Segnalato dal Dott. Giuseppe Cotellessa (ENEA)
Da Tokyo un gruppo di ricerca
annuncia la scoperta: tra le feci di maiale, un nuovo virus senza proteine e
perciò forse incapace di attaccare direttamente le cellule ospiti. I
ricercatori ipotizzano sia costretto a sfruttare un virus ausiliare per infettare.
I virus mettono in questione le
nostre classificazioni biologiche: mancano di architettura cellulare, sono
materiale genetico racchiuso in un contenitore proteico, capace di infettare
cellule ospiti e così di replicarsi. Gli scienziati si chiedono: è vita? A
complicare la questione, un nuovo, bizzarro tipo di virus che i ricercatori
dell’Università di Agricoltura e Tecnologia di Tokyo (Tuat) hanno trovato,
analizzando feci di maiale. Il virus non ha proteine strutturali e non attacca
direttamente le cellule ospiti ma, probabilmente, sfrutta il lavoro di un virus
ausiliare. È risultato difficile per gli scienziati giapponesi capire di che
cosa si trattasse esattamente. Tra le feci di maiale hanno trovato un tipo di
enterovirus G, EV-G, un genere di virus normalmente presente nella diarrea dei
suini, virus cui appartengono anche i poliovirus – responsabili delle varie
forme di poliomelite. Sono virus che come materiale genico hanno un solo
filamento dell’acido nucleico Rna (e non il dna) capaci di ricombinarsi
facilmente. “La ricombinazione tra famiglie virali differenti accade in tutti
gli allevamenti di maiali”, spiega Tetsuya Mizutani, autore della ricerca e
direttore del centro di ricerca che si occupa di infezioni animali globali alla
Tuat. “Questi virus ricombinanti hanno la capacità di connettersi all’ospite in
modi nuovi”. Ma in questo caso curioso, il nuovo virus ha alcuni geni di
supporto al posto delle proteine strutturali che caratterizzano gli EV-G.
Perciò al momento lo strambo virus è stato battezzato EV-G tipo 2.C’è un altro
particolare. Secondo i ricercatori, proprio perché manca della struttura
proteica, questo virus non sarebbe in grado di invadere una cellula ospite per
proprio conto e dunque di propagarsi. E allora com’è possibile che fosse tra le
feci di un maiale, com’è possibile che esista? La spiegazione che, per ora, ha
avanzato il gruppo di ricerca sulle pagine di Infection, Genetics and Evolution
è che questo virus difettivo sfrutterebbe le proteine di un virus ausiliare
riuscendo così ad attaccare le cellule e a replicarsi. A suggerire questa
ipotesi è proprio il fatto che nello sterco i ricercatori abbiano individuato
genoma sia di questo nuovo tipo 2, che di tipo 1, un consueto enterovirus che
forse ha fatto da ausiliare. Come avvenga il processo è però ancora ignoto. E
se poi non fosse così, i ricercatori si chiedono come altrimenti il nuovo virus
possa recitare la parte che gli spetta e diffondersi. “Forse siamo di fronte a un sistema di evoluzione virale del tutto
nuovo”, conclude Mizutani. “Ci chiediamo come questo nuovo virus possa
essere quello che è e come infetti le cellule. Il nostro futuro lavoro cercherà
di risolvere questo mistero dell’evoluzione virale”
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