di: Dott. Giuseppe Cotellessa (ENEA)
“Anche nel campo della diagnosi ecografica l'applicazione del
procedimento brevettato può risultare molto utile.”
L’ECOGRAFIA
Da quando, nella
seconda metà degli anni Settanta, l’ecografia ha cominciato ad essere
utilizzata nella pratica medica quotidiana, ha immediatamente conquistato un
grande successo tra operatori sanitari e pazienti. I medici hanno avuto, per la
prima volta, la possibilità di vedere, come attraverso una finestra, l’interno
del corpo umano utilizzando uno strumento versatile, di facile impiego, privo
di rischi e poco costoso.
Ai pazienti l’ecografia piace perché non è dolorosa né fastidiosa,
non si serve di radiazioni come i raggi X, e non richiede, di regola, una lunga
o fastidiosa preparazione.
L’ecografia è in realtà uno strumento utile per osservare
organi prima visualizzabili solo al tavolo operatorio, diagnosticare molte malattie
e seguire nel tempo l’evoluzione di un’affezione. Consente, inoltre, di
eseguire in tutta sicurezza esami clinici più complessi come biopsie e veri e
propri interventi chirurgici.
Tuttavia si registra un eccessivo, e talora improprio,
utilizzo di questa metodica. Molte persone, inoltre, ignorano come funzioni e
quali ne siano indicazioni e limiti.
Caratteristiche generali:
L’ecografia si basa su un semplice fenomeno fisico: i
cristalli di quarzo attraversati da una corrente elettrica generano delle onde
sonore che, però, non sono udite dall’orecchio umano e perciò sono chiamate
ultrasuoni.
Questo fatto accade nel trasduttore che è quel dispositivo
che il medico tiene in mano e appoggia sul corpo del paziente, mentre esegue
l’esame.
Il trasduttore , chiamato anche sonda, ha la forma di una
saponetta, ma può avere anche altre forme, come quella di una grossa matita, ed
è collegato alla macchina con un cavo.
Gli ultrasuoni, generati nella sonda , si spostano come onde
d’acqua prodotte da un sasso gettato in uno stagno e, come queste, se trovano
un ostacolo, tornano indietro.
È lo stesso fenomeno che avviene se si emette un urlo in una
caverna: dopo pochi istanti si può ascoltare l’eco della voce che è rimbalzata
sulle pareti della grotta.
La sonda dell’ecografo non solo genera gli ultrasuoni, nello
stesso tempo può udire gli echi di ritorno. Funziona, in altre parole, anche da
orecchio.
Conoscendo la velocità con la quale gli ultrasuoni si
muovono, e misurando il tempo trascorso dal momento in cui sono stati prodotti
a quello in cui la sonda sente gli echi di ritorno, la macchina è in grado di
misurare la distanza dell’ostacolo che ha provocato l’eco.
Lo stesso principio è usato per localizzare i branchi di
pesce. Il sonar del peschereccio è come un ecografo: emette onde sonore che
viaggiano nell’acqua, rimbalzano sulle grandi masse di pesce e sono captate
dalla nave che è in grado di localizzarli con precisione.
Gli ostacoli che gli ultrasuoni incontrano nel corpo umano,
sono gli organi interni che avendo struttura e natura differenti rimandano gli
echi in misura diversa.
Le ossa, come uno specchio, riflettono completamente gli
ultrasuoni che tornano indietro tutti appena ne incontrano la superficie. Una
cisti ripiena di liquido, invece, non fa resistenza alcuna ed è attraversata
facilmente. Tra questi due estremi c’è un’ampia gradazione: ci sono strutture
del corpo umano che lasciano passare un po’ di ultrasuoni e ne mandano indietro
altri, come avviene, per esempio per il fegato, muscoli, tiroide e altri. La
sonda, perciò, udirà echi di ritorno più o meno forti. Il computer interno
della macchina trasforma gli echi in puntini più o meno scuri, secondo la forza
dell’eco, che formano le immagini che si muovono sullo schermo.
Queste semplici spiegazioni fanno capire che l’ecografia non
è adatta allo studio delle ossa, mentre gli organi compatti (fegato, milza,
pancreas, utero, tiroide, muscoli, e molti altri) possono essere esplorati
bene.
Allo stesso modo l’ecografia ci permette di visualizzare
organi solidi con cavità piene di liquido, come il cuore ed i reni.
Ci sono, poi, altri organi come la vescica, le cui pareti
possono essere studiate a condizione che sia ripiena d’urina.
Il nascituro può essere visto in tutti i suoi dettagli, organo
sessuale compreso, anche perché si trova dentro il sacco amniotico che è pieno
di liquido.
Gli ultrasuoni viaggiano benissimo nell’acqua, un po’ meno
nei solidi e malissimo nell’aria.
I gas come l’aria sono nemici degli ultrasuoni, poiché in
corrispondenza di una sacca d’aria, questi sono sparsi in tutte le direzioni.
Gli amanti dei film di guerra ricorderanno che il
sommergibile inseguito dal nemico cercava di “confondere” il sonar facendo
fuoriuscire delle bolle d’aria. Per questo il medico, prima di eseguire
l’esame, cosparge abbondantemente il paziente con un gel acquoso che ha lo
scopo di eliminare l’aria tra la sonda e la pelle, creando uno strato liquido.
