Di: Marco La Rosa
Ho perso il conto ormai, di tutte le volte che il paleo-antropologo di turno, retrodata l'origine della nostra "specie animale".
Per quanto mi riguarda, ciò la dice lunga sulla "poca chiarezza" che regna in questa branca della scienza.
L'anello mancante non si trova perchè ovviamente non esiste, ma per non "scontentare" gli evoluzionisti e qualche "altro", facciamo finta di continuare a cercarlo.
Nel frattempo, ci si guarda bene, dall'aggiornare i libri di storia, figuriamoci quelli della preistoria.
La notizia che segue è molto interessante e denota, che a fronte di una "scoperta scomoda" che viene divulgata, altre cento ne vengono nascoste.
Buona lettura
di Ker
Than
TROVATE
IN SUDAFRICA PUNTE DI LANCIA DI 500.000 ANNI (da rifare tutta la cronologia
dello sviluppo umano).
I nostri
antichi antenati potrebbero essere stati molto più
intelligenti - e letali - di quanto si pensi. È
quanto rivela un recente studio su quelle che sembrano essere le punte di
lancia più antiche del mondo.
Se la
datazione è corretta, i nostri antenati
sarebbero stati in grado di produrre punte di lancia in pietra già mezzo milione di anni fa: quasi 250 mila anni prima di
quanto si credeva finora.
Le più antiche punte di lancia sono state scoperte in un sito
frequentato da Homo heidelbergensis: "È
così strano, un po' come se
avessimo trovato un iPod in un sito archeologico dell'Impero Romano", ha
commentato il celebre paleoantropologo John Shea, che non ha partecipato al
nuovo studio. Non c'è niente di strano invece
nell'immaginarsi questi ominidi del Sudafrica usare strumenti di pietra o
bastoni appuntiti per cacciare. Soltanto, finora, non c'era nessuna prova che
H. heidelbergensis padroneggiasse la tecnologia per mettere insieme questi due
strumenti.
Un
cacciatore preistorico, infatti, per poter fissare una lama ad un manico - con
una tecnica definita immanicatura - doveva riuscire a fissare una lama di
pietra su un'asta di legno con dei tessuti vegetali o animali, come dei
tendini, e sigillare il tutto con resine naturali. Inoltre, la lavorazione
della resina presuppone una certa padronanza del fuoco necessario a
scioglierla, spiega Shea. La lancia poi doveva essere dotata di una certa
robustezza, "giusto per non morire la prima volta che la si usava, magari
contro un grande bufalo africano".
In punta di lancia
Il
complesso processo di immanicatura comunque aveva il suo valore, visto che una
lama tagliente fissata ad un manico "riesce a causare un danno maggiore,
aumentando il sanguinamento e quindi una morte più
rapida della preda", spiega Jayne Wilkins, antropologa della Toronto
University e prima autrice della nuova ricerca, pubblicata questa settimana su
Science. Rendendo la caccia più efficiente, spiega Wilkins,
le lance "determinano un accesso più regolare e affidabile alla
carne". E gli scienziati sono concordi che un apporto maggiore di carne
abbia significato un aumento nelle dimensioni del cervello umano.
"Non
si è trattato solo di un aumento
dei tessuti cerebrali, ma anche di una vera e propria espansione
intellettuale". Infatti il processo di immanicatura richiede, prima fra
tutte, una certa capacità di previsione. "Prima di
poter usare delle armi di questo tipo sono necessari alcuni giorni di
pianificazione". E infine per poter spiegare ai propri simili come
immanicare, quasi sicuramente si deve saper comunicare, o meglio parlare.
Secondo
Shea, "non c'è dubbio che il processo di
immanicatura necessiti del linguaggio. Non è
un'operazione che può venire insegnata solo tramite
imitazione. È una tecnologia così complessa che nel modo più
assoluto richiede un linguaggio". L'idea che H. heidelbergensis possedesse
un linguaggio non è molto sconvolgente, visto che
è l'ultimo antenato che abbiamo
in comune con i Neandertal.
"Noi
abbiamo un linguaggio, e probabilmente ce l'avevano anche i Neandertal, così c'è qualche motivo di credere che
anche il nostro ultimo antenato comune avesse qualche abilità linguistica"
La sperimentazione
Gli
strumenti in pietra, che recano segni e fratture d'impatto sulle punte e altre
tracce alla base, furono rinvenute nel 1980 a Kathu Pan 1, un sito nel deserto
del Kalahari. Fino al 2010 però gli studiosi non erano ancora
stati in grado di datare i sedimenti che contenevano i reperti. Ma anche allora
"non fummo certi della loro funzione", spiega Wilkins, "visto
che, anche se potevano sembrare delle punte di lancia, in realtà potevano essere state utilizzate come raschiatoi o come
coltelli. Così ci siamo dovuti assicurare
che fossero veramente delle punte di lancia".
