IL RISVEGLIO DEL CADUCEO DORMIENTE: la vera genesi dell'Homo sapiens

IL RISVEGLIO DEL CADUCEO DORMIENTE: la vera genesi dell'Homo sapiens
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VIDEO SINOSSI DELL'UOMO KOSMICO

VIDEO SINOSSI DELL'UOMO KOSMICO
VIDEO SINOSSI DELL' UOMO KOSMICO
Con questo libro Marco La Rosa ha vinto il
PREMIO NAZIONALE CRONACHE DEL MISTERO
ALTIPIANI DI ARCINAZZO 2014
* MISTERI DELLA STORIA *

con il patrocinio di: • Associazione socio-culturale ITALIA MIA di Roma, • Regione Lazio, • Provincia di Roma, • Comune di Arcinazzo Romano, e in collaborazione con • Associazione Promedia • PerlawebTV, e con la partnership dei siti internet • www.luoghimisteriosi.it • www.ilpuntosulmistero.it

LA NUOVA CONOSCENZA

LA NUOVA CONOSCENZA

GdM

sabato 10 agosto 2013

PIERLUIGI IGHINA: UNO DEI TANTI GENI INCOMPRESI DEL ‘900


Nato nel 1908 a Milano e morto a Imola nel 2004, fu da sempre affascinato dal mondo dell'elettromagnetismo e dedicò la sua vita a realizzare invenzioni incredibili, a volte non accettate dalla scienza ufficiale poichè giudicate troppo stravaganti. Non fu mai preso molto sul serio, ma le sue scoperte ed invenzioni furono allo stesso tempo misteriose e a dir poco rivoluzionarie. Per anni fu assistente di Guglielmo Marconi, dal quale apprese alcuni segreti sulla fisica che gli sarebbero serviti per le sue future teorie. A soli 16 anni formulò una teoria: l'atomo magnetico, che lui stesso definisce "la colla della materia". Questa scoperta, secondo Ighina, sarebbe basata sull interscambio delle radiazioni elettromagnetiche tra Sole e Terra, che avverrebbe in un modalità del tutto particolare ed ancora non del tutto capita, e/o riconosciuta dalla scienza ufficiale. Questo meccanismo con le sue pulsazioni regolerebbe tutta la vita presente sulla terra.
Curioso il fatto, che molte delle civiltà antiche più avanzate, conservassero e tramandassero questo tipo di concetto. (ndr)
Ighina, fu doverosamente preciso e circostanziato con chi si accostò a lui per capire sinceramente ed obiettivamente le sue teorie, pertanto volutamente non mi dilungo nei dettagli, che sicuramente verrebbero strumentalizzati dai soliti inutili sciento-paladini, che pure la scienza ufficiale vede come beghi nella minestra.

MACCHINE CURIOSE SCIENTIFICAMENTE FUNZIONANTI? MAGICHE ?  FATE VOI !


Ighina realizzò una macchina che a quanto disse era in grado di controllare le condizioni atmosferiche. La macchina era formata da una grande elica rotante che aveva alla base del funzionamento la polvere di alluminio e alcuni magneti, non si è mai capito bene il principio di funzionamento (e mai nessuno lo volle certificare), ma era una sorta di elettrocalamita che sarebbe servita ad attirare o a mandare via le nuvole. Ci sono video e testimoni oculari del funzionamento dellapparato.  Una scolaresca delle elementari si recò in visita in una giornata piovosa al laboratorio di Ighina, lui già novantenne alla vista dei bambini decise di dare una dimostrazione del suo funzionamento, cosa molto rara in quanto era una persona molto schiva. Disse alla scolaresca: tra 20 minuti ci sarà il sole ! Mise in funzione l'elica e sorprendentemente dopo 20 minuti, in una giornata dove non si vedeva uno spicchio di cielo limpido, si aprì un varco di bel cielo azzurro. I bambini in visita applaudirono felici Ighina, il quale disse teneramente che quella fù la più grande soddisfazione della sua vita. Un caso? Forse si, forse no. Fate Voi.

A SOSTEGNO DELLA TEORIA DI IGHINA CI FU UN ALTRO AVVENIMENTO

...o meglio una serie di avvenimenti che potrebbero dimostrare il reale funzionamento della sua invenzione. L'anziano scienziato risiedeva da anni in un podere adiacente all'autodromo di Imola, come sappiamo il rumore dei motori di un gran premio è  molto fastidioso ed essendo Ighina una persona amante della tranquillità (per questo lavorava sempre di notte), era molto disturbato dalle macchine che gli correvano praticamente sotto casa. Fece una dura battaglia con l'organizzazione del gran premio, ma non fu mai ascoltato, perciò decise di vendicarsi a suo modo...Si dice che leclettico inventore,  avrebbe fatto piovere varie volte in occasione del gran premio di formula uno, in giornate di sole. Poco prima della partenza si scatenavano veri e propri nubifragi che lasciavano sbalorditi tutti gli esperti di meteo e gli stessi organizzatori del GP. Questi fatti sono stati statisticamente catalogati e non sono più successi dopo la morte di Ighina.  Ma ci sono anche prove video del funzionamento della macchina, nel novembre 1998 Ighina ormai novantatrenne, concesse una delle rare interviste della sua vita alla Rai, dove dimostrò il funzionamento della sua creazione, possiamo vedere il video da youtube:




