IL RISVEGLIO DEL CADUCEO DORMIENTE: la vera genesi dell'Homo sapiens

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VIDEO SINOSSI DELL'UOMO KOSMICO

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Con questo libro Marco La Rosa ha vinto il
PREMIO NAZIONALE CRONACHE DEL MISTERO
ALTIPIANI DI ARCINAZZO 2014
* MISTERI DELLA STORIA *

con il patrocinio di: • Associazione socio-culturale ITALIA MIA di Roma, • Regione Lazio, • Provincia di Roma, • Comune di Arcinazzo Romano, e in collaborazione con • Associazione Promedia • PerlawebTV, e con la partnership dei siti internet • www.luoghimisteriosi.it • www.ilpuntosulmistero.it

LA NUOVA CONOSCENZA

LA NUOVA CONOSCENZA

GdM

venerdì 29 aprile 2016

QUANDO MARTE ERA UN SATELLITE DELLA TERRA!


Nuove teorie astronomiche fanno luce sulle oscure mitologie dei popoli antichi.

Intervista al  Prof. Emilio Spedicato dell’Università di Bergamo.

di Marco La Rosa

“Straordinaria alternativa alle teorie di Robert Bauval e Adrian Gilbert, sul fatto che le tre piramidi di Giza siano disposte come le tre stelle della Cintura di Orione. L’idea del Prof. Spedicato mostra invece che l’ allineamento con tre vulcani di Marte è matematicamente più preciso e stronomicamente giustificabile. Tali vulcani erano visibili dalla Terra fra circa il 7000 e il 700 a.C., quando, seguendo le idee di Patten, Ackerman e appunto di Spedicato, Marte passava ogni 54 anni vicino al nostro pianeta. Questa nuova “proposta”  è confermata, tra l’altro, dall’etimo di piramide e dall’ esistenza di 54 nicchie votive o cerimoniali nella Grande Galleria della piramide detta di Cheope”.




