Trovata in Malesia la
"lanterna delle fate", la pianta scoperta da un italiano 150 anni fa.
Il botanico Odoardo Beccari la
disegnò sul taccuino nel 1866. Secoli dopo un team di ricercatori ha ritrovato
la strana Thismia neptunis
PER 151 anni la "lanterna
delle fate" è rimasta custodita soltanto su un taccuino, disegnata con
infallibile precisione dallo straordinario botanico italiano Odoardo Beccari.
Si pensava che quella pianta così strana da sembrare uscita dai mondi di Alien
o Strangers Things, fosse estinta, arrivando perfino a dubitarne l'esistenza. Invece,
un secolo e mezzo dopo, l'hanno trovata: la Thismia neptunis esiste ed è nelle
foreste della Malesia. La strana storia di questa affascinante quanto
inquietante pianta, viste le sue proprietà da "vampiro" (succhia i
nutrienti dai funghi privando altri vegetali del loro "cibo") è
strettamente legata alla vita del naturalista fiorentino. Beccari, che conobbe
Charles Darwin, quando aveva appena 22
anni salpò insieme a James Brooke, il Rajah di Sarawak, e al genovese Giovanni
Doria alla volta della Malesia. Fu lì che nel 1866 in una foresta pluviale
dell'area di Gunung Matang a Sarawak fra le tante specie individuate scovò
questo particolare tipo di "lanterna delle fate". Le diede il nome e
fece un disegno sul suo quaderno senza sapere che, per centinaia di anni,
sarebbe stato l'unico indizio dell'esistenza di questa pianta aliena e
parassita. La Thismia infatti non è facile da avvistare: si sviluppa nel
sottosuolo e soltanto durante la fioritura arriva in superficie. Michal Sochor,
del Crop Research Institute di Olomouc della Repubblica Ceca, nel gennaio 2017
durante una spedizione ha avuto la fortuna, insieme ai membri del suo team, di
scovarne alcuni esemplari proprio nella stessa area dove la avvistò Beccari.
Oggi, su quella pianta, ha pubblicato un articolo scientifico su Phytotaxa in
cui ne descrive le caratteristiche, seppur "sotto molti aspetti risulti
ancora misteriosa". La lanterna delle fate è una pianta micoeterotrofica:
non compie la fotosintesi e non ha clorofilla, vive sottoterra e ottiene acqua
e nutrimenti dai funghi, che a loro volta li ottengono da altri vegetali. Non
ha dunque bisogno dei raggi solari e, sbucando all'aria aperta soltanto durante
la fioritura che avviene per poche settimane e non tutti gli anni, è davvero
difficile da trovare. Il suo aspetto, oltretutto, è più simile a quello di uno
strano insetto con lunghe antenne che a quello di una pianta, che tra l'altro
finora si credeva estinta. Nello studio "Rediscovery of Thismia neptunis
(Thismiaceae) after 151 years" i botanici cechi descrivono la pianta come
molto simile a quella disegnata dall'italiano, elogiando i tratti con cui
Beccari l'ha riprodotta. "Forniamo la sua descrizione e la primissima
documentazione fotografica di questa iconica e, sia per il suo aspetto peculiare
che per il nome, quasi mitica
pianta" scrivono i ricercatori parlando di un fiore di 9 centimetri di
diametro.
Un fiore unico, a forma di bulbo
con tre appendici che sembrano antenne dirette verso l'alto. Questa Thismia, di
cui si crede esistano 50 esemplari e ora considerata già a rischio estinzione,
è simile ad altre del genere presenti in Asia, Nuova Guinea e nell'emisfero
sud, chiamate appunto ''lanterne delle fate''. Tra l'altro, in quegli anni
malesi dell'Ottocento prima di dover rientrare in Italia a causa della malaria.
Beccari disegnò sul suo taccuino
anche altre due specie di piante simili, finora mai ritrovate: adesso la nuova
sfida dei ricercatori, sulle tracce del mitico botanico fiorentino, è scovare
centinaia di anni dopo anche quelle piante rimaste preziosamente racchiuse nei
suoi quaderni.
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DI MARCO LA ROSA
SONO EDIZIONI OmPhi Labs
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