SENTITE COSA DICE IL COMPIANTO FISICO PROF. GIULIANO PREPARATA , SU PIERLUIGI IGHINA, SUI GENI E SULLE  SCOPERTE CHE LA SCIENZA NON CAPISCE, MA SOPRATTUTTO NON VUOLE CAPIRE:






SE LE TESTIMONIANZE E I VIDEO NON BASTASSERO

ci sono molte persone che videro di persona la macchina in funzione e tutti furono testimoni del corretto funzionamento. Era un fatto ripetibile come un esperimento di laboratorio.  La possibilità di comandare il meteo fu già dimostrata anni prima da Wilhelm Reich che mise a punto il Cloudbuster (acchiappa nuvole), che sfruttava l'energia orgonica, ma come Ighina non venne mai preso sul serio e venne addirittura arrestato e le sue pubblicazioni distrutte


 Ighina oltre alla macchina per il meteo aveva ipotizzato che con l'approfondimento degli studi sull'atomo magnetico si potevano fare cose incredibili come curare malattie o prevenire i terremoti. Cosa avesse scoperto Pierluigi Ighina è ancora un mistero, o meglio, lo è ancora per noi ed anche per  la scienza ufficiale che non ha mai preso sul serio le sue teorie, tranne in qualche raro, rarissimo caso. Uno per tutti: GUGLIELMO MARCONI, che prima di morire esortò Ighina a continuare le sue ricerche nonostante tutto e tutti.

MLR

SE TI E' PIACIUTO QUESTO POST NON PUOI PERDERE:

LA VERA STORIA EVOLUTIVA DELL'UOMO E' COME CI HANNO SEMPRE RACCONTATO? OPPURE E' UNA STORIA COMPLETAMENTE DIVERSA?

"L'UOMO KOSMICO", TEORIA DI UN'EVOLUZIONE NON RICONOSCIUTA
DI MARCO LA ROSA
E' UN'EDIZIONE OMPHILABS
ACQUISTABILE DIRETTAMENTE DAL SITO OMPHILABS ED IN LIBRERIA



http://www.omphilabs.it/prod/L-UOMO-KOSMICO.htm

martedì 6 agosto 2013

"A.M.E.R.I.C.A. 1507. La genesi del Nuovo Mondo"

LA STORIA COME "NON" LA CONOSCIAMO.
ECCO UN NUOVO CAPITOLO CHE ANDAVA REINTERPRETATO E RISCRITTO: 



A.M.E.R.I.C.A. 1507. La genesi del Nuovo Mondo – LiberFaber -

Piani Claudio Baratono Diego


Diego Baratono e Claudio Piani ci guidano in un viaggio affascinante che parte da un mappamondo del 1507 per guidarci a ritroso nella Firenze degli ultimi anni del Quattrocento, dove strani indizi portano a credere che il Nuovo Mondo non fosse poi così sconosciuto, per lo meno a un livello “pre-scientifico”... A partire dallo studio di un dipinto del Ghirlandaio e dalla comparazione di diverse carte e globi “anomali” per la loro datazione, Baratono e Piani portano avanti una loro innovativa riflessione sui primi viaggi da e per il nuovo continente, ma togliendo al contempo il velo a un’intrigante e mistica tesi sulle origini – sempre discusse – del nome “America”. E se non si trattasse di un omaggio a quell’Amerigo Vespucci che, in fondo, non fu il primo a mettere piede sul Nuovo Mondo? E se dietro a quel nome ci fosse una dedica carica di senso religioso, alla figura della Madonna che tanta parte sembra avere in tutta la vicenda? Si apre così uno squarcio su una tesi proposta qui per la prima volta, ma che sembra destinata ad aprire una nuova fase di discussione sul tema. Gli indizi per un fondamentale cambiamento di paradigma ci sono tutti, quello che è più interessante è che sono tutti molto ben documentati.

ISBN: 978-2-36580-086-0
Il volume sarà presto disponibile anche in edizione a stampa (ottobre 2013).



sabato 3 agosto 2013

IL GENIO ITALIANO...E LE SUE APPLICAZIONI...

RICEVIAMO DAL DOTT. COTELLESSA DI ENEA UN ESEMPIO PRATICO DI APPLICAZIONE DEL BREVETTO:

765
RM2012A000637
Procedimento di Analisi di Immagini Acquisite da Strumenti di Indagine, per la Differenziazione, Classificazione e Interpretazione degli Oggetti all'Interno del FOV, e Sua Applicazione per la Correzione delle Pseudo-Tracce in Rivelatori di Tracce Nucleari.
Cotellessa Giuseppe
Italia
13-12-2012
ENEA

ESSENDO UN'APPLICAZIONE AVANZATA DI NOTEVOLE INTERESSE, LO EVIDENZIAMO IN QUESTO POST SPECIFICO.

