di: Marco La Rosa
Nel 1952 una spedizione al centro della penisola dello Yucatan, condotta dall’archeologo Alberto Ruz Lhuillier
scoprì, quasi per caso un gruppo di rovine abbandonate da secoli e che la
vegetazione, avevano coperto quasi
completamente.
All’interno della struttura piramidale principale, venne rinvenuto un sarcofago di pietra rossa
ricoperto da un’imponente lastra, che fu
possibile alzare solo dopo il ricorso a tecniche modernissime.
Dentro il sarcofago
fu rinvenuto Io scheletro di un uomo alto 1 metro e 73 centimetri con il volto
coperto da una maschera di giada.
K'inich Janaab' Pakal (23 marzo 603 - 28 agosto 683 d.C.),
detto Pacal il Grande (Votan), fu un sovrano che salì al trono di Palenque nel
615 d.C. in giovanissima età, segnando l'avvento di un'epoca di prosperità e
sviluppo sotto tutti punti di vista: artistico, culturale, sociologico,
scientifico.
La cosa più sorprendente fu senz’altro la grossa lastra di
pietra che copriva il sarcofago. Per interpretarla furono usate le più svariate
e fantasiose ipotesi. Tra le tante la
più “intrigante” è senz’altro quella che sembra anche la più incredibile: “l’ipotesi
della capsula spaziale”.
Infatti il
personaggio raffigurato, sembra portare
un casco; è seduto in modo inconsueto e guarda in direzione della prora. Le sue
mani sembrano manovrare delle leve, la testa pare appoggiata su un supporto e
nel naso sembra penetrare una specie di inalatore. Inoltre, dalla parte posteriore di quella che pare una “navicella”
fuoriescono delle fiamme.
"Nel tempio delle iscrizioni, sopra la sua tomba sono
contenuti alcuni elementi che sono stati utilizzati per comporre la
"profezia" del 2012. Non si tratta di una profezia come ad esempio
intendiamo le profezie bibliche o di Nostradamus, ma di un incredibile grande
calendario del Lungo Computo che calcola il tempo, anziché in mesi e anni,
attraverso la definizione di grandi ère di circa 5125 anni. L'attuale terminerebbe proprio intorno alla fine del
2012."
Ovviamente l’interpretazione
dell’astronauta ante-litteram, appare
incredibile poiché si tratta di un reperto archeologico risalente a più di 1000
anni fa, ma l’osservazione pura e semplice della pietra tombale suggerirebbe
proprio questo.
"La causa, risiede nella
nostra forma mentis che ci invoglia a decifrare tutto ciò che è ignoto
attraverso figure a noi familiari. Esiste in psicologia un fenomeno, la “categorizzazione”,
che ci permette, in sogno o durante la nostra vita quotidiana, di vedere e
ricordare degli eventi in modo personale, basato su esperienze passate, ma
spesso lontano dalla realtà.
La categorizzazione è un topico centrale nella psicologia
cognitiva, nella linguistica, e nella filosofia, ma è cruciale anche nell’apprendimento. La categorizzazione dei
concetti permette al discente di classificare (o riconoscere la
classificazione) di oggetti o concetti che appartengono ad un gruppo.
La mente, stimolata da una percezione del tutto nuova,
ricorre a figure familiari che le servono per poter apprendere e quindi
memorizzare la nuova esperienza vissuta.
Il fenomeno invece che spinge a descrivere la forma delle
nuvole o di formazioni naturali e rocciose, nonché strani oggetti nell'arte o
in fotografia, con immagini familiari ma che non rispondono sempre alla realtà
delle cose, prende il nome di "pareidolia". La pareidolia (dal greco
είδωλον, immagine, col prefisso παρά, simile) è l'illusione subcosciente che
tende a ricondurre a forme note oggetti o profili (naturali o artificiali) dalla
forma casuale (wikipedia). Viene spesso usata da critici, scettici e detrattori
per negare ad esempio la presenza di ufo nell'arte dalla preistoria al
rinascimento, ma anche per contrastare l'ipotesi del "volto su
Marte". In realtà non è una prova sufficiente e i misteri citati
permangono..
Comunque, in realtà
la raffigurazione sulla lastra tombale di Pacal risulta da una composizione di
geroglifici Maya distinguibili e ben catalogati. Vediamoli:
glifo n.3 simboleggia anche la Galassia, i punti cardinali e
non è da escludere il collegamento con la Croce simbolo del moto del sole nel
cielo durante il suo ciclo annuale di morte e rinascita, conosciuta anche come
croce astrologica.
Ciò che viene raffigurato quindi non sarebbe un viaggio
stellare.
Risolto e smontato quindi il mistero? Tutt'altro!
I Maya "Galattici" conoscevano perfettamente il
nostro universo, erano in grado di prevedere con precisione le eclissi di sole,
avevano una matematica avanzata basata sul sistema binario. Sapevano
esattamente la data di nascita del pianeta Venere, sapevano che la Terra era
sferica, e conoscevano addirittura la nostra Galassia e i moti delle stelle e
dei pianeti nel corso del ciclo conosciuto come anno Galattico. Avevano ben
distinta la conoscenza del mondo materiale e il mondo delle energie. Soltanto
negli ultimi anni la meccanica quantistica sta dimostrando che l'universo è
composto da energia e non da materia (che in realtà non esiste!), con infiniti
livelli di realtà, di frequenza e di coscienza.
I Maya Galattici (quelli dell'epoca di Pacal Votan)
sarebbero quindi arrivati sulla Terra in questa dimensione da altri stati di
coscienza, e fino alla loro improvvisa scomparsa (!) hanno marcato le impronte
ben visibili del loro passaggio. Alla luce di ciò e secondo le interpretazioni
di José Arguelles, è da ritenere che Pacal non fosse quindi un astronauta come
lo sono i nostri di oggi. Ha voluto però lasciare per iscritto (e ancora si
stanno studiando le iscrizioni) che esistono diversi livelli di realtà, veri e
proprio mondi e universi paralleli, su diversi livelli di frequenza e fra i
quali è possibile viaggiare, una volta abbandonato il corpo materiale che
appartiene "solo" a questo determinato stato del mondo. Come si nota
quindi la loro visione dell'aldilà era molto scientifica e rimanda all'ovvio
concetto di immortalità dell'anima che solo una mente stupida può oggi negare,
con buona pace di illustri scienziati bravi solo con i numeri..."
… sono passati più di mille anni e Pacal attende ancora…qualcuno
gli aveva promesso che sarebbe ritornato!
BIBLIOGRAFIA:
Grazie a : Enrico Galimberti
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