IL RISVEGLIO DEL CADUCEO DORMIENTE: la vera genesi dell'Homo sapiens

IL RISVEGLIO DEL CADUCEO DORMIENTE: la vera genesi dell'Homo sapiens
VIDEO TRAILER

VIDEO SINOSSI DELL'UOMO KOSMICO

VIDEO SINOSSI DELL'UOMO KOSMICO
VIDEO SINOSSI DELL' UOMO KOSMICO
Con questo libro Marco La Rosa ha vinto il
PREMIO NAZIONALE CRONACHE DEL MISTERO
ALTIPIANI DI ARCINAZZO 2014
* MISTERI DELLA STORIA *

con il patrocinio di: • Associazione socio-culturale ITALIA MIA di Roma, • Regione Lazio, • Provincia di Roma, • Comune di Arcinazzo Romano, e in collaborazione con • Associazione Promedia • PerlawebTV, e con la partnership dei siti internet • www.luoghimisteriosi.it • www.ilpuntosulmistero.it

LA NUOVA CONOSCENZA

LA NUOVA CONOSCENZA

GdM

domenica 30 gennaio 2011

GRANDE PIRAMIDE DI CHEOPE : TROVATE ALTRE DUE STANZE INTATTE ?

LA GRANDE PIRAMIDE DI CHEOPE POTREBBE CONTENERE ALTRI VANI AL SUO INTERNO

Jean-Pierre Houdin è un architetto franco/americano che ha effettuato approfonditi studi sulla struttura della grande piramide utilizzando una particolare tecnica di ridisegno in CAD dell'intera struttura.

Noto per aver ideato un metodo per la costruzione della piramide, basato su una spirale INTERNA (vedi anche post del 25 Nov. 2008 su questo blog "News: ecco come sono state realmente costruite le piramidi") alla struttura ( che avrebbe avuto già una verifica da alcune rilevazioni gravitometriche ), ha recentemente fatto un'altra scoperta:

All'interno della famosissima piramide di Keope ci sarebbero almeno due camere INTATTE ancora da scoprire.

Per verificare le sue idee aveva chiesto in passato l'autorizzazione per effettuare studi in sito, avvalendosi di alcuni professionisti in varie discipline ( infrarossi, radar ed altri metodi non invasivi).

Purtroppo tutte le sue richieste si sono scontrate con un secco parere negativo di Z.Hawass.

La sua teoria ( delle due stanze ) si basa sul raffronto della piramide di Keope con quella di suo padre Snefru ( dove ci sarebbero queste due camere ).

Ulteriore conferma verrebbe dallo studio della disposizione delle pietre sulla parete nord della Camera del Re nella grande piramide.

Indicherebbe l'esistenza di un passaggio frontale che potrebbe portare alle due camere e che avrebbe consentito al corteo funebre di uscirne.

Staremo a vedere se riuscirà ad ottenere le autorizzazione di indagine e scavo da Hawass.

Da: Antikitera.net

Discovery News

SE TI E' PIACIUTO QUESTO POST NON PUOI PERDERE:

LA VERA STORIA EVOLUTIVA DELL'UOMO E' COME CI HANNO SEMPRE RACCONTATO? OPPURE E' UNA STORIA COMPLETAMENTE DIVERSA?

"L'UOMO KOSMICO", TEORIA DI UN'EVOLUZIONE NON RICONOSCIUTA
DI MARCO LA ROSA
E' UN'EDIZIONE OMPHILABS
ACQUISTABILE DIRETTAMENTE DAL SITO OMPHILABS ED IN LIBRERIA



http://www.omphilabs.it/prod/L-UOMO-KOSMICO.htm

lunedì 24 gennaio 2011

2012....DUE SOLI NEL NOSTRO CIELO ? FORSE ! SE NEL 1372 D.C. CIRCA LA STELLA BETELGEUSE FOSSE REALMENTE ESPLOSA !


STA PER ESPLODERE BETELGEUSE ?  NO MEGLIO,  FORSE (?) NEL 1372 D.C. CIRCA,  E' ESPLOSA !

Il fisico australiano Brad Carter: "potrebbe accadere a breve di vedere per qualche giorno due "soli" nel cielo come mille anni fa".

L'effetto per l'esplosione di una supernova comunque accaduto circa 640 anni fa. (FORSE) !

La Terra illuminata e riscaldata da "due soli". Ma soltanto per poche settimane. La causa? L'esplosione di una delle stelle più brillanti del cielo notturno, visibile a occhio nudo. La notizia arriva dall'Australia, dal fisico Brad Carter della prestigiosa università del Queensland, e secondo il Daily Telegraph, il quotidiano del Regno Unito, "potrebbe succedere a breve". Anche nell'ormai inflazionato e pieno di catastrofi "2012".