L’ARTICOLO IN ESCLUSIVA SUL BIMESTRALE N. 525 MAGGIO- GIUGNO 2016 DEL GIORNALE DEI MISTERI


IN EDICOLA ED IN LIBRERIA


martedì 26 aprile 2016

IL GENIO PRECURSORE DI GIUSEPPE CALLIGARIS


Catene lineari del corpo e dello spirito

di  ASCLEPIO

Il neurologo italiano Giuseppe Calligaris (1876-1944), vero genio dimenticato, è stato l’autore di sorprendenti scoperte – sorprendenti per il loro intrinseco significato, ma anche per la vastità di applicazioni e infine per la coerenza e l’organicità del quadro generale –  nel campo della medicina olistica e non convenzionale. È anzi sorprendente che solo in tempi relativamente recenti, in Italia, si siano riscoperti gli studi di questo nostro connazionale, forse più stimato all’estero che in patria, anche a fronte del grande interesse che invece nel campo della medicina non-convenzionale è stato rivolto a studiosi stranieri. Fortunatamente, come diremo i suoi studi sono stati ripresi, ed anche ampliati in un sistema di trattamento psicosomatico ad opera di due ricercatori e sperimentatori italiani che hanno trovato il modo di adattare in un modello operativo le sue scoperte teoriche. Già dalla sua tesi di laurea dal titolo Il pensiero che guarisce (1901) incentrata sul potere di autoguarigione della suggestione, il giovane Calligaris legò il suo interesse di neuropsichiatra alla ricerca psicosomatica, un tema che avrebbe sviluppato nelle sue successive e sorprendenti ricerche. Malgrado i suoi brillanti meriti accademici (fu ordinario alla Sapienza) e le sue pubblicazioni di alto rigore, una dei quali, Il sistema motorio extrapiramidale (1927) fu adottata come testo universitario per molti anni a seguire, le sue scoperte e le pubblicazioni “di frontiera” gli valsero l’ostilità, anche ingiusta e preconcetta, della comunità di allora. Questo suo isolamento fu anche la causa dell’oblìo in cui caddero le sue ricerche per diversi decenni, almeno in Italia. Visse negli anni in cui la neurologia e la neuropsichiatria cominciavano a delineare il loro statuto scientifico. Ma i suoi studi andarono molto oltre il paradigma della medicina su base meccanicista, del resto implicavano un sistema di relazioni energetiche di tipo sottile. Erano anche gli anni in cui il neurologo inglese H. Head spiegava il “dolore riferito” e, attraverso le zone di Head, descrisse la proiezione cutanea dei riflessi viscero-sensitivi (convergenza di innervazioni  viscerali e di particolari aree cutanee sugli stessi metameri spinali);  e in cui il dott. W. Fitgerald indicava delle zone longitudinali della pelle, dette dermatomeri,come base per trattamenti antalgici e con la sua assistente Eunice Ingham poneva le basi della  riflessologia plantare.  Ma il lavoro di Calligaris andò molto oltre per portata e soprattutto per implicazioni teoriche, dato che si basava per lo più su relazioni sottili, legate al corpo eterico e non riconducibili a spiegazioni neurologiche – anche se, va detto, Calligaris non azzardò mai interpretazioni esplicite in questo senso ma si limitò a registrare empiricamente ogni corrispondenza. Fu questo fatto che gli valse l’ostilità del mondo scientifico così come l’aver mostrato di poter eseguire, attraverso le sue scoperte, determinati esperimenti di parapsicologia (o di metapsichica come si diceva all’epoca), esperimenti peraltro abbastanza eclatanti ed eseguiti in presenza di numerosi osservatori, che impressionarono persino lo yogi indiano Yogananda, in una sua visita in Italia nel 1934, in cui poté assistere ad un fenomeno di remote viewing attraverso un muro indotto da Calligaris su un suo paziente, come Yogananda stesso ci riferisce nella sua Autobiografia di uno yogi. Del resto questi suoi studi attirarono l’interesse di diverse intelligence militari: i suoi appunti furono trafugati dagli austro-tedeschi che avevano occupato il Veneto durante la Prima Guerra Mondiale, e infine dagli americani durante la Seconda Guerra Mondiale (e non è un caso se Germania e Stati Uniti sono i Paesi in cui si sono sviluppate scuole di medicina complementare, seppure semplicistiche, ispirate alle sue scoperte). Nelle sue opere principali (che contano più di sedici volumi),  Le Catene lineari del Corpo e dello Spirito (1928),  La Fabbrica dei sentimenti (1932), Le meraviglie dell’autoscopia (1933), Le meraviglie dell’eteroscopia (1934), Telepatia e telediagnosi (1935), Le immagini dei vivi e dei morti richiamate dalle loro opere (1935), L’Universo rappresentato sul corpo dell’uomo (1937), Le meraviglie della Metapsichica (1940), Nuove ricerche sul cancro (1940), Le meraviglie della Metafisiologia (1944) è esposto il quadro coerente ed organico di una fisiologia sottile che si articola su linee energetiche disposte in modo reticolare lungo la superficie del corpo umano. Nel cercare di spiegare la correlazione fra aree cutanee ad alterata sensibilità e danni alla corteccia cerebrale (correlazioni spesso non spiegabili sulla base delle ipotesi meccanicistiche della neurologia) Calligaris si imbatté nell’osservazione che la stimolazione cutanea (che lui definiva “carica”) lungo percorsi lineari generava sempre determinati riflessi fisici e sensazioni soggettive (” di repère “) e al contempo anche l’attivazione di determinati sentimenti.L’individuazione di queste strutture permette di dare indicazioni certe e soprattutto ripetibili dello stato psico-fisiologico dell’individuo. Queste prime scoperte furono poi ampliate da Calligaris in tutto il corso della sua vita; il suo interesse fu soprattutto per la mappatura e la ricerca di base, non pensò a svilupparne le potenzialità terapeutiche: la maggior parte delle sue ricerche hanno puntato ad evidenziare riscontri di tipo psicologico (attivazione di emozioni e sentimenti) e parapsicologico (attivazione di esperienze e facoltà extra-sensoriali). A tal proposito va detto che Calligaris non avanza mai nessuna interpretazione su base “occultistica” ma semplicemente da medico e da scienziato si è limitato alla registrazione di eventi e condizioni sperimentali ripetibili. Tuttavia la sua familiarità con concetti come “aura” “campo aurico”, “chiaroveggenza” ed altri, testimonia una conoscenza del lessico della metapsichica del tempo e della terminologia esoterico-occultistica. Dalle scarse indicazioni biografiche nulla sappiamo di quale milieu possa aver costituito il suo retroterra formativo, né di come fosse pervenuto a certe straordinarie e circostanziate scoperte. Mia personale convinzione è comunque che avesse avuto contatti con la corrente della Teosofia, sebbene prove diretta al momento non si conoscano. Rileviamo però che un suo allievo e collaboratore, Edoardo Bratina (1913-1999) è stato segretario della Società Teosofica. Un ultimo riferimento alla storia di queste scoperte: sono stati due studiosi italiani, Flavio Gandini e Samantha Fumagalli, a riscoprire di recente il lavoro di Calligaris e farlo conoscere in Italia. Il loro grande merito è stato non solo quello di aver portato avanti la sperimentazione ma sopratutto di aver creato un sistema operativo in grado di tradurre gli studi di Calligaris in un metodo di medicina olistica, con possibilità di intervento ed applicazione concreti nel campo della psicosomatica, denominato come Dermoriflessologia®.
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venerdì 22 aprile 2016

LIQUIDO DI SPIN QUANTISTICO: RILEVATO UN NUOVO "STATO" DELLA MATERIA GIA' PREVISTO NEL 1973


SEGNALATO DAL DR. GIUSEPPE COTELLESSA (ENEA)

Un nuovo stato della materia, mai visto prima, conoscerlo avvicina i futuri computer quantistici.