MLR


“Ad esempio l'applicazione dell'invenzione del brevetto trattato nel blog di Marco La Rosa



 potrebbe  essere utilissimo se utilizzato dal veicolo sub Towfish. L’uso appropriato del brevetto potrebbe potenziare la qualità ed il numero di risultati che si potrebbero ottenere con il prototipo sperimentale di ricerca Towfish

Giuseppe Cotellessa. (ENEA)

“CATANIA - L'Università degli Studi di Catania in prima linea per la tutela dell'ambiente. Per difendere le riserve marine siciliane arriva "Towfish", un veicolo sub finalizzato alla prevenzione dei rischi legati ai territori costieri e ai mari. Protagonista è l'ateneo catanese che con l'unità di ricerca del dipartimento di Ingegneria Industriale - Meccanica applicata alle Macchine, coordinata dal professore Rosario Sinatra e composta anche dal professor Michele Lacagnina e dai ricercatori Alessandro Cammarata e Gabriele Fichera, stanno operando grazie ai Progetti strategici Italia-Malta 2007-2013 finanziati dall'Unione Europea. "Biodiversity and Sustainable Development in the Strait of Sicily" è il progetto in cui si sta sviluppando "towfish", un veicolo rimorchiato subacqueo contenente tutti i sensori necessari per analizzare l'acqua del mare del Canale tra Malta e la Sicilia, in particolare nelle aree protette marine del "Plemmirio" di Siracusa, Isole Pelagie, e di Malta.


DOTAZIONI DI TOWFISH - Il veicolo è dotato di una fotocamera per medusa, di una fotocamera VPR e di una strobo-luce per il rilevamento di plancton, di un sensore CDT (conducibilità, profondità, temperatura), di un sensore di nitrati e di un sensore di idrocarburi. Quattro attuatori muovono le ali principali, il timone e lo stabilizzatore di poppa del towfish. Un mezzo subacqueo che, una volta realizzato, consentirà di svolgere operazioni di monitoraggio, prevenzione e riduzione dell'inquinamento aria-acqua nel Canale di Malta collegato alle attività di trasporto marittimo ed in particolar modo all'operatività delle navi che trasportano sostanze pericolose e nocive, ma anche di quelle che esercitano attività commerciale, come la pesca, ma anche il turismo ed il diporto.

OBIETTIVI DEL PROGETTO - Il progetto si propone inoltre di creare strumenti operativi utili a limitare gli effetti nocivi generati dall'inquinamento dello stretto di Sicilia. Grazie al sistema di misurazione biofisico, rivolto alla rilevazione del rischio di perdita di biodiversità dello stretto di Sicilia e di valutazione economica delle conseguenze causate alle comunità rivierasche, a supporto di amministratori locali, autorità portuali ed operatori del traffico marittimo. Tra le finalità anche una gestione più equilibrata e consapevole del traffico marittimo in ottemperanza a quanto previsto dalle convenzioni internazionali, dalle direttive comunitarie e dalle rispettive normative nazionali italiane e maltesi per conciliare, quindi, gli interessi di un funzionamento fluido del trasporto marittimo con la tutela dell'ambiente.

PROTOCOLLO STANDARD COMUNE PER IL MONITORAGGIO - Il progetto consentirà di ottenere diversi risultati: analisi quali-quantitativa del traffico marittimo dell'area transfrontaliera e stima dei costi generati da tale traffico sull'ambiente marino e costiero; della stima del potenziale inquinante del traffico marittimo e stato dell'arte dei sistemi di monitoraggio dell'inquinamento marino; elaborazione di un protocollo standard comune per il monitoraggio degli effetti del traffico marittimo sull'ambiente marino e costiero; realizzazione di tecnologie integrate di supporto al monitoraggio, trasferimento e raccolta dati attraverso un towfish equipaggiato con sensori per la misurazione degli inquinanti e dei parametri fisici e biologici delle acque; realizzazione di una piattaforma informatizzata di gestione del traffico marittimo.

PARTNER DEL PROGETTO - Capofila del progetto, che si concluderà il 23 gennaio 2015, l'Arpa Sicilia - sezione di Siracusa diretta dal direttore Gaetano Valastro. Partner coinvolti le Aree marine protette "Plemmirio" di Siracusa e "Isole Pelagie" di Lampedusa, l'Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), Green Life soc. coop. ar.l. e l'Università di Catania per la Sicilia; University of Malta (UIOI-MOC, International Ocean Institute - Malta Operational Centre e Department of Mechanical Engineering) e Gal Xlokk per Malta.

The CM2 family of towfish includes two versions, the Standard and the DeepTow. Each version incorporates dual frequency operation, with a choice of two configurations, DF (100/325kHz) and EDF (325/780kHz).

For general survey tasks DF towfish are often the most useful. In 100kHz mode the search swath is up to 1000m wide, useful for searching for larger objects such as wrecks or freight containers. In 325kHz mode it is usually possible to distinguish such objects as mooring ropes, anchor chain, anchors, scour marks, pilings, crab pots, rocks (down to the size of a briefcase or less), as well as differences in seabed texture.