Per
farlo, gli studiosi hanno prodotto delle repliche degli strumenti ritrovati a
Kathu Pan e poi le hanno conficcate nelle carcasse di alcune piccole antilopi.
Le analisi al computer hanno successivamente confermato le fratture subite
dalle repliche in seguito all'impatto con le carcasse erano identiche a quelle
riscontrate sugli strumenti originali.
Questo
tipo di sperimentazione ha fatto fare "un bel balzo in avanti", ha
commentato Shea, che ha anche elogiato i ricercatori per aver messo a punto una
tecnica innovativa che consente di misurare i danni sulle estremità e di compararli oggettivamente e quantitativamente con i
pezzi sperimentali. Adesso nessuno ha più scuse per non fare lo
stesso".
Un ritrovamento unico
L'età delle punte rimane però
una questione dibattuta: infatti, se fossero veramente così antiche perché non ne sono mai state
ritrovate altre in siti più recenti? Il periodo compreso
tra i 500 mila e i 250 mila anni fa è sufficientemente ricco di
testimonianze archeologiche. Tuttavia, come spiega Shea, non sono mai stati
trovati strumenti simili in nessun altro sito. Forse, la tecnologia andò perduta, per poi venire riscoperta qualche migliaio di
anni dopo. "Certo è che questa è una tecnica così complessa che difficilmente
può svanire completamente".
Inoltre,
secondo Shea, nei normali siti di H. heidelbergensis a questo punto non
mancherebbero solo punte di lancia, ma anche altri oggetti. "Infatti se
erano in grado di ottenere delle colle naturali, allora dovevano essere in
grado di produrre sostanze e oggetti più complessi, magari anche
ceramici". Oltre alle lance, per esempio si dovrebbero trovare altri strumenti
come asce, con punte di pietra e manici. La paleoantropologa Sally McBrearty è d'accordo con Shea: "Penso che gli autori
dell'articolo abbiano dimostrato che siano delle punte di lancia. Sono un po'
meno convinta invece della datazione".
La datazione
E per
essere onesti, datare Kathu Pan non è affatto facile. Come spiega
lo stesso Michael Chazan, archeologo della Toronto University e autore dello
studio, "non ci sono molti metodi affidabili per datare questo sito".
Il metodo del radiocarbonio, per esempio, non è
applicabile su manufatti così antichi, e anche il metodo
del potassio-argon non è efficace visto che può datare solo rocce vulcaniche, totalmente assenti a Kathu
Pan 1.
I
ricercatori hanno invece usato la risonanza di spin elettronico per datare dei
resti di zebra trovati vicini ai manufatti e risalenti a circa 500 mila anni
fa. I sedimenti in cui erano conservati gli strumenti litici sono invece stati
analizzati con la termoluminescenza, una tecnica che consente di determinare
quanto tempo è passato dall'ultima volta che
l'oggetto o i sedimenti hanno assorbito energia solare. Tuttavia, come
ammettono gli stessi autori, questa metodologia può comportare vari errori soprattutto sulla base delle
conoscenze geologiche dell'area.
Forse
l'unico modo per rafforzare i risultati dello studio sarebbe trovare armature
simili in siti datati con maggiore precisione. A far questo ci proverà l'anno prossimo lo stesso Shea, quando con il suo team
inizierà a lavorare al suo progetto in
Africa orientale finanziato dalla National Geographic Society. "Vediamo se
riusciremo a trovare qualcosa di simile".
Nel
complesso, comunque, questa ricerca è appena iniziata, ha detto
Chazan. "Abbiamo appena iniziato a datare questo tipo di materiali in
Sudafrica, per cui è difficile capire se quello
che abbiamo scoperto è solo un'anomalia: io credo
che non lo sia".
Alla conquista del mondo
Almeno
una cosa è certa: secondo l'antropologo
Curtis Marean, attaccare una lama a un bastone ci ha aiutati a diventare quello
che siamo.
Proprio
la scorsa settimana, Marean, beneficiario di fondi di ricerca National
Geographic, ha pubblicato uno studio in cui sostiene che già 70 mila anni fa l'uomo moderno fosse in grado di produrre
armature in pietra da montare su frecce e lance, specificatamente progettate
per essere lanciate. E questo, secondo Marean, ci avrebbe dato un certo
vantaggio sui Neandertal.
