Svelato (forse in parte – ndr MLR) il mistero della materia scomparsa dell’Universo.
Due diversi team di astrofisici hanno (forse – ndr MLR)prodotto la prima prova concreta dei ponti di materia cosmica nascosta che connettono le galassie?
Si parla spesso di materia oscura dell’Universo, quella sostanza misteriosa che non conosciamo, che non riusciamo a vedere ma che sappiamo esistere perché ne vediamo gli effetti gravitazionali. E così a volte ci si dimentica che la maggior parte della materia barionica – quella normale costituita da protoni, neutroni, elettroni – che compone il cosmo si conosce, si sa che c’è, ma non ne abbiamo nessuna prova perché non si vede con i normali strumenti di osservazione. Ebbene, due diversi gruppi di astrofisici sostengono di aver trovato la materia nascosta nei collegamenti tra le galassie. “Il mistero della materia barionica mancante è stato svelato”, si lascia andare Hideki Tanimura, ricercatore dell’Istituto di Astrofisica Spaziale di Orsay (Francia) e leader di uno dei gruppi che hanno fatto la scoperta. Stessa conclusione è stata raggiunta dal team dell’Università di Edimburgo guidato da Anna de Graaff. I modelli sviluppati sulle attuali conoscenze del cosmo ci dicono che la materia barionica costituisce solo il 4,6% di tutto l’Universo, mentre la restante parte è fatta da materia e energia oscura. Anche di questo 4,6%, però, finora abbiamo potuto vedere ben poco, cioè solo la materia più brillante, che emette luce, calore o che genera ombre. Gli astrofisici avevano in mano dati per affermare che ci fosse di più – per esempio gas di materia non luminosi e non abbastanza caldi perché i telescopi potessero captarne le radiazioni – ma finora non erano stati in grado di produrre nessuna prova concreta. I ricercatori hanno dovuto dunque ricorrere ad altri sistemi. Entrambi i gruppi che affermano di aver trovato la materia scomparsa (i lavori sono disponibili in forma di pre–pubblicazione su arXiv):
hanno fatto ricorso all‘effetto
Sunyaev-Zel’dovich, un fenomeno che si verifica quando la luce rilasciata dall’ipotetico
Big Bang primordiale passa attraverso un gas caldo: viaggiando attraverso il
gas, la luce ne sparpaglia gli elettroni, lasciando una sorta di macchia sulla
radiazione cosmica di fondo – la cosiddetta fotografia del Big Bang per molti
astrofici (ma non per tutti, è bene ricordarlo – ndr MLR). Entrambi i team di
ricerca hanno utilizzato le mappe di questo fenomeno raccolti dal satellite
Plank nel 2015 e hanno sovrapposto i dati per osservare quelle zone di incontro
tra coppie di galassie in cui si ipotizzava potesse risiedere la materia scomparsa.
Il team di Tanimura ha impilato dati su 260mila paia di galassie per rendere
visibili questi filamenti di materia tra le galassie, mentre il gruppo di de
Graaff ha utilizzato oltre un milione di coppie. Benché abbiano lavorato su
distanze differenti, commentano i rappresentanti dei due team, i dati raccolti
sono coerenti tra loro e si rafforzano a vicenda: i barioni scomparsi sono
dunque stati ri-trovati?
da:
NDR di Marco La Rosa
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DI MARCO LA ROSA
SONO EDIZIONI OmPhi Labs
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