SEGNALATO DAL DR. GIUSEPPE
COTELLESSA (ENEA)
Esperimenti condotti nei topi
svelano che uno o più fattori nel sangue giovane invertono gli effetti
dell'invecchiamento: IL RUOLO CHIAVE DELLA PROTEINA GDF 11
Dopo quella che consente di
proteggere la chioma dall'alopecia un'altra “cura del vampiro” promette di
rivoluzionare il mondo della medicina. Tre diversi studi pubblicati sulle
prestigiose riviste scientifiche Nature Medicine e Science hanno infatti
dimostrato che nei topi il sangue di individui giovani contiene fattori che
aiutano gli animali più anziani a migliorare molti dei problemi mentali e
fisici associati all'invecchiamento. In particolare, gli effetti ringiovanenti
riguardano la memoria, la forza muscolare, la resistenza e l'olfatto. Non solo,
i risultati ottenuti nelle tre ricerche suggeriscono che il sangue “giovane”
potrebbe aiutare a capovolgere letteralmente la progressione del declino
cognitivo associato a patologie tipiche dell'invecchiamento, ad esempio
l'Alzheimer. Lo studio pubblicato su Nature Medicine, condotto dai ricercatori
dell'Università della California di San Francisco e dell'Università di
Stanford, ha previsto di collegare fisicamente i sistemi circolatori di topi
anziani a quelli di topi più giovani. Il collegamento ha fatto sì che negli
animali più anziani comparissero poco alla volta più connessioni fra le cellule
cerebrali e che venissero prodotte proteine associate alla capacità del
cervello di riorganizzarsi dopo aver acquisito nuove informazioni. Non solo,
gli autori hanno dimostrato che l'iniezione di plasma sanguigno ottenuto da
topi giovani migliora la memoria dei topi più anziani, aumentando, ad esempio,
la loro capacità di trovare una piattaforma per riposare all'interno di un
labirinto acquatico. Il fatto che scaldare il plasma prima dell'iniezione
eliminasse gli effetti osservati ha portato ad ipotizzare che il fattore
responsabile di questi benefici fosse una o più proteine, molecole sensibili
alle alte temperature. In effetti in uno degli altri due studi, entrambi
pubblicati su Science, un gruppo di ricercatori di Harvard ha dimostrato che
per ringiovanire i muscoli di topi anziani basta connettere il loro apparato
circolatorio a quello di animali giovani o iniettando loro una singola proteina
tipica del sangue dei topi più giovani. La proteina in questione è GDF11,
già nota agli esperti perché in grado di contrastare la dilatazione cardiaca
associata allo scompenso cardiaco; questo nuovo studio porta ora ad associarla
alla riparazione del Dna delle cellule staminali di muscoli, al ringiovanimento
delle fibre muscolari e dei mitocondri (le “centrali energetiche” della
cellula) e all'aumento della forza muscolare e della resistenza nella corsa.
Non solo, GDF11 ha effetti ringiovanenti anche sul cervello. “Ciò – ha
sottolineato Amy Wagers, fra i responsabili dello studio – significa che questa
proteina agisce davvero in modo coordinato su più tessuti”. La scoperta accende
quindi la speranza di poter mettere appunto terapie farmacologiche che agiscano
su un punto comune a diversi disturbi associati all'invecchiamento, incluse la
debolezza muscolare, la degenerazione del sistema muscolare e le malattie
cardiache. Infine, l'ultimo studio, anch'esso condotto all'Università di
Harvard, ha analizzato l'effetto di trasfusioni di GDF11 ottenute collegando il
sistema circolatorio di un topo giovane con quello di un topo anziano. E' stato
così scoperto che il sangue “giovane” migliora la circolazione nella zona
subventricolare – un'area del cervello associata alla percezione degli odori –
stimolando così la produzione di nuove cellule nervose e migliorando di
conseguenza l'olfatto ridotto dall'invecchiamento. Per di più il miglioramento
del flusso del sangue è stato osservato anche nel resto del cervello. Per
ringiovanire bisogna quindi sperare di trovare un donatore di sangue giovane?
In realtà Bradley Wise, direttore della Neurobiology of Aging Branch at the
National Institute on Aging, frena gli entusiasmi spiegando che è troppo presto
per raccomandare trasfusioni di sangue umano per migliorare la salute degli
anziani. Secondo l'esperto è probabile che eventuali trattamenti che dovessero
essere messi a punto a partire da questi studi si basino su singoli fattori
presenti nel sangue o loro analoghi. “La grande domanda – sottolinea Wise – è:
quali sono questi fattori?”
Al momento i ricercatori di
Harvard pensano di continuare i loro studi su GDF11 per capire se è l'unico
elemento responsabili degli effetti ringiovanenti. “Scommetto – commenta Wagers
– che sarà più di una proteina a dar conto dell'invecchiamento”.
Da:
http://salute24.ilsole24ore.com/articles/16644-con-il-sangue-giovane-si-puo-arrestare-l-invecchiamento
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DI MARCO LA ROSA
SONO EDIZIONI OmPhi Labs
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