La candidata a "scoppiare" ( O  GIA' SCOPPIATA) è Betelgeuse, una supergigante rossa di classe spettrale M1-2 Iab, ovvero una stella in una fase già piuttosto avanzata della sua evoluzione. Nella costellazione di Orione, guardando in alto a sinistra è quella rossastra. L'altra in basso a destra, Rigel, è color bianco-blu. Non è vicinissima, ma neanche così lontana da non poterla vedere a occhio nudo: si trova a 640 anni luce dalla Terra. Con lo scoppio si "trasformerà" in supernova, un'esplosione estremamente energetica che costituisce lo stadio finale dell'evoluzione delle stelle massicce.

"Che esploda come supernova è sicuro, ma sapere quando accadrà è una sciocchezza", chiarisce Piero Benvenuti, professore di astrofisica all'Università di Padova e presidente dell'Inaf (istituto nazionale di astrofisica) fino al 2007. Cosa succede? "Si esaurisce la sorgente, il combustibile nucleare che si trova all'interno della stella. Questa collassa e i materiali che la compongono vengono proiettati verso l'esterno creando una sfera di fuoco che si allarga a una velocità di 5, 10 mila chilometri al secondo". Nel caso di una stella come Betelgeuse, "relativamente vicina - spiega Benvenuti -, l'evento sarebbe visibile anche di giorno. Ma sarebbe davvero difficile definirlo come "secondo sole". Esiste comunque una grande distanza. Basta pensare che la luce del sole arriva sul nostro pianeta in 8 minuti, mentre, quella di Betelgeuse, adesso e quando sarà supernova, ci metterà 640 anni. Dal punto di vista scientifico è una grande opportunità di studio. È raro vedere un'esplosione galattica".

Videro brillare una stella gigante di giorno i cinesi nel 1054: "Era nella nostra galassia, nella costellazione del Granchio - ricorda il professore -. Nel 1572 il danese Tycho Brahe ne osservò una e nel 1604 Giovanni Keplero e Galileo Galilei ne videro un'altra a occhio nudo". Dove finisce la materia stellare? "Un'enorme quantità di neutrini - continua - passa a velocità della luce in tutte le direzioni, arriva sulla Terra senza trovare ostacoli. E gli elementi chimici interni alla stella vengono espulsi, ma nel caso della stella Betelgeuse non ci raggiungeranno mai perché viaggiano a una velocità inferiore della luce. Arriveranno radiazioni energetiche, raggi gamma, X e ultravioletti. Ma prima di toccare la superfice della terra verranno assorbiti dall'atmosfera". Al di là della scienza e dell'astronomia. Una volta di più fa notizia la data 2012.

Da: Antikitera.net

Rossella Burattino

News originale: Daily Telegraph.

giovedì 20 gennaio 2011

L'ENIGMA DEL TESCHIO DI OLSTYKKE !



DI CHE RAZZA ERA L'UOMO DEL MISTERIOSO TESCHIO DI OLSTYKKE ?

Un alieno sopravvissuto da un "ufo-crash" preistorico? Un viaggiatore del tempo sfortunato proveniente dal futuro? Un commerciante da un universo parallelo? Una specie finora sconosciuta? Oppure la semplice deformità di un essere umano? Nessuno ancora lo sa per certo, ma non importa la spiegazione, il Teschio Sealand ha il potenziale per cambiare la visione del mondo in cui viviamo.
Nel luglio del 2007 il ritrovamento del cranio in Olstykke sull'isola danese Sealand, tuttavia, non ha fatto notizia ed è rimasta in gran parte ignorata dalla scienza fino al 2010. I ricercatori che nel 2008 hanno esaminato il cranio al V. High School di Copenaghen, hanno concluso che se pur simile al cranio di un mammifero, alcune caratteristiche dello stesso rendono impossibile montare la tassonomia di un animale conosciuto.

Scoperto durante la sostituzione delle vecchie condotte di scarico, si era pensato in un primo momento che fosse un teschio di cavallo, poichè la casa in precedenza apparteneva ad un macellaio di cavalli, e il giardino era pieno di resti. Quando durante il riempimento della trincea, qualcuno ha notato la sua forma umanoide. Successivamente gli scavi non hanno portato alla luce altri resti, solo ossa di animali facilmente identificabili, asce di pietra e altri strumenti neolitici che sono comuni nella zona. Il fatto che il cranio sia stato trovato tra i resti neolitici non rivela di fatto la sua età. Una datazione al carbonio 14 presso il Niels Bohr Institute di Copenhagen ha dimostrato che la creatura ha vissuto tra il 1200 e il 1280 dC. Inoltre, il cranio è stato trovato in una stratificazione molto recente, la cui età suggerisce che non è stato sepolto fino a dopo il 1900. Anche l'assenza di parti dello scheletro, insieme allo Stato di conservazione , ha portato gli scienziati a sospettare che la sepoltura ha probabilmente pochi decenni.

