IL RISVEGLIO DEL CADUCEO DORMIENTE: la vera genesi dell'Homo sapiens

IL RISVEGLIO DEL CADUCEO DORMIENTE: la vera genesi dell'Homo sapiens
VIDEO TRAILER

VIDEO SINOSSI DELL'UOMO KOSMICO

VIDEO SINOSSI DELL'UOMO KOSMICO
VIDEO SINOSSI DELL' UOMO KOSMICO
Con questo libro Marco La Rosa ha vinto il
PREMIO NAZIONALE CRONACHE DEL MISTERO
ALTIPIANI DI ARCINAZZO 2014
* MISTERI DELLA STORIA *

con il patrocinio di: • Associazione socio-culturale ITALIA MIA di Roma, • Regione Lazio, • Provincia di Roma, • Comune di Arcinazzo Romano, e in collaborazione con • Associazione Promedia • PerlawebTV, e con la partnership dei siti internet • www.luoghimisteriosi.it • www.ilpuntosulmistero.it

LA NUOVA CONOSCENZA

LA NUOVA CONOSCENZA

GdM

giovedì 31 gennaio 2013

UNA SOCIETA' AL TRAMONTO

RISVEGLI, PAUSE DI LUCIDITA' IN UNA VITA DI SONNO PROFONDO.
SONNO PROFONDO INDOTTO DA "ANTICHE SEDAZIONI", ASSORBITE DALL'ORGANISMO, NONSTANTE I PUNTUALI MONITI DI ILLUMINATI MEDICI...

MLR


                                                  MARVIN HARRIS (1927-2001)


da: www.beppegrillo.it

IL LAVORO CANNIBALE

"Ci sarà un motivo se i boscimani e gli irochesi lavoravano per nutrirsi un'ora al giorno e oggi dobbiamo lavorare per 8/10 ore al giorno per 40 anni, fino alla soglia della morte, per sopravvivere. Il lavoro ci divora. Cos'è cambiato in peggio da allora? Qual è il significato della parola "lavoro"? A cosa serve l'aumento del lavoro? A consumare la propria esistenza in una miniera o in un ufficio 2x2 fino alla consunzione, spegnendosi come delle candele? All'acquisto di beni inutili per far crescere il Pil? Ad accumulare ricchezze materiali che non ci seguiranno nell'aldilà? A pagare le tasse a uno Stato ipertrofico? Quando è iniziata questa follia che ormai non riusciamo più a vedere, che ci ha trasportati in un "altrove" cognitivo che scambiamo per l'unico mondo possibile? Il tempo, la felicità, la crescita interiore sembrano scomparsi. Al loro posto ci sono solo il lavoro e il suo opposto: "la mancanza di lavoro", la disoccupazione, temibile come e più della schiavitù quotidiana a cui siamo soggetti.
"Gli imprenditori europei furono i primi a svolgere i loro affari senza che qualche "ufficio del saccheggio interno" cercasse di ridimensionarli. Essi potevano accumulare ricchezze senza preoccuparsi di dividerle. Gli imprenditori accumulavano ricchezze spingendo i loro seguaci, chiamati ora dipendenti, a lavorare più sodo. Grazie al possesso di capitali, potevano comprare aiuto e noleggiare mani (oltre a schiene, spalle, piedi e cervelli). L'imprenditore non era obbligato a promettere di consumare tutto alla prossima festa del villaggio e poteva facilmente disattendere le richieste di una più ampia partecipazione al prodotto. Inoltre, la forza-lavoro, manuale o intellettuale, aveva ben poca scelta. Privi di accesso alle terre e alle macchine, non potevano lavorare in nessun modo se non accettavano la legittimità delle pretese dell'imprenditore. Essi assistevano l'imprenditore semplicemente per evitar di morire di fame. L'imprenditore era finalmente libero di considerare l'accumulazione di capitale come un obbligo superiore a quello della redistribuzione della ricchezza e del benessere. Il capitalismo è un sistema che tende a un aumento illimitato della produzione in vista di un illimitato accrescimento dei profitti. Ma la produzione non può crescere in modo illimitato. Liberi dalle restrizioni di despoti e di poveri, gli imprenditori capitalisti debbono comunque fare i conti con le restrizioni imposte dalla natura. La redditività della produzione non può estendersi indefinitamente. Ogni aumento della quantità di suolo, acqua, minerali o piante impiegati in un particolare processo produttivo per unità di tempo costituisce un'intensificazione che porta a una diminuzione del rendimento. E questo diminuito rendimento ha effetti negativi sullo standard di vita medio ... secondo la legge della domanda e dell'offerta, la scarsità porta a prezzi più elevati che tendono a ridurre il consumo pro capite." Marvin Harris, antropologo, autore di "Cannibali e re".


www.beppegrillo.it

martedì 29 gennaio 2013

I SIGNORI DEL MONDO ROVESCIATO


di: Marco La Rosa

Scritto Esseno esoterico :

"BELIAR DICHIARA INGIUSTO IL GIUSTO E GIUSTO L'INGIUSTO (REGOLA DELLA COMUNITA')"

Scritto Gnostico Cristiano, Vangelo gnostico di Filippo, versetto 13:

"GLI ARCONTI DANNO IL NOME DELLE COSE BUONE ALLE COSE NON BUONE, E VICEVERSA, PER FARE DELL'UOMO LIBERO IL LORO SCHIAVO ETERNO".

