Ci sono scoperte, che per motivi non del tutto chiari,
vengono archiviate nel dimenticatoio del sapere umano. Eppure, si tratta di
ritrovamenti che potrebbero far luce sul passato remoto dell'umanità, ancora
così avvolto nella nebbia e con non poche contraddizioni cronologiche.
da: http://www.ilnavigatorecurioso.it/2013/07/19/il-segreto-dei-diciotto-scheletri-giganti-del-winsconsin/
Abbiamo già parlato
dei giganti in diversi precedenti articoli, ma la storia che vi raccontiamo
sembra aggiungere un elemento importante alla teoria di coloro che credono che,
in un tempo remoto, una razza di uomini giganti abbia abitato il pianeta Terra.
E’ la storia dei diciotto scheletri giganti del Winsconsin.
Si tratta di una storia curiosa avvenuta circa un secolo fa,
una vicenda che da una parte confermerebbe l’esistenza dei giganti e che,
dall’altra, darebbe valore all’idea di molti, secondo la quale esisterebbe
un’archeologia proibita (e tenuta nascosta) nella quale archiviare scoperte
scomode che potrebbero svelare all’umanità la vera storia della sua evoluzione.
Nel maggio del 1912, un team di archeologi del Beloit
College, in uno scavo realizzato presso il lago Delavan, nel Winsconsin, portò
alla luce oltre duecento tumuli con effigie che furono considerate un esempio
classico della cultura Woodland, una cultura preistorica americana che si crede
risalga al primo millennio a.C.
Ma ciò che stupì i ricercatori fu il ritrovamento di
diciotto scheletri dalle dimensioni enormi e con i crani allungati, scoperta
che non si adattava affatto alle nozioni classiche contenute nei libri di
testo. Gli scheletri erano veramente enormi e, benchè avessero fattezze umane,
non potevano appartenere a esseri umani normali.
La notizia ebbe una grande eco e fece molto scalpore, tanto
che il New York Times riportò la notizia tra le sue pagine. Forse, a quei
tempi, c’era più libertà e meno paura rispetto alle scoperte che potevano cambiare
le consolidate credenze scientifiche fondate solo su teorie. Così scrive
l’articolista del New York Times nell’articolo pubblicato il 4 maggio 1912
[Vedi articolo originale]:
“La scoperta di alcuni
scheletri umani durante lo scavo di una collina presso il Lago Delevan indica
che una razza finora sconosciuta di uomini una volta abitava il Wisconsin
Meridionale. [...]. Le teste, presumibilmente di uomini di sesso maschile, sono
molto più grandi di quelle degli americani di oggi.
Il cranio sembra tendere
all’indietro immediatamente sopra le orbite degli occhi e le ossa nasali
sporgono molto al di sopra degli zigomi. Le mascelle risultano essere lunghe e
appuntite [...].”
La descrizione dei crani fornita dal New York Times, ricorda
molto la forma di quelli appartenenti agli scheletri scoperti recentemente in
un’antica sepoltura in Messico, con la differenza che qui abbiamo a che fare
con individui alti più di tre metri. Chi erano costoro, e perché di loro non vi
è traccia nella cronologia ufficiale che ci hanno insegnato a scuola?
Si tratta di umani giganti vissuti sul nostro pianeta, e
comunque appartenenti alla razza umana? Potrebbe trattarsi di un antico
insediamento di Antichi Umani, sopravvissuti alla tragedia di Atlantide? Oppure,
si tratta di esseri provenienti da latri mondi, scoperta che avvallerebbe la
Teoria degli Antichi Astronauti? Difficile a dirsi.
150 anni di scoperte:
Per quanto incredibile, gli scheletri dei giganti del Lago
Delevan non furono una novità nel panorama archeologico americano. Scavando nei
trafiletti dei giornali locali, risulta che il ritrovamento del Winsconsin è
solo una delle decine e decine di scoperte simili riportate dai giornali
locali. La prima notizia di archivio risale addirittura al 1856, riportata in
un articolo datato 21 novembre dello stesso New York Times [Vedi articolo
originale]:
“Un paio di giorni fa,
alcuni operai hanno scoperto nel sottosuolo della vigna dello sceriffo Wickan,
a East Wheeling, Ohio, uno scheletro umano. Alquanto rovinato, è stato
difficile identificarlo dalla posizione delle ossa, che sembrano non avere la
lunghezza del normale corpo umano nella sua posizione originale. Ciò che ha
impressionato lo sceriffo e il lavoratori sono state le dimensioni dello
scheletro, pari a circa undici feet (tre metri e trenta)! La sua mascella e i
denti sono grandi quasi quanto quelle di un cavallo.