"Queste
due ricerche prese insieme documentano che l'evoluzione delle armi da lancio
sia avvenuta in due momenti che alla fine hanno permesso all'uomo di moderno di
conquistare il pianeta".
Da: antikitera.net
5 commenti:
Quanta fuffa. Non nell'articolo, beninteso, quanto nel tuo commento che lo precede. Non mi pare che questa scoperta abbia retrodatato homo sapiens in alcun modo. Ovvio che il quadro che abbiamo non e' ancora completo. Non e' facile mettere insieme frammenti sparsi in tutto il mondo in un arco di milioni di anni. Ma questo non vuol dire che non si sia capito nulla.
Questa storia dell'anello mancante poi e' un mantra che voi cospirazionisti vi portate dietro da decenni, ma che non vuol dire niente, e sicuramente non c'entra niente con l'articolo in questione. Non mi risulta che ci sia un problema dell'anello mancante nella letteratura paleontologica moderna. Se mi sbaglio, ti prego di fornirmi le pubblicazioni dove questo problema viene evidenziato, invece di lanciare provocazioni gratuite.
Per quanto riguarda lo "scontentare" gli evoluzionisti, ti inviterei a leggerti qualcosa al riguardo, prima di criticare qualcosa che non conosci. L'evoluzione spiega tonnellate e tonnellate di esperimenti e osservazioni, sia genetiche che paleontologiche, inclusa l'ascesa di homo sapiens. Se hai una teoria che funziona meglio fatti avanti e pubblicala su una rivista scientifica, invece di attaccare l'evoluzione e gli evoluzionisti dal riparo di un blog.
Il tuo commento, caro Watson, dimostra che un blog "serio" pubblicato in prima persona, non è mai un riparo quale può essere uno "pseudonimo", per esempio.
È per quanto riguarda la paleoantropologia, probabilmente sei ancora uno dei pochi (ma non solo in questa materia), che colloca la propria conoscenza al di fuori di se, affidando totalmente ad altri il compito della ricerca, delle ipotesi ed infine delle conclusioni (provvisorie). Per voi sciento-materialisti, basta sempre un nome e un titolo accademico noto, per "dormire tranquilli" fra guanciali di mezze verita e menzogne, foderate dalla rispettabilità del falso senso comune.
Caro Marco,
"È per quanto riguarda la paleoantropologia, probabilmente sei ancora uno dei pochi (ma non solo in questa materia), che colloca la propria conoscenza al di fuori di se, affidando totalmente ad altri il compito della ricerca, delle ipotesi ed infine delle conclusioni (provvisorie)."
Al contrario. Io faccio ricerca scientifica da anni. So riconoscere quando una teoria e' solida, come l'evoluzione, e so distinguere quando qualcuno fa affermazioni gratuite e senza riscontro nella realta' dei fatti, come fai tu. Ovvio che per quello che non conosco mi affido agli esperti del settore. Quando sei malato non vai forse dal dottore? Quando hai la macchina rotta non vai forse dal meccanico? E quando ho un dubbio di paleontologia da chi devo andare? Da una comunita' di migliaia di persone che studiano l'argomento scientificamente per tutta la vita? O da te, a cui la conoscenza dici che e' cresciuta spontaneamente dentro?
"Per voi sciento-materialisti, basta sempre un nome e un titolo accademico noto, per "dormire tranquilli" fra guanciali di mezze verita e menzogne, foderate dalla rispettabilità del falso senso comune."
Assolutamente no. Come ricercatore ho un senso critico altamente sviluppato. Non accetto tutto quello che mi viene detto, ma mi informo e penso. E il mio senso critico mi fa notare che tu non sei in grado di fornire nemmeno una prova a supporto dei tuoi attacchi contro la comunita' scientifica. L'idea di avere capito tutto quando gli altri non hanno capito niente e' sempre confortante. Ma non e' usando paroloni privi di significato tipo "sciento-materialisti" che questa idea si trasforma in realta'.
Caro John,
Tu dici che "come ricercatore hai un senso critico altamente sviluppato e non accetti tutto quello che ti viene detto, ma ti informi e pensi".
Però il tuo senso critico, a mio modesto parere, difetta un po'. Non ha senso per me rispondere ad un commento sciorinando un elenco infinito di testi e citazioni. La diatriba sull'anello mancante nel sapiens ed a tutto il corollario che ci sta intorno, é arcinota e inflazionata, ormai da lustri e lustri. Mi stupisce veramente che tu la ignori, ma credo invece di no.