Forse per nascondere la sua esistenza, qualcuno lo ha conservato per secoli e poi successivamente sepolto. E 'interessante notare che i residenti di Olstykke si tramandano leggende di un fantomatico “Ordine della Luce Pegasus”, il quale nascondeva segreti di strani dispositivi luminosi e ossa di strani esseri. La leggenda narra anche che questi “SEGRETI” abbiano avuto origine nei Balcani, e che furono custoditi prima a Parigi, poi a Monaco di Baviera, e solo alla fine arrivarono in Danimarca.

Se la storia fosse vera, ulteriori ricerche potrebbero portare alla scoperta dei fantomatici manufatti “alieni”. Sarebbe plausibile che il misterioso ordine “Lux Pegasos” conservi ancora oggetti che ci permettano una migliore comprensione dell’ origine di tutto cio ?. Poco si sa circa l'ordine però, sembra sia stato costituito intorno al 1350 e in tutta la sua esistenza abbia avuto tra i frequentatori influenti poeti e scrittori.

Il Teschio di Sealand è una volta e mezzo più grande di un cranio maschile di Homo Sapiens. La sua superficie liscia rivela che la “creatura” si è adattata al clima freddo, le dimensioni delle orbite oculari (tipo alieno “grigio”) farebbero pensare ad una creatura notturna, vissuta nel sottosuolo o su un pianeta che orbita intorno a una stella remota o debole, probabilmente una nana rossa. E’ interessante notare che la stella 51 Pegasi, nella costellazione di Pegaso è stata la prima stella simile al Sole, conosciuta per avere un pianeta. I Pianeti in orbita intorno alla stella HR 8799 Pegasus infatti, furono i primi ad essere scoperti, e l'analisi spettroscopica di HD 209458 b, un altro pianeta, della costellazione, ha fornito la prima evidenza di vapore acqueo atmosferico oltre il nostro sistema solare.

fonte: www.unexplained-mysteries.com

by: Anton Spangemberg

Da: Antikitera.net

sabato 15 gennaio 2011

LA MASSONERIA: E' LA "CONCRETIZZAZIONE" PIU' EVIDENTE DEL SIMBOLISMO RADICATO NEL PROFONDO DELLO SPIRITO UMANO !


Il gran sigillo degli Stati Uniti può essere facilmente visto sul retro di una banconota da un dollaro. Anche se i colori non saranno visibili, è un punto di riferimento facilmente identificabile. Il recto è sul lato destro (l'aquila), mentre il verso è sul lato sinistro (piramide) dell'immagine.

L'uomo è una creatura enigmatica con una duplice natura, spirituale e temporale. Le sue istituzioni riflettono le molteplici sfaccettature del suoi variegati e complessi processi mentali. Contemporaneamente è occupato con la routine di soddisfare i bisogni fondamentali di cibo, vestiti e riparo e i bisogni spirituali e sociali, meno tangibili e più diversificati. I punti di vista sono vari quanto gli individui, soggetti non solo ai cambiamenti dell'ambiente esterno, ma anche a cambiamenti interni auto-creati. Solo l'uomo ha dentro di sé qualsiasi potere di pensiero e di immaginazione. Uno degli aspetti del comportamento dell'uomo che proviene dalla sua immaginazione, con la superstizione, lo sforzo spirituale e il ragionamento, è il simbolismo.
Segni, immagini, oggetti, emblemi, parole, numeri, musica o qualsiasi mezzo di trasporto delle idee da un individuo a un altro diventa veicolo di simbolismo. Alcune delle attività dell'uomo si prestano più facilmente al simbolismo rispetto ad altre. Il rituale della Massoneria è particolarmente ricco di simboli - cose familiari che veicolano un significato nascosto per gli iniziati. La Massoneria filosofica è l'erede del simbolismo praticato negli antichi misteri, dalla Cabbala ebraica e dalle società rosacrociane medievali.

In questa età presente, in cui le cose materiali assorbono quasi ogni ora di veglia, il simbolismo ha perso gran parte del suo fascino, ma non è stato così nel XVIII secolo quando gli eroi rivoluzionari [americani] votarono le loro vite, la loro fortuna e il loro sacro onore all'erezione della nuova nazione. Quando la crisi giunse al culmine degli ideali per i quali avevano combattuto, cominciò ad assumere la forma simbolica. Nel tardo pomeriggio del 4 luglio 1776, il Congresso Continentale "decise che il Dr. Franklin, Mr. J. Adams e Mr. Jefferson formassero un Comitato per preparare il disegno del sigillo degli Stati Uniti d'America". Il 20 agosto il comitato presentò il suo disegno al Congresso; ma la decisione fu rinviata, e per tre anni e mezzo non fu intrapresa alcuna azione ulteriore. Il 25 marzo 1780, la relazione del primo comitato fusottoposta a un nuovo comitato costituito da James Lovell, John Scott Morin e William Churchill Houston. Questo comitato ricevette assistenza artistica da Francis Hopkinson. Un nuovo disegno fu presentato il 10 o l'11 maggio 1780, ma la discussione fu rinviata al comitato, con ulteriori ritardi per altri due anni. Nella primavera del 1782, un terzo comitato, composto da Arthur Middleton, John Rutledge ed Elias Boudinot con l'assistenza di William Barton, A.M., presentò un al Congresso un terzo disegno per il sigillo, che fu ritenuto anch'esso non soddisfacente. Il 13 giugno 1782, il Congresso affidò tutte le relazioni del comitato a Charles Thomason, Segretario del Congresso. Thomason preparò un disegno sulla base di queste relazioni e lo presentò a Barton, che suggerì alcune modifiche il 19 giugno 1782. Thomason immediatamente scrisse la sua relazione al Congresso e la presentò il 20 giugno 1782; la relazione fu accettata il giorno stesso e così fu fissato il disegno del Gran Sigillo, descritto come segue:

