di Marco
La Rosa
Teologia (dal greco antico θεός, theos, Dio e λόγος, logos,
"parola", "discorso" o
"indagine") è una disciplina della filosofia che studia Dio, ovvero le divinità nei caratteri che le varie religioni riconoscono
come propri del divino in quanto tale; accessoriamente, e in alcune religioni,
si occupa di sviluppare elaborazioni teoretiche circa materie dogmatiche, oggetto della fede
dei credenti. Il teologo presbiteriano di Princeton
Warfield (1851-1921), biblista e studioso del pensiero cristiano, ha proposto
una definizione poi diventata classica ed universalmente accettata da tutti i
teologi: "La teologia è la scienza di Dio e del suo rapporto con
l'uomo e con il mondo".
Partendo da questa premessa fondamentale voglio
precisare che quello che sentirete nella conferenza che terrò il prossimo 13
Marzo, è una visione di fatti e persone diametralmente opposta a quella
teologica, quindi se preferite una visione alternativa basata sulla
comparazione di diversi scritti di carattere storico e religioso.
Perchè parlerò di una storia che definisco
"cancellata" ?
Tutto ciò che comunemente conosciamo del personaggio Gesù e dei numerosi altri individui del suo universo, viene spiegato
ancora oggi come cento, cinquecento e mille anni fa. Delle numerose scoperte
storico - archeologiche degli ultimi settanta anni, che di fatto cambiano
notevolmente le prospettive di "visione globale", pochi, anzi
pochissimi se ne interessano veramente (al di fuori dell'entourage di esperti
che hanno curato e curano le suddette scoperte). Questo atteggiamento di fatto
nuoce alla vera conoscenza dei fatti e personaggi storici coinvolti, lasciando
campo libero a quella dottrina teologica che ha costruito storie di pura
fantasia che vengono tutt'ora veicolate come verità o peggio ancora, come
dogmi. " Gli studiosi sono ormai abituati all'idea, vera o falsa che
sia, che il grande pubblico non sia davvero interessato al loro lavoro. Per
esempio, il divario tra la fede popolare e le concezioni degli storici ed
archeologi (laici), nell'ultimo secolo si è allargato al punto che le due
categorie parlano ormai due lingue diverse quando discutono della
Bibbia..." "...Fintanto che gli studiosi (ad esempio i traduttori dei
testi di Qumran o Nag Hammadi) non interferiscono volutamente con le credenze
fondamentali dei fedeli (Dio, miracoli, vita dopo la morte, giusto e sbagliato,
creazione umana ecc...) nessuno s'inquieta. Tuttavia nel caso di spettacolari
ritrovamenti di documenti con messaggi attribuiti a Gesu, le turbolenze fra gli
studiosi ed i credenti sono inevitabili, sebbene qualche studioso (teologo)
preferirebbe difendere i "credenti comuni" e tenerli al riparo dalle
ansietà che le implicazioni di questi testi potrebbero provocare..." (cit:
Tobias Churton - L'Ultimo Vangelo - Cairo Editore 2006).
Oggi non assistiamo più ad una metodologia di
soppressione delle nuove idee o dei nuovi fatti storici che emergono come mille
anni fa, ma una buona parte di teologia clericale dogmatica continua una
"guerra" più o meno aperta verso tutti gli studiosi "laici"
che intendono portare queste prove "storico-archeologiche" alla
conoscenza del grande pubblico e non solo degli addetti ai lavori.
Làico [dal lat. tardo laicus, gr. λαϊκός «del
popolo, profano», der. di λαός «popolo»] .
"Il termine laico nell'accezione moderna del termine
ha significato di "aconfessionale", ossia di slegato da qualsiasi
autorità confessionale, ecclesiastica (o non ecclesiastica) e quindi da
qualsiasi confessione religiosa (o non religiosa). Negli ultimi anni il termine
"laico" viene invece utilizzato in maniera impropria per indicare un
generico agnostico o ateo. Tale uso è semanticamente scorretto,
in quanto laico ha significato di svincolato dall'autorità confessionale, ma
non inficia la pratica di una particolare credenza religiosa: per cui si
possono distinguere "laici credenti" da "laici non
credenti" (def: Treccani).
Laicismo (enc. Treccani):
"Il laicismo è l’atteggiamento di coloro che
sostengono la necessità di escludere le dottrine religiose e le istituzioni che
se ne fanno interpreti, dal funzionamento della cosa pubblica in ogni sua
articolazione. Il laicismo si contrappone nel linguaggio politico contemporaneo
al confessionalismo e al fondamentalismo, secondo i quali le istituzioni
sociali della "polis" (ndr) devono essere collegate al rispetto
obbligatorio per tutti, credenti e non credenti, dei principi religiosi della
Chiesa dominante. La separazione tra la sfera pubblica e la sfera
privata della fede religiosa è quindi un elemento essenziale del laicismo, che riconosce in questa separazione una
condizione necessaria per il benessere dell’uomo, per il rispetto della sua
dignità e per il libero sviluppo delle sue capacità”.
Questa
conferenza, è dunque dedicata a tutte le menti libere ed aperte, che
siano laiche oppure no, ma che vogliono innanzitutto il bene comune che deriva
anche dalle scoperte che possono cambiare radicalmente la visione storica del
nostro mondo.
Marco La Rosa
VENERDI 13 MARZO 2015
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