The CM2 Standard towfish. Specifications

EDF towfish offer the highest resolution. Like the DF towfish they offer 325kHz operation out to 150m. The EDF's 780kHz frequency gives the most detailed images, very useful for positively identifying an object first located at 325kHz.

The choice between Standard and DeepTow versions depends on the intended typical working depth and on the size of the towing vessel. Both versions are rated to 2000m but the Standard towfish can be launched and recovered by one man and is the first choice for any work down to a 100m depth, particularly from survey launches or similar small boats.


The CM2 DeepTow towfish. Specifications

The DeepTow, with its extra weight, is designed for use on larger survey ships, typically in conjunction with long, larger diameter tow cables.

Note that the complex HF sonar transducer configuration in both types of towfish is unique to C-MAX. It produces powerful, flat-topped transmit and receive beams complemented by additional coverage below the towfish. This gives wide high quality images and enhanced immunity from surface reflections.



C-MAX's unique towfish beam pattern

All of the towfish models feature:

Digitally controlled dynamically-optimised gain profile
Automatic towfish altitude measurement
Seabed proximity alarm
Breakaway mechanism with a safety link
Adjustable depression angle for the transducers
Water temperature sensor

venerdì 2 agosto 2013

GUNUNG PADANG: I RESTI DELLA PERDUTA "MU" ?

FINO AD OGGI LE TEORIE SUL LEGGENDARIO , IPOTETICO CONTINENTE SCOMPARSO NELL'OCEANO PACIFICO, DESCRITTO DA JAMES CHURCHWARD (MILITARE ED ESPLORATORE BRITANNICO) NEI SUOI SCRITTI, SONO SEMPRE STATE CONTESTATE, POICHE' BASATE SU DOCUMENTI TROPPO CONTROVERSI.
 INFATTI IL MANOSCRITTO MAYA DI DIEGO DE LANDA, PUBBLICATO DA BRASSEUR DE BOURBOURG NEL 1863, NON DA' ALCUNA AFFIDABILITA'.  UNO DEGLI ULTIMI CODICI MAYA, IL "TROANO", CODIFICATO SECONDO L'ERRONEA TAVOLA DI DECIFRAZIONE DI "DE LANDA", MENZIONEREBBE UN CONTINENTE (ISOLA?) CHIAMATA "MU",  SPROFONDATO MILLENNI FA, NEL BEL MEZZO DELL'OCEANO PACIFICO DURANTE UN NON PRECISATO CATACLISMA.
IL TUTTO FU APPUNTO RIPRESO ED AMPLIATO DA CHURCHWARD, CHE NEI SUOI LIBRI RIPORTA COMUNQUE MOLTE ALTRE "PROVE" CHE A SUO DIRE AVVALLEREBBERO L'ESISTENZA REMOTA DI QUESTO CONTINENTE.
IL TUTTO E' RIMASTO RELEGATO NEL MITO E NELLA LEGGENDA...FINO AD ORA... 

MLR



GUNUNG PADANG: UN SITO CHE RISCRIVE LA STORIA

di: Adriano Forgione


"Gobekli Tepe in Turchia non è l'unico sito megalitico a riscivere la storia. Ora, in Indonesia, Gunung Padang, inizia a dimostrare che esisteva una civiltà antica di 20.000 anni in grado di costruire pramidi e megaliti. Sono in contatto con il geologo Danny Hilman, Presto su FENIX uno speciale su questo straordinario sito. Intanto eccovi l'anteprima...
Gunung Padang è un sito megalitico che si trova in Indonesia, nel villaggio di Karyamukti, nella reggenza di Cianjur, West Java, 50 km a sud-ovest della città di Cianjur e 6 chilometri dalla stazione Lampegan. E il più grande sito megalitico nel sud-est asiatico attualmente conosciuto: l’area che lo riguarda si estende per circa 25 ettari.
Si è cominciato a parlare di questo sito dopo un sisma avvenuto a circa quattro miglia a nord, nel 2011. La squadra che fece le prime scoperte era formata da personale specializzato per l’assistenza sociale e le catastrofi naturali.
Situato a 885 metri sul livello del mare, il sito si estende su una collina che presenta una serie di terrazze delimitate da muri in pietra, a cui si accede per passi successivi, per un totale di circa 400 gradini.
Una seria indagine è stata condotta nel 2012 dalla quale sono emersi diversi elementi di rilevante importanza. Secondo la datazione radiometrica al carbonio, il sito risale a 6.500 anni fa, mentre la sezione che si trova dai 3 o 4 metri sotto la superficie agli 8-10 metri, risalirebbe a 12.500 anni fa (mentre le rilevazioni al radiocarbonio suggerirono che la struttura risaliva a 16.000 anni fa). La costruzione della parete di terrazze è simile al Machu Pichu in Perù. Il lato sud presenta 5 terrazze di pietra (vedi disegno qui in basso: i numeri romani indicano le cinque terrazze), mentre il lato est dispone di 100 terrazze in pietra con larghezza e altezza 2x2 metri; anche nel lato ovest vi sono terrazze in pietra, ma ancora coperte da terra e vegetazione; terrazze sono presenti pure nella parte nord, oltre a una scala di 1,5 metri di larghezza.