Rappresentazione grafica di un liquido di spin quantistico (fonte: Genevieve Martin, Oak Ridge National Laboratory)


E' stato osservato per la prima volta un misterioso nuovo stato della materia previsto circa 40 anni fa. Si chiama liquido di spin quantistico e porta le particelle che attualmente sono considerate i mattoni della materia, gli elettroni, a "rompersi in frammenti" e ad avere struttura magnetica mai vista in natura. Il risultato, pubblicato sulla rivista Nature Materials, promette di avvicinare la realizzazione dei futuri computer quantistici, enormemente più potenti dei computer attuali.  Questo bizzarro stato della materia era stato previsto nel 1973 dal Nobel Philip Warren Anderson. Adesso è riuscito a osservarlo il gruppo di ricerca internazionale coordinato dagli Stati Uniti, con gli Oak Ridge National Laboratory. "Finora la fase della materia predetta da Anderson non era mai stata riprodotta sperimentalmente ed è un risultato importante perchè è stato osservato un fenomeno diverso da qualsiasi altro presente in natura", ha commentato il fisico Pasquale Calabrese, della Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (Sissa) di Trieste. Un primo passo importante in questa direzione, ha proseguito l'esperto, era stato fatto negli ultimi anni dalle università europee di Cambridge e Dresda, che hanno avuto il merito di individuare dove andare a cercare il nuovo fenomeno. Il materiale nel quale è stato visto per la prima volta si chiama cloruro di rutenio (RuCl3) ed è sottilissimo al punto da avere solo due dimensioni. Mentre tutti i materiali finora noti tendono a formare strutture ordinate, in un liquido di spin quantistico le cose funzionano diversamente: anche se il materiale viene raffreddato fino ad avvicinarsi allo zero assoluto, le barre magnetiche che lo compongono continuano a formare una sorta di 'zuppa' caotica: non si allineano mai e ognuna fa quello che vuole. Questo materiale potrebbe quindi essere alla base dei futuri computer quantistici topologici, che utilizzano particelle che possono muoversi in due sole dimensioni spaziali.


Da: http://www.ansa.it/scienza/notizie/rubriche/fisica/2016/04/05/un-nuovo-stato-della-materia-mai-visto-prima-_5b8ee18f-473c-4486-b90a-218dbbec5c3e.html

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martedì 19 aprile 2016

QUINTA DIMENSIONE: "QUANTUM MEDICINE"...tra prove e testimonianze in diretta


LA COMUNICAZIONE tra le CELLULE E CON L’AMBIENTE ESTERNO:
ESPERIMENTI E DIMOSTRAZIONI “LIVE” NELLA REALTA’ DELLA FISICA QUANTISTICA.

di Marco La Rosa & Giorgio Pattera    
                                      
“A chi nulla trattiene in sé, la ragione delle cose appare chiara. Egli si muove come l’acqua, sta quieto come uno specchio, risponde come un’eco…” (da: “Il cavo e il vuoto. Storie taoiste”)

  “…Tutte le cose hanno un campo o “aura” (che non è il campo elettrico). Tale campo dipende dalla massa dell’oggetto, cioè dalla sua quantità di etere che lo costituisce. Il “di più” di etere che si misura dipende solo dalla carica di energia “vitale” (prana o orgone) che lo compenetra. Per es., una mela matura appena colta, a parità di massa e volume rispetto ad un corpo non organico, ha sempre un campo più ampio e “vivo”. (Marco Vecchi – OmPhi Labs)   
             
Quello che abbiamo presentato è il risultato delle ricerche dei tanti pionieri che ci hanno preceduto nello studio dell’etere (o energia del punto zero). Abbiamo avuto la possibilità, grazie a OmPhi Labs, di testare nel corso di tutto il 2014 e buona parte del 2015, una serie di apparecchiature ideate e studiate appositamente per la generazione, misurazione, dimostrazione ed utilizzazione dell'energia del campo ZPE (zero-point energy). In parallelo, abbiamo utilizzato anche l’Orgono-tester di Wilhelm Reich, perfezionato dal Dr. Giorgio Pattera nei suoi numerosi esperimenti, così che siamo stati in grado di far visualizzare e confermare su schermo i grafici dell’ energia “eterica”che via via andavamo misurando, secondo il pensiero:                     

L’ETERE INTERAGISCE CON GLI ESSERI VIVENTI, CHE SI SCAMBIANO INFORMAZIONI ANCHE IN MODO NON LOCALE PER EFFETTO DELL’ENTAGLEMENT QUANTISTICO.