Italo Calvino, ne  IL CASTELLO DEI DESTINI INCROCIATI, fa dire ad Orlando, il paladino impazzito, mentre si trova a testa in giù: Lasciatemi cosi. Ho fatto tutto il giro e ho capito. Il mondo si legge (anche) allincontrario. Tutto è chiaro.

...Se hai compreso l'inganno, nelle tue mani hai un'arma infallibile: RADDRIZZARE IL ROVESCIATO!


Grazie a Mike Plato, maestro ed amico.

Citazione di Calvino da: il Mondo Rovesciato


domenica 27 gennaio 2013

ORGANIZZAZIONE DEL MONDO- ANALISI






Quando un essere nasce, su questa Terra, trova che ogni cosa è già proprietà di altri.
In genere , in specie in questo paese, e in molti altri paesi, vi sono leggi che impediscono a persone normali di emergere:
codici, cavilli, pretesti, parole vuote e presunti aspetti organizzativi, di fatto sono il trucco per impedire ai nuovi arrivati di emergere, farsi strada , avere un futuro. Gli stipendi medi sono a mala pena sufficienti per la sopravvivenza...
Il punto è che con l'inganno qualcuno si è appropriato delle cose, poi si è passati a volersi appropriare dei pensieri della gente.
Il messaggio è far accettare l'inaccettabile.
ma tutto questo và oltre la semplice presa di potere terreno, denaro, sotto a questo si instaura l'uomo-meccanico, non pensa a sè, non pensa a perchè esiste, non c'è tempo per contemplare e capire chi siamo...
l'organizzazione ci imbriglia in false necessità, falsi obblighi, ci induce ad accettare ciò che nessun uomo può accettare: la repressione di sè e il soffocamento della propria creatività in favore di azioni-obbligate-meccaniche  che ci deviano dai veri scopi più profondi della vita. Ogni giorno milioni di persone sono quasi costrette a fare cose sbagliate, sotto l'arma del ricatto, per aver accettato una situazione che di fatto non è stata creata dai nuovi arrivati, ma manipolata dai predecessori.
Questa situazione di crisi economica e di valori non fa che generare ansia e paura, portando gli uomini in una spirale che li priva di ogni energia, coraggio, sogni, entusiasmo.
L'uomo che era fatto per vivere in pienezza e scoprire chi è, si riduce ad un automa schiavo di pensieri o credenze reiterate,la vita diventa spesso un'unica, enorme, lunghissima preoccupazione;
dimenticando completamenente come potrebbe sentirsi e la bellezza creativa . ORA SIAMO QUI PER RICORDARE CHE NESSUNO PUO' TOGLIERE CIO' CHE E' DOVUTO, CHE I PENSIERI NEGATIVI DEVONO ESSERE SOSTITUITI CON POSITIVI E PROPOSITIVI. DESIDERIAMO RICORDARE CHE UN MODO DIVERSO DI VIVERE SAREBBERE POSSIBILE, SE SOLO SI SVEGLIASSERO LE COSCIENZE .
OGNI COSA INGIUSTA NON HA RAGION D'ESSERE, E CHI LAVORA PER FAR ACCADERE L'INGIUSTIZIA E' BENE CHE SE NE RENDA CONTO.
LA NOSTRA MENTE E' CONTINUAMENTE MANIPOLATA A LIVELLO SUBLIMINALE ED ANCHE ORMAI A LIVELLO ESTERIORE IN MODO DA SPEGNERE IL PENSIERO CRITICO E ACCETTARE GIOCHI GIA' FATTI, COSE SBAGLIATE, FACENDO DIMENTICARE COME INVECE SI POTREBBE, PER NON DIRE DOVREBBE CERCARE DI VIVERE, CIOE' CON SERENITA'.
FORSE QUALCOSA DOVRA' ACCADERE, UNA RIVOLUZIONE CULTURALE E' ORMAI PIU' IMPELLENTE DI OGNI MANOVRA,  LEGGE, O FALSO INTENTO.
SOLO LA PACE INTERIORE IL RICONOSCERE IN SE STESSI UN' ENTITA' SPIRITUALE, E CONSEGUENTEMENTE ANCHE NELL'ALTRO, POTRA' ESSERE LA VIA D'USCITA DA UNA SOCIETA' ALIENATA E ALIENANTE A LIVELLO GENERICO.
PENSA CHE SEI UN'ESSERE SPIRITUALE, NON UNA CARTA DA BOLLO

M. Z.














sabato 26 gennaio 2013

NON TI ARRENDERE MAI !

Grazie a Lorenzo, che ci rammenta:

" E FELICE COLUI CHE SA DARE SENZA RICORDARE...

ED E' CAPACE DI RICEVERE SENZA DIMENTICARE"

Ernesto Che Guevara De La Serna


giovedì 24 gennaio 2013

DALL' HOMO SAPIENS ALL'ESSERE UMANO...IN DUE INTERVISTE



di Marco La Rosa

"Umani per caso", scriveva Piergiorgio Odifreddi, nell'articolo-intervista, che fece al Genetista Luca Cavalli -Sforza, ordinario all'Universita di Stanford, il 21 Dicembre del  2007.
Il Prof. Cavalli Sforza, ha lavorato per oltre cinquant'anni in un area di ricerca che si potrebbe definire: "antropologia genetica", e che cerca di ricostruire la storia dell'uomo e delle sue migrazioni, a partire da un'analisi della variabilità genetica delle popolazioni.

