SONO DI PARTE.
MA LO
SONO “CONSAPEVOLMENTE”.
VI DICO
APERTAMENTE CHE ME NE INFISCHIO DELLE CRITICHE, FORSE MOLTI DI VOI SE NE SONO
GIA ACCORTI.
NON HO
NULLA DA PERDERE AD ESSERE UN RIVOLUZIONARIO DI VITA E DI PENSIERO, CHI MI
CONOSCE PERSONALMENTE LO SA.
NON SONO
CAPACE DI UNIFORMARMI AD UN PENSIERO COMUNE, ECCO PERCHE’ ANDARE CONTROCORRENTE E’
UNA MIA PREROGATIVA.
MA SE
SBAGLIO, SO CHIEDERE SCUSA, NON MI VERGOGNO.
TUTTO
QUESTO PER DIRVI, CHE L’ARTICOLO CHE SEGUE, SCATENERA’ OGNI GENERE DI IMPROPERI NEGLI UNIFORMATI BEN PENSANTI
DELLA SCIENZA “CANONICA”, MA IO SONO ORGOGLIOSO DI ESSERE AMICO ED ALLIEVO “INDEGNO” DI MASSIMO CORBUCCI.
NEL 1999,
DURANTE UNO STUDIO SULLA PETROVOLTAICA (ARCHEOSETI- MARCO LA ROSA – 2000), MI IMBATTEI IN UN TESTO DI T.T.BROWN (FISICO 1905-1985)
-SISTEMI DI COMUNICAZIONE ELETTROGRAVITAZIONALE –
(BR.USA 1956), NE SEGUII LE TRACCE FIN DOVE POSSIBILE (MOLTI STUDI DI T.T.BROWN
SONO ANCORA SECRETATI ), QUINDI INIZIAI A STUDIARE QUELLO CHE GLI INTERFEROMETRI
GRAVITAZIONALI VIRGO E LIGO STAVANO PRODUCENDO IN TERMINI DI RISULTATI. POSSO
DIRE DI AVERCI SBATTUTO LA TESTA PER PIU DI DIECI ANNI SENZA ARRIVARE A NULLA
DI SIGNIFICATIVO, FINCHE’ NON BUSSAI ALLA PORTA DI
MASSIMO.
EBBENE
LUI MI HA SVUOTATO LA TESTA DALLA “SPAZZATURA”, E MI HA APERTO UN “NUOVO UNIVERSO”.
FORSE NON
E’ PER TUTTI, MA VOGLIO PROVARE
A CONDIVIDERLO.
BUONA
LETTURA
Marco La
Rosa
La gravità non esiste?
Il pensiero di Massimo Corbucci
L'illuminazione
concettuale di Massimo Corbucci avvenuta quando, ancora studente universitario,
capì che la gravità non era una forza fisica
di: Massimo Corbucci - 19/02/3013
Già anticamente l’uomo si è reso conto che saltando da una certa altezza, finiva velocemente a terra e tanto più velocemente, quanto
maggiore fosse stata l’altezza, fino a schiantarsi e a farsi molto male, se fosse
caduto da altezze cospicue, dell’ordine dei 6 – 8 o più metri. Lanciarsi da altezze
maggiori sarebbe stato letale.
Sebbene
non si comprenda per quale contorto ragionamento intuitivo, l’uomo antico ha
sempre avuto la convinzione che
la velocità di caduta dipendesse dal “peso” del “grave”. A dirimere questo dubbio sembra sia stato
Galileo Galilei, con il suo esperimento della caduta di legno, ferro e quant’altro, dalla torre
di Pisa, dal quale si evinse che, apparentemente, i corpi cadevano con uguale accelerazione, indipendentemente dal materiale di cui erano
composti e dal peso. Soltanto il suo
allievo Torricelli fece notare che l’aria un pochino inficiava la
prova, facendo galleggiare i corpi
leggerissimi come piume e per questo propose dei tubi, svuotati dell’aria, allo scopo di condurre l’esperimento col massimo rigore scientifico. La domanda che si fecero tutti gli uomini di
Scienza fu: che cosa determinava la caduta di un oggetto?
Il Prelato e Fisico francese
Pierre Gassendi introdusse la più “supponente” nozione, che sia
mai stata inventata nella storia
della Scienza: delle “cordicelle tiranti" che sebbene non si vedessero a occhio nudo e
non si potessero toccare agitando le
mani sotto al corpo in caduta, fu creduta vera senza riserve di alcun tipo.