Gli esseri viventi e le piante, per esempio, si scambiano informazioni (salute, benessere, ecc…) e comunicano tra loro attraverso l’ambiente, anche e soprattutto in modo tecnicamente definito “non locale”, cioè con comunicazione istantanea senza mediatori. Abbiamo quindi dimostrato che tutto ciò è riscontrabile, anche rivisitando in chiave più moderna gli esperimenti effettuati con il “poligrafo”, negli anni ’70 del secolo scorso, dal Dr. Cleve Backster; abbiamo dimostrato l’influenza dell’etere sullo sviluppo di lieviti (Saccaromyces cerevisiae); fatto sperimentare al pubblico presente l’efffetto CSE (effetto cavità strutturale) scoperto dall’entomologo russo Victor Grebennikov, attraverso dei proiettori PDF da noi realizzati. Il Dr. Pattera inoltre ha presentato e fatto dimostrazioni con il nuovo metodo diagnostico denominato: BIOSCANNER, il quale consiste in una sonda che, emettendo un campo elettromagnetico di esigua potenza, effettua un’analisi non invasiva dei tessuti consentendo di rilevare la presenza di stati patologici (tra cui di particolare importanza le formazioni tumorali), e in un ricevitore che, mediante un programma software dedicato, consente di visualizzare l’interazione della sonda emettitrice con i tessuti e di registrare i test effettuati.
Dobbiamo ringraziare “Spazio Tesla” nelle persone di Alberto Negri e Laura Groppi per la magistrale organizzazione dell’evento che ha avuto una straordinaria risposta di pubblico, nonché tutti gli altri relatori e gli operatori di Bio-tecnologie che hanno partecipato contribuendo all’arricchimento reciproco in termini di collaborazione e conoscenza.

                                   L.E.M.: ESPERIMENTO EFFETTO BAXTER -1-
                                         ESPERIMENTO EFFETTO BAXTER -2-
                        ORGONOTESTER PER DOPPIO CONTROLLO EFFETTO BAXTER
GRAFICI SEGNALE DI RITORNO DALLA PIANTA STIMOLATA (EFFETTO BAXTER)
MARCO LA ROSA E GIORGIO PATTERA - ESPERIMENTO "CSE" (CAVITY STRUCTURAL EFFECT) - STAND OmPhi Labs
     
                    INFLUENZA DELL'ETERE SULLO SVILUPPO DI LIEVITI - INIZIO-
INFLUENZA DELL'ETERE SULLO SVILUPPO DI LIEVITI - RISULTATO DOPO 90 MINUTI)
               MARCO LA ROSA E GIORGIO PATTERA: PRESENTAZIONE DEI RISULTATI
PRESENTAZIONE RELAZIONI


                                                     COMPONENTI BIOSCANNER

                                        STAND PER DIMOSTRAZIONI BIOSCANNER

... e le prime immagini con alcune testimonianze dal sito di SPAZIO TESLA:

http://www.spaziotesla.it/primo-piano/340-quinta-dimensione-le-prime-immagini.html

PER CHI FOSSE INTERESSATO A RIPRODURRE I SEMPLICI ESPERIMENTI DI "EVIDENZA DELL'ETERE" O "CAMPO ZPE", CHE ABBIAMO PRESENTATO PUO' RICHIEDERE INFORMAZIONI PRESSO:


oppure scrivendo a:

lrmarco@libero.it



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venerdì 15 aprile 2016

LA COSPIRAZIONE DELLE MUCCHE: NON E' UNO SCHERZO !



“L’allevamento intensivo genera più emissioni di gas serra a livello mondiale di tutte le auto, camion, treni, barche e aerei messi insieme. Una mucca in un anno ha un impatto inquinante equivalente ad un’automobile di media cilindrata che percorre 70.000 km. Possibile? sì, ebbene sì! …”
Le informazioni scientifiche divulgate nel film derivano e sono state convalidate dalla FAO (Organizzazione per l’Agricoltura e l’Alimentazione dell’ONU), dal World Watch Institute e dall’Istituto per gli Studi Ambientali della Libera Università di Amsterdam.


I gas serra prodotti dal settore zootecnico. Fonte FAO (Organizzazione per l’Agricoltura e l’Alimentazione dell’ONU)

IL CO2, UN PROBLEMA GRAVE?

Dice Paolo de Santis:

