IL RISVEGLIO DEL CADUCEO DORMIENTE: la vera genesi dell'Homo sapiens

IL RISVEGLIO DEL CADUCEO DORMIENTE: la vera genesi dell'Homo sapiens
VIDEO TRAILER

VIDEO SINOSSI DELL'UOMO KOSMICO

VIDEO SINOSSI DELL'UOMO KOSMICO
VIDEO SINOSSI DELL' UOMO KOSMICO
Con questo libro Marco La Rosa ha vinto il
PREMIO NAZIONALE CRONACHE DEL MISTERO
ALTIPIANI DI ARCINAZZO 2014
* MISTERI DELLA STORIA *

con il patrocinio di: • Associazione socio-culturale ITALIA MIA di Roma, • Regione Lazio, • Provincia di Roma, • Comune di Arcinazzo Romano, e in collaborazione con • Associazione Promedia • PerlawebTV, e con la partnership dei siti internet • www.luoghimisteriosi.it • www.ilpuntosulmistero.it

LA NUOVA CONOSCENZA

LA NUOVA CONOSCENZA

GdM

lunedì 18 novembre 2013

MODERNI PROFETI...INASCOLTATI: PIER PAOLO PASOLINI


NON VOGLIO DILUNGARMI IN SUPERFLUI PANEGIRICI.
PIER PAOLO PASOLINI NON HA BISOGNO DI INUTILI INTRODUZIONI.
I SUOI SCRITTI, I FILM E LE INTERVISTE CHE HA LASCIATO SONO "MACIGNI" INSCALFIBILI.
E' STATO ASSASSINATO 38 ANNI FA.
QUESTA E' LA FOTOGRAFIA CHE HA "SCATTATO" GUARDANDO NEL FUTURO:

".. "il mio testamento per le future generazioni sulle colpe mie, nostre, perchè l'Italia domani sarà un posto terribile, angoscioso e angosciante, disumano, malvagio, diseguale, deprivato e depravato, e inevitabilmente se ne dovranno assumere la responsabilità i giovani di allora. Perchè le colpe dei padri ricascano sui figli. A coloro che verranno non posso che dire: avete ragione, scusatemi, è stata tutta colpa nostra. E' colpa mia".

"...Questo solo per dare un breve riassunto della mia visione infernale, che purtroppo io vivo esistenzialmente. Perché questa tragedia in almeno due terzi dell'Italia? Perché questo genocidio dovuto all'acculturazione imposta subdolamente dalle classi dominanti? Ma perché la classe dominante ha scisso nettamente «progresso» e «sviluppo». Ad essa interessa solo lo sviluppo, perché solo da lì trae i suoi profitti. Bisogna farla una buona volta una distinzione drastica tra i due termini: «progresso» e «sviluppo». Si può concepire uno sviluppo senza progresso, cosa mostruosa che è quella che viviamo in circa due terzi dell'Italia; ma in fondo si può concepire anche un progresso senza sviluppo, come accadrebbe se in certe zone contadine si applicassero nuovi modi di vita culturale e civile anche senza, o con un minimo di sviluppo materiale. Quello che occorre -- ed è qui a mio parere il ruolo del partito comunista e degli intellettuali progressisti -- è prendere coscienza di questa dissociazione atroce e renderne coscienti le masse popolari perché appunto essa scompaia, e sviluppo e progresso coincidano. Se non si afferma lo sviluppo della consapevolezza collettiva a livello di massa, non esisterà mai nessuna forma di progresso. Sarà soltanto una parola vuota, di cui ne usufruiranno, alla lunga, soltanto le multinazionali dell'energia e le grandi società finanziarie gestite dalle banche".

MLR

grazie a: LIBERO PENSIERO, la casa degli Italiani esuli in patria.
http://sergiodicorimodiglianji.blogspot.it/2013/11/38-anni-fa-veniva-assassinato-pier.html

venerdì 15 novembre 2013

IL FOTOVOLTAICO SENZA SOLE


di: DOTT. GIUSEPPE COTELLESSA (ENEA)

L’applicazione del procedimento può risultare molto utile in questa tecnologia promettente:

“Il fotovoltaico senza sole”


Dal MIT un'innovazione nel campo del settore termofotovoltaico. Un sistema che usa le celle fotovoltaiche per convertire il calore in elettricità, anziché la luce. Un miglioramento dell'efficienza che apre a nuove applicazioni. La chiave è in un materiale che, scaldato, irradia solo le lunghezze d'onda che le celle convertono. Un passo in avanti grazie alle nanotecnologie.


Un sistema fotovoltaico che non ha bisogno del sole per produrre elettricità, ma funziona convertendo il calore. Come spesso accade, il concetto, alla base del termofotovoltaico, non è nuovo ma, grazie a innovazioni nei materiali con conseguente aumento dell'efficienza, diventa improvvisamente più interessante e si apre a nuove applicazioni.
Nei laboratori del Massachussets Institute of Technology (MIT), infatti, grazie alle nanotecnologie, hanno trovato il modo di modellare la superficie di un materiale facendo sì che converta il calore in precise lunghezze d'onda, quelle stesse che le celle fotovoltaiche riescono meglio a convertire in elettricità. Ne esce un sistema termofotovoltaico molto più efficiente di quelli che esistevano finora.
La chiave per ottenere questa emissione a lunghezze d'onda calibrate sta in un materiale sulla cui superficie vengono ricavate miliardi di cavità di dimensioni nanometriche (vedi foto al microscopio accanto al titolo). Quando questo materiale assorbe calore – sia dal sole che da combustibili fossili o da qualsiasi altra fonte – la superficie così lavorata irradia energia a lunghezze d'onda ben definite.
Basandosi su questa tecnologia i ricercatori del MIT hanno creato un generatore delle dimensioni di un bottone, che, alimentato a butano, può produrre elettricità tre volte più a lungo rispetto ad una batteria al litio delle stesse dimensioni e si può ricaricare istantaneamente inserendo una nuova micro-cartuccia di carburante (vedi foto). Un'altra applicazione che sfrutta questo sistema termofotovoltaico è un generatore alimentato da un radioisotopo che produce calore stabilmente per decadimento radioattivo: il dispositivo può produrre elettricità per 30 anni senza essere rifornito di carburante, l'ideale ad esempio per missioni aereospaziali.

Nella foto: i microreattori basati su chip al silicio sviluppati all'MIT. Ognuno ha dei cristalli fotonici su entrambe le facciate piatte, i tubicini servono per iniettare carburante ed aria e far fuoriuscire gli scarichi. Dentro al chip combustibile ed aria reagiscono producendo calore, che scalda i cristalli fotonici. Le celle fotovoltaiche, se i reattori fossero in uso, andrebbero montate a ridosso di entrambe le facciate, lasciando un piccolo spazio.

Ma le applicazioni potrebbero essere molte altre. Su queste pagine abbiamo parlato spesso delle potenzialità dei nuovi sistemi che riescono a convertire  in elettricità  - con buone efficienze e senza passare per l'energia meccanica - il calore, in larga parte sprecato.
Secondo i dati della U.S. Energy Information Administration, il 92% dell'energia che usiamo deriva dalla conversione di calore in energia meccanica e da lì spesso in elettricità, ad esempio facendo bollire liquidi per far girare una turbina collegata ad un generatore elettrico. Il problema è che i sistemi meccanici hanno efficienze relativamente basse e non possono essere ridotti più di tanto in quanto a dimensioni. Chiare le potenzialità di un processo che invece riesce a trasformare il calore direttamente in elettricità, senza usare parti in movimento e che è applicabile anche su scale piccolissime, oltre ad essere relativamente economico.
Che il fotovoltaico potesse lavorare direttamente con il calore d'altra parte non è una novità: il termofotovoltaico nasce circa mezzo secolo fa, abbinando celle FV a varie fonti di calore che scaldano materiali emittenti irradiando calore e luce ai diodi della cella. Il problema era che questi materiali irradiavano energia su lunghezze d'onda molto più verso l'infrarosso di quello che accade nello spettro solare; una lacuna che era stata in parte compensata nell'ultimo decennio con l'introduzione di celle fotovoltaiche, dette a “low band-gap”, che riescono a convertire molta più radiazione all'infrarosso rispetto alle celle convenzionali. Nonostante questo, gran parte del calore continuava ad andare perso e dunque le efficienze restavano basse.
Da qui l'innovazione introdotta da Ivan Celanovic e i suoi colleghi all'MIT: un materiale che assorbe il calore ed emette solo le lunghezze d'onda che i diodi della cella FV possono assorbire e convertire in elettricità. Un cristallo fotonico ottenuto modellando a livello nanometrico la superficie di una piastrina di tungsteno in un pattern regolare di cavità e rilievi, che cambiano il modo in cui la luce si propaga. Quando il supporto si scalda, in questo modo, genera una luce intensa con uno spettro alterato, dato che ogni buca (che sarebe un difetto importante nella struttura atomica del materiale) agisce creando una risonanza, che lascia fuggire solo radiazioni  di una certa lunghezza d'onda.