Ad oggi, salvo che mi sia perso qualcosa negli ultimi minuti, è e resta irrisolta, nonostante le migliaia di persone che ci studiano sopra.
Ma già che mi lanci la palla, ti prometto che appena possibile, visto che anche io ricerco e studio (forse un po' meno di te), preparerò un post proprio sull'argomento in questione corredato di note e pubblicazioni scientifiche note, poco note e pure insabbiate.
Nessuna branca della scienza è assodata e definitiva anzi... È in continuo divenire.
Io non mi arrogo affatto nessuna "auto conoscenza", ma la ricerco continuamente. É vero amo restare indipendente accettando di espormi alle critiche, in PRIMA PERSONA, e non come ti ho già scritto, con uno pseudonimo. Tu nonostante la tua precisione e puntigliosità, questo punto lo hai volutamente ignorato.
Se mi sbaglio chiedo scusa, ma se la ragione mi ammicca appena, proseguo per la mia strada, con la consapevolezza che ritornare sui propri passi non è mai disonorevole.
Mi piace, per non peccare troppo d'orgoglio, tenere a mente questa massima di Shopenhauer: "Tutte le verità passano attraverso tre stadi: PRIMO vengono ridicolizzate; SECONDO: vengono violentemente contestate; TERZO vengono accettate dandole come
evidenti.
Buon WE
"Non ha senso per me rispondere ad un commento sciorinando un elenco infinito di testi e citazioni."
Non chiedo alcun elenco infinito. Chiedo solo una dimostrazione delle tue affermazioni, che altrimenti sono e rimangono affermazioni gratuite. E le affermazioni gratuite non costano niente perche' non valgono niente.
"La diatriba sull'anello mancante nel sapiens ed a tutto il corollario che ci sta intorno, é arcinota e inflazionata, ormai da lustri e lustri. Mi stupisce veramente che tu la ignori, ma credo invece di no."
Come ti ho invitato a fare prima, illuminami. Se esiste veramente questo problema fondamentale della paleontologia, certamente ci sara' una massiccia letteratura scientifica che ne parla. Cosi' come esiste una massiccia letteratura scientifica che affronta il problema della materia oscura nell'Universo.
"Ma già che mi lanci la palla, ti prometto che appena possibile, visto che anche io ricerco e studio (forse un po' meno di te), preparerò un post proprio sull'argomento in questione corredato di note e pubblicazioni scientifiche note, poco note e pure insabbiate."
Le pubblicazioni scientifiche non vengono insabbiate, se di pubblicazioni scientifiche si tratta. Quasi tutte le riviste specialistiche hanno disponibili online tutti gli articoli che hanno pubblicato. Comunque attendo con ansia di leggere il tuo intervento.
"Nessuna branca della scienza è assodata e definitiva anzi... È in continuo divenire."
Mai messo in dubbio questo. Ma questo divenire verra' costruito sopra quello che gia' sappiamo, non distruggendolo. Cosi' come e' avvenuto per la relativita' generale. Cosi' come e' avvenuto per la meccanica quantistica. Cosi' come e' avvenuto per l'evoluzione. I fatti sperimentali sono fatti sperimentali, e non possono essere cancellati.
"É vero amo restare indipendente accettando di espormi alle critiche, in PRIMA PERSONA, e non come ti ho già scritto, con uno pseudonimo. Tu nonostante la tua precisione e puntigliosità, questo punto lo hai volutamente ignorato."
L'ho ignorato perche' non lo avevo capito. Questa storia dello pseudonimo e', se mi permetti, abbastanza stantia. Quello che scrivo non perde di valore perche' non mi firmo con il mio vero nome, cosi' come quello che scrivi tu non ne acquisisce perche' lo fai. Le critiche sono benvenute sul mio blog dove, al contrario di molti altri, non ho mai censurato un commento. Ne' intendo farlo in futuro.
"Tutte le verità passano attraverso tre stadi: PRIMO vengono ridicolizzate; SECONDO: vengono violentemente contestate; TERZO vengono accettate dandole come evidenti."
Se anche questa massima fosse universalmente vera, cosa che non e', non vorrebbe comunque significare che ogni concetto che viene adesso ridicolizzato verra' in futuro dato come evidente. Il fatto che in passato uno che aveva ragione sia stato considerato un cretino non significa che tutti i cretini abbiano ragione.
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