Prime editing: una nuova
rivoluzione nel campo dell'editing genetico.
SEGNALATO DAL DR. GIORGIO PATTERA (BIOLOGO)
SEGNALATO DAL DR. GIORGIO PATTERA (BIOLOGO)
La cassetta degli attrezzi per
interventi di correzione molecolare si arricchisce di uno strumento che
potrebbe intervenire sull'89% delle mutazioni all'origine di malattie
genetiche. Una promessa che dovrà essere affinata, prima che la si possa
sperimentare sull'uomo.
Uno strumento di editing genetico
alternativo alla CRISPR/Cas9 sembra offrire un maggiore controllo nella
correzione del DNA, perché aumenta le chance per i ricercatori di ritrovarsi
soltanto con le mutazioni desiderate, riducendo i cosiddetti effetti off-target
(non previsti).
La tecnica ribattezzata prime
editing e descritta sulla rivista Nature, è stata messa a punto da
Andrew Anzalone e David Liu, del Broad Institute of Harvard and MIT di
Cambridge, Massachusetts. In base alle prime stime, consentirebbe di editare
l'89% delle oltre 75 mila più diffuse varianti del genoma umano associate allo
sviluppo di malattie, riducendo il rischio di inserzioni o delezioni non volute
all'interno del DNA, il "libretto di istruzioni" conservato
all'interno delle nostre cellule.
IL CONFRONTO CON LA CRISPR. Tanto
la CRISPR/Cas9 quanto il prime editing permettono di intervenire in un punto
specifico del genoma, perché sfruttano l'enzima Cas9, che riconosce la sequenza
errata di basi. La CRISPR/Cas9 taglia entrambi i filamenti della doppia elica
del DNA e lascia poi che sia la cellula stessa a riparare il danno subito,
inserendo la sequenza corretta. Questo sistema di autoriparazione è tuttavia
imperfetto e non sempre affidabile, e finisce spesso per inserire o cancellare
lettere indesiderate nei punti in cui il genoma è stato tranciato. Gli effetti
di queste mutazioni off-target spaziano dalla non efficacia dell'intervento al
possibile sviluppo di conseguenze gravi, come proliferazioni incontrollate
delle cellule e tumori. Anche quando viene inserita una "guida" da
prendere a modello per la riparazione del DNA, il sistema di autoriparazione
cellulare è restio a seguire l'esempio fornito: è perciò estremamente difficile
sfruttare la CRISPR/Cas9 per sovrascrivere, su un tratto di DNA, la sequenza
corretta.
Che cos'è e come si fa l'editing
genetico?
UN'ELICA PER VOLTA. Il prime
editing si dirige sulla zona da correggere esattamente come le forbici
molecolari precedenti, ma non recide tutta la doppia elica: scalfisce soltanto
uno dei due filamenti, e sfruttando un secondo enzima chiamato trascrittasi
inversa scrive una nuova sequenza corretta di DNA al posto del tratto tagliato.
A questo punto, la proteina Cas9 modificata taglia l'altro filamento di doppia
elica (quello non modificato) in modo che questo si auto-ripari usando la
sequenza corretta inserita nell'altra "metà". Così facendo, nulla
viene lasciato alla mercé del sistema di riparazione genetico cellulare, che
non è controllabile. Utilizzare il prime editing, spiegano i ricercatori, è come digitare
Ctrl-F per cercare la parola da cambiare in un testo, e poi a premere Ctrl-C e
Ctrl-V per copiarvi sopra una nuova parola corretta.
Prime editing: un nuovo strumento di editing genetico
Da un'efficace infografica pubblicata su Nature: il prime editing
riduce il numero di mutazioni indesiderate nel genoma inserendo le modifiche
desiderate nel DNA stesso. Al contrario, la CRISPR/Cas 9 lascia che sia il
sistema di riparazione del DNA cellulare a introdurre i cambiamenti necessari.
A CHE PUNTO SIAMO
Lavorando su
colture di cellule umane in laboratorio, gli scienziati sono riusciti ad
effettuare 175 diverse correzioni del codice genetico, senza "sbavature".
In uno dei test sono intervenuti sulle mutazioni all'origine dell'anemia
falciforme, una malattia genetica ereditaria del sangue. In un altro sono
riusciti a rimuovere le quattro lettere extra su un particolare gene alla base
della malattia di Tay-Sachs, una rara condizione che causa ritardo mentale e
cecità e che spesso si rivela fatale entro i cinque anni di età.
Di conseguenze indesiderate della CRISPR si è molto parlato, in
occasione dell'editing genetico dell'embrione in Cina. | MARCOS__SILVA /
SHUTTERSTOCK
Prima che si possa anche soltanto
pensare di testare il prime editing sull'uomo, occorrerà valutarne la sicurezza
su nuove colture cellulari e su altri organismi viventi: «Questo primo studio è
l'inizio, e non la conclusione, di un'aspirazione di lungo corso nelle scienze
della vita, quella di poter effettuare qualunque variazione del DNA in una
qualunque posizione di un organismo» commenta Liu. Un'altra sfida è riuscire a
consegnare questo strumento alle cellule in quantità sufficienti a operare le
modifiche desiderate.
UNO STRUMENTO PER OGNI NECESSITÀ.
In ogni caso, il prime editing è destinato ad affiancare, e non a sostituire,
gli strumenti di editing genetico già in uso. Non è infatti capace di lunghe
inserzioni o delezioni come la CRISPR/Cas9 - è più adatto per emendare sequenze
corte. Senza contare che per gli interventi su singole lettere esiste anche
l'editing di basi, una tecnica più vecchia e altrettanto precisa che però,
rispetto al prime editing, non è in grado di agire su malattie genetiche
causate da alterazioni non di una soltanto, ma di più basi azotate.
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DI MARCO LA ROSA
SONO EDIZIONI OmPhi Labs
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