Isaac
Newton sulle “cordicelle” costruì la più grande Teoria mai concepita, detta “gravitazione universale”
e non esitò a dare
per scontato che la gravità fosse una
FORZA fisica, in grado di tirare giù tutte le cose e di
accelerarle ad un valore di accelerazione “costante”.
Poi successivamente queste cordicelle divennero le onde
gravitazionali e infine i “bosoni gravitoni” e tutti i
Fisici del mondo, escluso me, ci
scommetterebbero tutto quello che hanno, che a tirare per i piedi le cose in
caduta gravitazionale, sono proprio
loro, sebbene gli enormi rivelatori costruiti in più parti della Terra, non abbiano mai rivelato
la presenza di onde gravitazionali e i bosoni gravitoni siano ancora “mancanti”.
Con
Albert Einstein le cose cambiarono “leggermente”, nel senso che rimase l’idea di qualcosa di “ignoto”, che
certamente “tirava” verso “terra” le cose
“pesanti”, ma si aggiunse
anche il concetto che per effetto della GRAVITA’
lo SPAZIO potesse CURVARSI un pochino, pertanto finisse per premere sulla
testa delle persone, come una lastra di plastica
che flettendosi, schiaccia le
cose!
Il
cruccio di Einstein, a dire il vero, fu
di non essere mai riuscito a far
conciliare la sua Teoria della Relatività inerente la gravitazione, con la
meccanica quantistica, che voleva ad ogni costo la gravità, assimilabile ad
una “raffica” di bosoni gravitoni,
sparati come escono le pallottole
dal mitra, non con continuità come il getto dell’acqua di un rubinetto.
La rivelazione nel
Dicembre 1976:
Ancora
studente del corso di Laurea in Fisica dell’Università la Sapienza di Roma, rimettendo in un ordine “diverso dal convenzionale”,
gli elettroni intorno al nucleo, mi accorsi che la distribuzione non era
affatto continua, ma si “interrompeva 2 volte”. Una volta tra il
n° atomico 71 e
72 e una seconda volta tra il 103 3 il 104.
(LA FIGURA MOSTRA L’ORDINE DI RIEMPIMENTO DEI
LIVELLI ATOMICI di Massimo Corbucci dell’atomo-112 (allora senza nome), oggi battezzato
Copernicio in onore di Copernico.
Nella figura si vede il “buco nero” tra 71 – 72 e 103
– 104, che può dare tante risposte alle domande della
Scienza, ancora senza risposta).
L’illuminazione concettuale fu tale, che quell’allora
studente 22 enne, ritenne di aver capito
che la gravità fosse tutt’altro,
di quello che per secoli era sembrata agli uomini di Scienza! Non era una
Forza fisica!
L’ESPERIMENTO che
DIMOSTRA CHE la gravità NON E’
UNA FORZA FISICA:
A quel tempo, nel 1976, dire che la gravità non fosse una Forza fisica, era un’eresia talmente grave, da
meritare la censura di tutto il corpo
docente. Negli anni 90 i nodi sono giunti al pettine: alcuni fisici facendo
cadere una sfera di alluminio e una sfera di ferro in 2 tubi di Torricelli alti
300 mt, hanno rilevato con sorpresa
indicibile, che la sfera di alluminio anticipava di qualche milionesimo di
secondo, rispetto alla sfera di ferro. Questo fenomeno è andato sotto il nome di “paradosso
gravitazionale”. La Comunità scientifica per non mettere Newton tra gli asini della
Fisica, ha puntato disperatamente i piedi ed ha negato che la gravità non fosse una forza.
Anzi ha introdotto la nozione di quinta forza: la gravità
che tira in su e si infilzerebbe con attrito frenante tra i 26 protoni del
ferro, mentre frenerebbe meno la caduta
dell’alluminio, che di protoni ne
ha 13. Una teoria esilarante, ma
passata ufficialmente come l’unica spiegazione del
“paradosso gravitazionale”.
C’è e come, la spiegazione del paradosso gravitazionale, che dimostra come la gravità sia tutt’altro che una forza fisica.
Leggete il seguito!
