NON SI PUÒ RESTARE IN SILENZIO, NON SI PUÒ FAR FINTA DI NIENTE.
QUESTO
MONDO FALSO E ROVESCIATO È SOPRATUTTO FIGLIO DEL
MENEFREGHISMO E DELL'IGNAVIA.
A QUESTO
PUNTO ABBIAMO L'OBBLIGO DI RIBELLIONE VERSO IL SISTEMA CORROTTO.
VI INVITO
CALDAMENTE A LEGGERE QUESTO ESTRATTO DEL POST DI SERGIO DI CORI MODIGLIANI :
http://sergiodicorimodiglianji.blogspot.it/2013/02/amnesty-international-denuncia-il.html
SONO
CERTO CHE NON VI LASCERÀ INDIFFERENTI, PER CUI DOPO,
PRENDETEVI IL TEMPO CHE SERVE E LEGGETEVELO TUTTO.
PASSATE
PAROLA IL PIÙ POSSIBILE, ANCHE NOI COSÌ POTREMO CONTRIBUIRE AL SORGERE DI UNA NUOVA
CONSAPEVOLEZZA, IN QUESTO "DISGRAZIATO" PAESE, CHE SE NON CAMBIA
ROTTA, ADESSO, IN QUESTO CRUCIALE MESE DI ELEZIONI, CHISSÀ COME FINIRÀ.
FACCIAMOLO
PER DARE ANCORA UN FILO DI SPERANZA AI NOSTRI FRATELLI GRECI, PORTOGHESI E
SPAGNOLI.
Marco La
Rosa
Di:
SERGIO DI CORI MODIGLIANI
"AMNESTY
International denuncia il Governo e la Polizia Greca per torture.
La Grecia
é collassata. Ma a noi non lo
dicono perché siamo in campagna
elettorale".
"L’ho saputo davvero per caso. Il che la dice tutta.
Me ne
stavo amenamente trastullando con un amico di lunga data, un giornalista
neo-zelandese, con il quale ci incontriamo in un sito, chesscube.com, dove ci
sfidiamo in un nostro personale duello a scacchi mentre chattiamo scambiandoci
informazioni sull’Europa e su quello che accade
nel continente australe e nel sud-est asiatico, di cui lui è un attendibile esperto.
A un
certo punto, mi fa:
“E che ha detto Bruxelles della
bomba di Amnesty International?”
“Quale?”
“Quella di tre giorni fa che
gli ha ammollato il filosofo francese in piena riunione sul budget dell’Unione Europea”.
(sconcertato
dalla mia ignoranza dei fatti, nonché fortemente incuriosito, chiedo ragguagli in
merito)
“Ma sì, quella dei rapinatori delle banche”
“Quali banche? Dove?”
“Nel nord della Grecia”
“Chi?”
“Gli anarchici, i ragazzi
arrestati e poi torturati dalla polizia”.
A questo
punto mi arrendo e confesso di non sapere di che cosa stia parlando.
E così, vengo a sapere da un neo-zelandese che abita in quel di
Auckland, a 22.500 chilometri di distanza, 12 ore di fuso orario prima di noi,
dall’altra parte del mondo, nel
continente più lontano (in tutti i sensi)
dalla nostra vecchia e cara Europa, che cosa sta accadendo a 1.000 chilometri
da Roma, nel territorio che è stata la culla originaria
della nostra civiltà.
E tutto
grazie ad Amnesty International.
Faccio
delle telefonate e mi butto in rete a caccia di notizie. In Italia, nulla. In
giro per l’Europa, anche.
Notizie
strabilianti in Sudamerica, in Canada, in California e sembra dovunque tra i
bloggers scandinavi e nord settentrionali che scrivono nelle loro lingue.
Descrivono
e raccontano qualcosa che sta accadendo in questi giorni di cui a nessuno è stata detta neppure una parola, né a Roma, né a Berlino, né a Parigi né a Londra. Tantomeno a Madrid.
Parlano
della Grecia.
Ma in
termini nuovi.
Nel senso
che riferiscono di una società ormai collassata, al limite
della guerra civile, ormai precipitata nel baratro, sulla cui attuale realtà è stato steso un osceno velo di
totale censura per impedire che le notizie vengano usate in campagna elettorale
in Italia e diffuse in Spagna dove sta esplodendo la tangentopoli iberica delle
banche corrotte e Rajoy ha già fatto sapere a Bruxelles che
là a Madrid si corre il rischio
di veder la situazione sfuggire al controllo.
La Grecia
è crollata, definitivamente,
sotto il peso dei debiti contratti con la BCE.
Stanno
assaltando i supermercati. Ma non si tratta di banditi armati. Si tratta di
gente inviperita e affamata, che non impugna neanche una pistola, con la
complicità dei commessi che dicono loro “prendete quello che volete, noi facciamo finta di niente”. Si tratta della rivolta di 150 imprenditori agricoli,
produttori di agrumi, che si sono rfiutati categoricamente di distruggere
tonnellate di arance e limoni per calmierare i prezzi, come richiesto dall’Unione Europea. Hanno preso la frutta, l’hanno caricata sui camion e sono andati nelle piazze della
città con il megafono, regalandola
alla gente, raccontando come stanno le cose.