Il CO2, l’anidride carbonica è uno dei mattoni della vita, non è un gas nocivo, spesso viene  additato come se fosse un composto chimico artificiale; in realtà è un gas naturale, indispensabile per la vita stessa. Le voci dominanti accusano questo gas, il CO2, di essere la causa principale del surriscaldamento del pianeta (*).Ma il CO2 non è certo l’unico gas serra, osserva De Santis senza entrare nel merito del dibattito sulle conseguenze del global warming; ma se le conseguenze fossero davvero catastrofiche come si afferma, perché non si parla del metano? Il metano, prodotto in quantità enormi da miliardi di animali allevati per il consumo alimentare, è un gas serra 28 volte più potente dell’anidride carbonica. Inoltre il Potenziale di Riscaldamento Globale (GWP) del metano, calcolato sulla sua vita media di 12 anni, risulta ben 84 volte quello della CO2! Il consumo di carne è responsabile dell’immissione in atmosfera di una quantità di gas serra – anidride carbonica (CO2), metano, ossido di azoto e simili – ben maggiore di quella immessa dai mezzi di trasporto o dalle industrie. Inoltre, i prodotti agricoli potrebbero essere sufficienti a sfamare miliardi di persone, se non fossero in gran parte utilizzati per alimentare gli animali degli allevamenti. L’umanità ha creato un devastante effetto a catena: enorme consumo di energia, acqua e alimenti base per consumi alimentari errati. Miliardi di animali da macello per il consumo eccessivo di carne, stanno distruggendo il pianeta? Non sembra una affermazione priva di fondamento. Perché non se ne parla nei dati della FAO (Additional facts from FAO’s report)  o del World Watch Institute? Se i gas serra fossero veramente un così grave problema, un semplice cambiamento di abitudini alimentari avrebbe effetti molto più rapidi di qualsiasi altra iniziativa sull’effetto serra…..

Continua a leggere qui:


                                       COWSPIRACY  FILM COMPLETO





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martedì 12 aprile 2016

DA MARCIONE A…MAURO BIGLINO




L’IMPORTANZA STORICA (E PROFETICA ?) DI  “Marcione di Sinope” ALLA LUCE DELL’ATTUALE CRISI “VETERO TESTAMENTARIA” IN ATTO NELLA CHIESA CATTOLICA.

 "Io dividerò la vostra Chiesa e causerò una divisione al suo interno che durerà per sempre". (Marcione di Sinope 140 d.C. alla Chiesa di Roma sotto Papa Pio I).

di  Marco La Rosa

Marcione ( dal creco greco: Μαρκίων; Sinope, 85 circa – Roma, 160) è stato un vescovo e teologo greco antico, fondatore della dottrina cristiana che prende il nome di “marcionismo”, considerata eretica dalla chiesa primitiva. L'ipotesi che il primo a redigere un canone del Nuovo Testamento sia stato Marcione, sviluppata da Adolf von Harnack,è tuttora oggetto di dibattito tra gli studiosi. Adolf Harnack, (Dorpat, 7 maggio 1851 – Heidelberg, 10 giugno 1930), è stato un teologo e storico delle religioni tedesco ed uno dei più rilevanti teologi protestanti e storici del cristianesimo della fine del XIX ed inizio del XX secolo.  Ritornando a Marcione bisogna sottolineare che i suoi insegnamenti furono rilevanti ed influenti nel cristianesimo del II secolo, continuando poi ad essere molto considerati anche nei secoli successivi. Ciò fu percepito come una notevole minaccia dai Padri della Chiesa, in particolare dalla Chiesa di Roma, che poi emerse vittoriosa dalla lotta contro le altre correnti dei primi secoli venendo confermata nel concilio di Nicea del 325 d.C. Erroneamente incluso nella corrente gnostica, Marcione appoggiò in pieno la dottrina di Paolo di Tarso, che sottolineava come la salvezza non fosse ottenibile solo attraverso la Legge, e la portò alle sue estreme conseguenze: secondo Marcione esistevano due figure rilevanti nella storia umana, il cosiddetto Dio degli Ebrei, autore della Legge e dell'Antico Testamento, e il Dio Padre di Gesù Cristo, che aveva mandato il proprio figlio per salvare gli uomini, ma solo il secondo era il vero Dio da adorare e che portava la salvezza. Rifacendoci quindi agli studi di Harnack è decisamente auspicabile che fu proprio il Vescovo Marcione a redigere il primo canone cristiano di cui si ha notizia, che comprendeva dieci lettere di Paolo e un vangelo (quasi sicuramente quello secondo Luca ma epurato di alcune parti), denominato poi il  Vangelo di Marcione. Contemporaneamente quindi Marcione rigettava la Bibbia ebraica,  non considerandola ispirata dal vero Dio. Non discuteremo qui dell’ormai superata e confutata teoria di Epifanio di Salamina la quale sosteneva che Marcione di Sinope non fosse in realtà un Vescovo ma un laico espulso dal proprio Vescovo (vedasi pertanto Tertulliano).  Marcione arrivò a Roma durante una sede vacante, "dopo la morte di Igino" ed inoltre è verosimile che Marcione fosse già vescovo consacrato poichè un laico non sarebbe stato in grado di disputare coi presbiteri sulle Sacre scritture come faceva lui, né avrebbe potuto dichiarare poco dopo il suo arrivo: "Io dividerò la vostra Chiesa e causerò una divisione al suo interno che durerà per sempre". Un laico non avrebbe potuto, inoltre, fondare un movimento così esteso, la cui caratteristica principale era l'episcopalismo (L'episcopalismo è una forma di governo della Chiesa che prevede una struttura gerarchica caratterizzata dalla presidenza di vescovi), che verrà ampiamente esercitato sopratutto nel medioevo e fino al Concilio Vaticano  Primo, convocato da Papa Pio IX con la bolla Aeterni Patris del 29 giugno 1868.

