ANIMALI: LE LORO CAPACITA’ SOTTOVALUTATE, LA STRAGE DEGLI INNOCENTI IN ALCUNI LUOGHI
A Montechiari( BS) c’è un posto chiamato Green Hill ( verde collina) che già dal nome fa pensare alla quiete di una vacanza dell’anima o ad un “infinito” Leopardiano, invece no, è un luogo dell’orrore e della morte dove tutto è destinato a finire atrocemente. Green Hill è, infatti, la collina dove sorgono stabulari per allevare animali diretti ai laboratori della vivisezione. Cinque capanni , senza finestre, senza un filo di luce per 2500 cani ,all’anno, ( per lo più Beagles) fatti nascere appositamente per morire e soffrire senza neppure una sia pur finta pietà di anestesia finale ( costa troppo). Lagers per animali allevati per essere orrendamente uccisi. Una vera e propria mattanza, una strage degli innocenti. Apparentemente giustificata sotto l’ipocrita insegna “ esperimenti di laboratorio…ricerca” quasi ad intendere “ nobiltà di loro sacrificio per il bene( o per la salvezza) dell’umanità.” Fatti passare, quindi, dai costruttori o mercanti di morte, quasi come vittime sacrificali bibliche, come ipotetici “ Isacchi”, agnelli di Dio che possono “ togliere” le malattie ( invece dei peccati) del mondo. Sembra siano novecentomila le vittime in Italia, milioni nel mondo. Immolati nel silenzio ignaro, di molti, come “ oggetti o merce senza diritti e fonte di profitti”. Ma già, da secoli, dall’inizio del mondo, gli animali sono stati considerati senza anima, senza coscienza di sé, senza emozioni ed intelligenza ma guidati soltanto dall’istinto e, soprattutto ,creati da Dio per servire l’uomo, per essere il suo cibo, il suo mezzo di trasporto o di riscaldamento, la sua difesa personale … e talvolta sì anche la sua compagnia,
il suo giocattolo, un atteggiamento, anche quest’ultimo, stigmatizzato dai razionalisti benpensanti come una debolezza umana, un infantilismo da superare o da psicanalizzare come proiezione dei propri sentimenti umani su di loro .C’ è voluto un S. Francesco, nel 1200, a ridare agli animali la sacralità di creature di Dio e di fratelli degli uomini. E non solo S. Francesco ma tanti altri, con il passare del tempo, sulla sua scia, fra cui il nostro Leonardo da Vinci, genio dell’umanità, che scrisse “ Il giorno in cui l’uomo avrà scoperto che anche gli animali hanno l’anima, avrà il rimorso per tutti i delitti commessi contro di essi”. Dale Jamieson, Direttore di Studi ed Etica ambientalista alla New York University , invece, afferma ,oggi, che “ la riluttanza dei filosofi e degli scienziati ad abbracciare l’idea che gli animali abbiano una “ mente”, è una conseguenza del loro pensiero più che un fatto relativo agli animali stessi”. Le due affermazioni sono riportate dal dott.in Scienze Umane, Giovanni Bilotti nel suo libro “ANIMALI, pseudotragedia in 2 parti” che si pone come un “ Manifesto” di altissima Protesta, urlata ,contro l’ottusa crudeltà verso gli animali La prima parte é un contradditorio fra un animalista ed un cinico, in cui Bilotti si avvale dell’esperienza di due scienziati ( R. Sheldrake e M.Bekoff) e sulle loro avanzate scoperte ( o ipotesi scientifiche) sugli animali. La seconda parte è, invece, sotto forma di una vera tragedia greca che ha la violenza di una apocalisse dell’ umanità( mondo, animali…) urlante, rantolante ,che si autodistrugge ,distruggendo e seppellendo tutto ciò che è vivo. Nel dialogo della prima parte, corredata da testimonianze di fatti realmente accaduti, si dibatte e controbatte sulle capacità “sensitive” di molti animali, sulle loro “premonizioni”, su una sorta di “telepatia” tra animali ( perfino di oche, pecore, galline…) sulla loro capacità di guarire, di prevenire suicidi, di prevedere terremoti( anche i serpenti) e perfino di presentire la morte delle persone che amano o degli ammalati ed anziani in Case di riposo cui tengono compagnia ( pet terapy) ed altro ancora.
La seconda parte del libro, invece, ferisce come un lungo straziante urlo, paragonabile, in pittura, all’Urlo di Munch o a certi quadri di Goya. Appare come un tragico poema di incubi, di azioni e pensieri cattivi di una umanità spesso assassina, di una scienza cinica e crudele che distrugge la vita, che uccide l’amore e quindi si autodistrugge. “ Vergogna…vergogna. Sacra è la vita…hanno ucciso l’amore- scrive l’umanista ( ma soprattutto umano) Bilotti, in un ritornello ossessivo- più non germoglia la vita. Ogni cosa distrugge come un robot, l’uomo che vaga ,impazzito, sul dirupo del mondo…” Su questo scenario apocalittico di morte, però, dove l’uomo è stato “ la rovina dell’intero creato e gli animali ne hanno pagato lo scotto più alto”, alla fine spunta la speranza che” un Sogno lieviti, che un palpito di vita si senta…che l’amore riprenda a fiorire”, quindi di una possibile resurrezione dell’amore che solo vince la morte.( La parola “ a-more” significa “ senza morte”) . Un libro forte che, a tratti, duole come un pugno nello stomaco, scritto per gli animalisti e per chi crede nella inviolabilità della vita di tutti e del tutto( animali e natura) ma che ,soprattutto, vuole scuotere le coscienze di chi non crede o non crede ancora.
Abbiamo citato questo libro perché, come tutta la cultura e la filosofia del pensiero, ci sembra l’arma più efficace a cambiare le opinioni, il modus pensandi e vivendi della gente attraverso la “ CONOSCENZA” che, sola, conduce alla verità dei fatti ed anche all’amore perché “ conoscere” ( almeno nella Bibbia) significa già “ amare”. Anche Parma, non ultima in Italia, si è mobilitata due volte, nei giorni scorsi, in Piazza Garibaldi, contro lo scempio di Green Hill e per far cessare la vivisezione e la sperimentazione dal vivo( permessi dalla legge) che non servono all’uomo, come affermato, oggi, anche da scienziati in controtendenza, specie quando gli esperimenti vengono fatti per industrie di cosmetici o per scatolette di cibo per altri animali . Una contraddizione assurda, quest’ultima, una specie di “ mors tua, vita mea” degli animali. Ascolto due ragazze, in piazza, accanto a me:< Io preferisco morire-dice una esilissima biondina vegetariana-piuttosto che vivere sulla pelle di una persona perché per me gli animali sono “persone”, miei fratelli o i miei bambini indifesi, affidati a me…> L’altra ragazza, una brunetta dagli occhi pungenti , per tutta risposta ,distribuiva volantini, gridando:< Firmate, firmate. I nostri amici animali, vivi, ci aiutano a vivere…>
Rosangela Rastelli
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