Solare termoelettrico, la terza via per l'elettricità dal sole

Un collettore solare che produce sia calore che elettricità, convertendo la differenza di temperatura direttamente, senza turbine o parti meccaniche. Al MIT, grazie alle nanotecnologie, migliorata di 8 volte l'efficienza dei generatori termoelettrici che sfruttano l'effetto Seebeck. Integrati al solare termico promettono molto.

Semplice come un pannello solare termico, ma capace di produrre anche elettricità oltre ad acqua calda. Un generatore di elettricità che sfrutta il calore del sole senza usare turbine o parti mobili, come invece avviene nel solare termodinamico, ma convertendo la differenza termica direttamente in elettricità. Il solare termoelettrico, finora messo in ombra dai più convenienti sistemi fotovoltaici e termodinamici, potrebbe essere la promettente terza via per l'elettricità e il calore dal sole. Una innovazione del Massachussets Institute of Technology promettere infatti di rimettere in corsa questa tecnologia. Nei laboratori del MIT, grazie alle nanotecnologie, è nato un generatore solare termoelettrico con un efficienza circa 8 volte superiore rispetto ai dispositivi dello stesso tipo esistenti (nella foto, cortesia MIT, nelle mani del professor Gang Chen, affiancato dal ricercatore Daniel Kraemer).

Il sistema termoelettrico del MIT, descritto in uno studio pubblicato da Nature Materials, a differenza di altre tecnologie che sfruttano il calore del sole, come i vari tipi di impianti di solare termodinamico, non ha parti in movimento, né turbine, né tanto meno sistemi a specchi o inseguitori. Si tratta di un collettore simile a quelli solari termici. Come questi può produrre acqua calda, ma converte anche la differenza di temperatura in elettricità.
Cuore della tecnologia è infatti un generatore termoelettrico che funziona secondo l'effetto Seebeck, per il quale una differenza di temperatura tra due diversi conduttori crea una corrente elettrica quando due giunzioni sono tenute a temperature diverse. Il generatore termoelettrico nel collettore dell'MIT è realizzato con l'ausilio delle nanotecnologie e posto in una camera di vetro sottovuoto. Una parte è ricoperta da una piastra di rame nera che assorbe calore, ma non lo disperde per irradiazione; l'altra parte del generatore è invece a contatto con l'aria a temperatura ambiente. Riesce così a sviluppare differenze di temperature tra i due conduttori di circa 200 °C e a produrre elettricità.
L'efficienza che raggiunge nella produzione elettrica - del 4,6% - è piuttosto bassa se paragonata a quelle del fotovoltaico, in media 15-20% (le celle FV da record vanno oltre il 40%). Ma la tecnologia in questione ha caratteristiche che la potrebbero rendere molto interessante: richiede molti meno materiali per essere costruita e potrebbe dunque diventare molto più economica una volta diffusa. E poi funziona bene anche senza irradiazione diretta e, come detto, può produrre assieme acqua calda, calore ed elettricità, dimezzando così i costi.
Quella dei nanomateriali applicati ai generatori termoelettrici come questo, spiegano dal MIT, è uno dei filoni di ricerca promossi dal Department of Energy Usa (Doe). Una delle applicazioni principali per cui si stanno sviluppando questi generatori è recuperare il calore sprecato dai motori a combustione di automobili e camion, ma anche nel solare questa tecnologia “ha un ruolo importante da giocare”.
Un approccio, spiega il professor Li Shi, della University of Texas di Austin, “molto nuovo, semplice e che si presta a uno sviluppo low-cost”. L'efficienza del 4,6% raggiunta, spiega Shi, è “già impressionante”, ma “con l'uso di nuovi materiali termoelettrici che possono operare a temperature più alte, può essere ulteriormente migliorata fino ad arrivare ad essere competitivi con le celle fotovoltaiche al silicio amorfo di ultima generazione. Questo potrebbe delineare una via diversa per arrivare ad avere elettricità dal sole ad un dollaro per watt”.
La nuova tecnologia, commenta il professor Gand Cheng, uno degli sviluppatori, non sarebbe un sostituto del fotovoltaico, ma offre “un'altra via” per sfruttare la immensa quantità di energia che il sole offre. Visto che il generatore termoelettrico può essere integrato in collettori solari termici potrebbe essere messo in campo molto facilmente,“senza bisogno di incentivi”: un'innovazione che “potrebbe cambiare la partita”.



mercoledì 13 novembre 2013

IL DISCO DI FESTO: LA SUA PRESUNTA DECIFRAZIONE E' UN'ULTERIORE PROVA DEL "TEMPO CICLICO"?


NELL’APRILE SCORSO ABBIAMO PUBBLICATO UN POST RELATIVO AL DISCO DI FESTO O FESTOS.


FINO AD OGGI SEMBRAVA CHE IL MISTERO FOSSE ANCORA DA DIPANARE  ( PER NOI AL MOMENTO RESTA TALE TUTTAVIA SIAMO APERTI AL VAGLIO DI NUOVE TEORIE) MA LA  RICERCATRICE ITALIANA BARBARA GAGLIANO DICE DI AVER RISOLTO (?) TALE ENIGMA.
SE I SUOI STUDI SARANNO CONFERMATI, ALMENO IN PARTE, SARA’ UN ALTRO TASSELLO A FAVORE DEL “TEMPO CICLICO”,  NEL QUALE  SGUAZZA L’UMANITA’ CHE E’ PROGREDITA E REGREDITA PIU’ E PIU’ VOLTE.  IL TEMPO CICLICO E’ CONCEPITO NELLA COSIDDETTA VISIONE ORFICO-MISTERICA, NELLA FILOSOFIA INDIANA, NELLA FILOSOFIA BUDDHISTA …
L’UOMO ODIERNO POTRA' ARROGARSI QUINDI, SOLO IL DIRITTO DELLA “RISCOPERTA”.

MLR

IL SEGRETO DEL DNA NEL DISCO DI FESTO

Dopo decenni di tentativi da parte di archeologi e studiosi, il Disco di Festo ha finalmente il suo decifratore.
La giovane ricercatrice Barbara Gagliano, autrice del libro: “Il Disco di Festo: Chiave delle malattie genetiche”, racconta la straordinaria avventura vissuta attraverso il lavoro di decodifica del prezioso reperto di origine minoica.
Per comprendere l’importanza del Disco di Festo e della sua misteriosa conoscenza – ci spiega Barbara – dobbiamo addentrarci nel genoma umano e cercare di comprendere come funziona il nostro DNA. L’acido desossiribonucleico (ovvero il DNA) è formato da due nucleotidi, cioè due stringhe/filamenti. Nel disco di Festo i due filamenti vengono rappresentati uno su ogni lato. Questi due nucleotidi a forma di spirale sono la rappresentazione materiale delle forze Yin e Yang, il maschile e il femminile, che si muovono con polarità opposte. I nostri antenati, come se avessero utilizzato una grande lente di ingrandimento, hanno fotografato il processo di meiosi durante il quale, all’atto del concepimento, l’informazione di origine materna e quella di origine paterna si fondono per dare vita ad una nuova creatura: il lato A del disco contiene l’informazione materna, il lato B l’informazione paterna.
Cromosoma per cromosoma, i nostri progenitori ci hanno tramandato il segreto della vita descrivendo esattamente come avviene l’incastro dei geni dal momento in cui le due informazioni genomiche si incontrano e comincia a formarsi l’embrione. Il codice racchiuso nel disco rappresenta 23 cromosomi da un lato e 23 dall’altro: in realtà, il codice usufruisce di 30 frammenti per descrivere l’informazione genomica portata dal padre e 31 per quella della madre. Da questo dato, grazie all’aiuto di testi biblici ed ebraici, l’autrice è riuscita a comprendere che il materiale genetico nella donna è maggiore rispetto all’uomo: questa informazione è stata celata nel mito della costola di Adamo ed Eva. Se osserviamo, infatti, i cromosomi X ed Y a confronto noteremo che Adamo ha una “costola” in meno! I nostri antenati conoscevano perfettamente il segreto che si cela dietro alla discesa dello spirito nel mondo della materia e hanno voluto tramandarci questa informazione.
disco_festo2Citogenetica, rappresentazioni del cromosoma umano


Nella raffigurazione del disco non tutti i cromosomi sono rappresentati con un frammento di codice (per frammento s’intendono i simboli racchiusi all’interno di due stanghette): molti cromosomi vengono rappresentati con due o più frammenti. Quando ciò avviene, i nostri antenati stanno cercando di dirci che quel cromosoma è fragile e in quel locus può avvenire una rottura: quando ciò avviene siamo in presenza di una “delezione”, cioè il cromosoma si spezza e il materiale genetico si disperde dando vita a disfunzioni genetiche. I nostri antenati ci mostrano chiaramente in quali loci è possibile che avvenga la delezione e ci spiegano quali sono le malattie che possono essere causate dalla dispersione di questo materiale genetico. Un’altra cosa importante da capire per comprendere il codice è il cosiddetto fenomeno del “crossing-over”: durante il processo di meiosi i cromosomi si incontrano e hanno la possibilità di scambiarsi materiale genetico. Quando ciò avviene, si darà vita, probabilmente, ad una malattia genetica. Anche questo viene spiegato nel disco: quando in un cromosoma troveremo il simbolo dovremo comprendere che questo cromosoma ha in sé la possibilità di interscambiare materiale genetico con gli altri, oppure potremo interpretarlo anche come possibilità di “inversione” cromosomica: praticamente, il cromosoma ha la possibilità di invertire la propria rotta!