IL MARCIONISMO:

Il marcionismo fu un movimento cristiano “dualista” (una concezione filosofica o teologica che vede la presenza di due essenze o principi opposti ed inconciliabili), del II secolo che prende appunto il nome da Marcione di Sinope. Si hanno notizie dei seguaci di Marcione, diffusi soprattutto in Medio Oriente, fino al V secolo. Le idee di Marcione influenzarono sia Mani (Mardinu, 215 – 276 d.C. fu un profeta e predicatore iranico, fondatore del Manicheismo) che i pauliciani (erano una setta di asceti sorta in Armenia nel VII secolo che prendevano il nome dal patronimico Paul-ik, ovvero il "figlio di Paolo" perché i membri pensavano di vivere secondo il vero insegnamento di Paolo di Tarso) e quindi anche i manichei medievali. Il marcionismo venne condannato dai suoi numerosi oppositori come eresia, e combattuto tramite un cospicuo numero di opere apologetiche, la più celebre delle quali è l'Adversus Marcionem di Tertulliano, un trattato di cinque volumi scritto nel 208 circa. Gli scritti di Marcione e dei suoi seguaci sono ufficialmente andati perduti  o distrutti, anche se testimonianze controverse ne segnalano la presenza certa negli inaccessibili archivi vaticani. il marcionismo, è stato  spesso classificato come una dottrina gnostica, in realtà era un movimento a sé stante, lontano da tutte le altre correnti cristiane dei primi secoli e come tale non può essere ricollegato a nessun'altra tradizione. Il marcionismo si caratterizza per vari aspetti teologici ed esegetici che lo hanno reso un movimento unico nel suo genere. Le idee di Marcione sono state spiegate da lui stesso nell'Antitesi, un'opera teologica ormai perduta ma spesso citata da altri autori. La premessa necessaria e fondamentale per comprendere il marcionismo  è il fatto che, per Marcione, gli insegnamenti di Cristo sono incompatibili con le azioni del Dio dell'Antico Testamento. Qui subentra il “dualismo” in precedenza citato e cioè : la presenza di un primo Dio giustiziere e iracondo dell'Antico Testamento, che è allo stesso tempo una sorta di “Creatore”, mentre il secondo Dio del Vangelo, sconosciuto prima dell'arrivo di Gesù, è solo amore e pietà. Pertanto  Marcione rifiutava completamente la tradizione ebraica e l'Antico Testamento, interpretandolo alla lettera (o meglio effettuando la prima “lettura in chiaro” di cui si abbia notizia) e identificando nel Dio d'Israele una falsa divinità o meglio un essere (comunque molto potente) ma  malvagio e propugnatore del male, che si limita ad applicare punizioni severe per ogni mancanza da parte dell'uomo, che ha creato (?)  pieno di difetti e capace di qualsivoglia ripugnanza. Egli considerava quindi un Dio (essere?) crudele e dispotico quello della vecchia Alleanza, mentre interpretava in maniera del tutto originale gli insegnamenti di Gesù, ritenendo che il Dio predicato da quest'ultimo sia un Dio “straniero”, lo stesso (secondo l'idea di Marcione) a cui si riferiva Paolo parlando con gli ateniesi nell'agorà, il quale, essendo un Dio d'amore e pace, incline alla misericordia e al perdono, deve essere per forza una divinità diversa da quella d'Israele. Marcione non riusciva a conciliare le personalità di questi due personaggi, arrivando perciò a considerarli come divinità opposte: la prima, ingiusta, è il creatore dell’Adam, cui si contrappone il Dio d'Amore predicato da Gesù (il salvatore secondo Marcione), che libera l'uomo dal peccato tramite la nuova Alleanza. Oltre tutto Marcione vedeva in Paolo la salvezza della cristianità, essendo quest'ultimo l'unico apostolo ad aver accantonato la legge mosaica per sottolineare l'universalità del messaggio di Cristo. I marcioniti sostenevano che il Dio ebraico (conosciuto da alcuni gruppi gnostici come Yaldabaoth) è inconsistente, geloso, rabbioso e perpetratore di massacri, e che il mondo materiale creato/ideato da lui è difettoso, un luogo pieno di sola sofferenza. Questa figura di “dispotico  creatore”, per i marcioniti, doveva essere necessariamente un incompetente o un maligno demiurgo. Fin dall'inizio Marcione è stato aspramente criticato dagli altri vescovi per le sue teorie, al punto di essere scomunicato. Nonostante ciò i marcioniti hanno mostrato una notevole capacità di diffusione e di resistenza alle dure repressioni cui sono stati soggetti. Per la Chiesa primitiva Marcione ha rappresentato un gravissimo pericolo, dal momento che, con la sua teologia e interpretazione del Vangelo, rischiava di minare la coesione e le basi stesse della Chiesa. Nulla rimane dei libri dei marcioniti e la loro memoria è stata a lungo offuscata attribuendo loro posizione manichee e comportamenti antisociali.