ARMI: Tredici fasce verticali, argento e rosso; capo azzurro; lo scudo è posto sul petto dell'aquila americana visualizzata adeguatamente, che brandisce nel suo artiglio destro un ramoscello di ulivo e nel sinistro un mazzo di tredici frecce, e nel becco una pergamena, con il motto "E PLURIBUS UNUM". Per il CREST: sopra la testa dell'Aquila, appare sopra lo scudo una gloria, che irrompe attraverso una nube, corretta e circostante tredici stelle, formando una costellazione d'argento, su un campo azzurro. VERSO: Una piramide incompiuta. Allo zenith, un occhio in un triangolo, circondato da una gloria. Sopra l'occhio queste parole: "ANNUIT COEPTIS". Sulla base della piramide le lettere numeriche MDCCLXXVI. E sotto il seguente motto: "NOVUS ORDO SECLORUM".

Tra coloro che hanno aiutato a progettare il gran sigillo degli Stati Uniti i seguenti sono noti per essere stati Massoni: Benjamin Franklin, Thomas Jefferson, William Churchill Houston e William Barton. È impossibile accertare se essi abbiano coinvolto pesantemente la Massoneria in questo lavoro, ma quando un muratore informato esamina il Gran Sigillo ecco che cosa vede:

Sul dritto è un'aquila la cui ala destra ha trentadue piume, il numero di gradi ordinari nella Massoneria di rito scozzese. L'ala sinistra ha trentatré piume, la piuma supplementare corrispondente al trentatreesimo grado del rito stesso, conferito al servizio eccezionale Massonico. Le piume della coda sono nove, il numero di gradi nel capitolo, del Consiglio e delle Commanderie del rito di York della Massoneria. Il rito scozzese ha avuto la sua origine in Francia; il rito di York è talvolta chiamato il rito americano; L'Aquila così vestita rappresenta l'Unione dei muratori francesi e americani nella lotta per la libertà, uguaglianza e fraternità. Il numero totale di piume delle ali è sessantacinque che, dalla gematria, è il valore dell'espressione ebraica YAM YAWCHOD (insieme in unità). Questa frase viene visualizzata nel Salmo 133 come segue: "Ecco, quanto buono e piacevole è per i fratelli abitare insieme in unità" e viene utilizzata nel rituale di primo grado della Massoneria. La gloria sopra la testa dell'Aquila è divisa in parti uguali di ventiquattro e ricorda all'osservatore il calibro massonico, che è anche diviso in ventiquattro parti uguali ed è emblematico del servizio che egli è obbligato a compiere. Le cinque stelle appuntite gli ricordano la stella splendente massonica e i cinque punti della fraternità. La disposizione delle stelle nella costellazione a formare triangoli equilateri e la stella di Davide richiama alla mente del muratore il sogno del re Davide di costruire un tempio al suo Dio, e i compagni che hanno ricostruito il tempio profanato e la constatazione della parola che è stata persa. I colori oro, argento e azzurro rappresentano il Sole, la Luna e il Venerabile Maestro, il primo che governa il giorno, la seconda la notte, e il terzo la Loggia. L'argento, collegato con la lettera g o Gimel e circondato da un campo azzurro a da una gloria d'oro, ricorda al muratore la lettera G, un arredo più cospicuo di una loggia. Lo scudo sul petto dell'aquila afferma con i propri colori: il valore (rosso), la purezza (bianco) e la giustizia (blu) e ricorda al muratore le virtù cardinali. Il valore di questi colori, dalla gematria, è 103, il valore dell'espressione EHBEN HA-ADAM (la pietra di Adamo) e suggerisce la perfetta ashlar o pietra squadrata, della Massoneria. Centotré è anche il valore del sostantivo BONAIM, un termine dei rabbini indicante "costruttori, muratori". Così i colori nazionali esprimono, tramite la gematria, il nome della fraternità. Il nastro nel becco dell'Aquila, recante la dicitura E PLURIBUS UNUM (di molti uno) ricorda anch'esso l'unità che ci ha resi fratelli di molti.