PRIMA INTERVISTA:

"Tutti discendiamo da una stessa madre africana"

"Lei Prof. Sforza dice spesso che siamo tutti africani.

"L'inizio della nostra specie è in Africa orientale. Per molto tempo ci siamo riprodotti lentamente, per la scarsezza del cibo: eravamo cacciatori e raccoglitori. Non sappiamo con esattezza quanti fossimo, forse fra i 100 mila e un milione. Ma intorno a 10 mila anni fa eravamo circa 5 milioni. A quel punto, in tutti i posti in cui c'erano forti concentrazioni di persone sono cominciate l'agricoltura e l'allevamento: la produzione di cibo".

E discendiamo da un'unica madre...

"Tutti noi abbiamo nelle cellule dei mitocondri (organi addetti alla respirazione cellulare, costituiti da sacchette contenenti enzimi respiratori, ndr), che si trasmettono soltanto per via materna. Andando avanti, i mitocondri delle donne senza figlie si estinguono. Risalendo invece all'indietro, si arriva sempre a trovare quello che si chiama l'ultimo antenato comune: una donna da cui discendono tutti i mitocondri odierni, che è l'Eva africana. All'epoca c'erano molte altre donne, ma i loro mitocondri si sono estinti nel corso del tempo".

C'è anche un Adamo?

"Sì. E' determinato in maniera analoga, guardando al cromosoma Y, che è trasmesso dal padre ai figli maschi".

Ed è contemporaneo a Eva?

"No. Eva potrebbe avere tra i 200 mila e i 130 mila anni, Adamo sui 100 mila. Il motivo è che gli uomini hanno più figli, perché sono più facilmente poligami delle donne. Si sposano più tardi e hanno meno generazioni. Ma muoiono in maggior percentuale delle donne: alla nascita i maschi sono il 5 per cento in più, a vent'anni sono pari alle femmine, e fra i centenari solo il 20 per cento è maschio".

La genetica delle popolazioni coincide anche con la storia delle lingue?

"Non ci si può aspettare una coincidenza perfetta, perché le lingue possono essere soppresse: sono bastati 150 guerrieri spagnoli a conquistare l'America e a imporre la loro lingua a un continente. Ma quando abbiamo raccolto i dati per la 'Storia e geografia dei geni umani', ci siamo accorti che l'albero genetico assomigliava a quello linguistico: i gruppi geneticamente simili appartenevano alle stesse famiglie linguistiche. E abbiamo pensato a una spiegazione semplice, contenuta in una parola chiave: noi non sappiamo come si trasmettono le lingue, ma parliamo di 'lingua madre'. Dunque, pensiamo che le lingue si trasmettono anch'esse da genitori a figli, come le altre eredità genetiche".

Lei è medico. Perché è passato alla genetica?

"Mi ha convinto il mio professore, Adriano Buzzati-Traverso, del quale ho sposato la nipote. Buzzati era tornato dagli Stati Uniti con dei libri meravigliosi di statistica: in Italia non ne esistevano di ben fatti, e mi ero reso conto di averne bisogno".

Considerava lo studio della matematica così importante?

"Sì. Ma i matematici non sanno spiegare come la si usa, e per le applicazioni bisogna rivolgersi agli ingegneri. Comunque la matematica mi è servita. Ho cominciato la mia ricerca con la genetica dei batteri. E quando sir Ronald Fisher, uno dei padri della statistica moderna, mi sentì parlare al congresso di Stoccolma del 1948, mi offrì un posto a Cambridge: voleva lavorare sulla ricombinazione dei batteri, e gli serviva un genetista batterico. Nel 1950 Fisher aveva iniziato a usare le differenze di gruppi sanguigni per studiare l'ereditarietà: è partito col Rh, e ne ha tratto una bellissima teoria del gene. Però non è che su un gene si possa dire molto: si può trovare la storia di quel gene. Ma a Fisher interessava il fatto che alcune forme di questo gene ci sono nei primati vicini a noi, e altre no".

E' questo che permette di andare a vedere i punti di separazione con le scimmie?

"Certo, la storia genetica delle scimmie si conosce ormai molto bene. Ci sono due modi di procedere.
Uno è studiare le proteine, che sono prodotti dei geni, e questo l'abbiamo fatto fino al 1980: dapprima con i gruppi sanguigni, poi con altre proteine, accumulando moltissimi dati. Dal 1982 abbiamo ricominciato da capo, andando a guardare le differenze del Dna. E non solo abbiamo confermato tutto ciò che avevamo fatto con le proteine, ma siamo andati molto più avanti".

In altre parole, c'è molta casualità e nessuna pianificazione delle specie, con buona pace dei creazionisti.

"Infatti. La selezione serve solo a spiegare gli adattamenti selettivi, che dipendono dall'ambiente e non dalla storia. Ad esempio, il colore della pelle, che varia con la latitudine: all'equatore sono neri, e poi si schiariscono allontanandosene. Oppure le misure del corpo, che dipendono dal clima: al freddo la gente è bassa e tonda, perché cosí il rapporto tra volume e superficie è più vantaggioso, e si perde meno calore; al caldo, invece, sono lunghi e sottili. Al freddo gli arti sono piccoli, per non perdere troppo calore, mentre al caldo sono lunghi, e le braccia degli scimpanzè arrivano fino a terra".