Si tratta
di 200 produttori agricoli, ex proprietari di caseifici, che da padroni della
propria azienda sono diventati impiegati della multinazionale bavarese Muller
che si è appropriata delle loro
aziende indebitate, acquistandole per pochi euro sorretta dal credito agevolato
bancario,quelli hanno preso i loro
prodotti della settimana, circa 40.000 vasetti di yogurt (l’eccellenza del made in Greece, il più buon yogurt del mondo da sempre) li hanno caricati sui
camion e invece di portarli al Pireo per imbarcarli verso il mercato
continentale della grande distribuzione, li hanno regalati alla popolazione
andandoli a distribuire davanti alle scuole e agli ospedali
Si tratta
anche di due movimenti anarchici locali, che si sono organizzati e sono passati
alle vie di fatto: basta cortei e proteste, si va a rapinare le banche: nelle
ultime cinque settimane le rapine sono aumentate del 600% rispetto a un anno
fa. Rubano ciò che possono e poi lo dividono
con la gente che va a fare la spesa. La polizia è
riuscita ad arrestarne quattro, rei confessi, ma una volta in cella li hanno
massacrati di botte senza consentire loro di farsi rappresentare dai legali. Lo
si è saputo perché c’è stata la confessione del
poliziotto scrivano addetto alla mansione di ritoccare con il Photoshop le
fotografie dei quattro arrestati, due dei quali ricoverati in ospedale con
gravi lesioni.
E così, è piombata la sezione europea
di Amnesty International, con i loro bravi ispettori svedesi, olandesi e
tedeschi, che hanno realizzato una inchiesta, raccolto documentazione e hanno
denunciato ufficialmente la polizia locale, il ministero degli interni greco e
l’intero governo alla
commissione diritti e giustizia dell’Unione Europea a Bruxelles,
chiedendo l’immediato intervento dell’intera comunità continentale per intervenire
subito ed evitare che la situazione peggiori.
Siamo
venuti così a sapere che il più importante economista tedesco, il prof. Hans Werner Sinn,
(consigliere personale di Frau Angela Merkel) sorretto da altri 50 economisti,
avvalendosi addirittura dell’appoggio di un rappresentante
doc del sistema bancario europeo, Sir Moorald Choudry (il vice-presidente della
Royal Bank of Sctoland, , la quarta banca al mondo) hanno presentato un
rapporto urgente sia al Consiglio d’Europa che alla presidenza
della BCE che all’ufficio centrale della
commissione bilancio e tesoro dell’Unione Europea, sostenendo che
“la Grecia deve uscire, subito,
temporaneamente dall’euro, svalutando la loro
moneta del 20/ 30%, pena la definitiva distruzione dell’economia, arrivata a un tale punto di degrado da poter
essere considerata come “tragedia umanitaria” e quindi cominciare anche a ventilare l’ipotesi di chiedere l’intervento dell’Onu”.
Silenzio
assoluto.
Nessuna
risposta.
Censura
totale.
Nessun
candidato alle elezioni in Italia ha fatto menzione della situazione greca
attuale...
Trovo,
tra l’altro, ignobile l’attività di censura imposta dall’Unione Europea su ciò che sta accadendo in Grecia,
perché a Burxelles sono terrorizzati
all’idea che possa scattare un
fenomeno di emulazione.
Così come trovo davvero surreale che si parli di budget dell’Europa senza far menzione del fatto che un paese membro
dell’euro è collassato e sono alla vigilia di una esplosione di
violenza sociale che non sono più in grado di poter contenere.
Neppure
il minimo accenno.
Che cosa
c’è da fare, dunque?
Sapere e
avere il coraggio di informarsi.
Capire
che i partiti attualmente candidati (PD PDL Udc Lega Nord Monti lista civica) sono intercambiabili e
complici di questo meccanismo. Lo hanno fatto in Grecia, lo stanno facendo in
Portogallo, lo faranno anche da noi e in Spagna.
Votare
per loro, vuol dire contribuire ad aumentare le possibilità che si realizzi il loro piano.
L’immagine che vedete in bacheca è relativa a una pietra miliare della nostra civiltà: è un antico teatro greco dove è nata e si è sviluppata la tragedia greca.
Ci
dormono oggi i senzatetto il cui numero è in gigantesco aumento.
I turisti
non ci vanno più perché il ministero lo ha chiuso al pubblico trasformandolo in un
dormitorio pubblico del disagio collettivo.
La trovo
una immagine agghiacciante.
Questa è l’immagine che l’Europa esporta nel mondo.
Non si può rimanere indifferenti dinanzi a tutto ciò.
E a chi
chiede: “ma io che cosa posso fare?” non posso che rispondere: “puoi
molto, puoi moltissimo: puoi non votarli più”.
Perché se i loro suffragi crollano e il sostegno elettorale del
popolo italiano verrà loro meno, allora, saranno
inevitabilmente costretti a rifare i conti, rivedere le loro posizioni,
cambiare rotta.
E così, nel nostro piccolo, avremmo dato un contributo anche ai
greci e ai portoghesi.
Si tratta
di coniugare intelligenza a solidarietà attiva.
Questo
vuol dire essere davvero europei.
A questo
serve la Cultura: a ricordarci come si fa
sentirsi semplicemente Umani".
http://sergiodicorimodiglianji.blogspot.it/
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