Più mi addentravo nel codice e più rimanevo sorpresa ed allibita – racconta ancora Barbara – sul come i nostri antenati avessero potuto rappresentare così precisamente geni, particelle cellulari e molecole.
Grazie allo straordinario messaggio racchiuso nel codice, Barbara ha potuto studiare malattie genetiche come la sclerosi laterale amiotrofica, la sindrome di Down, l’acondrogenesi, la leucemia mieloide cronica, il linfoma di Burkitt, l’autismo, la malattia di Tay-Sachs e tante altre disfunzioni genetiche sotto una luce completamente nuova, che nulla ha a che vedere con l’approccio scientifico utilizzato dall’umanità del nostro tempo.
E’ possibile che i nostri progenitori avessero voluto tramandarci un messaggio comprensibile proprio nell’anno 2012, considerato l’anno del risveglio spirituale dell’umanità? E’ possibile che attraverso la decodifica di questi reperti si possa in realtà dimostrare che una civiltà più avanzata della nostra sia già esistita o abbia visitato il nostro pianeta in epoche antichissime?

Fonte: http://portalemisteri.altervista.org/blog/il-segreto-del-dna-nel-disco-di-festo-2/


PER ACQUISTARE IL LIBRO: http://www.ildiscodifesto.it/il-libro/



SE TI E' PIACIUTO QUESTO POST NON PUOI PERDERE:

LA VERA STORIA EVOLUTIVA DELL'UOMO E' COME CI HANNO SEMPRE RACCONTATO? OPPURE E' UNA STORIA COMPLETAMENTE DIVERSA?

"L'UOMO KOSMICO", TEORIA DI UN'EVOLUZIONE NON RICONOSCIUTA
DI MARCO LA ROSA
E' UN'EDIZIONE OMPHILABS
ACQUISTABILE DIRETTAMENTE DAL SITO OMPHILABS ED IN LIBRERIA

http://www.omphilabs.it/prod/L-UOMO-KOSMICO.htm

lunedì 11 novembre 2013

MAMMOGRAFIE + PROFITTO = FALSI POSITIVI E CANCRO INVENTATO



INFORMARE PER CONSAPEVOLIZZARE. INFORMARSI PER IMPARARE AD OSSERVARE LA REALTA’ NELLE SUE PIU’ SVARIATE SFACCETTATURE. LA CONSAPEVOLEZZA E’ IN ANTITESI ALLA “PIGRIZIA MENTALE” ED AL SENSO COMUNE.
QUESTO STUDIO AMERICANO E’ SOLO LA PUNTA DI UN IMMENSO ICEBERG.

ONESTAMENTE NON SO' QUANTO L’ITALIA SIA SPECCHIO DI QUESTA "SANITA' ASSERVITA AL PROFITTO" = MALSANITA'. MA HO TREMENDAMENTE PAURA CHE ANCHE DA NOI SIA PROPRIO COSI’.
QUELLO CHE VEDO E SENTO QUOTIDIANAMENTE DI QUESTA EUROPA “DECADENTE” E “PERDUTA” E’ IL RIFLESSO DI UN MONDO ALLO STADIO TERMINALE.

PER FAVORE LEGGETE CON ATTENZIONE, MA SOPRATTUTTO TENETE A MENTE…NON DIMENTICATE.

MLR

BUONA LETTURA



Studio shock: Le mammografie sono una bufala medica, oltre un milione di donne americane danneggiate da “trattamenti” non necessari per tumori che non hanno mai avuto.

La mammografia è una crudele bufala medica. Come ho descritto qui su Natural News più di una volta, lo scopo principale della mammografia non è “salvare” donne dal cancro, ma reclutarle come falsi positivi per spaventarle e portarle a sottoporsi a trattamenti costosi e tossici come la chemioterapia, le radiazioni e la chirurgia.
Il “piccolo sporco segreto” dell’industria del cancro è che proprio gli stessi oncologi che terrorizzano le donne con la falsa credenza di avere un cancro sono quelli che realizzano enormi profitti vendendo loro i chemioterapici. Il conflitto di interessi e l’abbandono dell’etica nell’industria del cancro lascia senza fiato.

Ora, un nuovo studio scientifico ha confermato esattamente quello da cui ho messo in guardia i lettori per anni: la maggior parte delle donne con “diagnosi” di cancro tramite mammografia non hanno mai avuto il cancro, ed è solo l’inizio.
Il 93% delle “diagnosi precoci” non ha alcun beneficio per il paziente

Questa è la conclusione del pionieristico studio pubblicato sul New England Journal of Medicine. (1)
“Abbiamo riscontrato che l’introduzione dello screening ha portato 1,5 milioni di donne alla diagnosi di cancro alla mammella in fase iniziale” scrive il co-autore dello studio Dr. Gilbert Welch.

Ora, a prima vista questa potrebbe sembrare una buona notizia. Potreste pensare “Beh, la diagnosi precoce salva delle vite, proprio come ci hanno detto Komen e le associazioni no-profit riguardo il cancro”. Ma sbagliereste. Come scoperto dal team del Dr. Welch, virtualmente non vi è stata riduzione degli stadi terminali del cancro alla mammella a partire da tutte queste diagnosi precoci, e questo significa che alla maggior parte delle donne a cui è stato detto di avere il cancro alla mammella dopo una mammografia è stato mentito.
Così continua il dottore:

“Abbiamo scoperto che ci sono state solo 0,1 milioni di donne in meno con una diagnosi di cancro alla mammella in fase terminale. La discrepanza significa che c’è stata molta diagnosi inutile ed esagerata: a più di un milione di donne è stato detto di avere un cancro in fase iniziale –molte delle quali hanno subito chirurgia, chemioterapia o radiazioni per un cancro che non le avrebbe mai fatte stare male. Anche se è impossibile sapere chi siano queste donne, il danno è evidente e serio”.
Si, lo è. Infatti, se fate il calcolo, 0,1 milioni di donne in meno con un cancro in fase terminale rispetto ad 1,5 milioni di diagnosi precoci significa che si ha avuto un falso positivo nel 93% dei casi; questo significa che non si sarebbe in ogni caso arrivati alla fase di cancro terminale.

Chemioterapia, radiazioni e chirurgia oncologica sono in gran parte bufale:
Secondo quanto detto dagli scienziati, “il cancro alla mammella è stato over-diagnosticato (cioè sono stati trovati tumori in fase di screening ma questi non avrebbero mai portato a sintomi clinici) in almeno 1,3 milioni di donne americane negli ultimi 30 anni.”

Gli oncologi di queste donne hanno mentito: “se non acconsentite al trattamento, morirete entro sei mesi” (o due anni, o qualsiasi tipo di scansione fraudolenta essi usino).
Sotto la minaccia di questa paura, la maggior parte delle donne si piegava e acconsentiva a iniziare il trattamento – spesso nello stesso giorno della falsa diagnosi. Questo cosiddetto trattamento consiste in una iniezione di sostanze chimiche mortali che fanno la fortuna degli oncologi che le vendono ai loro stessi pazienti. Si, è così: le cliniche oncologiche e i centri di trattamento del cancro fanno profitti enormi sui chemioterapici che vendono ai loro pazienti – gli stessi pazienti che spaventano e dirigono verso il trattamento con mammografie falsamente positive.

Ignorando il quasi totale fallimento della mammografia da un punto di vista scientifico, la propaganda continua a spingere verso questa tecnica in maniera assordante. Come il Dr. Welch spiega in questo articolo del New York Times (2):
“Nessun altro test clinico è stato tanto pubblicizzato come la mammografia – gli sforzi sono andati oltre la persuasione e sono arrivati alla coercizione. E chi la proponeva ha usato le più fuorvianti statistiche di screening a disposizione: i tassi di sopravvivenza. Una recente campagna Komen esemplifica questo aspetto: in breve, dite a chiunque che ha il cancro, e i tassi di sopravvivenza aumenteranno a dismisura.”

Komen for the cure, ovviamente, è stata scoperta a mentire sui presunti “benefici” della mammografia (3). Il loro trucco statistico frega la maggior parte delle donne, tristemente, e le convince a subire chemioterapie tossiche per un cancro alla mammella che non hanno mai avuto.
Lo starnazzare dell’oncologia moderna:

Quando le donne iniziano una chemioterapia per un cancro che non hanno iniziano anche a sperimentare quello che gli oncologi chiamano “sintomi del cancro”. I capelli cadono. L’appetito scompare. I muscoli si atrofizzano. Diventano deboli, confuse e cronicamente stanche. Il dottore del cancro dice poi loro “devi essere forte per sopportare tutto questo mentre le medicine fanno effetto”
Pure chiacchiere! Potreste fare meglio invocando il voodoo o semplicemente sperando di guarire. Perché tutto quel che gira attorno all’esperienza del cancro nella medicina moderna –la diagnosi, il trattamento, le autorità sanitarie– è maliziosamente fabbricato per generare un profitto all’industria del cancro.