Sul retro, è l'occhio che tutto vede, all'interno di un triangolo, circondato da una gloria d'oro. Oltre il significato Massonico evidente di questo disegno, esso ha un valore cabalistico di settanta più tre più duecento, uguale a duecentosettantatre che è il valore dell'espressione EHBEN MOSU HABONIM (la pietra che i costruttori hanno rifiutato) familiare a tutti i muratori dell'Arca Reale. È anche il valore del termine ebraico HIRAM ABIF, l'architetto del tempio di Salomone e il personaggio principale della leggenda, utilizzato nel grado maestro muratore. Il triangolo è isoscele, formato da due triangoli aventi lati di dodici, tredici e cinque unità di lunghezza, che illustrano il quarantasettesimo problema d'Euclide. Il triangolo, inoltre, rappresenta la pietra di vertice della piramide incompiuta e ricorda al muratore l'immortalità dell'anima e che nell'eternità egli completerà la pietra di vertice delle sue fatiche terrene secondo i progetti redatti sul cavalletto dall'Architetto supremo dell'Universo. La piramide incompiuta non può non ricordargli la condizione incompiuta del tempio quando la tragedia ha colpito il suo maestro architetto.

I raggi di gloria su entrambi i lati del Gran Sigillo non possono non ricordare al muratore la gran luce in che in Massoneria è la regola e la Guida per la fede e la pratica, e senza la quale non può esistere alcuna loggia massonica. Essi ricordano che solo più luce può dissipare le tenebre dell'ignoranza, in cui egli inciampa, finché egli entra nella Loggia celeste dove tutto è luce.

Fonte: Hirams Oasis Masonic Files
Antikitera.net
MDCCLXXVI, 1776 in numeri romani
Il sistema di numerazione babilonese era in base 60
La Babilonia dei Misteri è il nome biblico del Diavolo
Il triangolo è la raffigurazione matematica del Diavolo
Se si applica Delta a MDCCLXXVI si ottiene il numero 666
I primi disegni del Gran Sigillo mostravano con chiarezza una Fenice al posto dell'Aquila.
Tutte queste Fenici, però, erano disegnate simili ad aquile modificate.
Nell'Occultismo la Fenice, con una o due teste, è riferita a Satana.


SE TI E' PIACIUTO QUESTO POST NON PUOI PERDERE:

LA VERA "GENESI" DELL'UOMO E' COME CI HANNO SEMPRE RACCONTATO? OPPURE E' UNA STORIA COMPLETAMENTE DIVERSA?

"L'UOMO KOSMICO", TEORIA DI UN'EVOLUZIONE NON RICONOSCIUTA"
" IL RISVEGLIO DEL CADUCEO DORMIENTE: LA VERA GENESI DELL'HOMO SAPIENS"
DI MARCO LA ROSA
SONO EDIZIONI OmPhi Labs




ACQUISTABILI DIRETTAMENTE DAL SITO OmPhi Labs ED IN LIBRERIA

giovedì 6 gennaio 2011

IL SOLE STA MODIFICANDO IL TASSO DI DECADIMENTO RADIOATTIVO E INFRANGENDO LE REGOLE DELLA CHIMICA !!


Sembra proprio che i libri di fisica necessitino di una piccola revisione. Almeno questo è quanto emerge dopo che un gruppo di ricercatori scopre un’inaspettata influenza dei brillamenti solari nel decadimento radioattivo di alcuni campioni conservati in laboratorio.

Questo è ciò che affermano gli scienziati delle Università di Stanford e Purdue, ma la loro spiegazione apre le porte ad un altro insolito mistero.
L’emivita di un isotopo radioattivo, ovvero il tempo occorrente affinché la metà degli atomi di un campione puro dell’isotopo decadano in un altro elemento, è una costante nota per essere poco o nulla influenzata da effetti ambientali, a meno di piccoli errori tipicamente dovuti a questioni di sensibilità strumentale.

150 milioni di chilometri, la distanza media che ci separa dal sole, adottata convenzionalmente dagli astronomi come unità astronomica, anche se non ancora inserita tra le unità ufficiali di misura del sistema internazionale (SI), potrebbero non essere sufficienti ad impedire una variazione nei tempi di decadimento dei radionuclidi instabili.

Dunque, come è possibile questa inattesa alterazione? Potrebbe essere l’effetto di una particella sconosciuta emessa dal sole? Peter Sturrock, professore emerito di fisica applicata alla Stanford ed esperto del funzionamento interno del sole, ritiene che sia un fenomeno davvero notevole.

La storia inizia in un certo senso, nelle aule di tutto il mondo, dove si insegna agli studenti che il tempo di dimezzamento di uno specifico materiale radioattivo è una costante. Questo concetto è importante, per esempio, quando gli antropologi sfruttano il carbonio-14 per la datazione, radiometrica, oppure in campo medico per determinare la dose corretta di radioattività nella radioterapia per curare un malato di cancro.