La riflessione che scaturisce da questa breve disamina della misconosciuta figura (per la stragrande maggioranza dei cristiani) di Marcione da Sinope, mi riporta alla produzione letteraria e divulgativa contemporanea  dello studioso e traduttore di ebraico antico Mauro Biglino. “Nella Bibbia non c’è traccia di Dio”. “L’antico testamento non parla di Dio, ma parla di un individuo che ha stabilito un patto di alleanza con un popolo". Concetto davvero analogo a quello di Marcione, che come Biglino interpretava  alla lettera (= leggeva in chiaro) i passi delle scritture dell’antico testamento e pertanto si contrapponeva alla Chiesa di allora, proponendo di stralciare completamente gli antichi canoni dalle scritture considerate sacre per i cristiani e recidendo di fatto ogni connessione tra Gesù e gli antichi Patriarchi Biblici. Ecco dunque l’attualità profetica di Marcione, che pur vivendo in un’epoca culturale molto distante dalla nostra, ci testimonia come una “lettura in chiaro” dell’Antico Testamento era possibile allora come oggi. Pertanto anche le logiche conclusioni che trae Mauro Biglino adesso attraverso i suoi saggi, non sono poi troppo distanti da quelle che duemila anni fa traeva il Vescovo Marcione. E’ questa una strada corretta non solo dal punto di vista semantico? Non lo so con certezza, ma devo sicuramente evidenziare che, come ci viene indicato sopratutto da tutta la corposa produzione delle “confutazioni” su Marcione, redatte dal secondo al quinto secolo d. C. e molte altre (anche successive) andate perdute, le sue considerazioni avevano allora molto seguito, proprio come oggi Mauro Biglino.  Saranno quindi solo voci ? Oppure si dimostrerà vero che la Chiesa Romana dopo duemila anni (ed un altro potente “scrollone” moderno) si accinge a compiere ciò che un Vescovo  poi scomunicato, profetizzava/auspicava nel 140 d.C. ?

Bibliografia:
Adolf von Harnack, Marcione. Il Vangelo del Dio straniero, Marietti, 2007.
Giovanni Magnani, Cristologia storica, p.145, 2002, Pontificia università Gregoriana.
Epifanio di Salamina, Panarion adversus omnes haereres, XLII, II
Quinto Settimio Fiorente Tertulliano Adversus Marcionem
Mauro Biglino: La Bibbia non è un libro sacro, Uno Editori, 2013
Mauro Biglino: La Bibbia non parla di Dio: uno studio rivoluzionario sull'Antico Testamento, Mondadori, 2015
Wikipedia


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sabato 9 aprile 2016

DNA Neanderthal e Denisovan dai genomi di individui melanesiani



Una  recente ricerca pubblicata  su Science rivela che alcune popolazioni della Melanesia, nel Pacifico a nord dell'Australia, hanno ereditato una parte del genoma dall'uomo di Denisova e dei Neanderthal
Una parte piccola ma significativa del genoma dei melanesiani moderni deriva da quello dell’uomo di Denisova, la specie “cugina” della nostra di cui solo nel 2008 furono scoperti resti fossili in una grotta della regione dei Monti Altai, nella Siberia meridionale. A stabilirlo, confermando indizi già rilevati da precedenti studi, è stata una ricerca effettuata da genetisti dell’Università di Washington a Seattle, in collaborazione con il Max-Planck-Institut per l’antropologia evoluzionistica di Lipsia, (e a cui ha contribuito anche Serena Tucci dell’Università di Ferrara) che illustrano la scoperta in un articolo pubblicato su “Science“:


Per arrivare a questa conclusione Benjamin Vernot e colleghi hanno analizzato il genoma di 1523 persone provenienti da tutto il mondo, 35 delle quali erano abitanti dell’Arcipelago di Bismarck, nella Melanesia settentrionale, e di Papua Nuova Guinea.
I risultati di questa analisi hanno mostrato che, mentre tutte le popolazioni non africane hanno ereditato dall’1,5 al 4 per cento del genoma dei Neanderthal, i melanesiani erano l’unica popolazione in cui tra l’1,9 e il 3,4 per cento del genoma proveniva dall’uomo di Denisova.