Sulla base di dati geoelettrici, georadar e geomagnetici, fino a 15 metri sotto la superficie si rilevano grandi camere. L’immagine radar mostra che la collina nasconde enclavi di roccia che assomigliano a santuari. Se questa ipotesi risultasse corretta, allora l’edificio che è stato dimenticato per migliaia di anni sarà simile alle piramidi egizie, con una età stimata tra i 6.700 e i 13.000 anni fa. Confrontata all’età delle piramidi di Giza (risalenti a 5.500 anni fa), la scoperta è sbalorditiva. Ma la ricerca è ancora alle prime fasi. È per questo che alcuni geologi continuano a mantenersi prudenti circa la scoperta della “piramide”, non escludendo un’origine naturale, sebbene quest’ultima si tratti di un’ipotesi che va facendosi sempre meno probabile. Nel mese di marzo 2013,  un nuovo team di archeologi ha effettuato una serie di scavi e di misurazioni geoelettriche sul fianco orientale della collina, rilevando una struttura di pietre disposte orizzontalmente; il coordinatore delle ricerche (Danny H. Natawidjaja) ha dichiarato che «non può trattarsi di una disposizione naturale», come confermato poco dopo anche dal prof. Ali Akbar dell’università di Indonesia. Inoltre, il mese successivo il prof. Andang Bachtiar (responsabile del team della Indonesian Association of Geologistics Center) ha messo in rilievo la presenza nel sito di materiale cementizio composto da minerale di ferro (per il 45%) e da silice (41%), mentre il restante 14% è argilla. «Un’ottima composizione per cementificare», ha osservato Danny Natawidjaja che, ha aggiunto Andang, richiede buone conoscenze metallurgiche, soprattutto per l'estrazione e l'utilizzo del ferro. L’analisi radiometrica di alcuni campioni di cemento è stata effettuata da uno dei laboratori più prestigioni del mondo, il Betalab di Miami (U.S.A.) e la datazione che ne risulta corrisponde a 12-13 mila anni fa. «Non è escluso che l’arcipelago indonesiano abbia ospitato una civiltà antica quanto l’egizia, se non addirittura più vetusta» ha concluso Natawidjaja. Il geologo Danny Hilman è convinto si tratti della più antica piramide del mondo. Dopo alcune rilevazioni effettuate nel mese di maggio (2013), ha dichiarato: «La struttura ha almeno 9 mila anni e potrebbe averne perfino 20 mila. È folle, ma questo è quanto si desume dalle rilevazioni». Aggiungendo: «Riteniamo che la costruzione interna presenti molteplici livelli. In genere, si è condotti a ritenere che l’età preistorica sia stata primitiva, ma questo monumento dimostrerebbe il contrario.»

http://www.smh.com.au/world/digging-for-the-truth-at-cont...

giovedì 1 agosto 2013

GIORGIO PICCARDI: SCIENZIATO PARTICOLARE

SECONDO POST SUI "GENI" DIMENTICATI O VOLUTAMENTE "ACCANTONATI" DALLA SCIENZA UFFICIALE.

MLR

Giorgio Piccardi: uno scienziato particolare.
Piccardi dedicò tutta la vita allo studio di fenomeni che implicano l'azione di basse frequenze e di energie molto piccole, fenomeni considerati insignificanti dalla scienza accademica

di: Giorgio Papeschi, Mara Larini, Mariagrazia Costa


Giorgio Piccardi era per certi aspetti un chimico eclettico. La sua carriera abbracciò molti settori di ricerca. Personalità intellettualmente vivace, trovava sempre nuovi filoni di ricerca in tutto ciò che lo circondava. La sua mente era una fucina di nuove ipotesi e di ragionamenti che egli portava avanti spesso da solo, ma cercando di coinvolgere colleghi ed allievi. Forzando la sua vera natura profondamente laica, si può dire che lo sguardo molto acuto di Giorgio Piccardi fosse rivolto in egual misura verso tutte le meraviglie del creato.
Giorgio Piccardi nacque a Firenze il 13 ottobre 1895. Nel 1913 si iscrisse al Regio Istituto di Studi Superiori Pratici e di Perfezionamento, dove iniziò lo studio della chimica sotto la guida del celebre Ugo Schiff (1834-1915). Gli studi vennero interrotti per l'avvento della guerra, durante la quale, come ufficiale degli Alpini, egli si guadagno una medaglia d'argento al valor militare ed il grado di capitano.
Finita la guerra, dopo una parentesi torinese tornò a Firenze per laurearsi nel 1921 sotto la guida di Luigi Rolla (1882-1960). Successivamente divenne assistente volontario del medesimo, che lo coinvolse nelle sue ricerche; fra queste il laborioso frazionamento delle terre rare, alla ricerca dell'elemento 61 ancora sconosciuto. Ma la ricerca molto impegnativa purtroppo non portò i frutti desiderati con la scoperta dell'elemento, denominato dal gruppo di Firenze Florenzio in onore della città.
Giorgio Piccardi fu uno dei primi spettroscopisti italiani; con questa tecnica pionieristica egli scoprì anche l'esistenza di alcuni elementi presenti nella cromosfera del sole.
Nel 1938 Piccardi vinse la cattedra di chimica fisica presso l'Università di Genova. Le mutevoli vicende seguite allo scoppio della seconda guerra mondiale l'obbligarono a tornare in Toscana, dove proseguì le sue ricerche presso l'Ateneo fiorentino. Nel 1945 ottenne la cattedra di chimica fisica presso la Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali di Firenze, fondando l'istituto di chimica fisica del quale fu direttore fino al 1965.