Tale assunto è stato contestato in modo inaspettato da un gruppo di ricercatori della Purdue University, che all’epoca erano più interessati a risolvere un problema matematico piuttosto che alla fisica nucleare. I matematici sfruttano lunghe stringhe di numeri casuali per una serie di calcoli, ma questi sono difficili da produrre, dal momento che il processo utilizzato per randomizzare i numeri influisce sul risultato.

Ephraim Fischbach, professore di fisica alla Purdue, stava rovistando tra i tempi di dimezzamento di alcuni isotopi alla ricerca di una possibile fonte di numeri casuali generati senza alcun intervento umano. Ad esempio, una barretta di cesio 137, decade complessivamente in 30,07 anni trasformandosi per metà della sua massa in bario 137, ma i singoli atomi contenuti nella barretta possono trasmutarsi in qualunque momento, in modo del tutto imprevedibile e soprattutto casuale. Di conseguenza un contatore Geiger può diventare un opportuno generatore di numeri casuali indipendente dalle interferenze umane.

Tuttavia, la verifica dei dati raccolti al Brookhaven National Laboratory di Long Island e dal Federal Physical and Technical Institute in Germania, ha portato alla luce qualcosa di sorprendente: l’osservazione a lungo termine del tasso di decadimento di silicio-32 e radio-226 sembrano mostrare una piccola variazione stagionale. Il tasso di decadimento è risultato leggermente più veloce nella stagione invernale piuttosto che in estate.

Naturalmente all’inizio si attribuì questo differenziale a un mero errore sperimentale, dato che il tempo di decadimento viene considerato universalmente come una costante immutabile.

Il 13 dicembre 2006, è proprio il sole a fornire un indizio decisivo, quando un’eruzione solare inviò un flusso di particelle e radiazioni verso la Terra. Jere Jenkins, mentre era intento alla misurazione del tasso di decadimento di manganese-54, un isotopo caratterizzato per la sua “effimera vitalità”, utilizzato nella diagnostica medica, si accorse che il tasso era leggermente diminuito nel corso del flare, con un calo iniziato circa un giorno e mezzo prima del brillamento.

Se questo rapporto apparente tra i brillamenti e i tassi di decadimento si fossero dimostrati reali, sarebbe possibile arrivare alla previsione dei brillamenti prima del loro verificarsi, e ciò potrebbe aiutare a prevenire danni ai satelliti e reti elettriche, ma potrebbe addirittura salvare la vita degli astronauti che si trovano nello spazio.

Jenkins e Fischbach ipotizzarono che i responsabili di questa aberrazione nel tempo di decadimento, erano probabilmente i neutrini solari, particelle quasi senza peso note per l’attraversamento alla velocità della luce di qualsiasi oggetto, praticamente senza alcuna interazione.

Successivamente, in una serie di pubblicazioni, Jenkins, Fischbach e altri dimostrano che è altamente improbabile che le misure fossero influenzate da fattori ambientali sui sistemi di rilevazione.

Sempre più indizi, quindi, portavano a rivolgersi al nostro astro, ai suoi cicli di rotazione e alla posizione della Terra nella sua rotta ellittica intorno al sole.
Simbolo che indica pericolo radiazioni. Sostituisce il classico simbolo giallo solo in alcune situazioni.

Riesaminando i dati di decadimento del laboratorio di Brookhaven, i ricercatori hanno riscontrato uno schema ricorrente di 33 giorni. Sorprendente, dato che le osservazioni mostrano che il tasso di rotazione della superficie del sole segue un modello di circa 28 giorni.
La spiegazione? Il nucleo del sole, in cui le reazioni nucleari producono neutrini, a quanto pare gira più lentamente della superficie, anche se ciò potrebbe essere poco intuitivo, secondo Sturrock.

Tutti gli indizi portano alla conclusione che il sole sia, in qualche modo, in collegamento diretto con gli isotopi radioattivi sulla Terra, Fischbach parla addirittura di “comunicazione” fra il sole e la materia terrestre! Ma c’è ancora una questione importante che rimane senza risposta. Nessuno sa come i neutrini possano interagire con i materiali radioattivi per alterare il loro tasso di decadimento.

Non ha alcun senso in base alle teorie convenzionali, come afferma Fischbach. E il Dr. Jenkins, con un tono quasi impertinente, ha aggiunto:

“Quello che stiamo suggerendo è che qualcosa che in realtà non interagisce con nulla, sta modificando qualcosa che non può essere cambiato”.

Decisamente, sembra aprirsi un nuovo varco in ciò che pensavamo ormai una conoscenza acquisita, e senza dubbio queste ricerche porteranno a sviluppi interessanti, oltre all’indubbio vantaggio di una maggiore consapevolezza della nostra sconfinata ignoranza.

Da: Il chimico impertinente - http://gifh.wordpress.com/about/
Da: Nexus new time n. 89
Fonti: Stanford University, Astrobiology Magazine, PopSci.com, PhysOrg

mercoledì 5 gennaio 2011

LA RICERCA DELLA VITA EXTRATERRESTRE: ECCO COME LA STUDIA LA VERA SCIENZA !!

