico cratere da impatto l'erosione del vento, nel corso degli eoni ha esposto strati rocciosi un tempo sepolti e quelli che sembrano essere antichi depositi fluviali.
Lo studio del monte Sharp potrebbe essere una grande occasione per comprendere il passato di Marte. I ricercatori pensano infatti che il monte Sharp, con la sua evidente struttura a strati che si innalza per oltre 5 km di altezza, sia stato creato dalla stratificazione di depositi in epoche successive all'evento di impatto che deve aver creato il cratere Gale, oltre 3 miliardi di anni fa. Negli strati più profondi, le missioni marziane che in passato si sono trovate a studiare il pianeta dall'orbita hanno identificato minerali che possono essersi formati in presenza di acqua. La ricerca sul campo permetterà, nei prossimi mesi, di studiare le condizioni climatiche al momento in cui i diversi strati si sono depositati. Per il team della NASA sarà come leggere le pagine di un libro sulla storia geologica di Marte.

da: Antikitera.net

GROENLANDIA IN 4 GIORNI SCIOLTO IL 97% DEL GHIACCIO



 Sono bastati pochi giorni a trasformare in una poltiglia melmosa quasi tutta la gigantesca calotta glaciale groenlandese. Lo dimostrano le immagini raccolte dai satelliti della NASA: è il disgelo più rapido da quando, 30 anni fa, è iniziata questa forma di monitoraggio.
È uno degli effetti del riscaldamento globale? Sarebbe facile ipotizzarlo, ma gli esperti sostengono che disgeli ultrarapidi avvengono una volta ogni 150 anni. Se però dovessero diventare più comuni, la situazione del livello dei mari, che già si sta innalzando oltre il livello di guardia, potrebbe ulteriormente peggiorare.
Gran parte del disgelo è avvenuta in soli quattro giorni. L'8 luglio le mappe satellitari mostravano che si era sciolto circa il 40 per cento della calotta glaciale groenlandese. Ma il 12 luglio quella cifra era salita al 97 per cento. Una percentuale gigantesca se si pensa che in media, negli ultimi tre decenni, intorno alla metà di luglio fondeva solo la metà circa dei ghiacci dell'isola.
La rapidità e l'estensione del disgelo di quest'anno hanno colto di sorpresa alcuni scienziati. "È stato così straordinario che in un primo momento ho avuto qualche dubbio", racconta Son Nghiem, uno degli scienziati del Jet Propulsion Laboratory della NASA che si occupano del progetto. "Erano risultati reali o si trattava di un errore nella raccolta dei dati?". Il disgelo ha interessato perfino il punto più alto e più freddo della Groenlandia, la Summit Station, che si trova a 3.200 metri sopra il livello del mare.
Un fenomeno naturale?
"Per quanto ne sappiamo, un evento simile non si è mai verificato da quando esistono i satelliti", sostiene Thomas Mote, climatologo dell'Università della Georgia e anche lui membro dell'équipe. Ma potrebbe essere accaduto in passato, precisa un'altra scienziata che ha partecipato allo studio, la glaciologa Lora Koenig. "I carotaggi del ghiaccio di Summit Station mostrano che disgeli di questo tipo si verificano in media ogni 150 anni", dichiara la scienziata: l'ultimo risale al 1889.
È quindi difficile stabilire se il riscaldamento globale abbia avuto un ruolo nell'evento "estremo" di quest'anno. Tanto più che il grande disgelo è coinciso con la formazione di un fronte di alta pressione proprio sulla Groenlandia, che ha attirato nei cieli dell'isola aria calda proveniente dalle basse latitudini dell'Oceano Atlantico. "C'era questo blocco di aria calda proprio al di sopra della calotta glaciale", spiega Mote. "Un fenomeno simile per natura, anche se non per durata o dimensioni, all'ondata di caldo che sta interessando le Grandi Pianure americane, causando tra l'altro una grave siccità".
Allarme livello del mare
Le conseguenze di questo rapido disgelo sembrano difficili da individuare quanto le cause. In luglio, ad esempio, alcuni fiumi groenlandesi hanno provocato alluvioni ma, assicura Mote, "non siamo in grado di attribuirle al disgelo".
Ma se il riscaldamento globale renderà più frequenti eventi estremi di questo tipo, avvertono gli scienziati, il livello dei mare potrebbe ulteriormente innalzarsi. Normalmente, quando il ghiaccio si scioglie, parte dell'acqua viene riassorbita dalla neve compatta che ricopre la calotta glaciale. "Così l'acqua gela di nuovo, e si ritrasforma in ghiaccio", spiega il glaciologo Alexander Robinson del Pik, il Centro di ricerca sull'impatto dei cambiamenti climatici di Potsdam, in Germania. "Ma se la calotta glaciale si sgela e ricongela ripetutamente, lo strato di neve può assottigliarsi, e questo finisce per ridurre la possibilità di ricongelamento della calotta".
Se l'intera copertura glaciale della Groenlandia dovesse fondere definitivamente, stimano gli scienziati, il livello globale dei mari salirebbe di sette metri, con conseguenze apocalittiche.

da: Antikitera.net

sabato 28 luglio 2012

CROP CIRCLE NEL DESERTO DI GOBI



E' STATA avvistata una formazione di dubbia origine anche nel deserto di Gobi, il fatto risale al 2011 .
le notizie e le opinioni rigurdanti questo disegno sono contrastanti. Non è dato a sapere se si possa ritenere una formazione "originale" oppure un artefatto, tuttavia è ugualmente interessante osservare le caratteristiche del pittogramma, che è stato rinvenuto su una superficie salata.



giovedì 26 luglio 2012

Petizione: RACCOLTA FIRME PER RIDURRE GLI STIPENDI DEI PARLAMENTARI E DEI MINISTRI!