Lo studio di fenomeni considerati "insignificanti":

Il 1951 coincise con un drastico mutamento di interessi di ricerca. Piccardi incentrò le sue energie sullo studio del tempo come coordinata essenziale della dinamica dei processi naturali. Egli prese in considerazione i così detti fenomeni fluttuanti, ovvero processi evolutivi non inerziali in quanto soggetti all'influenza di forze esterne ed aperti allo scambio di energia e di materia. Fra questi fattori egli includeva anche le variabili terrestri, solari e cosmiche. Studiò alcune reazioni chimiche in soluzione acquosa ed osservò il fenomeno della energizzazione o attivazione dell'acqua quando veniva sottoposta all'azione di campi elettromagnetici di bassa energia.

Giorgio Piccardi notò che il tempo non era un fattore omogeneo per ogni istante successivo. Ipotizzò l'esistenza di fenomeni non perfettamente riproducibili, che meritavano di essere studiati scientificamente: fenomeni o processi che implicano l'azione di basse frequenze e di energie molto piccole, i quali vengono generalmente considerati insignificanti, perché producono piccoli effetti. Il tempo, considerato generalmente come successione d'istanti equivalenti è il dogma fondamentale della scienza meccanicistica. Tuttavia la natura non segue questi canoni. Ancora, nel ribadire la sua ipotesi egli scriveva: il non poter riprodurre le condizioni in cui si svolge un'esperienza ci pone il problema di registrare l'istante ed il periodo di tempo in cui l'esperimento s'è svolto. Un'ora non è identica ad un'altra ora proprio perché i fenomeni sono fluttuanti. La data e l'ora caratterizzano una situazione fisica che cambia nel corso del tempo. Il tempo in chimica, biologia e forse in psicologia e sociologia non è soltanto una durata, ma una coordinata. Esistono oggetti insensibili e sensibili a queste azioni spaziali; fra questi ultimi i sistemi acquosi ed in particolare quelli colloidali.

L'influenza del Sole:

Dai suoi test emerse che le macchie solari ed i fenomeni conseguenti hanno influenza sull'andamento di alcune reazioni chimiche. Uno dei fattori più rilevanti risultò essere il ciclo annuale, legato alle variazioni di posizione e velocità della terra nel suo moto elicoidale rispetto alla galassia, dovuto alla composizione del movimento ellittico del nostro pianeta con quello rettilineo di traslazione del Sole verso la costellazione di Ercole. A marzo, quando la terra si muove sul piano equatoriale e la velocità è massima, la flocculazione dell'ossicloruro di bismuto è in media bassa, mentre risulta alta in settembre, quando il movimento del pianeta è perpendicolare al piano dell'equatore e la sua velocità è minima.
Giorgio Piccardi descrisse la sua ipotesi solare nel libro The Chemical Basis of Medical Climatology , i cui dati erano stati raccolti da moltissimi ricercatori nelle più remote regioni della terra: dall'Università di Bruxelles dove operava Mme Capel Boute (1914-2003) al Circolo Polare Artico, dalle regioni equatoriali del Congo, alle Isole Kerguelen nelle Terre Antartiche Francesi.

Un pioniere dell'interdisciplinarità:

Come fece notare Enzo Ferroni (1921-2007), suo successore nella direzione dell'Istituto di Chimica Fisica ed in seguito Rettore dell'Università di Firenze, in occasione della commemorazione del maestro, Giorgio Piccardi si spense la notte del solstizio d'inverno del 1972.
Giorgio Piccardi, The Italian Physical Chemist and Master of the Sun così l'aveva definito l'americano George B. Kauffman era un uomo comprensivo, amichevole e pacato, ma anche deciso e determinato. Fu padre affettuoso e liberale di tre figlie, molto seguite ed amate. La sua azione come maestro per gli studenti, i collaboratori ed i familiari è stata costante, incisiva ed indelebile. I suoi insegnamenti non riguardavano solo la chimica, ma molti altri campi della cultura: dall'astronomia, alla pittura, alla vela. Giorgio Piccardi introdusse per primo lo studio delle interfasi e dei fenomeni di superficie (suo il brevetto del tensiometro bifilare conservato al Museo della Scienza di Milano).
Piccardi con il suo lavoro ventennale, ha aperto una via innovativa della scienza, ma dopo la sua morte le ricerche furono proseguite prevalentemente all'estero. Solo recentemente alcuni gruppi di lavoro si sono fatti strada in Italia e nell'agosto 2002 è stato inaugurato a Filignano d'Isernia un Laboratorio Biometeorologico Giorgio Piccardi.
Egli in un certo senso tentò di portare un cambiamento al modo di pensare degli scienziati; fu un antesignano dell'interdisciplinarità, batté strade nuove che molti colleghi si rifiutarono di seguire, o semplicemente comprendere. A molti anni di distanza si può dire che ciò che fece non fu affatto vano, perché il suo lavoro e le sue idee non sono andate perdute, anzi oggi si ritrovano in pubblicazioni scientifiche di vari campi di ricerca di differenti paesi.