“Migliori” tecnologie portano a più falsi positivi:
Non c’è miglior esempio delle chiacchiere della medicina moderna che quello dell’industria del cancro. Armato con le ancora-più-precise macchine per la mammografia, il tasso di falsi positivi ha sfondato il soffitto.

Come il Dr. Welch scrive sul New York Times:
Sei anni fa, un follow up a lungo termine di un trial randomizzato mostrò come un quarto dei tumori riscontrati con lo screening fosse un caso di over-diagnosi. Questo studio rifletteva le potenzialità dei macchinari degli anni 80. I nuovi macchinari digitali riscontrano molte più anormalità e le stime dell’over-diagnosi sono salite compatibilmente: ora siamo probabilmentee tra un terzo e metà dei tumori diagnosticati con questa metodica.

Capito la storia? Molte delle diagnosi di cancro da mammografia sono false. Ma sono un’ottima tecnica di terrorismo per trovare donne-adepte a quello che può solo che esser chiamato “culto del cancro” dove vengono manipolate fino ad auto avvelenarsi con le medicine. Verranno più tardi chiamate “sopravvissute al cancro”, se il veleno non riuscirà ad ucciderle.
Queste sopravvissute al cancro, ovviamente, sono vittime di un malizioso culto medico che io chiamo “culto di Komen”. In quasi tutti i casi non è stato il cancro ad ucciderle, ma il trattamento!

Il culto di Komen:
Le persone di oggi storcono il naso al suicidio di massa del 1978 del culto di Jim Jones pensando “come è possibile che i membri siano stati tanto stupidi da avvelenarsi a morte da soli?”

Guardatevi attorno gente, perché l’industria del cancro ha preso la stessa formula di quel culto e l’ha moltiplicata per un milione. Il “culto di Komen” è una versione moderna del culto suicida di Jim Jones. Si tratta di un culto dove le persone “credono” nella promessa di salvezza di un indottrinamento chimico ma che in realtà si vedono dare morte, dolore, sofferenza e umiliazione. (Molti chirurghi oncologici hanno letteralmente amputato mammelle a seguito di diagnosi falsamente positive, sfigurando quelle donne per il resto della vita)
Una delle caratteristiche chiave di questo culto è l’adorazione dell’auto-mutilazione. Non si tratta solo di donne che vengono manipolate fino a farsi amputare le mammelle dai chirurghi; si tratta anche di donne manipolate fino a farsi iniettare veleni mortali che distruggono i loro reni, i loro fegati e i loro cervelli. L’effetto collaterale numero 1 della chemioterapia, peraltro, è il cancro.

Come ogni culto, quello dell’industria del cancro spinge su una propaganda carica di contenuto emotivo e su simboli potenti (i fiocchi rosa). Milioni di donne vengono innocentemente intrappolate in manifestazioni e raccolte fondi, apparentemente senza indizio del fatto che la maggior parte dei soldi per le “cure” finisce col pagare altre mammografie e quindi altre false diagnosi che costringeranno ancora più donne a cadere nel racket.
Così, le stesse donne che partecipano alle raccolte fondi in questi eventi promossi dal culto dei fiocchi rosa, stanno partecipando a pagare le macchine per le mammografie che recluteranno altre donne nello stesso culto tramite diagnosi inutili seguite da “campagne di paura e terrore” portate avanti dagli oncologi. Quel che oggi l’industria del cancro sta facendo è, senza mezze misure, un crimine contro le donne. Si tratta anche di una forma di mutilazione culturale nei confronti delle donne, più o meno come abbiamo visto con gli Aztechi, i Maya e varie culture africane durante il corso della storia.

Il culto di Komen è un’operazione criminale? Quasi certamente. Su base scientifica? Neanche per sogno. Non esiste nulla di scientifico nella moderna industria del cancro se non la scientifica manipolazione delle paure e delle emozioni femminili. Quel che manca a Komen e all’industria in campo etico, scientifico o dei fatti viene ampiamente bilanciato dalle tattiche di influenzamento linguistico, di coercizione e di delibera menzogna sui benefici della mammografia.
L’industria del cancro non è un business della cura del cancro, in fin dei conti; di fatto è il business della propaganda del culto del cancro. Come spiega il Dr.Welch:

“I sostenitori dello screening incoraggiano il pubblico a credere in due cose false e conosciute come tali. Primo, che ogni donna che ha avuto il cancro diagnosticato con una mammografia ha avuto la sua vita salvata (pensate a quelle T-shirt con scritto “La mammografia salva le vite. Io ne sono la prova”). La verità è che queste “sopravvissute” sono molto più probabilmente vittime di over-diagnosi.
Così, tutte quelle donne che marciano indossando le T-Shirt rosa che dicono “la mammografia salva la vita” stanno in realtà dichiarandosi come vittime incoscienti di una campagna scientifica mirata alle donne e tesa a spaventarle e portarle verso trattamenti che non necessitano e che le mutileranno con farmaci tossici o bisturi chirurgici.

Se quelle magliette dicessero la verità, dovrebbero dire “Sono sopravvissuta all’industria del cancro”
La grande domanda in tutto questo, ovviamente, è: per quanto tempo la cultura occidentale continuerà a vivere sotto l’influenza del culto di Komen? Quanti altri milioni di donne dovranno sacrificarsi sotto le chiacchiere della mammografia e la truffa dell’oncologia moderna?

Ma soprattutto, perché le famiglie consentono alle loro madri, figlie, zie e nonne di essere avvelenate e mutilate proprio davanti ai loro occhi standosene sedute ascoltando le finte autorità mediche che di fatto praticano nulla più che chiacchiere?
L’oncologia moderna è il medioevo della medicina occidentale:

Verrà il giorno, come ho predetto più volte, in cui la moderna pratica della chemioterapia verrà relegata nei libri di storia come malasanità insieme al respirare vapori di mercurio o al rimuovere chirurgicamente organi del corpo per curare malattie psichiatriche. Fino a quel giorno, un numero incalcolabile di donne innocenti verrà ingannato e portato alla mutilazione, all’intossicazione chimica e alle radiazioni da dottori malvagi che francamente non si interessano minimamente di quante donne mutilano o uccidono fintanto che questo viene loro rimborsato.
Questa è la verità sull’industria del cancro che non sentirete da Komen (ne da qualsiasi altro adepto del culto del fiocco rosa)

La conclusione dagli autori dello studio:
Nonostante il sostanziale incremento delle diagnosi di cancro alla mammella in fase iniziale, lo screening mammografico ha solo marginalmente ridotto il numero di donne che si presentano con un cancro avanzato. Anche se non è chiaro quali fossero le donne realmente affette, questo squilibrio suggerisce una sostanziale over-diagnosi in circa un terzo delle nuove diagnosi e che lo screening ha, nella migliore delle ipotesi, solo un minimo effetto sui tassi di morte da carcinoma alla mammella.

Mike Adams

da: http://www.nexusedizioni.it/ambiente-e-salute/studio-shock-le-mammografie-sono-una-bufala-medica/

Fonte: www.naturalnews.com

Link: http://www.naturalnews.com/038099_mammograms_false_positives_overdiagnosis.html

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SEBASTIANO SENO

venerdì 8 novembre 2013

VIVERE NON HA SENSO

ERACLITO: "NON CI SI PUÒ BAGNARE DUE VOLTE NELLO STESSO FIUME, NON SI PUÒ TOCCARE DUE VOLTE UN ESSERE NATO"

 (TRATTO DA WWW.STYLE.IT)

 QUESTA VITA NON HA SENSO

di:  Marco Vinicio Masoni 07 marzo 2012

 Ecco un'affermazione che noi genitori non vorremmo sentire mai. Ma se un figlio adolescente dice di aver voglia di morire che si fa?

-figlio? direi ogni essere umano dotato di intelletto...(nda)-

LO PSICOLOGO RISPONDE

Possibile che a 14 anni mi dica "mamma, ma perché si deve vivere?"
Non ha idea di quante mamme spaventate mi riferiscono frasi simili dei loro figli. Qualcuno potrebbe rispondere che si tratta delle insicurezze e paure dell'età. Non è vero. Si tratta di insicurezze e paure di chi sta "vedendo" questo mondo e la sua mancanza di senso.In molti adulti queste paure sono letteralmente  ribaltate: mentre certi ragazzi dicono vorrei "andarmene", terrorizzando i loro genitori, i grandi - non tutti - mostrano un attaccamento "volgare" alla vita.

