IL RISVEGLIO DEL CADUCEO DORMIENTE: la vera genesi dell'Homo sapiens

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VIDEO SINOSSI DELL'UOMO KOSMICO

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LA NUOVA CONOSCENZA

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GdM

venerdì 30 novembre 2018

MEDICINA SPAZIALE: IL CERVELLO UMANO E LA GRAVITA'



La permanenza nello spazio porta ad una riduzione del volume del cervello umano.

Secondo un recente studio condotto dall'Università di Antwerp, passare troppo tempo nello spazio provocherebbe una riduzione del volume del cervello umano.
Da tempo siamo a conoscenza del fatto che la permanenza dell’uomo nello spazio modifica la morfologia del corpo umano, portando ad esempio all’atrofia muscolare e alla riduzione della densità ossea. Un recente studio, pubblicato sul New England Journal of Medicine e condotto da un team di neuroscienziati dell’Università di Antwerp, ha dimostrato che passare dei lunghi periodi di tempo nello spazio avrebbe anche effetti negativi sul cervello. Il cervello subirebbe infatti una riduzione di volume che perdura anche a distanza di mesi dal termine della missione.

Lo studio:

Quanto dimostrato è il risultato dello studio del cervello di dieci cosmonauti, con età media di 44 anni, che avevano trascorso una media di 189 giorni a bordo della Stazione Spaziale Internazionale. Il cervello è stato misurato, tramite risonanza magnetica, sia prima che al termine della missione, a distanza di 9 giorni dal ritorno. Dalla risonanza si sono osservati cambiamenti significativi sia nella materia bianca che in quella grigia del cervello. La materia grigia si è ridotta a seguito dei viaggi, ma gli esami hanno dimostrato che si era ritirata solo temporaneamente. Invece la materia bianca ha mostrato diminuzioni più significative e anche permanenti, o comunque molto più durature. Le immagini evidenziano anche uno spostamento verso l’alto del cervello e un restringimento dello spazio presente tra la parte superiore del cervello e il cranio. Tali cambiamenti sarebbero causa di un aumento della pressione intracranica e di problemi di vista sperimentati da alcuni astronauti. Il professor zu Eulenburg ha dichiarato: “Presi nel loro complesso, i nostri risultati indicano dei cambiamenti prolungati nello schema di circolazione del fluido cerebrospinale per un periodo di almeno sette mesi dopo il ritorno sulla Terra. Tuttavia non è ancora chiaro se queste estese alterazioni evidenziate nella materia grigia e bianca possano avere delle conseguenze anche sull’aspetto cognitivo”. Per ulteriori conferme serviranno ulteriori studi sulle missioni di lunga durata.


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DI MARCO LA ROSA
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