(traduzione ed adattamento di Marco La Rosa)
Collocato in bella vista, ma ignorato
per secoli, questo sito megalitico vicino al Mare di Galilea ha sconcertato gli
archeologi. L’ antico monumento è composto da grandi anelli di pietre impilate a secco (che visti
dall’alto sembrano una grande ruota oppure un labirinto (?) – ndr MLR) risalenti all’età del Bronzo antico ma nessuno (fino ad ora) ha azzardato ipotesi sull’identità dei costruttori.
Bestiame al pascolo nei pressi delle rovine, rivela l'imponenza della struttura
Queste imponenti rovine si trovano
sulle alture del Golan (una regione ancora oggi contesa tra Israele e Siria) e sono
il risultato dell’accatastamento di enormi massi di basalto, per un peso complessivo di circa 40.000
tonnellate, suddiviso in cinque anelli concentrici, con un tumulo centrale
detto “cairn” (costruzione prevalentemente cilindrica formata da pietre impilate a secco).
I tre punti rossi indicano la posizione di
Rujm el-Hiri
Il nome arabo di questa struttura
è “Rujm el-Hiri”, che significa "mucchio
di pietre del gatto selvaggio", mentre in ebraico il suo nome è “Ghilgal
Refaim” ovvero la "ruota dei giganti",
in riferimento alla famosa razza biblica di giganti “Refaim”, che ovviamente sarebbero
gli ipotetici costruttori, proprio in considerazione dell’imponenza del sito in
questione. Rujim el-Hiri è denominata anche "Stonehenge del Levante",
in quanto le prime stime archeoastronomiche datano il sito a circa 5.000 anni fa, in piena età del Bronzo
Antico (3000-2700 aC), quindi contemporanea al sito preistorico di Stonehenge
nel Regno Unito.
Stonehenge nel Whiltshire, Regno Unito.
L’area circostante le rovine
della “ruota dei giganti” è cosparsa di centinaia di dolmen, che sono stati
mappati in tutta la loro estensione, soltanto a partire dagli anni ’60 del
secolo scorso grazie agli aerei che hanno iniziato a sorvolare intensivamente
la zona.
Una vista del sito a livello del
suolo.
Cinque enormi anelli circolari
circondano una camera funeraria centrale, l’anello più grande è esteso per
oltre 500 piedi (152 metri circa) di circonferenza e raggiunge (in alcuni punti) gli otto piedi di altezza (circa 2,5 metri). Gli anelli non sono tutti completi,
alcuni di loro sono collegati con pareti corte, e visti dall’alto danno l’impressione
di essere "raggi" di una ruota gigante (oppure anche percorsi
interrotti di un labirinto – ndr MLR). Le pareti hanno uno spessore che varia
da 10,5 a 10,8 piedi (3,2 – 3,3 metri). Vi è incertezza sulla datazione
del tumulo centrale (cairn), il quale potrebbe essere stato utilizzato
successivamente come mausoleo, mascherando l’iniziale funzione del sito, che
potrebbe, quindi, non essere stato edificato per scopi funerari. Il suddetto “cairn”
centrale è alto circa 16 piedi (cinque metri), con un diametro irregolare di circa 75 piedi (poco più di 20
metri). A causa dei ripetuti saccheggi del sito nel corso dei secoli,
pochissimi manufatti (di epoche più recenti) sono stati rinvenuti ed anche le
prospezioni nelle camere o intercapedini nascoste non hanno restituito resti
databili al radiocarbonio.
L'ingresso della camera che si trova al centro del sito megalitico.
Uri Berger, archeologo della Israel Antiquities Authority, ed esperto di siti megalitici, ha dichiarato
in proposito: "E 'un luogo
decisamente enigmatico ed un unicum in questi territori. Abbiamo raccolto
informazioni parziali, ma l'intero quadro ci sfugge ancora. I molti esperti che
vengono a studiare il sito rimangono
stupiti e l’unica cosa che possono fare è ipotizzare”.
l'interno del "cairn"
Alcuni studiosi ritengono che il
sito non sia stato utilizzato come abitazione oppure come struttura difensiva,
ma a parte questo si ignora completamente la sua funzione. Una teoria che
spiega il probabile scopo del sito è quella di un calendario astronomico. Effettivamente nei solstizi di giugno e dicembre il sorgere del sole si
allinea con le aperture sulle rocce, avvalorando
quindi la tesi che il sito sia stato creato come luogo di osservazione del
cielo. Secondo il Dr. Rami Arav, docente di Religione e Filosofia presso
l'Università del Nebraska, il motivo per cui nessun resto umano è stato
rinvenuto al centro del “cairn” si deve al fatto che le popolazioni primitive
di queste regioni erano dedite al rito della "scarnificazione" o
anche definita “defleshing” delle ossa da parte di uccelli e animali selvatici. Comunque sia,
questo complesso megalitico non ha ancora rivelato i suoi misteri: chi lo ha
costruito? E perché? Non dobbiamo infatti dimenticare che queste regioni erano
terra di popolazioni nomadi dedite per lo più alla pastorizia, mentre l'edificazione di un simile complesso è stata l’opera di qualcuno che aveva
competenze ingegneristiche ed una notevole rete di supporto e logistica, poichè ha richiesto molto tempo tra accurata progettazione e conseguente costruzione.
Fonte:
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