QUESTO BLOG ADERISCE A:



siamo stanchi di ascoltare ogni giorno che c'è crisi nella nostra cara Italia quando ci sono tutti i parlamentari che prendono stipendi che si aggirano sui 15.000 euro al mese e anche di più  !  ora basta è ora di farla finita con questo sperpero di soldi dei cittadini, che viene usato per pagare gli stipendi di ministri che non meritano tutto cio che ricevono. ora basta!!!! chi vuol dare una svolta firmi questa petizione! meno soldi ai politici più soldi ai bisognosi e ai disagiati!

 firmate!!! ci vuole un referendum! dobbiamo raggiungere le 500.000 firme!!!!e per legge dovranno essere obbligati ad eseguire la volontà popolare!

lunedì 23 luglio 2012

SIAMO PRIMI AL MONDO !



di:  Antonio Gigliotti

Primi assoluti al mondo! E certo, perché una volta sfumato il sogno ucraino degli europei di calcio, che ci siamo fatti sfuggire a tutto vantaggio della pluripremiata Spagna, e ancora prima che la fredda Albione vestita a festa ci faccia intravedere le glorie olimpiche, il Belpaese ha incassato un successo senza eguali: ebbene, l’Italia afflitta da venti di recessione è stata premiata con la prestigiosa medaglia d’oro del Paese con le tasse più alte al mondo.
Stando ai risultati di uno studio condotto da Confcommercio, in Italia la pressione fiscale apparente, ossia quella desumibile dal rapporto tra gettito erariale e PIL, negli ultimi 12 anni ha subìto un’escalation costante al rialzo, salendo così al 45,2% nel 2012. Guardando alla pressione fiscale sui contribuenti invece, il dato sale al 54,8%, consegnando al nostro Paese il triste primato a livello mondiale.
Nel corso della presentazione del rapporto è intervenuto il Direttore dell’Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, il quale, a supporto dei dati forniti da Confcommercio, ha sottolineato come la pressione fiscale reale sia talvolta anche superiore al 55% indicato dallo studio, arrivando addirittura in alcuni casi a toccare la soglia del 70%. Lo stesso, dopo aver affermato “che la pressione fiscale è elevatissima” ed è “un grosso problema”, ha cercato di scaricare la colpa del carico tributario troppo elevato sui disonesti che si sottraggono ai diversi obblighi verso l’Erario.
Dunque, tale nera vittoria è in buona parte riconducibile a quella larga fetta della popolazione italiana che, in diverse misure, decide deliberatamente di attaccarsi in maniera parassitaria al resto della società che invece rispetta i propri impegni col Fisco. Mi chiedo, però, se davvero tutta questa storia del gettito alto e del primato italiano possa essere riconducibile all’evasione o se, contestualmente, non vi siano altre problematiche alla fonte di siffatto raccapricciante scenario.
A mio parere, l’analisi del Direttore delle Entrate tralascia un aspetto fondamentale. Il punto è che a favorire l’evasione fiscale sono oltre al livello di pressione fiscale (ora primo al mondo), anche le infinite carenze del sistema dei controlli, la percezione di servizi pubblici a volte inesistenti, i vari scandali da parte degli appartenenti alla Casta, quindi di coloro che dovrebbero dare il buon esempio, e infine la complessità dei vari adempimenti fiscali. In sostanza, si potrebbe riassumere tutto sotto un’unica parola: sfiducia.
Ciò detto, appare ormai difficile non dare una risposta certa agli ingenui, o sedicenti tali, che ancora hanno il coraggio di domandarsi perché le aziende nel nostro Paese abbiano smesso di crescere o, ormai in molti casi, abbiano fatto le valigie e si siano trasferite alla volta di lidi esteri, fiscalmente più fertili e appetibili.
Ma siamo un po’ seri! Come si può pensare di aiutare la crescita del Paese introducendo una nuova tassa al giorno e strangolando quelle poche imprese ancora in vita? Tutto ciò, si badi bene, senza una politica mirata a dare respiro alle imprese!
Non si può far finta di non vedere che i soldi giunti a sanare le casse delle nostre banche siano stati investiti dagli stessi istituti di credito lucrando sulla differenza. Quali interventi ha preso questo governo per far sì che quelle risorse finanziarie venissero dirottate alla volta delle imprese in crisi?
Ci avevano promesso che dopo un periodo di lacrime e sangue sarebbe arrivato il periodo della crescita con provvedimenti diretti in tal senso. 
Io lo sto ancora aspettando questo periodo d’oro. E voi?
Anche per quanto riguarda lo spread, le previsioni erano state rosee e dense di ottimismo. Fino allo scorso novembre si faceva la gara nel dire che il livello elevato era imputabile al governo Berlusconi e che, al contrario, con il sobrio e misurato team tecnico si sarebbe ridotto. Ebbene, dove sono ora questi livelli accettabili dello spread che avevano promesso? I dati mostrano che in realtà siamo a un punto ben superiore rispetto a quello raggiunto durante il governo precedente.
Ma questo governo, bisogna ammetterlo, non ha solo la fissa delle tasse. E no! La squadra esecutiva sta dimostrando una predilezione anche per le cesoie. Peccato però che ancora non si è ben compreso quali siano i tagli mirati che ha intenzione di fare. E soprattutto ne sfuggono i risultati benefici per l’Italia.
Pertanto, non posso fare a meno di chiedermi, l’ormai famosa spending review quali settori ha realmente ridimensionato?
L’altra brutta notizia giunta qualche giorno fa è che il Parlamento, anziché individuare una misura d’argine alla straripante pressione fiscale, ha fatto esattamente il contrario votando per il fiscal compact (che non sta per FISCAL FOCUS). Di cosa si tratta? Ebbene, di un patto scellerato che ci impegna per i prossimi vent’anni ad applicare rigide regole di bilancio. In sostanza, dal 2013 saremo costretti a fare delle manovre annuali da 45 miliardi di euro, nel disperato tentativo di rispettare i parametri debito-PIL e deficit-PIL. Misure che praticamente non lasceranno alcuno spazio per la riduzione delle tasse, anzi è molto più probabile che siano preludio a un ulteriore aumento. E sì, perché un Paese incapace di scovare i veri evasori e mettere fine agli sprechi tentando di farlo con la spending review, non ha altra strada che quella dell’aumento delle tasse, continuando a sottomettersi alle mire della Germania. Ciò significa che d’ora in poi non potremo decidere più nulla se non chiedendo il permesso al glorioso popolo teutonico.
Vi sono però alcuni risvolti della medaglia che non possono non destare una particolare curiosità. Ad esempio, sapevate che il premier Monti, nominato senatore a vita, si è assicurato un bel vitalizio di oltre ventimila euro al mese?
O che il ministro Passera, prima di porsi al servizio del Paese, ha incassato da Banca Intesa oltre undici milioni di euro tra liquidazione e monetizzazione di stock option. Beato lui, certamente soldi meritati.
Ma cari tecnici, anche i nostri piccoli guadagni (di cui ci lasciate il 30% prelevando addirittura il 70% di tasse), sono meritati e non abbiamo più intenzione di lasciarvene altri…
Come vedete, cambiando l’ordine degli addendi il risultato non cambia… prima avevamo la casta dei politici, ora quella dei tecnici…
E a noi non rimane neanche il tempo per pagarle, tutte queste tasse! 