 Possibile essere attaccati alla vita in modo volgare? Un esempio:

 Da qualche decennio l'occidente vive per fare soldi. I soldi sono una bella cosa  e servono per vivere, guai però a vivere per loro. Il ribaltamento dei valori alla fine mostra il conto. Anni fa un imprenditore, durante un  passaggio offertomi sulla sua costosissima macchina, mi disse: caro dottore, ma lo sa che da quando ho un sacco di soldi ho attacchi di panico e una paura fottuta di morire? Certo, se si divinizzano i soldi si sceglie un "dio" che non ci garantisce alcun aldilà e, anzi, muore con noi.

 Quella frase terribile di quei ragazzi allora andrebbe tradotta e restituita loro con il giusto senso:hai ragione, sembra proprio che questo modo non abbia senso, ma tu lo stai dicendo, già alla tua età. Vuol dire che ti è già chiaro che questo mondo deve cambiare, ed è proprio questo il modo per rendere senso alla tua vita.
Stai dicendo  - certo, in modo semplice - che stai mettendo a fuoco un compito. Stai "pensando", e io sono fiera (o fiero) di avere un figlio così.

Lo sai che tutti i grandi pensatori hanno sempre detto "Bisogna morire a questo mondo" per rinascere facendone nascere un altro. Sei un privilegiato (o una privilegiata): ti sembra di comunicare stanchezza e invece stai preparandoti a una vita finalmente piena di senso.

Ma so che è difficile dire in modo efficace queste cose, quelle mamme non abbiano paura a chiedere aiuto a degli esperti, senza mai dimenticare, però, che hanno una figlia o un figlio speciali."

M.Z.

mercoledì 6 novembre 2013

ANCORA ...SULLA PRESUNTA "RILEVAZIONE" DEL BOSONE DI HIGGS

CON PIACERE PUBBLICHIAMO IL POST DELL'AMICO E COLLABORATORE DOTT. MIGUEL LUNETTA (FISICO), SULLA "CONTROVERSA" QUESTIONE DEL BOSONE DI HIGGS.

I FREQUENTATORI DEL BLOG SONO AL CORRENTE DEL MIO PENSIERO SULL'ARGOMENTO, QUINDI SENZA ULTERIORI COMMENTI, VI INVITO A LEGGERE CON ATTENZIONE LA DETTAGLIATA RELAZIONE DI MIGUEL SUL TORTUOSO PERCORSO CHE, INFINE, HA PORTATO IL NOBEL PER LA FISICA A PETER HIGGS.

BUONA LETTURA

MLR



On Higgs boson detection

di: Dott. M. Lunetta

Abstract: Initially we talk on Higgs’ prediction, standard model, Higgs field properties and describe particle accelerators. Successively we explain why the Higgs boson gained the nickname of God particle, why the Standard Model is refuted, and we described the Tevatron and LHC experiments. Then, after mentioning the Higgs boson production, the collision of two proton beams and the evaluation of standard model mass, we conclude reporting how the Tevatron found Higgs boson.

Résumé: Nous parlons initialement sur la prévision de Higgs, le modèle standard, les accélérations de particules. Ensuite, nous expliquons pourquoi le boson de Higgs gagna le nom de particule de Dieu, pourqoui le modèle standard fut réfuté, et nou décrions les expériences du Tevatron et du LHC. Ainsi, après mentionner la production du boson de Higgs, le choc de deux rayons de protons et le calcule de la mass du modèle standard, nous concluions expliquant comment le Tevatron détecta le boson de Higgs.

Key words : Higgs boson, standard model, particle accelerator, God particle, Tevatron, Large Hadron Collider (LHC), Big Bang, Large Electron-Positron Collider (LEP), Giant particle detectors ATLAS and CMS, Nuclear Physics Laboratory of High Energies (LPNHE).


I.             INTRODUCTION

A.           Higgs prediction

The Higgs particle is postulated as a part of the mechanism by which all other fundamental particles acquire mass. The theory behind it was
a)ateness@oi.com.br
published by six physicists - including Edimburg University physicist Peter Higgs - within a few months of each other in 1964(1). Higgs idea was that the universe contains an as yet undiscovered field. Interaction with what is now called the Higgs field gives particles their mass and would explain why some particles have high mass (that is are heavy) and some particles have almost no mass. “Higgs bosons would not naturally exist in the universe today”, says David Krofcheck, a physicist from the University of Auckland(2).
Physicists therefore, have the challenge of searching for a theoretical particle that may have briefly existed immediately after the Big Bang that created the universe. The Higgs boson is a hypothetical elementary particle which belongs to a class of subatomic particles known as bosons, characterized by an integer value of their spin quantum number. The Higgs boson is an excitation of the Higgs field above its ground state(3).

B.            Standard model

The existence of the Higgs boson is predicted by the Standard Model to explain how spontaneous breaking of electroweak symmetry (the Higgs mechanism) takes place in nature, which in turn explain why other elementary particles have mass. Only 1% of the mass of composite particles, such as the proton and neutron, is due to the Higgs mechanism. The other 99% is due to the strong interaction (3). “If you discover there is some particle at 120 GeV, to be absolutely sure it is the Standard Model Higgs which we think it is, one would have to measure precisely how it is produced and how it decays to determine its properties,” said Söldner-Rembold. “That’s quite a way down the road because, for that, you need much more data. There still remains quite a bit of work to be done to be absolutely sure that it is actually the Higgs boson as the Standard Model predicts it.”(1)
The Higgs boson is the key piece of the Standard Model, an ambitious suite of equations that has ruled the universe of high-energy physics for the last few decades, explaining how three of the four fundamental forces of nature work. But the boson itself has never been observed. The theory describes how it should work and behave but does not predict one of its key attributes, namely its mass.(4)

C.            Higgs field properties

The theory hypothesizes that a sort of lattice, referred to as the Higgs field, fills the universe. This is something like an electromagnetic field, in that it affects the particles that move throughout, but it is also related to the physics of solid materials. Scientists know that when an electron passes through a positively charged crystal lattice of atoms (a solid), the electron’s mass can increase as much as 40 times. The same might be true in the Higgs field: a parting moving through it creates a little bit of distortion – like the croud around the star at the party – and that lends mass to the particle.
The Standard Model describes three of nature’s  four forces: electromagnetic and the strong weak nuclear forces. Electromagnetism has been fairly well understood for many decades. Recently, physicists have learned much more about the strong force, which binds the elements of atomic nuclei together, and the weak force, which governs radioactivity and hydrogen fusion (which generates the sun’s energy).
Electromagnetism describes how particles interact with photons, tiny packets of electromagnetic radiation. In a similar way, the weak force describes how or three entities, the W and Z particles, interact with electrons, quarks, neutrinos and others. There is one very important difference between these two interactions: photons have no mass, while the masses as W and Z are huge. In fact, they are some of must massive particles known.
The first inclination is to assume that W and Z simply exist and interact with other elemental particles. But, for mathematical reasons, the giant masses of W and Z raise inconsistencies in the Standard Model. To address this, physicists postulate that there must be at least one other particle – the Higgs boson. The simplest theories predict only one boson, but others say there might be several. In fact, the search for the Higgs particle(s) is some of the most exciting research happening, because it could lead to completely new discoveries in particle physics. Some theorists say it could bring to light entirely new types of strong interactions, and others believe research will reveal a new fundamental physical symmetry called “supersymmetry.”
First, Though, scientists want to determine whether the Higgs boson exists. The search has been on for over ten years both at CERN’s Large Electron Positron Collider (LEP) in Geneva and at Fermilab in Illinois. To look for the particle, researchers must smash other particles together at very high speeds. If the energy from that collision is high enough, it is converted into smaller bits of matter - particles – one of which could be a Higgs boson. The Higgs will only last for a small fraction of a second, and then decay into other particles. So in order to tell whether the Higgs appeared in the collision, researchers look for evidence of what it would have decayed into.(5)

D.           Particle accelerators

The particle accelerators performing experiments to find out whether the Higgs boson exists are the following:
1.            Large Hadron Collider (LHC) at CERN, in Geneva, Switzerland.
2.            Large Electron – Positron Collider (LEP) at CERN, by detector ALEPH.
3.            Tevatron particle collider in the US.
4.            Fermi National Laboratory in Batavia, Illinois.
5.            Giant particle detectors ATLAS and CMS from the CERN collider.
6.            Nuclear Physics Laboratory of the High Energies (LPNHE) in Paris.