Ben si comprende, perciò, che organi che contengono gas,
come i polmoni, non possono essere studiati con l’ecografia. Anche l’intestino,
che generalmente contiene gas, non si presta ad uno studio completo con
l’ecografia, mentre lo stomaco è visibile solo in parte. Poiché l’intestino si
trova davanti ad alcuni organi, questi possono essere mal distinguibili; ed è
per questo che i medici consigliano, ai pazienti che devono fare un’ecografia
dell’addome, diete e farmaci che riducono la quantità di gas intestinale.
I moderni ecografi utilizzano una tecnica che i tecnici
chiamano real time, cioè in tempo reale.
A differenza dei primordi dell’ecografia, in cui era
possibile avere delle immagini statiche, cioè delle fotografie ferme, oggi
sullo schermo scorre una specie di film : si può, cioè, vedere un muscolo che
si contrae, l’intestino che si muove, il cuore riempirsi e vuotarsi e questo
permette di studiare non solo la forma, ma anche se con dei limiti, il
funzionamento.
L’ecodoppler:
Con l’ecografia, associata alla tecnica doppler , si può
esaminare il flusso del sangue nel cuore e nei vasi.
Sarà capitato a tutti di udire la sirena di un’ambulanza
senza riuscire a vederla; eppure dalle caratteristiche del suono si riesce a
comprendere se si sta avvicinando o allontanando. Questo è, in parole povere,
l’effetto doppler.
Un fascio d’ultrasuoni che colpisce un liquido che scorre in
un vaso può far capire la direzione e la velocità del flusso. Mettendo insieme
l’ecografia e la doppler è possibile osservare non solo le eventuali
modificazioni della forma del cuore, delle arterie e delle vene, ma anche le
caratteristiche del flusso del sangue al loro interno.
L’ecografia endoscopica:
Sebbene l’ecografia sia utilizzata, prevalentemente,
appoggiando la sonda sulla superficie esterna del corpo, talora è necessario
introdurla all'interno per studiare organi che sarebbero mal distinguibili da
fuori.
Per questo sono state disegnate sonde di forma adatta per
essere messe nella cavità rettale, attraverso l’ano, al fine di indagare la
prostata e le pareti dell’ultima parte dell’intestino o, nella vagina, per esplorare
l’apparato genitale femminile. Più recentemente si sono affermate tecniche che,
facendo penetrare la sonda ancora più in profondità, per esempio nell’esofago e
nello stomaco, permettono di scrutare da vicino molti organi nel torace e
nell’addome e forniscono immagini con dettagli molto precisi.
L’ecografia interventistica:
La capacità dell’ecografia di mostrare immagini in tempo
reale permette un altro importante utilizzo degli ultrasuoni. Introducendo un
ago, per esempio, all’interno di un organo, è possibile con l’ecografia
vederlo, mentre viene spostato e perciò si può collocarne la punta esattamente
nel punto desiderato.
Con questo metodo si è in grado di eseguire prelievi in vari
organi come mammella, tiroide, rene, linfonodi, prostata, fegato e altri
ancora. Il materiale, così prelevato, sarà poi esaminato al microscopio per
capire la reale natura della lesione.
È inoltre possibile, con l’aiuto dell’ecografia, mettere
piccole protesi, drenaggi ed altri dispositivi, in profondità, per risolvere
situazioni che, sino a pochi anni or sono, avrebbero richiesto un intervento
chirurgico più complesso.
Recentemente, con l’ecografia, è stato possibile eseguire
veri e propri interventi chirurgici dentro l’utero materno, su feti che
presentavano gravi alterazioni, per consentire loro di svilupparsi e nascere
regolarmente.
Qualche consiglio:
Accanto a questi pregi indiscutibili, tuttavia, l’ecografia
presenta aspetti che ne suggeriscono un utilizzo prudente e accorto.
L’ecografia è più di altri esami legata all’esperienza dell’operatore. Un esame
radiografico, come una Mammografia o una TAC una volta eseguito, può essere
“letto” da medici differenti, in luoghi e tempi diversi, e, in tal modo, il
paziente ha la possibilità di sentire più pareri. L’ecografia, invece, non
presenta questo vantaggio e, se il paziente vuole avere un secondo parere, deve
nuovamente eseguire l’esame presso un altro specialista.
È evidente, perciò, che è bene scegliere con attenzione il
medico, preparato nel particolare esame che vogliamo eseguire, perché è
possibile che un ecografista con grande esperienza in un determinato campo, non
ne abbia altrettanta in altri. Un altro difetto , per così dire, dell’ecografia
consiste nel fatto che quest’esame permette di vedere molti dettagli, anche
troppi. Può sembrare un paradosso, ma l’ecografia mostra talora immagini che
sono in relazione ad alterazioni prive d’importanza, presenti da molti anni
senza che l’individuo ne patisca alcuna conseguenza.
È comprensibile, tuttavia, che molti pazienti si spaventino
e si preoccupino se l’ecografia svela la presenza di una cisti renale o altre
alterazioni, assolutamente innocenti, della mammella o di altri organi.
Per questo è opportuno che l’ecografia sia prescritta dal
medico, e non fatta su iniziativa del paziente, solo se esistono motivate
ragioni per eseguirla e che il medico deve spiegare al collega ecografista.
L’ecografia è, in conclusione, un esame innocuo, ma non per
questo si deve abusarne o eseguirlo senza un preciso motivo che solo il medico
di fiducia è in grado di segnalare.
Nessun commento:
Posta un commento