Voglio iniziare in questo 2011, anno per me molto significativo per tante ragioni personali e non solo, a presentare le “IDEE” ed i “GENI” più brillanti nel campo della ricerca “S.E.T.I.”,
acronimo per quanto concerne la ricerca di vita intelligente la fuori nell’ Universo.


Inizierò con uno scienziato russo a cui sono molto “grato”. I suoi studi mi hanno illuminato e guidato come un faro. Una persona umile, sempre schivo, mai sotto i riflettori nonostante le sue ricerche siano a tutt’oggi il miglior risultato, per arrivare a comprendere la vastità dell’Universo e …….che non siamo affatto soli.


Tutto ciò, a totale disfatta degli scettici ad oltranza: la “VERA” scienza, studia molto seriamente la “realtà” che l’uomo non è l’unica forma di vita nell’Universo.


Colgo l’occasione per ringraziare nuovamente, i docenti in ambito scienza e fisica dell’ Istituto Artistico Toschi di Parma, che dopo aver preso visione della Conferenza preparata dal sottoscritto, proprio sull’opera di Kardashev, mi hanno invitato a presentare agli alunni le teorie sotto esposte, ottenendo un proficuo consenso.
Buona lettura


Marco La Rosa


Scala di Kardashev

La scala di Kardashev è un metodo di classificazione delle civiltà in funzione del loro livello tecnologico, proposta nel 1964 dall'astronomo russo Nikolai Kardashev.

Si compone di tre tipi, basati sulla quantità di energia di cui le civiltà dispongono, secondo una progressione esponenziale. L'esistenza delle civilizzazioni descritte è del tutto ipotetica, ma questa scala è stata utilizzata come base di partenza nella ricerca del progetto SETI, e viene utilizzata inoltre nella fantascienza.

Tipo I: civiltà in grado di utilizzare tutta l'energia disponibile sul suo pianeta d'origine (secondo i calcoli che Kardashev aveva proposto inizialmente 4x1012 watt).

Tipo II: civiltà in grado di raccogliere tutta l'energia della stella del proprio sistema solare (4x1026 watt).

Tipo III: civiltà in grado di utilizzare tutta l'energia della propria galassia (4x1037 watt)

La civiltà umana sarebbe pertanto una civiltà ancora di "Tipo 0", in quanto utilizzerebbe solo una frazione dell'energia totale disponibile sulla Terra.

Carl Sagan ha definito un metodo per calcolare, a partire dai tipi iniziali, anche i decimali, per mezzo della seguente formula: nella quale K rappresenta il livello di civiltà della scala e W i watt utilizzati. Secondo questo metodo la civiltà umana sarebbe ad un livello di 0,7.

Secondo Kardashev la Terra nel 1964 avrebbe potuto percepire la presenza di una civiltà di tipo III sotto forma di emanazioni di onde radio o di fasci laser. Nel 1965 ritenne di aver intercettato uno di questi segnali nella radiogalassia CTA 102 e la notizia venne pubblicata con grande risalto dall'agenzia Tass, ma in seguito apprese che pochi giorni prima un astronomo olandese, Maarten Schmidt aveva identificato il segnale come l'emissione di un quasar. In seguito Iosif Shklovsky, principale collaboratore di Kardashev, giunse alla conclusione che una civiltà di tipo III non potrebbe che autoestinguersi, secondo il concetto della singolarità tecnologica.

Jack Cohen e Ian Stewart hanno sostenuto che se non possiamo comprendere civiltà più avanzate, non possiamo neppure ipotizzare in che modo esse si evolvano. Inoltre il progresso tecnologico umano è dipeso da una successione di scoperte, talvolta fortuite, come la scoperta della penicillina, e dalla presenza di determinate condizioni, come la presenza dei combustibili fossili, che potrebbero non essere universalmente diffuse.

Le alte energie appaiono necessarie per riuscire ad accorciare le enormi distanze spazio temporali tra le stelle (cunicoli spazio temporali) e quindi a un rapido passaggio all'acquisizione della disponibilità di energie di livelli superiori.

Seguendo la progressione esponenziale sono stati estrapolati ulteriori tipi di civiltà ancora più avanzate:

Tipo IV: in grado di controllare tutta l'energia di un superammasso di galassie (circa 1046 watt)

Tipo V: in grado di disporre dell'energia dell'intero universo visibile (circa 1056 watt). Una civiltà di questo livello è probabilmente ipotizzabile nell'ambito della teoria del punto Omega di Frank Tipler

Civiltà ancora più avanzate sono state immaginate nella fantascienza:

TIpo VI: livello energetico di più universi (1066 watt), con la possibilità di alterare le leggi della fisica su ciascuno degli universi multipli.

Tipo VII: “Divinità” con capacità di creare universi a volontà e di utilizzarli tutti come fonti energetiche (un esempio è dato nel racconto di fantascienza L'ultima domanda di Isaac Asimov).