Bibliografia
[1] L. Rolla Un nuovo elemento: il Florenzio Atti Soc. It. Progresso delle Sci. Riunione 15° (1926) pp. 58-62.
[2] G. Piccardi Sopra un nuovo fenomeno di natura elettrica e sopra un nuovo effetto presentato dai metalli Gazzetta Chimica Italiana vol. 68, fasc. IV (1938) pp. 246-263.
[3] G. Piccardi e U. Becker Test chimico ed attività solare Geofisica e Meteorologia vol. IV, n. 4-5 (1956) p. 2.
[4] G. Piccardi The Chemical Basis of Medical Climatology Thomas Publisher, Springfield, Illinois USA (1962) 146 pp.
[5] G. B. Kauffman e L. Belloni Giorgio Piccardi, Italian Physical Chemist and Master of the Sun Journal of Chemical Education vol. 64 (1987) pp. 205-208.



lunedì 29 luglio 2013

LE MALATTIE INVENTATE PER PROFITTO: SMASCHERATA LA "ADHD"


PER LA RUBRICA: ATTUALITA SCOMODE, POSSIAMO TRANQUILLAMENTE INCLUDERE QUELLE NOTIZIE SCIENTIFICHE DI MEDICINA CHE DIFFICILMENTE TROVANO SPAZIO SUI MEDIA UFFICIALI, CONTROLLATI DAL POTERE POLITICO-FINANZIARIO.  IN QUESTO SPECIFICO CASO, LINTERESSE MAGGIORE E DELLE MULTINAZIONALI FARMACEUTICHE, CHE OVVIAMENTE PROSPERANO SOLO SE LUMANITA E AMMALATA. ECCO PERCHE, LINVENZIONE PURA E SEMPLICE DI MALATTIE INESISTENTI, E UNO DEI TANTI ARGOMENTI TABU , DI CUI NON BISOGNA PARLARE.

MLR


ADHD: la verità sul deficit di attenzione e iperattività
L'ADHD ovvero il deficit di attenzione e iperattività è davvero una malattia? Le ultime ricerche dicono di no...

Di: Fabio Sinibaldi


La sindrome da deficit dellattenzione e iperattività (in inglese Attention Deficit e Hyperactivity Disorder, da cui la sigla ADHD) ha creato grande confusione negli ultimi anni. Il numero di diagnosi è cresciuto vertiginosamente, circa un bambino su cinque sembrerebbe affetto da questa sindrome (dato rilevato dal Federal Centers for Disease Control and Prevention). I genitori si sono disperati, alcuni insegnanti coscienziosi sono entrati in crisi sul da farsi, altri hanno trovato una comoda etichetta per liberarsi dei bambini difficili da gestire. I professionisti del settore hanno cominciato a cercare di curare il fenomeno, ma spesso con scarsi risultati. In un quadro caotico del genere ha fatto scandalo, di recente, la dichiarazione di Leon Eisenberg, la persona che aveva ideato e definito lADHD come una patologia. Oggi il dottor Leon Eisenberg si è pentito è ha confessato che tale patologia non esiste, si tratta solo di uninvezione (Dal settimanale tedesco Der Spiegel, 2 febbraio 2012).
A questo punto per fare chiarezza sul tema conviene fare un passo indietro. Le diagnosi mediche e psicologiche nascono come etichette rapide per capire di cosa si sta parlando. Purtroppo, storicamente, le etichette tendono a vivere di vita autonoma, diventano un marchio indelebile che accompagna la persona. Un esempio tratto dalla vita quotidiana può rendere bene il concetto: se conosciamo una persona che sia chiama Marco e diciamo che è sovrappeso stiamo mettendo unetichetta riduttiva che non tiene conto di quanti chili è sovrappeso, se questo gli crea problemi fisici o mentali, se ha preso quei chili perché pensa erroneamente che il fritto sia un cibo dietetico e lo mangia tutti i giorni oppure perché è molto stressato e non metabolizza bene i carboidrati (o altro ancora). Quando parleremo di Marco con altre persone ci riferiremo a lui come chi? quello sovrappeso?, fissando per sempre unimmagine parziale della persona, come se fosse la cosa più sicura al mondo. Pensate che lo stesso fenomeno avviene quando si dice che un bambino ha un deficit dellattenzione o che è iperattivo. Magari al tempo in cui è stato etichettato così - posto che lo fosse veramente - era solo agitato perché i genitori litigavano spesso, oppure era un bambino molto vivace in una classe di bambini tranquilli. I confronti sono spesso la fonte di tanti inganni e fraintendimenti.