II.            DISCUSSION

A.           Why the God particle?

In the popular media, the particle Higgs boson is sometimes referred to as the God particle, a title generally disliked by the scientific community as media hyperbole that misleads readers.(6)The Higgs boson is often referred to as ‘the God particle’ by the media(7) after the title of Leon Lederman’s popular science book on particle physics, The God Particle. If the Universe Is the Answer, what is the Question?(8, 9) While the use of this term may have contributed to increased medi9a interest, many scientists dislike it, since it overstates the particle’s importance, not least since its discovery would still leave unanswered questions about the unification of QCD, the electroweak interaction and gravity, and the ultimate origin of the universe.
Lederman said he gave it the nickname “The God Particle” because the particle is “so central to the state of physics today, so crucial to our understanding of the structure of matter, yet so elusive,(10) but jokingly added that a second reason was because “the publisher wouldn’t let us call it the Goddamn Particle, through that might be a more appropriate title, given its villainous nature and the expense it is causing.”
A renaming competition conducted by the science correspondent for the British Guardian newspaper chose the name “the champagne bottle boson” as the best from among their submissions: “The bottom of a champagne bottle is in the shape of the Higgs potential and is often used as an illustration in physics lectures. So it’s not are embarrassingly grandiose name, it is memorable, and [it] has some physics connection too.”(11)

B.            Refutation of Standard Model

Physicists claim evidence of a new particle only if the probability that the data could be due to a statistical fluctuation is less than 1 in 740, or three sigmas. A discovery is claimed only if that probability is less than 1 in 3.5 million, or five sigmas. This result sits well within the stringent constraints established by earlier direct and indirect measurements made by CERN’s Large Hadron Collider, the Tevatron, and other accelerators, which place the mass of the Higgs boson within the range of 115 to 127 GeV. These findings are also consistent with the December 2011 announcement of excesses seen in that range by LHC experiments, which searched for the Higgs in different decay patterns. None of the hints announced so far from the Tevatron or LHC experiments, however, are strongly enough to claim evidence for the Higgs boson.(12)
Theories that go beyond the “standard model” of particle physics (of which the Higgs is the keystone – the one missing piece needed to explain how the universe we know come to be) may be necessary. Steven Weinberg, who in this landmark 1967 paper on the unification of the electromagnetic and weak interactions had made key use of the Higgs for “breaking the symmetry” and separating the electromagnetic from weak forces, has since gone beyond the standard model in his research.
Weinberg has proposed a theory called Technicolor, within which the primeval symmetry o0f our universe can be broken through a different mechanism than the action of the elusive Higgs. But to prove the validity of the Technicolor theory may require an energy level that would  dwarf that available to the LHC – at an equal astronomical cost.(13)
From recent data of Fermilab in Batavia, Ill. It results that Higgs boson has not been discovered yet, but its mass is 125 billion electron volts. If the Higgs does not exist, they will have to come up with a new model of how the universe works. If they do find the Higgs, studying it might give then clues to deeper mysteries the Standard Model does not solve.
The Standard Model does not predict the mass of the Higgs boson. If that mass is between 115 and 180 GeV/c2, then the Standard Model can be valid at energy scales all the way up to the Planck scale (1015TeV). Many theorists expect new physics beyond the Standard Model to emerge at the TeV scale, based on unsatisfactory properties of the Standard Model. The higher possible mass scale allowed for the Higgs boson (or some other electroweak symmetry breaking mechanism) is 1.4 TeV; beyond this point, the Standard Model becomes inconsistent without such a mechanism, because unitarity is violated in certain scattering processes.
On 7 March 2012, the DØ and CDF Collaborations announced that, after analyzing the full data set from the Tevatron accelerator, they found excesses in their data might be interpreted as coming from a Higgs boson with a mass in the region of 1/5 to 135 GeV/c2. It is expected that the LHC provide sufficient data to either exclude or confirm the existence of the Standard Model Higgs boson by the end of 2012.(14)

C. Description of Tevatron and LHC experiments.

One reason the Tevatron results are important is that there look for the Higgs in a different way to the detectors at the LHC. In the LHC’s announcement in December,, scientists had largely been looking for a signal in which the Higgs boson decayed into a pair of photons, whereas the Tevatron located its signal in the decay of the boson into a pair of heavy “bottom quarks”.
The Higgs particle can decay into different particles and the Tevatron looks for different decays of the Higgs than the LHC. The Large Hadron Collider (LHC), in Geneva, smashes protons together at high energy, simulating in the laboratory the conditions that occurred in the early universe, a trillionth of a second after the Big Bang. This is the epoch when the Higgs boson is theorized to have been abundant and to have seeded the structured universe within which we now exist. More than four decades after the ideas were conceived, the experiments began in earnest last year. On December 13 came the news that something exciting was beginning to show – perhaps a Higgs Boson. However, no one seemed prepared to go the full distance and claim that it has been discovered, at least not yet.
The LHC is currently operating at only half its planned power. So if this is indeed the long sought Higgs, this offers the prospect that a wealth of discoveries may be within the LHC’s reach when operating at full capacity. The hints are also consistent with the theories that predict the Higgs to be but one number of new families of particles, including the seeds of the mysterious “dark matter” throughout the cosmos.(15)
Colliding protons remain intact but still generate new particles, according to results from Fermilab. A similarly clean process could produce the elusive Higgs particle at CERN’s Large Hadron Collider (LHC). Particle physicists at LHC hope to discover the Higgs boson amid the froth of particles born from proton – proton collisions. Results in the 19 June Physical Review Letters show that there may be a way to cut through some of that froth. An experiment at Fermilab’s proton – antiproton collider in Illinois has identified a rare process that produces matter from the intense field of the strong nuclear force but leaves the proton and antiproton intact. There’s a chance the same basic interaction could give LHC physicists a clean look at the Higgs.
In the new experiment, researchers were looking for signs that the interaction of virtual gluons had generated short – lived particles including the Xc(Chi-c) and J/ψ mesons, which are charm – anticharm quark pairs that decay into muons and antimuons. Now the team has sifted through nearly 500 muons – antimuons pairs, identifying 65 that must have come from the decay of the Xc – very close to the rate predicted in 2005 by a team at Durham University in England.(16)
Because the Xc has similar particle properties to the much heavier Higgs boson, the same basic reaction should produce the Higgs at the higher collision energies provided by the LHC, says Albrow. “It’s the strongest evidence that the Higgs boson must be produced this way, if it does exist.” Based on the rate of Xc production, Albrow estimates LHC collisions could produce 100 to 1000 Higgs bosons per year in each of the accelerator’s two largest particle detectors, ATLAS and CMS.
“It looks hard, but one should never say never,” says Joseph Incandela of the University of California, Santa Barbara, deputy physics coordinator for CMS. Incandela points out that once the LHC is operating at full capacity, every crossing of its twin proton beams is expected to yeld about 20 collisions, throwing up other particles that may obscure exclusive reactions. If a Higgs boson is created in a high – energy particle collision, it immediately decays into lighter more stable particles before even the world’s best detectors and fastest computers can snap a picture of it. To find the Higgs boson, physicists retraced the path of these secondary particles and ruled out processes that mimic its signal.

III. METHODOLOGY

A.  Production of Higgs boson

Unknown Lamer on Wednesday March 07, 10:36 AM, 2012 writes with exciting news from the world of the particle physics: “A hint of the Higgs boson, the missing piece in the standard model pf particle physics, has been found in data collected by the Tevatron, the now – shuttered U.S. particle collider at Fermilab in Batavia, Illinois. While not statistically significant enough in themselves to count as a ‘discovery’, the indications announced on 7 March at the Moriond conference in La Thuile, Italy, are consistent with 2011 reports of a possible standard model Higgs particle with a mass of around 125 GeV from experiments at the Large Hadron Collider at CERN near Geneva, Switzerland. The data is more direct evidence of the Higgs than the constraints in its mass offered by the precise W boson mass measurement reported on Monday. On a sad note, the find vindicates Tevatron scientists who campaigned unsuccessfully to extend the collider’s run. The request was turned down by the Department of Energy but this last hurrah suggests that Tevatron might indeed have found the Higgs ahead of CERN’s Large Hadron Collider if they’d recued the funding required. The Tevatron is currently being raided for parts.”
New measurements announced today’(March 7, 2012) by scientists from CDF and DZero collaborations at the U.S. Department of Energy’s Fermi National Accelerator Laboratory indicate that the elusive Higgs boson may nearly be cornered. After analyzing the full data set from the Tevatron accelerator, which completed its last run in September 2011, the two independent experiments see hints of a Higgs boson.(17)
“The end game is approaching in the hunt for Higgs boson,” said Jim Siegrist, DOE Associate Director of Science for High Energy Physics. “This is an important milestone fo9r the Tevatron experiments, and demonstrates the continuing importance of independent measurements in the quest to understand the building blocks of nature.” Fermilab scientist Don Lincoln describes the concept of how the search for the Higgs boson is accomplished.

