Topi chimerici all'età
di tre settimane. (Cortesia Honda et al. Sci. Adv. 2017;3:e1602179)
Segnalato dal Dott. Giuseppe Cotellessa (ENEA)
Il genere sessuale flessibile del
topolino giapponese
La differenziazione in maschi
degli esemplari di un piccolo roditore giapponese, il ratto spinoso di
Amami-Oshima, non è determinata dal cromosoma Y - che in questa rara specie a
rischio di estinzione è assente - ma è legata a stimoli ambientali non ancora
identificati che influenzano lo sviluppo delle cellule germinali Nei mammiferi il sesso di un
individuo è determinato dai suoi cromosomi e di solito non è influenzato
dall'ambiente. Ma per un roditore, il ratto spinoso di Amami-Oshima (Tokudaia
osimensis), non è così: anche se è privo del cromosoma Y, generalmente
indispensabile perché si possano sviluppare esemplari maschi, le sue cellule
germinali dotate del solo cromosoma sessuale X sono comunque in grado di dare
origine a entrambi i sessi, perfettamente capaci di accoppiarsi e riprodursi
con successo. A stabilirlo è stato un gruppo di ricercatori dell'Università di
Miyazaki, in Giappone, che firmano un articolo pubblicato su "Science
Advances". Studi recenti avevano dimostrato che possono esistere topi
maschi privi del cromosoma Y in grado di avere prole normale e fertile, ma si
trattava di esemplari di laboratorio manipolati geneticamente in modo da
potenziare l'attività di alcuni geni presenti sugli altri cromosomi. Il caso di T. osimensis sembra invece unico
in natura. Il roditore, la cui linea evolutiva si è separata da quella del topo
comune (Mus musculus) e da quella del ratto (Rattus rattus) rispettivamente 17,
9 e 11, 9 milioni di anni fa - vive esclusivamente nell'isola di Amami-Oshima
nell'arcipelago giapponese delle Ryukyu, ed è iscritto nella lista rossa della
IUCN (International Union for Conservation of Nature) delle specie ad alto
rischio di estinzione. Non potendo quindi condurre esperimenti di riproduzione
su questo protettissimo animale, per studiare lo strano fenomeno dei maschi
"senza Y" i ricercatori hanno dovuto adottare una tecnica
particolare: si sono accontentati di prelevare alcune cellule adulte della
pelle di una femmina selvatica, che subito dopo è stata reintrodotta
nell'ambiente. Le cellule sono state poi riprogrammate per farle tornare allo
stato di staminali pluripotenti indotte e quindi indotte a differenziarsi in
cellule germinali, che sono state fatte maturare trasferendole in embrioni di
topo. Teoricamente, le cellule germinali di T. osimensis così trasferite
avrebbero dovuto maturare in cellule germinali femminili, dato che erano state
prelevate da una femmina. Invece le cellule germinali degli embrioni erano
tutte maschili, comprese quelle che discendevano dalla femmina di ratto spinoso.
Evidentemente - osservano i ricercatori - le cellule di T. osimensis sono
dotate di una eccezionale "flessibilità" che permette loro di convertirsi in maschili
o femminili in base a qualche segnale, ancora sconosciuto, proveniente
dall'ambiente in cui si trovano. La tecnica chimerica sviluppata per questo
studio - osservano Honda e colleghi - può fornire nuove conoscenze sui
meccanismi di determinazione del sesso dopo la scomparsa del cromosoma Y
durante l'evoluzione dei mammiferi, ma può anche essere adattata allo studio
della biologia di specie in pericolo, in cui anche un singolo esemplare va
preservato a ogni costo.
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DI MARCO LA ROSA
SONO EDIZIONI OmPhi Labs
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