Da: FISCAL FOCUS


domenica 22 luglio 2012

ESEMPIO DI ALTO VALORE - FABBRICA SALVA DIPENDENTI


MITSUBISHI  esempio di persone che dimostrano buonsenso...

tratto da yahoo.it di  Fulvio N.

"In questo periodo di crisi le vendite di automobili sono crollate un po' in tutta Europa e molte aziende si chiedono se sia conveniente continuare a produrre e investire nel vecchio continente. Tra di esse, la giapponese Mitsubishi Motors che di fronte al crollo di produttività del suo unico stabilimento nell'Europa Occidentale, la NedCar olandese, dalle 250.000 unità all'anno del 1999 alle poco più che 40.000 del 2011, ha deciso di vendere la fabbrica per incrementare la produzione nei mercati emergenti come Indonesia, Thailandia, Cina e Brasile. Fin qui niente di strano, anzi, sembra una triste storia come tante altre. Ma c'è un particolare della vendita che la rende unica e dovrebbe insegnare qualcosa a molti nostri manager e imprenditori, Marchionne in testa, e cioè il fatto che il prezzo di tutto lo stabilimento per il futuro acquirente è stato fissato a 1 euro, con l'obbligo però di mantenere tutti gli attuali 1.500 dipendenti. Una lezione su cosa sia il senso di responsabilità verso i propri lavoratori (che ha come ricaduta una grandiosa operazione di immagine e, quindi, di marketing), visto che la società ha calcolato una perdita di 28 miliardi di yen (quasi 290 milioni di euro) per via di quest'operazione e le sue azioni sono scese del 2,5% in seguito alla notizia."

venerdì 20 luglio 2012

SINDONE: NUOVI STUDI CONFERMANO L'AUTENTICITA' ?




PER RICREARE L'IMMAGINE DELLA SINDONE CI VUOLE L'ENERGIA DI 50 FULMINI
 di: Roberto Brumat
Uno scienziato padovano espone i suoi ultimi esperimenti.  I risultati escono ora negli Stati Uniti.
  Giulio Fanti: il lenzuolo impresso da un'enorme energia
Per spiegare il segreto della Sindone servirebbero molti fulmini, forse cinquanta. Questo stando alle ricerche che alcuni ingegneri dell'Università di Padova conducono da sette anni per capire come si è formata la misteriosa immagine conservata nel duomo di Torino e venerata come corpo di Cristo dal 1147, quando Luigi VII re di Francia la vide la prima volta nella cappella del palazzo imperiale di Costantinopoli. Le ricerche continuano nonostante i tre esami al Carbonio 14 eseguiti in Arizona, a Oxford e a Zurigo, abbiano datato la Sindone tra il 1260 e il 1390. Non potendo disporre di 50 milioni di Volt - tanti dice l'ingegnere americano Igor Bensen servirebbero per riprodurre su un tessuto di lino (stando al metodo degli ingegneri padovani) un'immagine come quella della Sindone - il professor Giulio Fanti docente di Misure meccaniche e termiche al Dipartimento di Ingegneria Meccanica dell'Università di Padova, nel laboratorio Alte Tensioni diretto dal professor Giancarlo Pesavento usa un generatore che arriva a 500.000 Volt: metà dell'energia scaricata da un fulmine.
Il professor Fanti, già fondatore del Centro Interdipartimentale Studi e Attività Spaziali "CISAS G. Colombo", membro di gruppi internazionali per missioni spaziali e autore di tre libri sugli studi eseguiti per la Sindone, illustra gli oltre cento esperimenti che ha ideato: "Usiamo un tessuto simil sindonico prodotto dall'azienda torinese Liotex; lino con identico numero di fili e tramatura a spina di pesce della Sindone. Spalmato di olio, lo adagiamo sotto e sopra un manichino in scala 1:2 rivestito di vernice conduttrice a base di rame. Col manichino al centro di un campo elettrico attiviamo tante micro scariche: si determina così una luminescenza che genera sul tessuto macchie simili a quelle presenti sulla Sindone; solo che le nostre si concentrano in porzioni di 15 centimetri di lino in corrispondenza della testa e delle braccia. Per "impressionare" l'intero manichino alto un metro, la potenza andrebbe centuplicata". L'impronta della Sindone, secondo Giulio Fanti, sarebbe l'effetto di una fortissima energia sprigionatasi per brevi istanti, come dimostra quella riprodotta in scala nel laboratorio padovano. "Credo che sia il prodotto dell'"effetto corona", qualcosa di simile alla scarica elettrica che genera ozono, un riscaldamento di circa 10 gradi, una luminescenza e un effetto acustico".
Così come sul sacro lenzuolo, anche su quello usato a Padova, le macchie formatesi non sono superficiali, ma interne al tessuto. Per il docente, nel caso della Sindone la radiazione è stata perpendicolare al corpo. Appaiono più scure solo le fibrille di lino a contatto col corpo per uno spessore di 200 nanometri (una misura infinitesimale), come se l'energia fosse venuta dall'interno di quel corpo: ciò dimostra anche che non si tratta di un falso. In questi giorni lo studio Fanti è stato pubblicato sulla rivista scientifica americana Journal of Imaging Science and Technology: ma è solo il primo atto, dice lo scienziato, dopo tanti anni di ricerche che il mondo accademico internazionale ha trascurato preferendo attestarsi sulle posizioni dei risultati del Carbonio 14. "A proposito della datazione di frammenti della Sindone - conclude - ho condotto uno studio statistico con i professori Fabio Crosilla dell'Università di Udine, Marco Riani dell'Università di Parma e Atkinsons di Londra, dimostrando che i dati ottenuti sui frammenti di Sindone trattati col Carbonio 14 non sono attendibili e in alcuni casi riportano anche errori di trascrizione".