E come si studiano gli effetti della storia?

"La natura fa le cose in maniera approssimativa, essendo costretta a usare ciò che ha a portata di mano: così genera molte mutazioni casuali, una piccola parte delle quali produce vantaggi evolutivi. La maggior parte delle mutazioni invece non serve a niente, rimane 'sterile', ma sono proprio le mutazioni selettivamente neutre a permetterci di studiare la storia delle popolazioni, attraverso i metodi statistici propri dei fenomeni casuali. Il che è appunto quello che ho cominciato a fare nel 1950 a Parma".

In che modo?

"Avevo uno studente prete, Antonio Moroni, che conosceva tutti i parroci, e ha spiegato loro perché volevo prendere il sangue ai parrocchiani. Mi ha anche fatto avere il permesso di consultare i libri parrocchiali, che risalivano indietro di 500 anni. Ho potuto ricostruire le genealogie della popolazione e studiare l'effetto del caso, che in villaggi piccoli è molto forte. Ho analizzato le differenze tra i gruppi sanguigni in paesi di ogni dimensione e posizione: piccoli, medi e grandi, in montagna, collina e pianura".

E cosa ha trovato?

"Che i dati reali concordavano con le aspettative teoriche, ottenute con una simulazione che partiva da villaggi tutti uguali, e li lasciava diversificare casualmente per 400 o 500 anni: col tempo i paesini molto piccoli raggiungevano i corretti equilibri di variazione. Quel primo studio mi ha dato un motivo per credere che potevo incominciare a risalire indietro nell'evoluzione di 5 mila o 50 mila anni, basandomi sul fatto che si possono applicare le leggi del caso. Se invece tutto fosse dipeso dalla selezione, non si sarebbe saputo cosa attendersi".

E quali sono stati i risultati?

"Una decina d'anni dopo che avevo lasciato Cambridge, l'Università di Pavia comprò il primo calcolatore. E con un mio studente ricostruimmo un primo albero a partire da dati esistenti, relativi a 15 popolazioni mondiali: tre per ciascun continente, e tutte lontane una dall'altra. Nell'albero l'Africa stava da un lato, e l'Europa nel mezzo. Le popolazioni dello stesso continente stavano insieme, e i continenti erano separati in base alla migrazione, nello stesso modo in cui sono disposti sulla carta geografica. Quello è stato il nostro primo lavoro, pubblicato nel 1963".

E alla fine cosa si è ottenuto?

"Si è precisata in maniera genetica la storia che gli antropologi avevano abbozzato, basandosi sui fossili. L'uomo moderno compare in Africa, e arriva in Medioriente 100 mila anni fa. Poi scompare di lì 80 mila anni fa, quando arriva il Neanderthal, che stava in Europa ed è emigrato a causa del freddo. Quarantamila anni fa il Neanderthal scompare dovunque, e si estingue circa 25 mila anni fa: probabilmente per una questione di concorrenza con l'uomo moderno, cioè noi".

Sono state fatte analisi dirette sul Neanderthal?

"Sì, sul Dna mitocondriale, che è l'unico pezzo di cromosoma che si riesce a vedere in resti così vecchi: si sono studiati tre esemplari di regioni diverse, e sono risultati tutti e tre diversi dall'uomo moderno. Ma fino a 100 mila anni fa il Neanderthal e il Sapiens usavano gli stessi strumenti. Invece 50 mila anni fa, quando cominciarono a emigrare dall'Africa e invadere il resto del mondo, i Sapiens avevano ormai strumenti migliori. E uno di questi strumenti era il linguaggio".

La scoperta di un'origine comune e africana dell'umanità non dovrebbe rendere ridicolo il razzismo?

"Assolutamente. Io detesto tutti i fondamentalismi, quello cattolico in particolare, ma il mio impegno sociale è proprio sulle questioni del razzismo. Anche perché le differenze principali tra le popolazioni sono sempre dentro di esse, con buona pace di chi parla di 'razze pure'".

Oggi nel 2013, oltre cinque anni dopo queste affermazioni del Prof. Cavalli Sforza, la comunità scientifica degli antropologi, si divide sempre in favorevoli e contrari. Non si trova un accordo.
Restano infatti, ombre relative al fatto che l'uomo moderno, non trova a tutt'oggi chiari, univoci ed inequivocabili riscontri di graduali passaggi di "transizione" attraverso un progenitore meno evoluto. D'altro canto, " il moderno Neodarwinismo anch'esso non parla di anelli mancanti ma di forme transizionali non ancora scoperte o di passaggi filogenetici ignoti, di punto di divergenza mancante di prova fossile, non essendo più il rinvenimento paleontologico delle forme transizionali, una prova necessaria del passaggio da un taxon (dal greco taxis, ordinamento o unità tassonomica) ad un altro, passaggio che può comunque essere documentato grazie al contributo dell'Anatomia comparata e della classificazione filogenetica".