Estrapolando in base al tasso di crescita attuale del consumo energetico planetario, secondo Michio Kaku, fisico teorico statunitense, l'umanità potrebbe raggiungere una civiltà di tipo I intorno al 2200, di tipo II intorno al 5200 e di tipo III intorno al 7800.

La teoria di Kardashev può essere collegata ad altre teorie sociali, come quella proposta da Leslie White nel suo libro The Evolution of Culture. The Development of Civilization to the Fall of Rome, del 1959, che si propone di spiegare tutta la storia dell'umanità sulla base dello sviluppo della tecnologia. White riteneva infatti che i progressi tecnologici determinerebbero l'organizzazione sociale, seguendo le idee dell'etnologo e antropologo statunitense dell'Ottocento Lewis Henry Morgan, e proponeva come misura del livello di avanzamento di una società quella del suo consumo energetico, proponendo cinque stadi: quello dell'energia muscolare personale, dell'utilizzo di animali domestici, con il passaggio all'agricoltura della biomassa,delle energie fossili e infine dell'energia nucleare. La teoria di White si traduce nella formula P=ExT (dove P sta per progresso, E per energia consumata e T un coefficiente determinato in base all'efficacia delle tecniche che utilizzano questa energia.

Esempi delle civiltà secondo la scala di Kardashev in opere di fantascienza:

Tipo I :

Arthur C. Clarke, 3001: Odissea finale

Arthur C. Clarke, Le fontane del Paradiso

Kim Stanley Robinson, Trilogia di Marte

Jerry Pournelle, serie CoDominium.

Tipo II :

Larry Niven, I burattinai

la Federazione dei Pianeti Uniti in Star Trek

gli Antichi prima della loro ascensione in Stargate

Frank Herbert, Ciclo di Dune

Tipo III :

Iain Banks, Ciclo della Cultura

Isaac Asimov, Ciclo della fondazione

David Brin, Ciclo delle cinque galassie

George Lucas, Guerre Stellari

Tipi IV e V :

Stephen Baxter, Sequenza Xelee

Isaac Asimov, Neanche gli dei

Il continuum Q in Star Trek

Gli Antichi di Stargate dopo la loro ascensione.

La classificazione fu presentata da Kardashev in un congresso tenutosi nel 1964 a Byurakan, oggi in Armenia, incentrata sul programma di ascolto dallo spazio da parte della radioastronomia sovietica.

“ Evolving the Alien. The Science of Extraterrestrial Life”.

Bibliografia:

(EN) Kardashev, N. S. Transmission of Information by Extraterrestrial Civilizations, Soviet Astronomy, 8, 217 (1964)

(EN) [1]

(EN) Energy Consumption of Europe

(EN) Wind Powering America

(EN) Clean Energy for Planetary Survival: International Development Research Centre

(EN) LBL Scientists Research Global Warming

(EN) E³ Handbook

(EN) Clarke H2 energy systems

(EN) [2]

(EN) Types Of Civilizations A Look Into A Human Perspective

(EN) [3]

(EN) Key World Energy Statistics

(EN) Shkadov Thruster

(EN) Technological Spiral (visione alternativa dello sviluppo delle civiltà)

(EN) [4]

Collegamenti esterni :

(EN) Le civiltà di Kardashev

(EN) [5] (PDF)

(EN) Detectability of Extraterrestrial Technological Activities

(EN) Energia e cultura

(EN) Animazione flash sulle civiltà

(EN) Sito di Paul Hawken

Estratto da "http://it.wikipedia.org/wiki/Scala_di_Kardashev"

Categoria: Sviluppi nell'energetica

Da: WIKIPEDIA ENCICLOPEDIA LIBERA




Nikolaj Kardašëv

Nikolaj Semënovič Kardašëv (in russo: Николай Семёнович Кардашёв; Mosca, 25 aprile 1932) è un astronomo russo.

Ottenne un dottorato in fisica nel 1955 all'Università statale di Mosca, poi seguì un corso di specializzazione in astrofisica all'Istituto Sternberg della stessa università. Studiò sotto la guida di Iosif Sklovskij, laureandosi nel 1962.

Nel 1963, mentre stava facendo osservazioni del quasar CTA-102, nell'ambito di una ricerca sovietica di civiltà extraterrestri (analoga al SETI), suppose che alcune civiltà galattiche più antiche della nostra potessero aver raggiunto un livello tecnologico molto superiore al nostro, e ideò la scala di Kardashev per la loro classificazione, che pubblicò nel 1964.

Nel 1976 Kardašev divenne membro corrispondente (associato) dell'Accademia Russa delle Scienze, divenendone membro a pieno titolo nel 1994. In seguito venne nominato direttore del "Russian Space Research Institute" della stessa accademia.

Pubblicazioni :

Kardashev, Nikolai (1985) On the Inevitability and Possible Structures of Supercivilizations