MITI GIAPPONESI CHE RACCONTANO DI QUANDO LE
DIVINITÀ CAMMINAVANO SULLA TERRA
Riadattamento e commenti di Marco La Rosa
Come nella maggior parte dei miti
di “creazione” delle culture terrestri, anche il Giappone tramanda di un'epoca
d'oro durante la quale gli dei “creatori” camminavano sul nostro pianeta e
governavano le società umane. Chi erano questi dei? Forse visitatori di altri
mondi scambiati per divinità?
La mitologia giapponese è
raccolta in un’unica opera chiamata Kojiki (古事記, letteralmente “cronaca
di antichi eventi”), un’opera in tre libri scritta in giapponese
antico. E’ palese quindi che coloro i quali
redassero gli scritti in questione, volessero tramandare e descrivere ciò che
per loro erano “fatti” e non mitologie o scritti da interpretare. La
redazione finale del testo è stata eseguita nel 712 d.C., raccogliendo in
un’unica opera una serie di documenti che tramandavano appunto i fatti
dell’epoca antica del Giappone. Ho già espresso in precedenti articoli il mio
parere riguardo alle “cronache antiche” ( per esempio molti fatti raccontati
nel vecchio testamento biblico), pertanto “voglio fare finta che” (per non
urtare animi suscettibili) gli antichi cronisti volessero dire proprio ciò che
hanno scritto e nulla altro.
Queste singole fonti, a loro
volta, prima di essere fissate su documenti scritti, erano tramandate oralmente
attraverso le generazioni. Il testo inizia con il racconto della creazione del
Cielo e della Terra e la creazione dell’uomo. Inoltre, vengono raccontate le
vicende di varie divinità che erano sulla terra all’alba dei tempi. Infine,
vengono narrate le origini mitologiche del Giappone, della dinastia Yamato e
delle maggiori famiglie nobili. Il primo tempo viene descritto come Jindai moji
o Kamiyo moji (神代文字 “personaggi dell’Età degli Dei”), un’epoca in cui una
Terra desolata vede la discesa di due entità, Izanagi e Izanami (oltre ad
essere fratello e sorella, i due sono anche amanti), intenzionate a dare forma
e vita al pianeta. Già da questo punto
possiamo notare le sorprendenti analogie con i racconti Sumero-Accadici. Si
narra che il primo gesto di Izanagi ed Izanami fu quello di far sorgere le
terre dall’oceano e mescolarle con una lancia chiamata Ame-no-nuhoko. Con il
fango che si ammassò colando dalla lancia ebbe origine la prima isola:
Onogaro-Shima (il Regno Terreno).
In seguito gli dei crearono altre
otto grandi isole che divennero la terra di Yamato, il Giappone. Le due
divinità quindi abbandonarono il Regno
del Cielo e stabilirono la loro nuova dimora sulla Terra. «Izanagi e Izanami
scesero su quella piccola isola e là innalzarono un palazzo. Ma il loro lavoro
era appena iniziato: a parte quel piccolo scoglio deserto, il mondo era ancora
una massa di acqua senza forma. (cfr.
Genesi Antico testamento: “La Terra era informe e deserta”). Non vi era nulla: né piante né animali né
creature viventi, e il paesaggio era piatto e spoglio. Izanagi e Izanami
cominciarono a riflettere su come proseguire la loro opera di creazione». Dall’unione
di Izanagi e Izanami nacquero il dio del mare O-Wata-Tsu-Mi, il dio delle montagne
O-Yama-Tsu-Mi, il dio degli alberi Kuku-no-chi e il dio del vento
Shina-Tsu-Hiko. La nascita dell’ultimo dio, quello del fuoco Kagu-tsuchi, costò
la vita ad Izanami. Così si legge: «Purtroppo, nel dare alla luce il dio del
fuoco, Izanami si ustionò il ventre e morì. La donne fu sepolta sul monte Hiba,
nella penisola di Izumo. Izanagi molto si dolse della morte della moglie». È
strano leggere della morte di una divinità, che per definizione dovrebbe essere
immortale. Dunque, Izanagi e Izanami erano creature mortali. Se così, chi erano
veramente e da dove venivano? Anche qui
mi soffermo un istante per notare che, come narrato anche nell’Antico
Testamento Biblico, le divinità (o meglio gli individui) descritti, hanno tutte
bisogno di nutrirsi, riposarsi e sono assolutamente vulnerabili, invecchiano
(molto più lentamente dell’uomo) ma alla fine muoiono anche loro.