Avete presente Gillian Lynne, la coreografa di Cats, The Phantom of the Opera e altri famosi musical firmati da Andrew Lloyd Webber? Quando era bambina era stata sottoposta alla valutazione di un professionista perché era sempre vivace e facilmente distraibile a scuola. Per fortuna non avevano ancora inventato la definizione di ADHD e il professionista che la visitò era una persona di grande intelligenza e intuito: disse alla madre che questa bambina aveva bisogno di muoversi e di fare qualcosa di appassionante. Così la mamma la iscrisse a una scuola di danza... e il resto è storia. Questa è la storia di una persona soddisfatta, che ha fatto ciò per cui era portata, ma cosa sarebbe successo se la diagnosi fosse stata fatta ai giorni nostri e le avessero dato un farmaco per tranquillizzarla?
Oggi per fortuna sono tante le evidenze che la maggior parte di bambini classificati con deficit dellattenzione e disturbo di iperattività in realtà non hanno nessun problema mentale o fisico. Se un problema c’è, spesso è transitorio e dovuto a fattori esterni molto facilmente individuabili e governabili.
Real Way of Life, istituto internazionale di ricerca, formazione e divulgazione, ha appena pubblicato uno studio condotto nell'arco di due anni che ha coinvolto 720 bambini tra i 5 e 16 anni (www.realwayoflife.com/bambini). È stato messo sotto la lente dingrandimento il fenomeno dellADHD (deficit dellattenzione e iperattività), ma anche alcune altre diagnosi oggi molto diffuse e con caratteristiche affini: disturbi dellapprendimento come dislessia, disgrafia, ma anche solo difficoltà con materie specifiche; difficoltà emotive e relazionali come, elevata ansietà, paura, timidezza, chiusura relazionale. Inoltre è stata prestata attenzione alla condizione di salute generale dei bambini, osservando la forza o debolezza del sistema immunitario (che si manifesta attraverso allergie, intolleranze, facilità ad ammalarsi). Lo scopo dello studio era duplice: di verificare se si trattasse di diagnosi corrette o di etichette generalizzate; individuare modalità semplici ed efficaci per attenuare o eliminare i sintomi fastidiosi per i bambini, indipendentemente da come erano stati valutati. La ricerca si inserisce nel filone ottimistico e promettente della PNEI (PsicoNeuroEndocrinoImmunologia), delle NeuroScienze e della Neurologia Funzionale, discipline altamente scientifiche e innovative che stanno cambiando i paradigmi della scienza.
Tutti i bambini hanno seguito un piano denominato Real Kids ©, ci spiega Sara Achilli - coordinatrice del progetto - consistente nel fornire 3 semplici accorgimenti alimentari, alcune informazioni e suggerimenti rispetto alle proprie emozioni, due esercizi per sviluppare autopercezione e consapevolezza corporea, tre esercizi da fare per ottimizzare la lateralizzazione degli emisferi cerebrali. I cambiamenti sono stati valutati a 3, 6 e 12 mesi di distanza.

Tra i risultati più rilevanti:
    dopo un anno l'87% dei bambini ha riscontrato miglioramenti significativi rispetto alle proprie difficoltà iniziali e la maggior parte dei cambiamenti è avvenuta entro 6 mesi;
    il miglioramento dei risultati scolastici è stato sostenuto, in particolare, dall'assunzione regolare di Omega 3 e dagli esercizi con i movimenti oculari;
   lalimentazione delle madri in gravidanza e in allattamento influisce direttamente sulle capacità cognitive dei figli;
    la gestione delle emozioni (come iperemotività, reazioni ansiose eccessive, comportamenti aggressivi) è migliorata per il 68% dei casi nel primo mese;
    il maggior effetto sulla riduzione dellansia si è avuto grazie allo sblocco della respirazione diaframmatica e a una spiegazione di unora delle emozioni dal punto di vista etologico (luomo visto come animale da branco);
    la riduzione degli zuccheri raffinati ha portato al buon miglioramento di tutti i bambini, indipendentemente dalla problematica evidenziata;
    tutti i bambini, anche i più piccoli, sono stati consapevoli dei cambiamenti avvenuti, dimostrando una capacità riflessiva di solito inaspettata in certe fasce di età ed evidenziando come un bambino si accorga immediatamente quando viene eliminato un elemento di blocco o di disagio.

Questi risultati sono incoraggianti e confermano quelle teorie per cui tutte le risorse per stare bene sono già dentro di noi e in quello che la natura ci offre, basta sapere come attivarle e come rimettersi in fisiologia.



Riferimenti bibliografici e sitografici
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Langberg JM, Epstein JN, Simon JO, Loren RE, Arnold LE, Hechtman L, Hinshaw SP, Hoza B, Jensen PS, Pelham WE, Swanson JM, Wigal T. Parental Agreement on ADHD Symptom-Specific and Broadband Externalizing Ratings of Child Behavior. J Emot Behav Disord. 2010 Mar;18(1):41-50.












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