La nostra mano è una mappa dello
spazio che ci circonda
da:
“Se sappiamo come muoverci nello
spazio attorno a noi è anche grazie alla nostra mano, nella quale si trova una
mappa dello spazio intorno a noi, dove al pollice è associato il basso e
all’indice l’alto. Lo rivela uno studio appena pubblicato sulla rivista
Cognition, realizzato da ricercatori del Dipartimento di Psicologia
dell’Università di Milano-Bicocca, in collaborazione con l’Università di Reno
(Nevada, Stati Uniti). A 40 volontari, sottoposti a un breve e leggero stimolo
vibro-tattile su un pollice o un indice, è stato chiesto di valutare se lo
stimolo ricevuto fosse nella posizione alta o bassa dello spazio intorno a
loro. Le mani erano posizionate in modo tale che una coppia di stimoli fosse
più in alto dell’altra in modo che il pollice e l’indice di una mano fossero
più in alto dell’altra. L’esperimento ha dimostrato che le persone sono più
rapide e accurate nell’individuare lo stimolo quando questo viene dato sul
pollice della mano posizionata più in basso e sull’indice della mano in posizione
alta. Lo studio ha rivelato che esistono delle associazioni tra i concetti
spaziali - come le posizioni alto e basso - e le parti del nostro corpo, in
questo caso le dita pollice e indice delle mani. Queste associazioni
suggeriscono che le informazioni relative allo spazio siano codificate
all’interno delle parti del corpo. Non è solo il nostro corpo a essere mappato
nello spazio, come intuitivamente è necessario fare per muoversi e interagire
con gli oggetti, ma anche lo spazio viene mappato nel corpo. Le associazioni
tra i concetti spaziali e le parti del nostro corpo rifletterebbero anche una
postura preferenziale. I dati della ricerca, infatti, suggeriscono che la
postura standard del nostro corpo abbia le mani estese in avanti, con il
pollice in basso e le altre dita in alto, come se fossero pronte ad afferrare
un oggetto. Ciò significa che il cervello parte sempre da una stessa
configurazione-base che poi trasforma durante l’elaborazione dello stimolo per
individuarne la reale posizione nello spazio. Questa rappresentazione –
spiegano gli autori dello studio – dimostra, per la prima volta nei soggetti
con il sistema nervoso completamente funzionante, che la nostra interazione con
il mondo esterno passa attraverso la codifica spaziale e la postura del nostro
corpo. Finora, infatti, questa relazione era stata osservata solo in
persone con disfunzioni del sistema nervoso (amputazione, anestesia, lesioni
nervose), ma questi dati sembrano darne la prima conferma su individui sani”.
COMMENTO:
Per chi fosse interessato ad
approfondire questa interessante teoria, consiglio la lettura dello studio che
ho pubblicato insieme con il biologo Dr. Giorgio Pattera dal titolo: “IL
VINCOLO PLANETARIO”
gia presente anche sul nostro
libro: “IL PRINCIPIO DELL’IMMORTALITA, neo-eso-biologia”.
MLR
PER APPROFONDIMENTI:
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DI MARCO LA ROSA
SONO EDIZIONI OmPhi Labs
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