Del Dr. Giuseppe Di Bella
segnalo un pezzo del Financial
Times indicativo del potere di
condizionamento delle multinazionali del
farmaco sulle istituzioni sanitarie. Recentemente si è verificata negli
ospedali Usa la scarsità del più semplice ed economico dei farmaci, la soluzione fisiologica ("saline"), carenza
artificiosamente pianificata e indotta
dalle tre sole case farmaceutiche fornitrici del prodotto, per costringere le
istituzioni sanitarie ad acquistare formulazioni più costose, e al prezzo da
loro imposto :
Saline investigation highlights
the cost of American healthcare
La conclusione dell'articolo è
abbastanza ovvia:
“That means patients and
hospitals are vulnerable, not only to the pricing power and sales tactics of
for-profit companies, but also to future shortages caused by natural disasters,
biological warfare and cyber attack, he says. One option would be to regulate
products such as saline as though they were utilities rather than drugs, which
would give authorities more of a say on where they are made and how much they
cost. Alternatively, the big manufacturers could be broken up to increase
competition. But Mr Wendelbo says those ideas are unlikely to gather much
traction in the the US.”
“Ciò significa che i pazienti e gli ospedali sono vulnerabili, non solo
per il potere di determinazione dei prezzi e le tattiche di vendita delle
società a scopo di lucro, ma anche perché si prospettano future carenze causate da disastri naturali,
guerra biologica e attacchi informatici. Un'opzione sarebbe quella di
regolamentare prodotti come la soluzione fisiologica, come di assoluta utilità
piuttosto che farmaci, il che darebbe alle autorità più voce in capitolo per
difinire produzione e costi .In alternativa, i grandi produttori potrebbero
essere messi in concorrenza. Ma il signor Wendelbo dice che è improbabile
che queste idee possano essere accettate
negli Stati Uniti.”
Forse anche noi dovremmo
abituarci a considerarla l'industria farmaceutica, alla stregua degli altri
comparti scientificamente e tecnologicamente avanzati dell'economia che, se da
un lato sono in grado di esprimere contenuti fortemente innovativi solo grazie
all'intervento decisivo del settore pubblico, dall'altro si uniformano a
criteri di gestione aziendale orientati all'esclusiva ricerca del profitto in
ossequio alla sovranità dei mercati (che nelle attuali condizioni vuol dire
principalmente mercati finanziari). Per concludere, se è vero che non è riscontrabile nei dirigenti di big pharma alcun intento
particolarmente malvagio, non è certamente da loro che ci si può aspettare un
cambio di paradigma a favore del bene comune. Spetta agli Stati operare in modo
che gli interessi dei mercati non prevalgano sulle legittime esigenze dei
malati.
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DI MARCO LA ROSA
SONO EDIZIONI OmPhi Labs
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