Ma, c'è sempre un "ma", che mi fa dubitare, come scriveva William Hopkins, nel suo saggio critico verso la teoria darwiniana, appena pubblicata nel 1860 : " della continua variazione di tutte le forme organiche, dalle più elementari alle più elevate, incluso l' Uomo come ultimo anello [last link] nella catena dei viventi, ci deve essere una transizione dall'istinto del bruto alla nobile mente dell'Uomo: e in questo caso dove sono gli anelli mancanti [missing links] e a quale punto del suo progressivo miglioramento l'uomo acquista la parte spirituale del suo essere e diventa dotato del tremendo attributo dell'immortalità?".

Quindi, se il progresso tecnologico ha fatto si che la "paleoantropologia" moderna, non necessitasse più delle prove concrete dei siti archeologici, per ricostruire i passaggi ai vari "taxon", collegati ai moderni diagrammi a cespuglio, resta il dubbio di come e perché l'Homo Sapiens di centomila anni fa, improvvisamente acquisisce il formidabile bagaglio della "coscienza". (Ammesso e non concesso il fatto che già non la possedesse ! Ndr)



SECONDA INTERVISTA:


"Il salto che fece dell'Homo sapiens un essere umano"

Intervista di Maurizio Melis con Ian Tattersall:
                                   
"Il "cespuglio" del genere Homo sapiens ricostruito da Ian Tattersall.

Molti i rami estinti. E' evidente la tendenza di specie con dimensioni del cervello inferiori a lasciare il passo ad altre più cerebralmente dotate.

Gli interrogativi alla base della scienza evoluzionistica si sono sollevati sempre più in alto sino ad abbracciare temi come l'emersione della coscienza. La lente scruta ora tra le nebbie di un'epoca che vide i primi uomini abbandonare la mera produzione di beni materiali, armi o rifugi più o meno raffinati, e produrre i primi beni immateriali: idee, lingue, simboli, concezioni, miti e tutto l'armamentario per poter trasmettere conoscenze ai propri discendenti e innescare il processo culturale; il tempo in cui il brodo cognitivo coagula trovando forme di organizzazione nuove, dando vita a culture e civiltà.

Ma ancora la nebbia non si è del tutto diradata nel punto in cui l'Homo sapiens fece il passo che lo rese definitivamente umano. Forse schegge di memoria di quell'antico evento sopravvivono nei miti palingenetici di culture sparse per tutto il mondo. Ma finalmente, anche l'indagine scientifica ha aggiunto abbastanza dettagli al quadro per rendere chiaramente identificabili alcuni elementi di base.

Antichi strumenti litici. E' ai manufatti che bisogna guardare per capire di quale livello cognitivo fossero dotati i loro aterfici. Quì, per esempio, non c'è traccia di significati simbolici.

Ian Tattersall, Direttore del Dipartimento di Antropologia dell'American Museum of Natural History - New York, autore di fortunati libri quali "Il cammino dell'uomo" - Ed. Garzanti Libri 2003, è uno dei più rappresentativi studiosi dell'alba dell'umanità. Egli sostiene sia tempo, ormai, di abbandonare l'idea che il processo di "umanizzazione" sia stato lento e progressivo. Mentre si è invece imposto come una discontinuità, e ha rappresentato una rottura rispetto al passato.

E' un punto, questo, irrisolto dai tempi di Darwin e Wallace. Una domanda in cui taluni individuano implicazioni anche aldilà dei confini della scienza, e che adesso, a distanza di oltre un secolo, assume invece un nuovo significato scientifico: quali sono gli elementi che hanno catalizzato le facoltà biologiche umane - acquisite nel corso di una storia evolutiva ormai chiara nei suoi tratti fondamentali - e innescato quel prodigioso fenomeno, quella misteriosa proprietà emergente che è la mente umana? Nell'intervista (Novembre 2007) Ian Tattersall traccia le linee fondamentali delle sue convinzioni in proposito.


"Prof. Tattersal, lei afferma che ci sono prove evidenti, tra i fossili di ominidi fin qui ritrovati, che le dimensioni del cervello sono aumentate regolarmente nel corso degli ultimi 6 milioni di anni, ma che non c'è alcuna prova che, parallelamente, con l'aumentare della massa cerebrale, siano emerse gradualmente anche le capacità cognitive simboliche. Perciò, se non gradualmente, queste capacità devono essersi sviluppate repentinamente, o comunque in un lasso di tempo molto più breve di quello che si immaginava. Ma iniziamo da ciò che sappiamo sul cervello.

Ciò che ricaviamo dalle prove fossili di crani è che mediamente, durante gli ultimi due milioni di anni, la dimensione del cervello degli ominidi è cresciuta piuttosto velocemente. Ciò che questo significa, però, non è chiaro, perché non c'è una sola specie le cui dimensioni del cervello si sono incrementate costantemente, ma abbiamo moltissime specie diverse coinvolte in questo andamento generale. E anzi, sembra probabile che per tutto quel lasso di tempo le specie dotate di un cervello grande siano state in competizione con quelle con un cervello più piccolo. È proprio questo il meccanismo che ha portato a cervelli sempre più grandi nel corso del tempo.

Però, se vogliamo capire qualcosa delle loro capacità cognitive, dobbiamo guardare ad altri reperti

Le dimensioni dei crani e dei cervelli, non ci dicono nulla su che tipo di capacità cognitive avessero. L'unica possibilità che abbiamo per comprendere quale realmente fosse la natura dell'intelligenza dei primi ominidi, è guardare a ciò che hanno realizzato con le loro mani. In questo caso troviamo che, per esempio, mentre la fabbricazione di strumenti anche piuttosto raffinati si spinge molto indietro nel tempo, le prime indicazioni che abbiamo di un pensiero simbolico - che è l'unica capacità che ci distingue nettamente dal resto del mondo vivente - non vanno oltre i 100.000 anni di storia.