Secondo
il mio modello, nel nucleo atomico i
barioni non sono tanti quanti gli elettroni dello shell esterno, ma ne mancano 9: questo “buco” è il Vuoto Quantomeccanico
nucleare, analogo ai buchi neri già visti nell'ordine di riempimento dei livelli atomici.
Pertanto
il Vuoto Quantomeccanico può essere considerato il “motore interno” degli atomi e quindi l’alluminio è in caduta gravitazionale più sprint del ferro,
dacché ha meno “carrozzeria” da portarsi dietro.
Pensiamo
a come una Ferrari F1 carrozzata in alluminio è
più sprint di quella carrozzata
in ferro!
L’ESPERIMENTO CHE
DIMOSTRA CHE ESISTE IL VUOTO QUANTOMECCANICO NEGLI ATOMI:
Basta far
cadere 3 sfere da 3 tubi
di Torricelli, fatte rispettivamente di
Litio, di Berillio e di Boro. Se fosse giusta la spiegazione che dà la Comunità scientifica alla diversa caduta degli atomi
(dopo la scoperta del “paradosso”!) di diverso numero atomico, l’ordine di arrivo sarebbe: 1°
Litio, 2° Berillio, 3° Boro.
Osservandosi
invece l’ordine di arrivo: Litio e
Berillio, allineati senza nessuno
scarto e
in ritardo il Boro; la Fisica
deve essere completamente riscritta. A parere mio l’annuncio del CERN
del 04 – Luglio 2013,
sarebbe da ritrattare, perché sia il conferimento della massa, che il conferimento del peso, avvengono
attraverso il Vuoto
Quantomeccanico! La ricerca della Particella di Dio sarebbe quindi inutile…
Il concetto di Gravità
e quello di pensiero:
L’ho chiamato principio di equivalenza gravità – pensiero.
Il quid
che conferisce massa e peso alle cose altro non è
che il “pensiero”. Quel “nero”, quel VUOTO (che
vuoto non è) tra il numero atomico 71 e
72 - 103 e 104 e
nel nucleo, dove “mancano” 9 barioni, rispetto al numero elettronico.
E’ per effetto di quel “nero” che la materia “funziona” perfettamente, gli atomi si avvicinano tra loro, per “affinità”, costituendo molecole complesse,
fino a strutturarsi nella complessità del D.N.A.
Il
DNA stesso permette la formazione di organismi complessi
e di organi speciali come il “cervello”, che “secernono” pensiero, il quale
era già presente
prima del cervello, tant’è che il cervello
stesso si è potuto strutturale in modo estremamente complesso.
La
scoperta relativa al fatto che la gravità è pensiero, come può cambiarci la vita?
Il giorno
che la Comunità scientifica si renderà conto di cos’è veramente la gravità, avrà la risposta a tutti i quesiti insoluti della Fisica:
1) Cos’è la materia oscura
2) Perché nel Cosmo c’è solo materia e non antimateria
3) Cosa c’era prima del Big Bang
4) Cosa sono i “buchi
neri” … ecc …
La vita
dell’Umanità cambierà radicalmente, perché si vedrà che ogni uomo, solo avvalendosi del pensiero, potrà ottenere tutto quello che “de-sidera”, compreso star
bene in salute e non avere più alcuna malattia !!!
Per
questo apparirà esilarante il ricordo di
quando si cercava di guarire le malattie con la chirurgia (prendendo
a martellate e a colpi di
bisturi, il corpo) o con la medicina (somministrando ettogrammi
di potentissimi farmaci ad
effetto sconvolgente la normale
fisiologia).
Cos’è davvero il nostro corpo e di cosa siamo fatti? Atomi messi
in modo funzionale a “pensare” !!! Una volta compreso come avviene il conferimento
della massa e il conferimento del peso, l’Umanità si renderà conto che gli uomini
sono fatti niente altro che … della stessa materia del
pensiero !!!
Siamo
fatti della stessa materia dei sogni
(cit. M. Corbucci Marzo 1999)
NOTA dell’autore (Massimo Corbucci):
Quanto
scritto è
seriamente fondato scientificamente è realistico.
Qualora l’esperimento della caduta delle 3 sfere, desse
il risultato dimostrato (ed è certo al 100% che
lo dia), non ci sarebbe alcun
dubbio che quanto sopra detto,
sia vero.