12 anni dopo, nel 1868, nel giorno di Natale, è sempre il
NYT a dare un’altra notizia di giganti [Vedi articolo originale]. Alcuni operai
della compagnia Sank Rapid Water Power erano impegnati negli scavi per la
costruzione di una diga per la creazione di energia idroelettrica lungo il
fiume Mississippi. Durante i lavori, gli operai hanno rinvenuto i resti uno
scheletro umano di dimensioni gigantesche incastonati nella roccia di granito:
“La tomba era lunga
circa sei metri, larga un metro e venti e profonda quasi un metro. I resti del
gigantesco uomo sono completamente pietrificati. La testa enorme misura una
circonferenza di 78 centimetri, ma con una fronte molto bassa e molto inclinata
all’indietro. La statura complessiva del misterioso individuo è pari a circa
tre metri e quaranta centimetri”.
L’8 settembre del 1871, il NYT riporta la notizia di altri
scheletri giganti rinvenuti durante dei lavori di scavo a Petersburg, in
Virginia [Vedi articolo originale]:
“Gli operai impegnati
nei lavori della ferrovia, si sono imbattuti in una sepoltura contenente gli
scheletri di quelli che si pensano essere nativi americani di un’epoca remota e
di una perduta e dimenticata razza umana. I corpi esaminati presentano una
formazione molto strana ed impressionante. [...]. Il femore è molto più lungo
di quello degli individui umani normali, tanto da far ipotizzare una statura di
quasi tre metri”.
Il 10 agosto 1880, il NYT ribatte un articolo riportato
dall’Harrisburg Telegraph, nel quale si riporta lo stralcio di un verbale
redatto il 24 maggio 1798 dal giudice Atlee a seguito di una strana scoperta
[Vedi articolo originale]:
“In compagnia del
procuratore capo McKean, del giudice Bryan, del sig. Burd e di altre
rispettabili signori, ci siamo recati nella proprietà del sig. Neese, dove ci è
stato mostrato il luogo nei pressi della sua abitazione dove diversi anni fa
furono rinvenuti due scheletri umani. Gli scheletri misurano circa tre metri e
trenta”.
“Uno scheletro di
dimensioni eroiche e dalla singolare forma è stato scoperto durante i lavori di
scavo di una collina presso la Red River Valley. [....]. Lo scheletro in
questione era in perfetto stato di conservazione. L’uomo è stato identificato
come “gigante”. Un’investigazione dello scavo e del suo contenuto è stato
avviato dalla Historical Society”.
Il 20 dicembre 1897, il NYT riporta la prima scoperta di
giganti avvenuta nel Winsconsin, nei pressi di Maple Creek. Vennero scoperte
tre colline funerarie, una delle quali fu aperta rivelando il suo misterioso
contenuto: lo scheletro di un uomo gigantesco. La statura dell’essere era quasi
di tre metri, e il suo stato di conservazione pressoché perfetto [Vedi articolo
originale].
L’11 febbraio 1902, viene riportata la notizia di una
spedizione archeologica presso un sito del New Mexico, dove furono trovati
alcuni scheletri umani giganteschi [Vedi articolo originale]:
“Dopo la scoperta di
resti di una razza di giganti a Guadalupe, New Mexico, gli archeologi si
preparano per una spedizione nella regione [...]. Luciana Quintana, la
proprietaria del ranch nel quale sono collocate le antiche ossa, scoprì due
pietre con delle curiose iscrizioni. Scavando al di sotto di esse, furono
scoperte le ossa di scheletri appartenenti ad individui alti non meno di tre
metri e sessanta [...].