Cioè quando sono comparse, quasi dal nulla, le prime pitture rupestri e i primi oggetti che riportavano simboli, come pietre coperte di incisioni e così via Ecco: cosa ci dice tutto questo sul processo evolutivo che ha portato all'emersione dell'intelligenza simbolica? Possiamo dire che è nata improvvisamente, con un balzo?

Sì, la mia opinione è che la transizione tra cultura non simbolica e simbolica fu molto rapida. Una transizione che si basò sull'acquisizione di una qualche nuova capacità neurologica: una mutazione genetica, forse a livello della chimica del cervello, che si combinava con una lunga storia evolutiva favorevole. Ma il potenziale di questa nuova capacità neurologica aveva bisogno di essere attivato da uno stimolo culturale. E la mia idea è che questo stimolo fu l'invenzione del linguaggio. Quindi avevamo dei cervelli pronti per il linguaggio, probabilmente, ma non da molto tempo prima che il linguaggio fosse inventato.

Le pitture rupestri indicano senz'altro capacità di rappresentazione simbolica

Vorrei essere sicuro di aver capito: c'era una capacità potenziale dovuta a una qualche mutazione che l'aveva resa possibile, poi il l'invenzione del linguaggio ha catalizzato questa potenzialità. E' così?

Abbiamo acquisito il potenziale per il linguaggio e il pensiero simbolico indipendentemente dal fatto di usarli. Il potenziale era lì, come risultato di una fortunata coincidenza: l'intersezione tra un lungo passato evoluzionistico e un elemento nuovo, emergente. A quel punto l'espletazione di questo nuovo potenziale fu un fatto molto rapido, probabilmente innescato dall'invenzione del linguaggio in qualche gruppo non linguistico.

Cosa possiamo dire sul futuro dell'evoluzione umana a partire da questa lettura del passato?

La possibilità di una futura evoluzione della nostra specie, o meglio, di una futura evoluzione "biologica" della nostra specie, è molto limitata, e rimarrà tale fin quando la nostra popolazione rimarrà così numerosa. Se per qualche ragione la nostra popolazione fosse ridotta a un piccolo numero, il potenziale per l'acquisizione di nuovi caratteri biologici sarà recuperata. Ma nella situazione attuale non mi aspetto alcun cambiamento biologico significativo nella popolazione umana. Ma non dimentichiamo che noi siamo anche caratterizzati da una velocissima evoluzione culturale. E non c'è ragione di attendersi che questo tasso di evoluzione culturale, che ha accelerato enormemente dai tempi dell'emersione dell'Homo sapiens, rallenti improvvisamente nel futuro prossimo."

Chi può dirlo? Siamo forse arrivati proprio nel "misterioso" 2012 ad un punto cruciale  che presuppone un cosiddetto "balzo evolutivo" ?
É forse questo il segreto delle fantomatiche "Profezie" che tanto ci preoccupavano ? (!)
Aspettiamo comunque, magari gli effetti si faranno sentire fra un po' !



Bibliografia e citazioni:

Wikipedia
"Umani per caso di P. Odifreddi - 2007"

domenica 20 gennaio 2013

ZEROID




FANTASCIENZA O ASTROBIOLOGIA ?

E se invece di navi spaziali aliene, alcuni UFO fossero, in realtà, esseri viventi che normalmente popolano il vuoto cosmico? "Zeroid" è il termine generico utilizzato per ipotetiche entità biologiche che potrebbero popolare i remoti recessi dello spazio interstellare.

L'habitat di queste creature sarebbe caratterizzato da temperatura e pressione atmosferica pari a zero.

Sebbene i biologi siano convinti che lo spazio cosmico non è adatto alla nascita della vita, un astrofisico russo, il dott. V.I. Godanskii, sostiene che apprezzabili quantità di materiale prebiotico potrebbero essersi accumulate nelle regioni circostanti le nebulose o le gigantesche nubi di gas che stazionano nell'universo. Con il passare del tempo, tale materiale, per le stesse leggi che hanno consentito la vita sul nostro pianeta, potrebbe essersi evoluto in qualche forma di vita, adattandosi a condizioni di vita estreme come quelle dello spazio aperto.

Non deve stupire che la vita possa svilupparsi in condizioni ambientali così avverse. Anche sul pianeta Terra si conoscono forme di vita capaci di vivere in habitat naturali, fino a poco tempo fa considerati ostili alla vita. Basta pensare ai batteri estremofili, capaci di svilupparsi a temperature e pressioni inimmaginabili. L'ultima scoperta in questa direzione è quella fatta da Hans Roy, delluniversità danese di Aarhus. Il ricercatore ha portato alla luce alcuni batteri che sono rimasti sepolti "vivi" per 86 milioni di anni nelle profondità dell'oceano.

A sostegno della teoria dell'astrofisico russo, va detto che già decine di composti organici sono stati identificati nello spazio, quali alcune formaldeidi, l'acido cianidrico e addirittura la cellulosa. Per farla breve, là fuori ci sarebbe un'abbondanza di elementi organici tali da consentire l'evoluzione della vita anche nella forma di "zeroids".