Roberto Brumathttp://corrieredelveneto.corriere.it

giovedì 19 luglio 2012

W VITTORIA , EVVIVA, CHIUSO GREEN HILL

GREEN HILL chiuso dalla forestale !!!

con grande piacere annuncio questa notizia che, forse anche grazie al piccolissimo contributo di questo blog, con il gran clamore della gente, con manifestazioni a tutto spiano, ha portato a chiudere e al sequestro di green hill, la giustizia esiste ancora, le persone si fanno sentire, qualcuno ascolta. Questo è un segno positivo in questo momento storico.
(Matteo Zavattaro)

Brescia, forestale sequestra allevamento beagle Green Hill

la press

Brescia, 18 lug. (LaPresse) - Circa 30 membri del corpo forestale dello Stato, appartenenti ai comandi provinciali di Brescia, Bergamo e al nucleo investigativo per i reati in danno agli animali, insieme al personale della questura di Brescia sta eseguendo il sequestro di Green Hill, l'allevamento di Beagle destinati ai laboratori di vivisezione, situata a Montichiari, in provincia di Brescia. L'operazione sta portando al sequestro di cani di razza beagle, sia cuccioli che adulti, e dell'intera struttura costituita da quattro capannoni, uffici e relative pertinenze per un totale di circa cinque ettari. Tra i reati contestati quello di maltrattamento animale. Le operazioni di ispezione e sequestro della struttura sono state disposte dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale ordinario di Brescia.


martedì 17 luglio 2012

11 SETTEMBRE 2001: NUOVI INDIZI SMENTISCONO LA VERSIONE UFFICIALE



- di Giulietto Chiesa-
Il panel di esperti internazionali di cui mi onoro di fare parte,  ha reso note le sue ultime conclusioni (in ordine di tempo) circa la cruciale questione dei “falsi rendiconti” sulle azioni, e sui luoghi dove si trovavano, i maggiori leader politici e militari americani in quella fatale giornata.
Sono otto capitoli, i cui dettagli possono essere studiati sul sito http://www.consensus911.org  e che gettano una nuova, impressionante luce su ciò di cui, a distanza di ormai undici anni, milioni e milioni di persone, in tutto il mondo (diciamo l’immensa maggioranza), non sa nulla. A cominciare dalle menzogne ufficiali che furono raccontate per impedire che il pubblico – in primo luogo quello americano – sapesse dove si trovavano e cosa stavano facendo i quattro più importanti al momento: il presidente statunitense George W. Bush, il vicepresidente Dick Cheney, il segretario alla Difesa Donald Rumsfeld, il generale a capo degli Stati Maggiori riuniti Richard Myers.
Gli otto nuovi studi sono stati realizzati dai venti membri del 9/11 Consensus Panel usando i risultati del Foia, Freedom of Information Act, in base all’analisi di tutte le fonti giornalistiche disponibili. E in base alle stesse affermazioni della Commissione ufficiale d’inchiesta.
La documentazione è effettivamente impressionante e di menzogne ufficiali ne fuoriescono a torrenti. A cominciare dall’accertamento del fatto, davvero sbalorditivo, che un numero senza precedenti di esercitazioni militari venne concentrato proprio nella giornata dell’11 settembre 2011. Furono ben 7. Ma la Commissione ufficiale d’inchiesta ne ricorda, brevemente, solo una, quella che si chiamò “Vigilant Guardian”. Anche questa, però, veniva fatta a ottobre, tutti gli anni. Solo nel 2001 venne anticipata a settembre. Simultaneamente ci fu anche “Global Guardian”, del Norad, anche questa di regola era sempre stata fatta a ottobre. E via elencando: “Amalgam Warrior” (esercitazione di volo a larga scala, su più regioni Norad, di regola due volte l’anno, ad aprile e a ottobre). Questa volta anch’essa spostata a settembre. Interessante la quarta, “Northern vigilance”, che fece spostare quella mattina quasi tutta la forza aerea della difesa statunitense in Canada e Alaska. Seguivano, anzi erano in contemporanea, la “Vigilant Warrior” (esercizi di allenamento al volo) e “Red Flight” (che determinò il trasferimento dei jet dalla base di Langley, Virginia, ad altra destinazione). Infine ecco il “National Reconnaissance Office” (NRO) che – ma guarda che straordinaria coincidenza! – aveva programmato per quella mattina, esattamente alle 9:10, l’impatto di un piccolo aereo contro una delle torri dell’agenzia, nei pressi di Washington.
Impossibile riassumere qui tutti gli aspetti clamorosi che emergono da questi otto capitoli. Una cosa è certa: la Commissione ufficiale, presieduta (illegalmente) da Philip Zelikow, intimo amico e collaboratore di Condoleeza Rice, non solo “dimenticò” sei delle sette esercitazioni in corso, ma sottovalutò incredibilmente la confusione che tutte quelle esercitazioni militari avevano provocato mentre erano in corso i quattro dirottamenti. Inoltre emerge incontrovertibilmente che quella mattina gli schermi radar della difesa aerea statunitense furono accecati da false immagini di ciò che accadeva realmente nei cieli dell’America del Nord. Quelle false immagini vennero eliminate dagli schermi solo dopo che fu colpita la Torre Sud del World Trade Center.
Ma chi era al comando in quelle ore? Le fonti ufficiali ripeterono a oltranza che Bush, Cheney, Rumsfeld, Myers (che stava sostituendo il generale Hugh Shelton), Montague Winfield, generale anche lui e a capo della war-room,  erano tutti (ma davvero inspiegabilmente) lontani dalla posizione di responsabilità. Cioè non erano dove avrebbero dovuto essere. E che ci arrivarono soltanto dopo che il Pentagono fu colpito, alle ore 9:37. I documenti li smentiscono. Alcuni di loro non solo erano al loro posto, ma erano ben informati di ciò che stava accadendo e discussero perfino se si dovesse abbattere, o meno, il quarto aereo dirottato, il volo 93, i cui frammenti furono ritrovati non a Shanksville (come testificò la Commissione ufficiale) ma su un diametro di parecchi chilometri. Altra smentita alla versione ufficiale.
Il Consensus Panel non è un tribunale, ma raccoglie elementi che potranno essere utili per ogni ulteriore ricerca, non importa da chi condotta, da enti pubblici, dai media, dai centri accademici. Chi vuole aprire gli occhi vada a sincerarsene. Sono un contributo all’indagine che Ferdinando Imposimato sta portando a termine per esporre i capi d’accusa al Tribunale Penale Internazionale dell’Aja perché prenda in esame l’ipotesi di incriminare importanti membri dell’amministrazione americana dell’epoca con l’accusa di “concorso in strage”.
Tratto da: 11 settembre, nuovi indizi smentiscono la versione ufficiale | Informare per Resistere http://www.informarexresistere.fr/2012/06/08/11-settembre-nuovi-indizi-smentiscono-la-versione-ufficiale/#ixzz1zGgb0l3T 