B. Collision of proton beams

The Large Hadron Collider (LHD), with a circumference of 27 Km, boosts protons to high speeds, smashes them together, and uses sophisticated detectors to see what results from the high – speed, High – temperature collisions that mimic collisions one – thousand of a billionth of a second after the Big Bang.
The search for Higgs boson has been on for over ten years, both at CERN’s Large Electron Position Collider (LEP) in Geneva and at Fermilab in Illinois. To look for the particle, researchers must smash other particles together at very high speeds. If the energy from that collision is high enough, it is converted into smaller bits of matter – particle – one of which could be a Higgs boson. The Higgs will only last for a small fraction of a second, and then decay into other particles. In 2011, the LHC collided two proton beams at 7 tera-electronvolts (TeV). On average more than 100 million collisions per second took place, but most of those collisions were “conventional”, in that they involved only the most common elementary particles. If the standard model is correct, then on rare occasions, a Higgs boson should have been produced.
Assuming the Higgs mass lies in the expected mass range, about 75,000 Higgs bosons were produced in the ATLAS and CMS collider detections in 2011.
C.Evaluation of standard model mass
There may be a 95% chance that the Higgs does not exist between 146 – 446 GeV, but that it exists between 140 – 145 GeV.
Three papers now appearing in Physical Review Letters, two from ATLAS Collaboration(18) and one from CMS Collaboration(19) report searches for the Higgs boson in the debris of high – energy  proton – proton collisions at LHC. The results of these searches, and several others being published elsewhere(20), were announced in December, 2011. Collectively, they have shown that the Higgs boson of the standard model, if it exists, must be lie in a narrow range of masses around 126 giga – electron – volts (GeV). Moreover, an excess of events around this mass value provides a tantalizing hit that experimentalist could be only the verge of discovering the long – sought particle.
From experiments at the CERN  LEP colliders(21) which shut down in 2000, it is known that the standard model Higgs boson mass cannot be below 114GeV, while subsequent data from the Fermilab Tevatron(22), which shut down  in 2011, excludes a Higgs boson mass between 156 and 177 GeV.
Based on a statistical analysis of LEP and Tevatron colliders, the Higgs mass cannot be larger than 169 GeV((23). Combining the direct Higgs research limits quoted above with the indirect constraints implies that the standard model is viable if, and only if, the standard model Higgs boson mass lies between 114 and 156 GeV(24).
The results of two recent experiments at the Large Hadron Collider (LHC) near Geneva suggest physicists are close to discovering the Higgs boson, the so – called God particle. Combined, the two experiments have narrowed the possible band of possible Higgs boson masses to between 115 and 130 GeV (gigaelectron volt). Rather than look directly for this fleeting would – be particle itself, physicists look for the various combination of particles  into which Higgs bosons are though to decay. Independent analyses have verified excesses of these particles from the low mass region 124 to 126 GeV.(25)

IV.CONCLUSIONS

A.Tevatron might found Higgs boson

Last December, two groups, which run giant particle detectors named ATLAS  and C.M.S. from the CERN collider, reported that they have found promising bumps in their data at masses of 124 billion electron volts and 126 billion electron volts, respectively, those being the units of mass or energy preferred by particle physicists.
The Fermilab physicists have found a broad hump in their data in the same region, between 115 billion and 135 billion electron volts. Those results came from combining the data from two detectors operated on the Tevatron: the Collider Detector at Fermilab, and DZero. The chances of this signal being the result of a random fluctuation in the data where only about 1 in 100, the group said.
This is the first time in the long search for the particle that  different groups, indeed different colliders, are in vague agreement. It has led to a joke in physics circles now: the Higgs boson has not been discovered yet, but its mass is 125 billion electron volts.
Physicists base in the US have presented evidence of the Higgs boson particle that correlates closely with European researchers’ work at the  Large Hadron Collider.(26)
The data, from the Tevatron particle collider, was presented at a physics conference in Italy, and indicate  that the particle could exist at a mass of between 115 gigaelectronvolts and 135 gigaelectronvolts. This result is consistent  with last December’s finding from CERN’s Large Hadron Collider in Switzerland, wich narrowed down the Higgs Boson’s mass to about 125 gigaelectronvolts.
While not statistically significant enough in themselves to count as a ‘discovery’, the indication announced on 7 March at the Moriond conference in La Thuile, Italy, are consistent with 2011 reports of a possible standard model Higgs particle with a mass of around 125 GeV from experiments at the Large Hadron Collider at CERN near Geneva, Switzerland.(27)




References:

1The Guardian, Edition UK.
2Rebecca Prriestley, Higgs boson solution, New Zealand Listener, Saturday, 17 March 2012.
3Wikipedia, the free encyclopedia, Gold particle (1964).
4Dennis Overbye, Data Hint at hypothetical Particle, Key to Mass in the Universe, March 7, 2012.
5CERN, The heart of the Matter, Ideas The Higgs boson.
6National Post, The Higgs boson: Why scientists hate that you call it the “God particle”,14 December 2011.
7Ian Sample (29 May 2009), “Anithing but the God particle”, London. The Guardian. Retrieved 24 June 2009.
8Leon M. Lederman and Dick Teresi (1993). The God Particle. If the Universe is the Answer, What is the Question, Houghton Miffin Company.
9Ian Sample (3 March 2009). Father of the God particle. Portrait of Peter Higgs unveiled. London: The Guardian. Retrieved 24 June 2009.
10Alisses McGrath, Higgs boson: the particle of faith, The Daily Telegraph, published 15 December2011. Retrieved 15 December 2011.
11Ian Sample (12 June 2009). “Higgs competition: Crack open the bubbly, the God particle is dead”. The Guardian (London). Retrieved 4 May 2010.
12Science News, Elusive Higgs Boson May Nearly Be Cornered, March 7, 2012.
13Amir Aczel (August 23, 2011). A Higgs Setback: Did Stephen Hawking Just Win the Most Outrageous Bet in Physics History? Scientific American.
14CERN press release # 25.11.13 December 2011, “The statistical significance is not large enough to say anything conclusive. As of today what we see is consistent either with a background fluctuation or with the presence of the boson. Refined analyses and additional data delivered in 2012 by this magnificent machine will definitely give an answer”.
15SCIENCE, Finding Higgs Boson, or God Particle, Will Resolve Scientific Mysteries, Dec. 16, 2011  11:00 PM EST.
16V. A. Khoze, A. D. Martin, M. G. Ryskin, and W. J. Stirling, Diffraction γγ Production at Hadron Collider,” Eur. Phys. J. C. 38, 475 (2005).
17Science News, Elusive Higgs Boson May Nearly Be Cornered, ScienceDaily, Mar. 7, 2012.
18G. Aad et al.(ATLAS Collabiration), Phys. Rev. Lett. 108, 111802/111803 (2012).
19S. Chatrchyan et al.(CMSCollaboration), Phys. Rev. Lett. 108. 111804 (2012).
20G. Aad et al.(ATLAS Collaboration), Phys. Lett. B (2012, DOI : 10.1016/J.Physletb.2012.02.044/to be published); S.Chatuchyan et al./CMS Collaboration), Phys. Lett.B(2012), DOI:10.1916/j. physletb.2012.02064 (to be published).
21ALEPH Collaboration, DELPHI Collaboration, L3 Collaboration, OPAL Collaboration, and The LEP Working Group for Higgs Boson Searches, Phys.Lett. B 565, 61 (2003).
22TEVNPH (Tevatron New Phenomena and Higgs Working Group) and CDF and DO Collaborations, arXiv: 1107.5518(hep-ex).
23M. Baak, M. Goebel, J. Haller, A. Hoecker, D. Ludwig, K. Moenig, M. Schott, and J. Stelzer, arXiv: 1107.0975 (hep-ph).
24(http://teonphwg.fnal.gov/results/SM_Higgs_Winter_12/).
25James Holloway, LHC physicists sniff Higgs boson discovery, 04: 59 December 14, 2011.
26Martin LaMonica, CNET News, US Higgs boson data backs CERN’S finding so far, Daily Newletters, 7 March, 2012  15:45.
27Unknown Lamer, Final Analysis Suggests Tevatron Saw Hint of the Higgs Boson, Slashdot, Wednesday March 07, 10: 36 AM, 2012, from the America-hates-science dept.


lunedì 4 novembre 2013

"La grande eredità per i giovani italiani di oggi": in memoria di FEDERICO FELLINI


A volte mi sento un esule in patria, altre volte mi sento proprio uno straniero.
Anzi, a pensarci bene ormai mi sento davvero senza patria.
Quello che vedo e sento tutti i santi giorni, riguardo l'andamento generale di questa disgraziata, bellissima e dannata nazione, mi disgusta ed angoscia allo stesso tempo.
Trovo un lieve conforto, quasi come  una dose di morfina per un malato terminale di cancro, aprire  i post di Sergio Di Cori Modigliani, il mentore o meglio la "guida spirituale" (mi si passi il termine)  di tutti coloro che si sentono così: un po' esuli un po' disperati, un po' profughi.
Leggendolo, mi sono commosso e rincuorato; mi sono adirato ma anche rappacificato con me stesso e con parte degli altri”.
Ho avuto modo di conoscere ed apprezzare sempre di più il pensiero e quindi la persona di questo criptide (= specie di cui si ipotizza lesistenza solo attraverso prove circostanziali; oppure di specie che sono estinte, ma di cui ci siano stati alcuni supposti avvistamenti) del giornalismo e della cultura italiana, per questo voglio condividerlo con chi sente il bisogno, come me,  di dissetarsi alle fonti della memoria per restare vivoalmeno dentro.

 Buona lettura.

