“Tumori, epidemia globale ma
sappiamo come batterla”
DA:
Ogni anno 14 milioni di nuovi
malati. Colpa del mondo che invecchia Di grassi e veleni. La soluzione però
c’è: diagnosi precoce. Parola dell’Oms
«La soluzione esiste».
Detta così, nero su bianco, da un’istituzione come l’Oms che tutto è tranne che
ottimista, suona davvero come una buona notizia. Che acquista ancor più peso
perché associata a una sfilza di numeri grami: 14 milioni di persone che
scoprono ogni anno nel mondo di avere il cancro, 8,8 milioni di morti e i
tumori che surclassano i killer dei paesi poveri, l’Aids, la Tbc e la malaria
messi insieme. Di fronte a questa marea montante, che in Italia conta mille
nuove diagnosi al giorno l’Oms dice: si può fare, soprattutto grazie alla diagnosi
precoce. L’allarme, e la soluzione insieme, arrivano nel World Cancer Day,
promosso il 4 febbraio dalle organizzazioni internazionali. Con la fotografia
della marcia del cancro nel mondo e le linee guida per fermarlo: scoprire i
tumori in tempo utile. Come già è accaduto alle nostre latitudini: se le
persone che sopravvivono ai tumori della mammella, del colon, dell’utero e
della prostata sono sempre di più è perché la diagnosi precoce permette di
scovare neoplasie piccolissime poi di estirparle prima che invadano il corpo. E
se assistiamo per lo più imbelli alle malattie del pancreas o dell’ovaio è
proprio perché non c’è modo di agire d’anticipo. Ma il “si può fare” dell’Oms
non nasconde che il prezzo è alto: sofferenza umana, perché le terapie anticancro
sono drammatiche, e denari sonanti: 1160 miliardi di dollari nel 2010. L’unico
modo per uscirne è evitare la malattia. Visto che «i tumori si possono
prevenire — promette Francesco Cognetti, responsabile dell’Oncologia medica del
Regina Elena di Roma e presidente della Fondazione Insieme — con una politica
seria. Che sia capace di vaccinare contro l’Hpv e il virus dell’epatite B. Di
imporre accise pesanti su sigarette e alcol. E di fare educazione in età
scolare ». Perché alcune delle cause del cancro sono note: la cattiva
alimentazione, il fumo, l’alcol. I veleni nell’aria e nel piatto. A partire
dalle polveri sottili che penetrano negli alveoli e causano fino al 10% dei
cancri del polmone nel mondo tanto che senza inquinamento molti fumatori non si
ammalerebbero. Gli epidemiologi mettono in fila i numeri, collegano le
statistiche. E non accettano le generalizzazioni. «Le neoplasie sono oltre 270,
e ognuna ha le sue cause», precisa Diego Serraino, epidemiologo del Cro di
Aviano. Ma i denominatori comuni per i big killer ci sono. Primo tra tutti,
chiosa Milena Sant, responsabile dell’epidemiologia dell’Istituto dei tumori di
Milano: «l’invecchiamento della popolazione». Anno dopo anno si accumulano
mutazioni nel Dna e questo conduce, quasi inevitabilmente, alla proliferazione
neoplastica.
La scommessa oggi è di frenare la
corsa con uno stile di vita anticancro, forti delle prove che accusano il fumo
e mostrano che se si buttano le sigarette, la mortalità per questo tumore cala.
E l’alcol, «pericoloso anche per il pancreas, patologia in crescita come
l’abuso di alcolici tra i giovani», aggiunge Sant. Le carni rosse pericolose
per il colon e i grassi, cancerogeni per mammella, colon, prostata, pancreas.
«La cattiva alimentazione colpisce nel nostro paese — aggiunge Serraino —
perché abbiamo rinnegato le nostre origini mediterranee. Siamo passati a regimi non
coerenti con la nostra storia evolutiva. E questo ci ha fatto male».
«Ogni anno in Italia 146mila casi
di tumore, il 40% del totale, potrebbero essere evitati seguendo uno stile di
vita sano», specifica Carmine Pinto, presidente dell’Associazione degli
oncologi (Aiom), che per questo ha avviato diverse campagne di prevenzione
nelle scuole e sul territorio. Ma se molti danni si possono evitare, con un miglior
stile di vita, in fondo alla strada c’è un trigger che sembra ineludibile.
«L’industrializzazione. L’esposizione a metalli pesanti, polveri sottili,
azoto, ozono. Sul posto di lavoro, nelle città». Un puzzle di chimica
pericolosa che fa impazzire le cellule. Basti pensare al caso ftalati, le
sostanze chimiche usate per plastificare molti oggetti di uso comune che,
spiega, «sono sospettati di un ruolo nei tumori della mammella come potrebbero
averlo in tutte le neoplasie ormonodipendenti ». E i pesticidi: chi vive nelle
aree in cui c’è un uso esteso rischia più degli altri i linfomi di Hodgkin, i
sarcomi, le neoplasie del sistema nervoso centrale. Insomma, cercando il perché
dei numeri snocciolati dall’Oms ci si imbatte in ostacoli insormontabili, ma si
trovano anche le strade per provare a fermare l’ondata. «È questa la vera
urgenza », conclude Cognetti.
DA:
COMMENTO:
Davvero questi sono dati che denotano
una “considerevole” presa di coscienza da parte degli operatori del settore.
Ora, apparentemente (secondo l’OMS e non solo), la popolazione dovrebbe fare lo
stesso ed adottare stili di vita adeguati in tutti i sensi. Ma se in effetti
sarà molto difficile poter avere un “ecosistema” adeguato nel breve e medio
termine, una pronta “attivazione” trasversale nella nostra società potrebbe
fare la differenza e permettere alla cosiddetta “massa critica” di invertire la
tendenza e forse proiettarci in un futuro immortale. Peccato che, invece, i
numeri nel fatturato delle “lobby farmaceutiche” sia costantemente in aumento per quanto
riguarda le cure chemioterapiche e radioterapiche, ma per quanto riguarda la
ricerca scientifica nel campo della “genetica antitumorale “ (nonostante gli
eclatanti successi) si faccia ancora molta resistenza. Perché la ricerca sulla “cura
definitiva” (che sappiamo benissimo da molto tempo essere endogena e quindi nel
nostro DNA) è pervicacemente ostacolata? Perché in fondo senza tanti giri di
parole di questo si tratta: di un “mostruoso” interesse economico !
La salute e l’immortalità (per ora)
sono economicamente penalizzanti, come del resto un mondo bello, pulito, equo e
vivibile.
MLR
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DI MARCO LA ROSA
SONO EDIZIONI OmPhi Labs
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