Considerando che il nostro universo ha un'eta di quasi 14 miliardi di anni (miliardo più, miliardo meno), è ragionevole pensare che gli zeroids potrebbero essere le prime forme di vita apparse nel cosmo. Con un arco di tempo così lungo a loro disposizione, gli zeroids potrebbero aver attraversato diversi stadi evolutivi. Potrebbero essere unità biologiche microscopiche o, al contrario, avere dimensioni gigantesche.

Anche la loro morfologia potrebbe variare da forme molto semplici ad altre estremamente complesse. Potrebbero vivere singolarmente, ma anche in vaste colonie. Ovviamente sono da escludere la forma umanoide, ma non è da escludere che possano aver sviluppato un'intelligenza come la nostra, se non addirittura superiore.

Il sostentamento di alcuni zeroids potrebbe essere garantito dalla presenza di nubi i polvere e gas interstellare. Per altri, invece, potrebbe valere la legge classica della preda e del predatore. Teoricamente, potrebbero vivere in qualunque punto dello spazio, sia all'interno che all'esterno delle galassie. Dotati di mobilità e intelligenza, non è escluso che possano aver "solcato" la nostra atmosfera in cerca di cibo e che siano stati scambiati per UFO dalla popolazione e dagli strumenti.

Alcuni zeroids potrebbero rimanere uccisi dall'attrito con l'atmosfera terrestre, riducendo il corpo delle povere creature in sfere di fuoco prima, e in cenere e gas poi. Altri, invece, potrebbero aver sviluppato una sorta di scudo protettivo naturale - solido o elettromagnetico - che permette loro di attraversare tranquillamente la nostra atmosfera in cerca di cibo. E questi sarebbero alcuni di quelli che noi chiamiamo UFO!

In realtà ci sarebbero due avvistamenti intriganti che sembrerebbero sostenere questa affascinante teoria. Nel 1976, nella regione di Cluj-Napoca della Romania, si materializzò quello che sembrava essere una "sfera di luce vivente" che mostrava un comportamento decisamente animale! Le fotografie scattare all'entità hanno superato tutti i test di autenticità.


Un altro caso, invece, risale al 1978, nella British Columbia. La ricercatrice Dorothy Wilkinson scattò la prima di una lunga serie di immagini che mostrano delle bizzarre stringhe simili a forme di luce e che somigliano ad una sorta di "vermi spaziali"!


Il tema non è sfuggito alla fantascienza. In almeno due serie tv si parla di "zeroids". La prima è la serie Farscape nella quale l'astronave utilizzata dai protagonisti è Moja, un essere vivente dello spazio utilizzato come mezzo di trasporto (tipo cavalli spaziali).
La seconda è la più blasonata Star Trek - The Next Generation. Proprio nel pilot della serie (Incontro a Farpoint), l'equipaggio dell'Enterprise aiuta un essere vivente spaziale a ritrovare la libertà ...


da: IL NAVIGATORE CURIOSO



venerdì 18 gennaio 2013

LA TERRA...NON E' SOLA !



VI SONO MILIARDI DI PIANETI COME LA TERRA NELLA NOSTRA GALASSIA

La nostra galassia è gremita di pianeti rocciosi simili al nostro, secondo una nuova analisi dei dati del telescopio Kepler della NASA.
Per ogni stella che osserviamo nella Via Lattea dobbiamo immaginare un pianeta che ci orbita attorno, dicono gli astronomi. Ci sono decine di miliardi di pianeti terrestri sparsi per tutta la Via Lattea, e molti di loro orbitano stelle molto simili al nostro Sole.
Questi i risultati di una nuova analisi dei dati del telescopio Kepler della NASA, in orbita dal 2009. Il nuovo studio è stato presentato al meeting annuale dell'American Astronomical Society a Long Beach, in California. Prima di questa ricerca si pensava che i pianeti rocciosi fossero decisamente più abbondanti nei pressi di stelle più piccole del Sole. "Abbiamo invece scoperto che la presenza di piccoli pianeti attorno a grandi stelle era stata sottostimata", ha dichiarato Francois Fressin, astronomo dell'Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics, a Cambridge, in Massachusetts.

Una notte stellata, piena di pianeti

Per scovare i pianeti, Kepler scruta una fetta di cielo nella costellazione del Cigno, che conta circa 150.000 stelle. Il telescopio spaziale rileva i potenziali mondi alieni andando a studiare i cali di luminosità stellare che si creano quando un pianeta transita davanti alla propria stella madre.
Utilizzando un software apposito per l'analisi dei potenziali pianeti, Fressin e i suoi colleghi hanno stimato che circa il 17% di tutte le stelle simili al Sole nella Via Lattea ospitano un pianeta roccioso orbitante a una distanza inferiore di quella tra Mercurio e il Sole.
Dal momento che la Via Lattea è la sede di circa un centinaio di miliardi di stelle, questo significa che potrebbero esserci circa 17 miliardi di pianeti rocciosi là fuori. Quando il team ha allargato le sue ricerche ai pianeti con orbite simili o più grandi di quella terrestre, ha trovato che circa la metà di tutte le stelle simili al Sole della Via Lattea potrebbe ospitare pianeti rocciosi. "Ogni volta che guardiamo il cielo in una notte stellata, [quasi] ogni stella che guardiamo ha il suo sistema planetario", spiega Fressin.