MLR





La grande eredità per i giovani italiani di oggi.


di Sergio Di Cori Modigliani

Venti anni fa moriva Federico Fellini.

La solita Italia ipocrita -la Rai in testa- oggi, si esibisce con la sua consueta cinica trasformazione doppiogiochista nel celebrare un grandioso artista italiano che loro hanno scelto di uccidere.
Perchè così è stato.
Bando agli equivoci, Federico Fellini è morto di un malefico cancro cattivo che in poco tempo se l'è mangiato vivo. Ma Giulietta Masina, la fedele compagna di tutta la sua vita, non aveva alcun dubbio al riguardo "glie lo hanno fatto venire loro, che siano maledetti tutti per l'eternità", così parlava dei dirigenti della Rai e dei produttori italiani degli inizi anni'90 quando l'Italia, ormai, aveva imboccato la strada che l'avrebbe portata a diventare ciò che oggi è.
Perchè negli ultimi anni della sua esistenza, gli avevano fatto il vuoto intorno. I comunisti non gli perdonavano il fatto che si era sempre rifiutato di schierarsi con loro. I fascisti non gli perdonavano il fatto che avesse descritto l'antropologia della borghesia italiana come un composto di becerume, mascalzonaggine e codardia esistenziale e la Chiesa, infine, non gli perdonava il fatto che li avesse dileggiati mostrando i vertici gerarchici come una banda di finanzieri edonisti e avidi (nella celeberrima sequenza del film "Roma" in cui racconta visivamente la sfilata di moda degli opulenti cardinali che spendono cifre vertiginose per acquistare mantelline di lussuoso ermellino); anche i radicali non gli perdonavano il fatto che si fosse rifiutato di appoggiarli. Pannella aveva fatto carte false per portarselo dalla sua parte, costringendo Leonardo Sciascia a raccomandarlo. Alla fine, Fellini -che non ne poteva più- telefonò a Pannella e gli disse: "Senta Pannella, che cosa se ne fa lei di un artista? A me non interessano proprio le sue cialtronerie da basso impero, abbia pazienza, che cosa vuole da me?". Detestava tutti i politici.
E' l'unico artista italiano, negli ultimi 100 anni, che si è rifiutato (e ci è riuscito) di mettersi al servizio di un potente, di un partito, di un raggruppamento, sostenendo questo o quello.
E' stato il regista più premiato e riconosciuto al mondo nell'intera Storia del cinema, l'unico ad aver vinto ben cinque premi Oscar insieme alla palma d'oro a Cannes e Venezia nello stesso anno.  Ha vinto tutto ciò che si poteva vincere, ed è tuttora considerato un grande maestro di questa bellissima arte cinetica.
Ha trascorso gli ultimi anni della sua vita a fare anticamera nei corridoi della Rai e in quelli della Pentafilm di Berlusconi. Nessuno voleva più finanziarlo. "Il cinema italiano e il gusto del pubblico sono cambiati" gli dicevano.
Si è visto.
Ce ne siamo accorti.
Nel 1992, quando era già malato, la moglie telefonò al più famoso produttore cinematografico italiano, Dino de Laurentiis, che si era trasferito da molti anni a Los Angeles. Erano sempre stati molto amici, gli aveva prodotto quattro film. "Dino, Federico sta morendo, ha ormai poco tempo da vivere" gli disse. Gli chiese, implorandolo, di spendere tutte le sue conoscenze e il suo potere per fargli avere il premio alla carriera organizzandogli una grande festa a Hollywood "per farlo morire bene, perchè senta che non è stato dimenticato, qui in Italia nessuno gli rivolge più la parola". In quegli anni, infatti, nessuno osava neppure intervistarlo in seguito a una sua precisa posizione riguardo la televisione italiana che aveva attaccato frontalmente, sostenendo che avrebbe distrutto l'industria cinematografica nazionale.
E su di lui, l'intera classe dirigente politica -nessuno escluso- aveva imposto la stesura del silenzio.
Ho avuto occasione di conoscerlo proprio in quell'occasione, a Hollywood, nella primavera del 1993, dove lavoravo come corrispondente per i quotidiani italiani e mi occupavo di cinema, quando era venuto a ritirare il premio. De Laurentiis, infatti, era riuscito a convincere gli americani a darglielo.
Era molto provato, stanco, si capiva che era molto malato.
E' stata la conferenza stampa più strana e indimenticabile alla quale abbia mai partecipato.
Giulietta Masina non faceva che piangere. De Laurentiis si dava dei pugni sulla testa dicendo di continuo "è tutta colpa mia". mentre Fellini cercava di calmarlo. A un certo punto, prima che noi giornalisti cominciassimo a fare delle domande, si erano aperte le porte e alla spicciolata, uno per uno, a sorpresa, entrarono tutte le grandi star del cinema che il suo amico aveva convinto a venire per omaggiarlo. Ciascuno portava un regalo, impacchettato in maniera eclatante, con colori luccicanti, fiocchi di raso, brillantini, come se fosse Natale, un'americanata insomma: ciò che Fellini adorava.
I giornalisti americani approfittarono per fare delle domande a loro. Ricordo che Spielberg, rispondendo alla domanda se lo considerasse un regista importante, rispose che "forse potrei fare il cameriere a casa sua, io sono soltanto un professionista americano che ha avuto successo, tutto qui, Fellini è qualcosa che va al di là, o uno lo capisce oppure non lo capisce, nei miei film non c'è niente da capire". Fellini era entusiasta di quella improvvisata, si divertiva a spacchettare i regali abbracciando tutti. Quello che gli piacque di più fu quello che gli portarono Robert Redford e Paul Newman: un paio di stivali da cowboy che Redford aveva indossato nel film "Butch Cassidy" un western cult della metà degli anni'60 che Fellini aveva molto amato. Insistè per infilarli subito e non se li tolse per tutta la sera. C'era un numero talmente grande di star che nessun giornalista osò neppure fare una domanda. Stavamo tutti lì in silenzio ad ascoltare Fellini che parlava con questi attori, registi, produttori, come se non ci fosse nessun altro.
Una settimana dopo, quando era già ritornato in Italia, la CBS mandò in onda una intervista in esclusiva che Fellini aveva rilasciato a una famosa giornalista americana, della durata di un'ora e mezzo. Ebbe un tale successo che venne acquistata da circa 1500 canali televisivi e poi mandata in onda nei giorni successivi. A Los Angeles e New York due cinema, per un mese e mezzo di seguito, proiettarono tutti i suoi film.
Ricordo che allora si parlava soltanto della Bella Italia, della capacità immaginifica di questo popolo, ma soprattutto della consapevolezza degli artisti italiani nell'essere in grado di saper sempre raccontare se stessi -e l'intera società- con una profondità leggera davvero ipnotizzante. Il made in Italy ebbe una gigantesca spinta da questo evento. Fellini raccontò diversi episodi della sua carriera e della vita italiana, spiegando che la grandezza dell'Italia dal punto di vista artistico e culturale era arrivata al suo zenit e si era inceppata "noi italiani siamo arrivati al limite della nostra frontiera, ma temo che il paese non sarà in grado di oltrepassare quella linea e sceglierà invece di ritornare indietro, già se ne vedono i segni allarmanti".
Questa mattina mi sono svegliato e ho pensato che tutti gli italiani che hanno meno di 40 anni non sono mai andati al cinema a vedere un film di Fellini appena uscito.
Non sanno, quindi, che cosa volesse dire.
Se qualcuno mi chiedesse di sceglierne uno tra tutti, da vedere subito, suggerirei "Fellini 8 e 1/2" il suo nono film, quello che giustamente è considerato all'unanimità la sua prova migliore.
Era un'Italia in cui gli scrittori e i registi e gli intellettuali si interrogavano su se stessi e sulle relazioni d'amore, di amicizia, sulla qualità della vita, riuscendo sempre a scandagliare il vero nocciolo del problema.
Era un'Italia soprattutto viva, non ancora soggetta al pizzo della politica, quando gli italiani erano ancora curiosi.
Riappropriarsi della sua eredità visiva narrativa mi sembra sia il modo migliore per cominciare a ritrovare quel gusto spericolato nell'andare a cercare il bandolo della matassa.
Alla ricerca del Senso esistenziale dell'essere italiani, al di là delle solite chiacchiere ormai consunte su tutto ciò di noi, che sappiamo, che conosciamo, che vediamo ogni giorno.
E' necessario andare al di là.
Come nella scena iniziale di "Fellini 8 e 1/2" quando il protagonista (Marcello Mastroianni) si trova imprigionato dentro un'automobile, incastrata in un ingorgo, ed esce dal finestrino tirato per i piedi da una lunghissima corda infinita.
E lieve come un palloncino si libra nell'aria e si perde tra le nuvole.
Per ritornare a credere che si possa davvero, ancora oggi, riuscire a volare.
Un tempo lo facevamo.
Vuol dire che è possibile farlo di nuovo.

In memoriam

Da: http://sergiodicorimodiglianji.blogspot.it/2013/10/la-grande-eredita-per-i-giovani.html?m=0