 - Nel tempo dell'inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario!

sabato 14 luglio 2012

TUMORI : L'ONCOLOGIA VIVE SULLE BUGIE !



Di:  Dott. Giuseppe Di Bella

L'INFORMAZIONE DIFFONDE I CONTINUI SUCCESSI DELLE CURE ONCOLOGICHE CHE GUARISCONO, ORMAI, TUTTI I TUMORI 
Perché allora solo in Italia oltre 400.000 decessi l'anno per malattie neoplastiche, decine di milioni in tutto il mondo? Perché un fallimento di questa portata delle terapie mediche oncologiche?
Perché l'oncologia non è ancora in grado di guarire un solo tumore solido (solo la chirurgia in certi casi  può ottenere la guarigione) malgrado continui, altisonanti annunci di clamorosi progressi e spettacolari scoperte, purtroppo solo mediatiche di un'informazione asservita?
Perché un disastro di queste dimensioni e gravità che  non ha precedenti nella storia della medicina, non porta ancora ad una riflessione seria, onesta  e critica sulle reali cause? A una revisione dei protocolli oncologici  e dei criteri di valutazione delle terapie antitumorali, della valutazione  di scelta dei farmaci e loro associazioni ?
Per motivi semplici e intuibili documentati e verificabili:
- l'evidente frattura tra evidenze scientifiche e pratica clinica, per cui molecole antitumorali di elevata efficacia e tollerabilità come quelle del MDB sono aprioristicamente e irrazionalmente rifiutate.
- la palese contraddizione e completa irrazionalità dei criteri di valutazione oncologici arroccati su paradigmi ripetitivi e superati.
Un chiaro esempio di contraddizione
(la sperimentazione ministeriale sul MDB)
La validità di uno studio clinico ( parametri considerati ufficialmente dal National Cancer Institute ) è determinata in base, e secondo una scala gerarchica di parametri:
•1)      la Progettazione  (che ha 3 gradi decrescenti di valore )
A)  studio clinico in doppio cieco con gruppo di controllo
B)  gruppo di controllo
C)  raccolta di casi clinici
•2)      gli Obiettivi (anche questo parametro presenta 3 sotto-parametri decrescenti nel valore)
A) sopravvivenza
B) qualità di vita
C) dimensioni della neoplasia
La sperimentazione del metodo Di Bella (a parte 10 cause di invalidazione che avrebbero destituito non solo di  validità, ma di decenza qualsiasi sperimentazione (come la somministrazione di farmaci scaduti a 1048 pazienti, errata somministrazione di acetone notoriamente tossico e cancerogeno, di solo di 4 dei 7 farmaci  della terapia, di criteri di arruolamento assolutamente antitetici  a quelli codificati da Prof. Di Bella e verbalizzati in commissione oncologica ecc...) è stata  fatta con il grado più basso di progettazione: raccolta di casi clinici senza doppio cieco e senza gruppo di controllo  e con il più basso grado fra gli obiettivi: la dimensione del tumore. In queste condizioni secondo gli stessi criteri oncologici,  il livello scientifico è scadente e pertanto non può dare alcuna indicazione clinica. Pertanto l'oncologia applicando i  suoi stessi criteri non può riconoscere alcuna validità alla SUA sperimentazione sull'MDB e tuttavia , col pretesto della SUA stessa sperimentazione (ignorando inoltre le numerose e gravi anomalie) pretende di ritenere inefficace il MDB e vietarne l'erogazione ai pazienti .
L'aspetto eticamente e scientificamente più grave è comunque il rifiuto di un esame attento e accurato della realtà, dell'evidenza, della considerazione onesta del dato di fatto, dell'evento  chiaramente documentato, verificabile. In una società ormai impermeabile alla verità,  giunta all'infimo grado di degradazione morale e di perversione della sua storia, la realtà,  l'osservazione diretta e attenta della realtà, da sempre alla base della ricerca scientifica, dell'evento evidente a tutti e documentato, da chiunque verificabile, è rifiutato e sostituito da una realtà artificiale e virtuale,  costruita  dalle multinazionali: la statistica degli studi clinici . Come se ancora esistesse qualcuno talmente ingenuo da non sapere perfettamente come e da chi e con quali finalità e con quali modalità detti studi sono progettati  programmati condotti e conclusi.  Di decine di casi di tumori solidi curati con MDB esiste la completa e inattaccabile documentazione (pubblicata su riviste internazionali) della completa e stabile guarigione senza intervento chirurgico, radio o chemio, con la piena disponibilità dei pazienti di dare ampia e completa collaborazione. Per i signori della chemio che non sono ancora in grado di guarire un solo tumore solido, non desta il minimo interesse, attenzione, curiosità umana o scientifica esaminare accuratamente e dettagliatamente queste realtà , l'ampia documentazione, verificare e studiare a fondo i singoli casi, i meccanismi d'azione attraverso cui si è gradualmente realizzata la guarigione. Per queste sacre, immacolate e disinteressate vestali della medicina e della ricerca, la realtà non conta, il dato di fatto non conta, la verità non conta,  l'evidenza non conta, la logica non conta, la razionalità non conta,  contano i loro funambolismi statistici, i  loro riti e  le  loro procedure, i loro paradigmi grazie ai quali celebriamo in Italia quattrocentomila funerali all'anno di pazienti oncologici che hanno perso la vita per " terapie oncologiche di provata efficacia". 