I ricercatori hanno anche potuto stabilire che mentre la mescolanza fra l’uomo moderno e i Neanderthal si è verificata in almeno tre momenti distinti, quella con l’uomo di Denisova è avvenuta solo una volta. L’aspetto più misterioso di questa scoperta, osservano i ricercatori, è la distanza che separa Denisova dalla Melanesia. «Sappiamo che questa regione è stata popolata per almeno 48.000 anni, perché vi sono resti umani che risalgono a quell’epoca, ma non si era riusciti a collegarli a qualsiasi altro posto», osserva David A. Merriwether, uno degli autori della ricerca. «Se si confronta la maggior parte delle loro sequenze genomiche con quelle di qualsiasi altro gruppo si scopre che i melanesiani sono rimasti isolati per moltissimo tempo. Possiamo pensare che agli uomini di Neanderthal e di Denisova piacesse vagare in lungo e in largo».


Per altro è ancora da scoprire dove gli antenati dei moderni esseri umani potrebbero essere entrati in contatto con l’uomo di Denisova. L’ipotesi migliore, dicono i ricercatori, è che i denisoviani avessero un’areale di distribuzione molto ampio che si estendeva su tutta l’Asia orientale. I primi esseri umani moderni e i Neanderthal potrebbero aver viaggiato verso il Sudest asiatico insieme ai denisoviani.


E alla fine, alcuni dei loro discendenti devono essere arrivati sulle isole a nord dell’Australia. Ma la cosa singolare è che i denisoviani sono l’unica specie di esseri umani arcaici di cui si sa assai poco grazie alle prove fossili e molto di più dai loro geni.


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mercoledì 6 aprile 2016

NUOVA RICERCA ENEA UTILE PER STUDIARE LE CELLULE TUMORALI


SEGNALATO DAL DR. GIUSEPPE COTELLESSA (ENEA)

Ricerca: progettata al computer la formula per detergenti utile anche per studiare i tumori.

Ricercatori ENEA hanno contribuito a progettare al computer la formula dei componenti di un detergente molto diffuso che può essere utilizzata anche per studiare il comportamento delle proteine e comprendere i meccanismi cellulari alla base della formazione dei tumori.

Un team di ricercatori di ENEA, Università di Salerno, Istituto Nazionale per la Ricerca sul Cancro di Genova e Tohoku University di Sendai in Giappone è riuscito per la prima volta al mondo a progettare al computer la formula molecolare del detergente Triton X-100 alla base della maggior parte dei detersivi e dei saponi oggi in commercio. Si tratta di un risultato di particolare rilievo anche per il possibile utilizzo in biomedicina per studiare il comportamento delle proteine e dei meccanismi cellulari alla base della formazione dei tumori. Infatti, oltre ad essere simili ai tensioattivi dei comuni detergenti, le molecole individuate facilitano l’estrazione delle proteine dalle membrane cellulari, un processo fondamentale per comprendere i meccanismi di sviluppo di molte patologie. Lo studio, realizzato grazie al supercomputer dell’ENEA “CRESCO”, è stato pubblicato su “Journal of Chemical Theory and Computation” dell’American Chemical Society, una prestigiosa rivista internazionale del settore. L’infrastruttura computazionale, realizzata con il supporto della Divisione Sviluppo Sistemi per l’Informatica e l’ICT dell’ENEA, potrà essere utilizzata anche per studiare il comportamento delle integrine, particolari proteine che ricoprono un ruolo chiave in diversi processi cellulari come quelli metastatici dei tumori. “Si tratta di un risultato di notevole rilevanza scientifica - spiega il ricercatore ENEA Massimo Celino – in quanto siamo riusciti a progettare un sistema che “mima” le architetture molecolari e ci permetterà di comprendere meglio il corpo umano. Fino ad ora non erano disponibili strumenti che permettessero la progettazione al computer di questa classe di molecole e la loro funzionalizzazione per applicazioni biomediche. Conoscere esattamente la struttura e il meccanismo di azione di queste molecole è fondamentale per la medicina e oggi, grazie a questa infrastruttura computazionale, lo studio di nuovi approcci sperimentali e l’interpretazione dei meccanismi che inducono l’insorgenza dei tumori diventerà sempre più efficiente ed economico.” Grazie ai progressi nella ricerca sulla modellistica molecolare, che comprende tutti i metodi teorici e computazionali utilizzati per rappresentare il comportamento atomico di materiali e molecole complesse, si stanno aprendo nuovi orizzonti applicativi nei settori della produzione e utilizzo dell’energia, nella microelettronica, nella componentistica strutturale, nella progettazione di nuovi farmaci (drug design), nella biomedicina. Attraverso l’intelligenza artificiale e l’elaborazione delle banche dati realizzata dal supercalcolatore CRESCO, è possibile identificare i composti potenzialmente più interessanti per l’industria e per altre applicazioni come la biomedicina. L’evoluzione delle conoscenze scientifiche e delle tecnologie informatiche, permette inoltre di individuare nuovi protocolli di attività e progettazione, nonché di velocizzare i tempi della sperimentazione riducendo i costi della ricerca e quelli di produzione.


Da: http://www.enea.it/it/Stampa/news/salute-da-molecole-per-detergenti-nuove-prospettive-sullo-studio-dei-tumori


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