Specie umana: è lo 0,01% del
pianeta ma s’è mangiata l’83% dei mammiferi e il 50% delle piante
Esiste un modo efficace per
valutare la presenza della specie homo sapiens sul pianeta Terra: in termini di
biomasse (il peso degli organismi) la sua incidenza vale solo lo 0,01% rispetto
a tutte le altre forme viventi. Una conferma, se vogliamo, della nostra
finitezza e insignificanza.Tuttavia, sia pur così marginale e irrilevante dal
punto di vista quantitativo, l’uomo è un mostro divoratore di tutto ciò che lo
circonda: nella sua breve esistenza, ma soprattutto nell’ultimo miglio (gli
ultimi 50 anni) ha distrutto l’83% della classe di vertebrati cui appartiene, i
mammiferi. E il 50% delle specie vegetali. 7,6 miliardi di persone, l’attuale
popolazione mondiale, rappresentano una goccia nel mare della vita biologica,
ma l’impatto delle attività umane è incommensurabilmente schiacciante rispetto
a quanto di vivo lo circonda. Queste le conclusioni della ricerca portata
avanti da Ron Milo al Weizmann Institute of Science di Israel, un lavoro
pubblicato su Pnas. I risultati, anche se le cifre non possono essere precise,
ma utili soltanto a farsi un’idea, ci dicono questo: tutta la vita sulla Terra
è costituita dall’82% da piante, dal 13% di batteri, dal 5% di animali
(insetti, funghi, pesci e altre specie) e soltanto dal 0,01% dall’uomo. L’86%
della vita si trova sulla terraferma, l’1% negli oceani e il 13% sottoterra
(soprattutto batteri).
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DI MARCO LA ROSA
SONO EDIZIONI OmPhi Labs
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