Centinaia di miliardi di pianeti?

I pianeti rocciosi sono solo una parte dei pianeti presenti nella nostra galassia. Uno studio del numero di potenziali mondi orbitanti nane rosse - stelle deboli e fredde rispetto al Sole, che costituiscono la maggioranza della popolazione stellare - suggerisce che la Via Lattea ospiti almeno un centinaio di miliardi di pianeti. "Secondo i nostri calcoli, in perfetto accordo con quelli di Fressin, c'è più o meno un pianeta per stella. E questo ci dà un totale di circa un centinaio di miliardi di pianeti in tutta la nostra galassia", spiega l'astronomo John Johnson. "La grande maggioranza di quei pianeti orbitano stelle molto differenti dal nostro Sole".

da: NATIONAL GEOGRAPHIC ITALIA

giovedì 17 gennaio 2013

ATTUALITA' SCOMODE - MEDIO EVO


ATTUALITA' SCOMODE - COSA ACCADE ALLE NOSTRE SPALLE


Abbiamo notizia oggi, che l'ex sindaco di Parma è stato arrestato insieme ad altri personaggi :
se la notizia fosse confermata si configura quanto segue:
L'IREN società acqua e gas della zona avrebbe "gonfiato" le bollette dei cittadini, infatti sono numerose le segnalazioni di cittadini a cui è stato addedibitato anche più del doppio del consumo, questi cittadini hanno dovuto pagare in anticipo, per poi telefonare e protestare per avere uno sconto o rimborso su quanto pagato in più. Con tanto di impiegati insofferenti e poco disponibili. ( se la notizia è   confermata   si prospetta quanto segue :  )
Con i soldi  delle bollette della società, in generale, sarebbe stata pagata la campagna elettorale di sindaco e company.
Naturalmente da quanto emerge nel resoconto del Procuratore capo di Parma sono coinvolti e indagati anche altri politici, industriali, amministratori, persone che ricoprono ruoli istituzionali, giornalisti, società di autobus , società di vario tipo, concessioni stadio di calcio, comune ecc...

SIAMO PRESI PER I FONDELLI OGNI GIORNO, QUANDO L'ITALIANO SI SVEGLIARA'
SARA' TROPPO TARDI ....
OGNI TASSA, MULTA, NORMATIVA O LEGGE E' COME FOSSE ILLEGALE , POICHE' E' FATTA DA DALINQUENTI, FALSI , ARRAFFONI, BUGIARDI, CORROTTI CHE SI SONO INSEDIATI E STABILITI NEI POSTI DI CHI FA LE LEGGI CON MEZZI ILLEGALI E FALSI:     SVEGLIA !!!!!










mercoledì 16 gennaio 2013

COMETE...METEORE E ....PANSPERMIA



IN ATTESA DI ULTERIORI PIU DETTAGLIATE ED AUTOREVOLI CONFERME, VI PROPONIAMO QUESTA NOTIZIA CHE RIMBALZA SUL WEB DA ALCUNI GIORNI.
COME NOSTRA ABITUDINE, NON POSSIAMO ESPRIMERE NESSUN GIUDIZIO IN MERITO, QUINDI CI LIMITIAMO A FORNIRE LINFORMAZIONE COSI COME CI E STATA PASSATA.

Una forma di vita extraterrestre sarebbe stata scoperta in un meteorite caduto nello Sri Lanka il 29 dicembre scorso. Una ricerca pubblicata sul Journal of Cosmology annuncia il ritrovamento di alghe fossili unicellulari, diatomee, nella condrite carbonacea caduta nel North Central Province, vicino al villaggio di Araganwila. Lo studio proviene da tre ricercatori della University of Buckingham, della Cardiff University e del Medical Research Institute di Colombo, Sri Lanka.
Un meteorite carbonioso di questo tipo possiede una composizione molto simile ai planetesimi, i corpi che miliardi di anni fa diedero forma ai pianeti del sistema solare. In molti meteoriti del genere sono stati scoperti acqua e materiale organico, inclusi amminoacidi. I ricercatori sono certi che il meteorite Polonnaruwa, questo il nome con cui è stato classificato, non è stato contaminato da rocce terrestri: è stato visto cadere dal cielo e raccolto subito dopo, ma soprattutto i fossili di diatomee sono ben incastonati nella sua matrice. Le diatomee scoperte nel meteorite assomiglierebbero a quelle terrestri della specie Sellaphora blackfordensis.
Nel meteorite inoltre si possono ben osservare agglomerati di olivina tipici di questo tipo di rocce. Per confronto con altri meteoriti sembra inoltre che esso derivi da un frammento cometario associato alla cometa Encke. Le analisi, ancora in corso, dicono che al suo interno vi sarebbero inoltre elementi che arriverebbero dal di fuori del sistema solare.
I nuovi dati su queste diatomee fossili sembrerebbero fornire forti prove a supporto della teoria della Panspermia Cometaria, spiegano gli studiosi, ossia la teoria in base a cui la vita sul nostro pianeta e altri mondi potrebbe essere stata portata dalle comete. Per maggior sicurezza, sebbene larticolo sia già stato accettato per la pubblicazione, il meteorite verrà prossimamente posto al vaglio di altri ricercatori che cercheranno ipotesi alternative alle diatomee extraterrestri.

Fonte: Meteo Web