IL RISVEGLIO DEL CADUCEO DORMIENTE: la vera genesi dell'Homo sapiens

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LA NUOVA CONOSCENZA

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GdM

lunedì 19 marzo 2018

IL MISTERO DELLA "LANTERNA DELLE FATE"



       Trovata in Malesia la "lanterna delle fate", la pianta scoperta da un italiano 150 anni fa. 

Il botanico Odoardo Beccari la disegnò sul taccuino nel 1866. Secoli dopo un team di ricercatori ha ritrovato la strana Thismia neptunis




PER 151 anni la "lanterna delle fate" è rimasta custodita soltanto su un taccuino, disegnata con infallibile precisione dallo straordinario botanico italiano Odoardo Beccari. Si pensava che quella pianta così strana da sembrare uscita dai mondi di Alien o Strangers Things, fosse estinta, arrivando perfino a dubitarne l'esistenza. Invece, un secolo e mezzo dopo, l'hanno trovata: la Thismia neptunis esiste ed è nelle foreste della Malesia. La strana storia di questa affascinante quanto inquietante pianta, viste le sue proprietà da "vampiro" (succhia i nutrienti dai funghi privando altri vegetali del loro "cibo") è strettamente legata alla vita del naturalista fiorentino. Beccari, che conobbe Charles Darwin,  quando aveva appena 22 anni salpò insieme a James Brooke, il Rajah di Sarawak, e al genovese Giovanni Doria alla volta della Malesia. Fu lì che nel 1866 in una foresta pluviale dell'area di Gunung Matang a Sarawak fra le tante specie individuate scovò questo particolare tipo di "lanterna delle fate". Le diede il nome e fece un disegno sul suo quaderno senza sapere che, per centinaia di anni, sarebbe stato l'unico indizio dell'esistenza di questa pianta aliena e parassita. La Thismia infatti non è facile da avvistare: si sviluppa nel sottosuolo e soltanto durante la fioritura arriva in superficie. Michal Sochor, del Crop Research Institute di Olomouc della Repubblica Ceca, nel gennaio 2017 durante una spedizione ha avuto la fortuna, insieme ai membri del suo team, di scovarne alcuni esemplari proprio nella stessa area dove la avvistò Beccari. Oggi, su quella pianta, ha pubblicato un articolo scientifico su Phytotaxa in cui ne descrive le caratteristiche, seppur "sotto molti aspetti risulti ancora misteriosa". La lanterna delle fate è una pianta micoeterotrofica: non compie la fotosintesi e non ha clorofilla, vive sottoterra e ottiene acqua e nutrimenti dai funghi, che a loro volta li ottengono da altri vegetali. Non ha dunque bisogno dei raggi solari e, sbucando all'aria aperta soltanto durante la fioritura che avviene per poche settimane e non tutti gli anni, è davvero difficile da trovare. Il suo aspetto, oltretutto, è più simile a quello di uno strano insetto con lunghe antenne che a quello di una pianta, che tra l'altro finora si credeva estinta. Nello studio "Rediscovery of Thismia neptunis (Thismiaceae) after 151 years" i botanici cechi descrivono la pianta come molto simile a quella disegnata dall'italiano, elogiando i tratti con cui Beccari l'ha riprodotta. "Forniamo la sua descrizione e la primissima documentazione fotografica di questa iconica e, sia per il suo aspetto peculiare che per  il nome, quasi mitica pianta" scrivono i ricercatori parlando di un fiore di 9 centimetri di diametro.


Un fiore unico, a forma di bulbo con tre appendici che sembrano antenne dirette verso l'alto. Questa Thismia, di cui si crede esistano 50 esemplari e ora considerata già a rischio estinzione, è simile ad altre del genere presenti in Asia, Nuova Guinea e nell'emisfero sud, chiamate appunto ''lanterne delle fate''. Tra l'altro, in quegli anni malesi dell'Ottocento prima di dover rientrare in Italia a causa della malaria.

Beccari disegnò sul suo taccuino anche altre due specie di piante simili, finora mai ritrovate: adesso la nuova sfida dei ricercatori, sulle tracce del mitico botanico fiorentino, è scovare centinaia di anni dopo anche quelle piante rimaste preziosamente racchiuse nei suoi quaderni.


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