giovedì 12 luglio 2012

LA "PARTICELLA DI DIO" E I FINANZIAMENTI




di:  Antonio Zecca (Dipartimento di Fisica dell’Università di Trento). 

"Alcune notizie provenienti dal mondo della scienza hanno la capacità di stimolare l’interesse o la curiosità del vasto pubblico. Cosi mi sono arrivate domande su questa storia della “particella di Dio”. Prima di raccontarvi qualcosa, premetto che questa dicitura dispiace alla maggioranza dei fisici: non è descrittiva e ha l’arroganza di avvicinare la scienza alla religione. Parliamo dunque di “particella di Higgs” perché uno scienziato, Peter certo Higgs, nel 1964 ha previsto l’esistenza di una particella – mai osservata- che dovrebbe essere ultrapesante, molto più di quelle conosciute (elettroni, protoni, neutroni…). Dal 1964 la particella di Higgs non ha mai cessato di essere all’attenzione dei fisici, essenzialmente per due ragioni. Prima ragione perché se realmente esistesse, si potrebbero mettere a posto diverse cose nelle nostre conoscenze attuali sul mondo e sull’Universo. Uno dei problemi aperti  riguarda la “massa mancante” dell’Universo. L’astronomia che tutti conosciamo si affida a osservazioni ottiche: vediamo con opportuni telescopi pianeti, satelliti, stelle, galassie. E’ possibile calcolare la massa di ciò che vediamo. Il guaio avviene quando, basandosi su altre osservazioni, calcoliamo quanto dovrebbe essere la massa totale dell’Universo. Si trova che la massa totale è plausibilmente cinque volte più grande di quella che “vediamo”. E’ stato allora ipotizzato che ciò che manca all’appello sia costituito da  “materia oscura”: cioè non visibile con telescopi ottici (qui ho fatto una semplificazione: gli esperti – i cosmologi- parlano anche di “energia oscura”; ma per oggi ci limitiamo alla “materia oscura”). Ecco, un enorme numero di particelle di Higgs potrebbe essere il costituente della materia oscura. Le particelle di Higgs sono così elusive da essere sfuggite alle nostre osservazioni dal 1964; quindi non stupisce l’idea che quattro quinti della massa dell’Universo, se costituita da particelle di Higgs, non sia visibile con metodi ottici. Ma c’è una seconda ragione per cui la prova dell’esistenza della particella di Higgs è stata inseguita per cinquanta anni. La ragione è che se c’è una speranza di rivelarla, questo si può fare producendo particelle “normali” (protoni, per esempio) ma con energie straordinariamente alte. E per fare questo bisogna costruire “acceleratori di protoni” di dimensioni, complessità e costo straordinariamente alti. Come il Tevatron in America oppure LHC nei laboratori del CERN di Ginevra. Gli americani hanno spento il Tevatron a fine 2011, poco dopo l’entrata a regime di LHC. Con la crisi economica che morde l’America più che l’Europa, non era possibile per la grande scienza americana fabbricare un acceleratore più potente di LHC. Però gli scienziati del Tevatron hanno continuato ad elaborare i dati misurati negli anni precedenti e nei giorni scorsi hanno rilasciato un comunicato alquanto strano: rivendicano di essere stati i primi a rivelare la particella di Higgs, ma non sanno dire se esiste o non esiste. Pochi giorni dopo due gruppi di ricerca che con LHC stanno cercando da anni la particella di Higgs, hanno annunciato di avere la prova della sua esistenza. I due annunci sono probabilmente mosse mediatiche fatte per attirare l’attenzione dei governi finanziatori su questo tipo di ricerche. E’ simultaneamente un modo per giustificare i soldi già spesi e per preparare il terreno ad altre richieste di finanziamento. Infatti fin ora la ricerca sperimentale della particella di Higgs è stato un potente propulsore per ottenere finanziamenti per la “fisica delle alte energie” di cui Tevatron e LHC sono gli ultimi strumenti. Personalmente non ho mai lavorato in fisica delle alte energie, pur avendone avuta l’occasione. Mi sono entusiasmato per la grande tecnologia che è stata dispiegata nella costruzione di queste macchine: l’impresa è paragonabile (e forse maggiore) di quella che ha portato l’uomo sulla luna. Mentre tutta la storia della “particella di Dio” e delle sue implicazioni per la cosmologia che ho cercato di raccontarvi, mi lascia un po’ freddo. Forse questo indica solo la mia ignoranza in materia. Ma forse invece si può applicare alla frase del Premio Nobel Rubbia. La frase è rude come il carattere di Rubbia, ma rende bene l’idea; “una ricerca in fisica è come una donna: o ti attira o non ti attira.”  