Quintana, la quale ha poi scoperto molti altri siti simili,
crede che gli scheletri sepolti di una perduta razza di giganti siamo migliaia.
La supposizione si basa su una tradizione cominciata con le prime invasioni
spagnole, secondo la quale un’antica razza di giganti un tempo remoto abitava
la regione oggi nota come New Mexico orientale. Le leggende degli indiani
d’America raccontano la stessa tradizione”.
Ma il New York Times non è l’unico giornale ad occuparsi di
giganti. Anche alcuni giornali di inizio secolo riportano notizie di giganti,
come il Sun del 1893, New Age Magazine del 1913, Popular Scienze del 1932, il
San Antonio Express del 1940.
James Vieira, un ricercatore indipendente, per quasi
vent’anni, e prima dell’avvento di internet, ha raccolto migliaia di riferimenti
giornalistici sui ritrovamenti dei giganti, scavando negli archivi del New York
Times, dello Smithsonian Ethnology Reports, dell’American Antiquarian, e della
Scientific American, scoprendo che buona parte di queste scoperte è
praticamente nascosta al grande pubblico.
Tra le scoperte notevoli di Vieira, vi è una foto scovata
negli archivi dello Smithsonian Ethnology Reports, scattata durante una lezione
del prof. McGee (nella foto a sinistra), nel quale si vede uno scheletro
gigante dalla statura di circa due metri e ottanta, poi venduto alla
Smithsonian Institution per la cifra di 500$.
Lo scheletro apparterebbe alla cosiddetta cultura dei Mounds
Builders (letteralmente costruttori di tumuli), un’antica popolazione del Nord
America vissuta oltre 5 mila anni fa.
Secondo i teorici della cospirazione, la Smithsonian
Institution acquisto lo scheletro con la volontà di sottrarlo alla conoscenza
dell’opinione pubblica. Ma perchè? Perchè ci dovrebbe essere un gigantesco
cover-up di tutte queste scoperte? E perchè in nessun museo del mondo sono mai
stati esposti questi entusiasmanti, quanto enigmatici reperti?
Secondo Vieira, la motivazione sarebbe molto semplice: il
bisogno di conservare valida la Teoria dell’Evoluzione di Darwin, la quale
spiega molto bene il normale percorso evolutivo di tutti gli esseri viventi,
umani compresi, da forme semplici a forme più complesse.
Il problema è che questi scheletri, per quanto riguarda
l’essere umano, sembrerebbero, invece, mostrare un involuzione, in quanto la
complessità dei giganteschi fossili ritrovati è particolarmente evidente. Come
collocare questi umani giganti nella scala evolutiva dell’uomo? Ma può bastare
questa motivazione a eliminare dei reperti che potrebbero gettare luce sul
passato remoto dell’uomo?
Secondo i teorici degli Antichi Umani, gli abitanti della
mitica Atlantide erano i famosi giganti citati anche dalla Bibbia. Alcuni
sopravvissuti alla distruzione dell’antica civiltà atlantidea, avrebbero poi
posto le basi per la creazione della nostra specie e della nostra civiltà.
Forse è questa la storia che si vuole tenere nascosta? Forse perchè l’evento
catastrofico che ha distrutto Atlantide potrebbe distruggere, prima o poi,
anche noi?
In ultima analisi, c’è chi ipotizza che gli scheletri
giganti non appartengano alla specie umana ma siano i corpi di Antichi
Astronauti che un tempo hanno abitato il nostro pianeta. In questo senso,
l’insabbiamento sarebbe da ricondurre alla strategia più vasta che vuole
nascondere l’esistenza degli extraterrestri all’umanità. Ad ogni modo, quello
dei giganti, come quello di Atlantide, per un motivo o per un altro, rimane
ancora argomento tabù per la comunità scientifica.Grazie a:
http://www.ilnavigatorecurioso.it/2013/07/19/il-segreto-dei-diciotto-scheletri-giganti-del-winsconsin/
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LA VERA STORIA EVOLUTIVA DELL'UOMO E' COME CI HANNO SEMPRE RACCONTATO? OPPURE E' UNA STORIA COMPLETAMENTE DIVERSA?
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