«Allora Izanagi si mise in
viaggio per il Profondo, lo Yomi-Tsu-Kumi, il paese dei morti che si trovava
nel sottosuolo. Entrò in una caverna, e dopo aver percorso un lungo cunicolo,
giunse a una strana costruzione che sprofondava ancor più nelle viscere della
terra».
Izanagi, adirato, uccise il
figlio (che aveva causato la morte della sua amata) e scese all’inferno con
l’intento di condurre fuori la sua compagna dal mondo dei morti. Ma al suo
arrivo, il dio scoprì che la sua sposa si era nutrita con il cibo infernale ed
era diventata un demone malvagio. Izanagi fuggì in superficie ed Izanami restò
nello Yomi-Tsu-Kumi divenendone la terribile regina. (cfr. racconti Norreni ecc…).I
racconti mitologici giapponesi sono particolarmente interessanti perché trovano
due paralleli decisamente notevoli: il primo è quello con la mitologia cinese,
nella quale si racconta di esseri celesti discesi sulla terra in draghi
volanti: costoro furono i primi sovrani che diedero inizio alla civiltà cinese
e che sono conosciuti come i Tre Augusti: Fu Xi, Nüwa, Shen Nung. Nüwa era la
sorella di Fu Xi e ne divenne anche la sposa.
Fu Xi e Nüwa venivano
rappresentati sempre allacciati per la coda. Fu Xi tiene in mano una squadra,
Nüwa invece un compasso. I due strumenti (ad oggi, ancora adoperati nella
simbologia muratorio - massonica)
indicano che i due sovrani inventarono norme e regole e le insegnarono ai
mortali. Altra interessante riflessione
da fare a questo punto è lo spinoso concetto, più volte espresso, del
cosiddetto accoppiamento “Inbred”, o meglio conosciuto come incesto. A tal
proposito preferisco consigliare ai lettori di approfondire la questione sul
mio nuovo libro: IL RISVEGLIO DEL CADUCEO DORMIENTE, la vera genesi dell’Homo sapiens,
Ed. OmPhi Labs 2015 (http://www.omphilabs.it/prod/Il-Risveglio-del-Caduceo-Dormiente.htm).
Il secondo parallelo notevole è
con la mitologia egizia, nella quale si tramanda sempre di un fratello e di una
sorella “sposi” (Osiride e Iside), dalla cui unione nacque Horus, il capostipite
delle dinastie faraoniche.
(“ La dea del cielo Nut e il dio della terra Geb generarono Osiride, Iside, Nefti e Seth.
Iside, dea dell'amore, sin da quando erano insieme nel ventre materno amava
Osiride e i due, dopo la nascita, divennero faraoni e civilizzarono
il mondo”). Inoltre, come nello Kojiki, i Testi delle Piramidi parlano
dello Zep Tepi, un periodo primordiale dal quale emerse l’ordine dal caos e nel
quale gli dei governavano la Terra. Come interpretare queste corrispondenze
presenti in culture tanto lontane nello spazio e nel tempo? Se si tratta solo
di racconti mitologici, è possibile che una civiltà ormai perduta fosse
presente anticamente su tutto il pianeta, condividendo un unica cultura? È se
invece questi racconti, considerati mitologici, fossero il ricordo lontano di
un evento che ha impressionato i nostri antenati fino a convincerli a tramandarlo
alle generazioni future? È possibile quindi che antichi viaggiatori di altri
mondi siano stati scambiati per divinità dai nostri antenati? (cfr. Il culto
del “cargo”). E se così fosse, in che modo
hanno influenzato o alterato l’evoluzione biologica e culturale della specie
umana?
Fonte e citazioni:
L’UOMO KOSMICO, teoria di un’evoluzione
non riconosciuta - di Marco La Rosa –
Ed. OmPhi Labs 2014
IL RISVEGLIO DEL CADUCEO
DORMIENTE, la vera Genesi dell’Homo sapiens - di Marco La Rosa – Ed. OmPhi Labs 2015.
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"L'UOMO KOSMICO", TEORIA DI UN'EVOLUZIONE NON RICONOSCIUTA"
" IL RISVEGLIO DEL CADUCEO DORMIENTE: LA VERA GENESI DELL'HOMO SAPIENS"
DI MARCO LA ROSA
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