Da: “L’Adige” del  7 Luglio 2012

martedì 10 luglio 2012

ANGELI INVISIBILI A MILANO





UN BUON ESEMPIO

 da vanityfair.it
 "
Una storia, quella di un «angelo del bene» senza nome, ci ricorda che al di là dei famosi luoghi comuni, nelle grandi metropoli esistono anche persone di grande umanità, che fanno della comunità una famiglia.
L'angelo invisibile di Milano salda i debiti, paga gli affitti, paga il bollo della macchina a perfetti sconosciuti che ne hanno bisogno. Ha aiutato Noemi, una pensionata finita nel girone di poveri che vive nelle case popolari di Via Molise e aveva bisogno di un frigorifero nuovo. Salvatore, invece, si era indebitato per far studiare i suoi figli, e il benefattore senza nome è arrivato in suo aiuto. E ancora: il piccolo Mohamed, con una rara malattia genetica, ora può tornare in Tunisia, Anna e Virginia, senza pensione, né posto di lavoro hanno saldato i loro debiti grazie a lui.
«Ho lavorato nelle grandi banche, e so che ci sono centinaia di manager milionari che potrebbero fare quello che faccio io», dice l'uomo al Corriere della Sera. Il suo nome, ha ragione, non conta. Il suo esempio sì, però. «Perché l'anomalia non sono io. E' chi volta le spalle a chi è stato sconfitto dalla vita», conclude l'uomo che ai suoi figli insegna: «Chi ha deve aiutare chi non ha». "



domenica 8 luglio 2012

LHC, osserva una nuova particella: è il bosone di Higgs o altro?


 I media hanno fatto un po' di confusione nel presentare "la scoperta" i titoli dati alla maggior parte degli articoli pubblicati non sono infatti del tutto esatti, Corrado Ruscica ci spiega perché.
prima diciamo chi è Corrado Ruscica
Corrado Ruscica: 
Education:
1993/97 - Doctoral Fellowship in Astronomy, University of Milan
1986/92 - Doctor Degree in Astronomy, University of Bologna
Fields of interest:Extragalactic astronomy (AGNs, exotic objects);
Cosmology;Particle physics;Bioastronomy
SETI
Activity:
Freelance science writer and communicator
Lecturer, Planetarium of Milan
Author (astronomy magazines, webzines)
Member of:
TeamSETI - Search for Extra Terrestrial Intelligence
EAAE - European Association for Astronomy Education;uAI - Italian Amateur Astronomers
"Per la comunità scientifica internazionale, la data del 4 luglio 2012 potrebbe rappresentare una pietra miliare. Ma facciamo un passo indietro anche per mettere chiarezza su ciò che è stato detto e presentato dai portavoce degli esperimenti CMS e ATLAS del Large Hadron Collider (LHC) durante il seminario tenutosi al Cern di Ginevra.
Ho letto tutta una serie di titoli sul web in cui i media hanno riportato la "scoperta della particella di dio" ma bisogna dire che le cose non stanno proprio così.
Il bosone di Higgs, una particella ipotizzata già nel 1964 da Peter Higgs, rappresenta una sorta di ultimo tassello mancante nell'ambito del modello standard, la teoria che descrive le proprietà ed il comportamento delle particelle elementari e delle interazioni fondamentali.
La caccia a questa particella, definita fantasiosamente la "particella di dio" e che a me piace definire anche come la "particella della creazione", dura ormai da oltre 40 anni.
Capire se questa particella esista, o meno, è di fondamentale importanza dato che spiegherebbe, in maniera semplice ed elegante, il meccanismo mediante il quale le particelle acquisiscono la massa, uno degli obiettivi della ricerca per cui è stato costruito LHC.
Ora, dopo aver analizzato una lunga serie di dati raccolti tra il 2011 e il 2012, i risultati degli esperimenti CMS e ATLAS  suggeriscono chiaramente la presenza di un segnale a livello di 50 rispetto al rumore: ciò si traduce in termini di un nuovo bosone scalare, rivelato per la prima volta, la cui massa stimata ha un valore di 125,3 GeV, secondo i dati di CMS, e 126,5 GeV secondo i dati di ATLAS.
Questi risultati sono consistenti nell’ambito del modello standard con la massa dell’atteso bosone di Higgs, tuttavia occorreranno ulteriori dati per capire di quale bosone si tratti in definitiva o se si tratti di una particella più esotica che emerge da una nuova fisica che ancora ignoriamo e che potrebbe essere significativa per comprendere la natura del 96% dell'Universo. 
Per fare un parallelo, mi piace riportare un esempio che mi è stato suggerito da Paola Catapano, Science Communicator del Cern. In altre parole, ad oggi la situazione è simile a quella con cui si dà la caccia ad un ricercato di cui abbiamo l'identikit. 
Qualche mese fa pensavamo che fosse nascosto in qualsiasi parte del mondo, poi si scopre che si trova in una città ben precisa ed in un particolare quartiere di cui abbiamo l'indicazione dell'edificio. Però, non sappiamo se è vivo o morto. Per svelare il mistero, immaginiamo di inviare una spy-cam che ci svela sorprendentemente l'immagine di un uomo completamente diverso. Dunque lo vediamo ma solo attraverso le immagini della spy-cam nel senso che non l'ho abbiamo ancora catturato e per cui è solo una questione di tempo. 
 Il passo successivo sarà quello di pianificare un accerchiamento più ravvicinato anche per capire se si tratta di un sosia del nostro ricercato, di cui ci possono essere tante versioni diverse, oppure se si tratta proprio del nostro ricercato. 
La caccia, quindi, continua. "
Corrado Ruscica
[per maggiori approfondimenti: AstronomicaMens]

