FINO AD OGGI LE TEORIE SUL LEGGENDARIO , IPOTETICO CONTINENTE SCOMPARSO NELL'OCEANO PACIFICO, DESCRITTO DA JAMES CHURCHWARD (MILITARE ED ESPLORATORE BRITANNICO) NEI SUOI SCRITTI, SONO SEMPRE STATE CONTESTATE, POICHE' BASATE SU DOCUMENTI TROPPO CONTROVERSI.
INFATTI IL MANOSCRITTO MAYA DI DIEGO DE LANDA, PUBBLICATO DA BRASSEUR DE BOURBOURG NEL 1863, NON DA' ALCUNA AFFIDABILITA'. UNO DEGLI ULTIMI CODICI MAYA, IL "TROANO", CODIFICATO SECONDO L'ERRONEA TAVOLA DI DECIFRAZIONE DI "DE LANDA", MENZIONEREBBE UN CONTINENTE (ISOLA?) CHIAMATA "MU", SPROFONDATO MILLENNI FA, NEL BEL MEZZO DELL'OCEANO PACIFICO DURANTE UN NON PRECISATO CATACLISMA.
IL TUTTO FU APPUNTO RIPRESO ED AMPLIATO DA CHURCHWARD, CHE NEI SUOI LIBRI RIPORTA COMUNQUE MOLTE ALTRE "PROVE" CHE A SUO DIRE AVVALLEREBBERO L'ESISTENZA REMOTA DI QUESTO CONTINENTE.
IL TUTTO E' RIMASTO RELEGATO NEL MITO E NELLA LEGGENDA...FINO AD ORA...
MLR
GUNUNG PADANG: UN SITO CHE RISCRIVE LA STORIA
di: Adriano Forgione
http://ilblogdiadrianoforgione.myblog.it/archive/2013/08/01/gunung-padang-i-resti-di-mu-5546914.html
"Gobekli Tepe in Turchia non è l'unico sito megalitico a
riscivere la storia. Ora, in Indonesia, Gunung Padang, inizia a dimostrare che
esisteva una civiltà antica di 20.000 anni in grado di costruire pramidi e
megaliti. Sono in contatto con il geologo Danny Hilman, Presto su FENIX uno
speciale su questo straordinario sito. Intanto eccovi l'anteprima...
Gunung Padang è un sito megalitico che si trova in
Indonesia, nel villaggio di Karyamukti, nella reggenza di Cianjur, West Java,
50 km a sud-ovest della città di Cianjur e 6 chilometri dalla stazione
Lampegan. E il più grande sito megalitico nel sud-est asiatico attualmente
conosciuto: l’area che lo riguarda si estende per circa 25 ettari.
Si è cominciato a parlare di questo sito dopo un sisma
avvenuto a circa quattro miglia a nord, nel 2011. La squadra che fece le prime
scoperte era formata da personale specializzato per l’assistenza sociale e le
catastrofi naturali.
Situato a 885 metri sul livello del mare, il sito si estende
su una collina che presenta una serie di terrazze delimitate da muri in pietra,
a cui si accede per passi successivi, per un totale di circa 400 gradini.
Una seria indagine è stata condotta nel 2012 dalla quale
sono emersi diversi elementi di rilevante importanza. Secondo la datazione
radiometrica al carbonio, il sito risale a 6.500 anni fa, mentre la sezione che
si trova dai 3 o 4 metri sotto la superficie agli 8-10 metri, risalirebbe a
12.500 anni fa (mentre le rilevazioni al radiocarbonio suggerirono che la
struttura risaliva a 16.000 anni fa). La costruzione della parete di terrazze è
simile al Machu Pichu in Perù. Il lato sud presenta 5 terrazze di pietra (vedi
disegno qui in basso: i numeri romani indicano le cinque terrazze), mentre il
lato est dispone di 100 terrazze in pietra con larghezza e altezza 2x2 metri;
anche nel lato ovest vi sono terrazze in pietra, ma ancora coperte da terra e
vegetazione; terrazze sono presenti pure nella parte nord, oltre a una scala di
1,5 metri di larghezza.
Sulla base di dati geoelettrici, georadar e geomagnetici,
fino a 15 metri sotto la superficie si rilevano grandi camere. L’immagine radar
mostra che la collina nasconde enclavi di roccia che assomigliano a santuari.
Se questa ipotesi risultasse corretta, allora l’edificio che è stato
dimenticato per migliaia di anni sarà simile alle piramidi egizie, con una età
stimata tra i 6.700 e i 13.000 anni fa. Confrontata all’età delle piramidi di
Giza (risalenti a 5.500 anni fa), la scoperta è sbalorditiva. Ma la ricerca è
ancora alle prime fasi. È per questo che alcuni geologi continuano a mantenersi
prudenti circa la scoperta della “piramide”, non escludendo un’origine naturale,
sebbene quest’ultima si tratti di un’ipotesi che va facendosi sempre meno
probabile. Nel mese di marzo 2013, un
nuovo team di archeologi ha effettuato una serie di scavi e di misurazioni
geoelettriche sul fianco orientale della collina, rilevando una struttura di
pietre disposte orizzontalmente; il coordinatore delle ricerche (Danny H.
Natawidjaja) ha dichiarato che «non può trattarsi di una disposizione
naturale», come confermato poco dopo anche dal prof. Ali Akbar dell’università
di Indonesia. Inoltre, il mese successivo il prof. Andang Bachtiar
(responsabile del team della Indonesian Association of Geologistics Center) ha
messo in rilievo la presenza nel sito di materiale cementizio composto da
minerale di ferro (per il 45%) e da silice (41%), mentre il restante 14% è
argilla. «Un’ottima composizione per cementificare», ha osservato Danny
Natawidjaja che, ha aggiunto Andang, richiede buone conoscenze metallurgiche,
soprattutto per l'estrazione e l'utilizzo del ferro. L’analisi radiometrica di alcuni
campioni di cemento è stata effettuata da uno dei laboratori più prestigioni
del mondo, il Betalab di Miami (U.S.A.) e la datazione che ne risulta
corrisponde a 12-13 mila anni fa. «Non è escluso che l’arcipelago indonesiano
abbia ospitato una civiltà antica quanto l’egizia, se non addirittura più
vetusta» ha concluso Natawidjaja. Il geologo Danny Hilman è convinto si tratti
della più antica piramide del mondo. Dopo alcune rilevazioni effettuate nel
mese di maggio (2013), ha dichiarato: «La struttura ha almeno 9 mila anni e
potrebbe averne perfino 20 mila. È folle, ma questo è quanto si desume dalle
rilevazioni». Aggiungendo: «Riteniamo che la costruzione interna presenti
molteplici livelli. In genere, si è condotti a ritenere che l’età preistorica
sia stata primitiva, ma questo monumento dimostrerebbe il contrario.»
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