« Ero convinto che poi saremmo andati oltre. Quando tornai sulla Terra mi dissi: in 25 anni siamo su Marte, invece a quasi mezzo secolo di distanza non abbiamo fatto un solo passo avanti, pensavo fosse un inizio, invece era un epilogo”.
Charlie Duke – astronauta dell’Apollo 16 (1972)
VIAGGIARE NELLO SPAZIO (CON EQUIPAGGIO UMANO) OLTRE LA TERRA;
ESSERE ANDATI SULLA LUNA DAL 1969 AL 1972 PER BEN 6 VOLTE :
Apollo XI, allunaggio il 20 Luglio 1969
Apollo XII, allunaggio il 16 Dicembre 1969
Apollo XIV, allunaggio il 5 Febbraio 1971Apollo XV, allunaggio il 30 Luglio 1971
Apollo XVI, allunaggio il 21 Aprile 1972
Apollo XVII, allunaggio l’11 Dicembre 1972.
ED ORA…NON ESSERNE PIU’ CAPACI? UN PARADOSSO DIFFICILE DA DIGERIRE! LO RIPETO: E’ SOLAMENTE UNA QUESTIONE DI COSTI? OPPURE C’E’ DI PIU?
Ristregati dalla Luna: avanti c'è
spazio
Aveva cominciato Hawking: «L’uomo
deve tornarci presto, la Terra non basta più». Ora è un coro: americani,
europei, cinesi e giapponesi studiano nuove missioni. Abbiamo incontrato i fan
della riconquista
TRONDHEIM (Norvegia). Sulla Luna,
torniamo sulla Luna. Come quarantotto anni fa, quando l’Apollo 11 compì la sua
missione e in una manciata di giorni di luglio rapì l’immaginazione del mondo.
Chi c’era lo ricorda bene. Perché poi è cresciuto con un vuoto difficile da
colmare: pensavano fosse un inizio, era un epilogo. Persino astronauti come
Charlie Duke, che sull’Apollo 16 nel 1972 ha passato sette ore a scorrazzare
«in quel deserto senza fine dalle mille sfumature di grigio», era convinto che
poi saremmo andati oltre. «Quando tornai sulla Terra mi dissi: in 25 anni siamo
su Marte», racconta lui stesso quando lo incontriamo allo Starmus Festival
organizzato dalla Norwegian University of Science and Technology (Ntnu),
singolare serie di conferenze fra scienza e musica create dal matematico Brian
May, il chitarrista dei Queen. «A quasi mezzo secolo di distanza non abbiamo
fatto un solo passo avanti» continua Duke. Oltre sono andate le sonde e i rover
del Jet Propulsion Laboratory (Jpl) della Nasa. Ma ora le cose stanno
cambiando: sulla Luna vuol mettere piede la Japan Aerospace Exploration Agency
(Jaxa) entro il 2030, la China National Space Administration (Cnsa), l’Agenzia
Spaziale Europea (Esa), diverse aziende a stelle e strisce come la Moon
Express, startup di Bangalore come Team Indus, colossi della Silicon Valley del
peso di Google. Si progettano vettori, moduli per l’atterraggio, soprattutto
basi permanenti. Perfino Elon Musk, a capo di Tesla e Space X, sta rivedendo i
suoi piani per la conquista di Marte. Quest’estate, all’International Space
Station Research and Development Conference a Washington, ha ammesso: «Per
accendere davvero la fantasia del pubblico serve una base sulla Luna». E così
ci ritroveremo di nuovo davanti al televisore, stavolta piatto e in
ultradefinizione, con il fiato sospeso al momento del lancio della navicella. E
poi usciremo con lo sguardo all’insù a riveder le stelle in attesa
dell’atterraggio dopo tutti questi anni passati ad osservare il paesaggio dei social network
attraverso lo schermo dello smartphone. Sarà un nuovo sogno collettivo,
condiviso, in una corsa allo spazio alla quale vogliono partecipare in tanti...
estratto dal Venerdi di
Repubblica del 4 Agosto 2017.
PER APPROFONDIMENTI:
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LA VERA "GENESI" DELL'UOMO E' COME CI HANNO SEMPRE RACCONTATO? OPPURE E' UNA STORIA COMPLETAMENTE DIVERSA?
"L'UOMO KOSMICO", TEORIA DI UN'EVOLUZIONE NON RICONOSCIUTA"
" IL RISVEGLIO DEL CADUCEO DORMIENTE: LA VERA GENESI DELL'HOMO SAPIENS"
DI MARCO LA ROSA
SONO EDIZIONI OmPhi Labs
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