da: Scienza e Conoscenza

venerdì 6 luglio 2012

Bosone Higgs


Siamo felici di sapere che sia stato dato l'annuncio che il bosone di higgs è stato trovato.
Tuttavia  sembra di capire, se non interpreto male,  che bisognerà aspettare ancora del tempo per avere definizioni più precise e risultati migliori su quanto avvenuto, sulla base delle dichiarazioni fatte dagli addetti ai lavori.

"non c’è una certezza al 100% della sua esistenza " (soverato news ) ma al 99,9..

«l’evidenza statistica adesso è molto più pregnante, il significato statistico è molto migliorato."

ci dice Marco Napolitano, ordinario di Fisica Nucleare e Subnucleare presso l’Università “Federico II” di Napoli
                 ora  «si è raggiunta un’accuratezza di 4-5 deviazioni standard"

        " La particella in questione non si è vista, ma durante lo scontro gli scienziati ne hanno intercettato gli effetti ...
Provando a spiegarlo con parole semplici, il professor Heuer ha preso come esempio la sala della conferenza stampa, in cui i giornalisti, disposti a una regolare distanza l’uno dall’altro, rappresentano le particelle nello spazio.
All’arrivo di un personaggio esterno nella stanza, le particelle-giornalisti si avvicinano improvvisamente l’una all’altra chiedendosi chi sia e formando un agglomerato che può essere paragonato alla massa. Lo sconosciuto entrato nella stanza rappresenterebbe il bosone di Higgs. "( da www.newreportnews)

 poi si aggiunge che verranno fatti altri esperimenti e approfondimenti .

martedì 3 luglio 2012

SI AVVICINA IL GIORNO DEL "BOSONE DI HIGGS" TRA INDISCREZIONI E PRUDENZA.




NEL DICEMBRE 2011, ABBIAMO COMMENTATO  ASPRAMENTE I PRIMI RISULTATI DI QUESTA RICERCA, CON UN INFUOCATO DIBATTITO. ORA, FORSE, SIAMO ARRIVATI AL DUNQUE.
PROSSIMAMENTE NE RIPARLEREMO ED OSPITEREMO I PARERI DI MOLTI ESPERTI, VEDREMO SE LA RICERCA “MULTIMILIARDARIA” DEL CERN STA ANDANDO NELLA GIUSTA DIREZIONE….OPPURE NO. 

"La settimana scorsa il CERN ha annunciato che i più recenti risultati della ricerca sul bosone di Higgs verranno presentati a Ginevra il 4 luglio alle 9.00 in un seminario ed una conferenza stampa che si potranno seguire in diretta sul web (con il commento in italiano anche su Focus.it).
Questo appuntamento coincide in maniera non casuale con l’inizio di ICHEP, l’International Conference on High Energy Physics, una delle più importati conferenze di fisica delle particelle al mondo dove i ricercatori delle collaborazioni del Large Hadron Collider impegnati in queste analisi, ATLAS (A Toroidal LHC ApparatuS) e CMS (Compact Muon Solenoid), saranno presenti in forze per fornire ulteriori dettagli sulla questione.
Indiscrezioni e prudenza
 Quello che suggeriscono i soliti pettegolezzi che precedono incontrollabili (e non verificabili) questi eventi è che i nuovi dati continueranno a mostrare un segnale simile a quello già individuato e presentato a dicembre 2011 durante una conferenza curata dai leader dei due team, Fabiola Gianotti e Guido Tonelli, ma con una maggiore significatività statistica, sottolineando che quello su cui ci si dovrà concentrare sarà la compatibilità di questo segnale con le previsioni del Modello Standard, la teoria che descrive le particelle elementari e le loro interazioni.
Come procede la ricerca
 Da allora i ricercatori del CERN hanno potuto contare su un numero sempre maggiore di collisioni tra i fasci di protoni che circolano nel tunnel, centinaia di trilioni al secondo, ad energie più alte (i fasci ora girano nel tunnel con un’energia di 4 TeV ciascuno). In queste condizioni si dovrebbe ottenere un maggiore tasso di produzione del presunto bosone di Higgs - il team CMS aveva dichiarato di aspettarsi di produrre in media, se esiste, un Higgs ogni ora - e, soprattutto, una restrizione dell’intervallo di massa in cui lo si sta cercando (che si trova attorno ai 125 GeV, una massa circa 125 volte quella del protone).

Dov'è il bosone di Higgs?
 Se è vero che ATLAS e CMS hanno visto qualcosa nella stessa regione e con le stesse caratteristiche di quello che era già stato trovato l’anno scorso vuol dire che gli indizi si stanno trasformando in prove. Per questo sarà estremamente importante seguire con attenzione tutto quello che verrà detto a Ginevra, cosa che di sicuro farà il presidente dell’INFN che ha invitato giornalisti e operatori dei media a partecipare ad un evento parallelo a quello di Ginevra e che si terrà nella sede dell’Istituto a Roma".

da: