IL RISVEGLIO DEL CADUCEO DORMIENTE: la vera genesi dell'Homo sapiens

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VIDEO SINOSSI DELL'UOMO KOSMICO

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LA NUOVA CONOSCENZA

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GdM

martedì 1 settembre 2015

ALLA RICERCA DELL'HOMO SELVATICUS ...


Dolomiti: Alla ricerca dell’Homo Selvaticus della Val di Fiemme.




di Giancarlo Pavat

con la collaborazione di Sonia Palombo


  “Non si può fare a meno di pensare all’uomo selvaggio, all’uomo delle foreste, all’Homo Selvaticus, che assilla l’immaginario degli uomini del Medio Evo ed al quale si chiede turbati, quando lo si incontra nella foresta o nella letteratura e nell’arte “Sei un uomo o una bestia?” 

(J. Le Goff)

Contrariamente a quello che pensano la maggior parte delle persone, non è vero che le montagne, e in particolare le Dolomiti, nei secoli e millenni trascorsi siano state refrattarie all’insediamento umano. Lo testimoniano i numerosi siti archeologici che ci hanno restituito istantanee della vita dei nostri predecessori nella Preistoria e Protostoria. Ovviamente non si sta parlando di insediamenti a quote troppo elevate. Ad esempio nelle Dolomiti i siti di frequentazione mesolitica tra i 10.000 (fine dell’ultima Era Glaciale) e i 7.500 anni fa, sono distribuiti in quote che vanno dai 1.500 ai 2.400 metri slm..
Tracce di cacciatori-raccoglitori sono state scoperte all’Alpe di Siusi (il celebre altopiano dolomitico, chiamato Mont Sëuc in ladino, e Seiser Alm in tedesco), sull’Alpe di Resciesa (che dal 2000 fa parte del parco naturale “Puez-Odle”, Patrimonio mondiale naturale dell’UNESCO, si trova a nord di Ortisei, Urtijëi in ladino e St. Ulrich in tedesco), al Passo Falzarego (il valico di 2.217 metri slm., in provincia di Belluno, che mette in comunicazione l’alto Agordino con Cortina d’Ampezzo), al Passo Pordoi (chiamato Jouf de Pordou in ladino e Pordoijoch in tedesco, valico di 2.239 metri slm., compreso tra i gruppi dolomitici del Sella e della Marmolada), al Passo Sella (Jëuf de Sela in ladino, Sellajoch in tedesco, valico di 2.240 metri slm., compreso tra il Gruppo del Sassolungo e il Gruppo del Sella, che mette in comunicazione Canazei, in Val di Fassa con Selva di Val Gardena, in Val Gardena), al Passo Gardena (Ju de Frara in ladino “badioto”, Jëuf de Frea in ladino gardenese, Grödner Joch in tedesco, valico di 2.121 metri slm. Situato tra la Val Gardena e la Val Badia, tra il Gruppo del Sella a sud e il Gruppo del Cir a nord, consente le comunicazioni tra Selva di Val Gardena con la frazione di Colfosco del comune di Corvara in Val Badia), Passo Giau (valico alpino di 2.236 metri slm., situato nelle Dolomiti, in provincia di Belluno, dominato dal Nuvolau con i suoi 2.574 metri di altezza e dall’Averau, alto 2.647 metri; collega Cortina d’Ampezzo con Colle Santa Lucia e Selva di Cadore in Val Fiorentina), e ai Laghi di Colbricon non lontano da Passo Rolle (posto a quota 1.984 m slm., collega le valli del Primiero e di Fiemme).
Nel 1985, il professor Vittorino Cazzetta di Pescul di Selva di Cadore (BL), scoprì presso Mondeval de Sora (un ampio pianoro, posto a circa 2.150 metri di altitudine media, nel comune di San Vito di Cadore), sotto un masso erratico, uno dei più interessanti siti paleontologici mai rinvenuti sulle Dolomiti. Dal 1986 al 2000 sul sito vennero condotte ben 15 campagne di scavo coordinate dal prof. Antonio Guerreschi, docente di Paletnologia dell’Università di Ferrara, che grazie ai reperti rinvenuti, hanno permesso di gettare nuova luce sulla preistoria alpina. Il ritrovamento più clamoroso del Mondeval fu una sepoltura risalente ad oltre 8.000 anni fa, ai piedi del Lastoi de Formin , a quota 2.150 metri slm..
Si trattava dello scheletro completo di un cacciatore preistorico del Mesolitico, poi denominato “Uomo del Mondeval”, inumato assieme a numerosi oggetti di corredo. Oggi l’”Uomo del Mondeval” è esposto presso il nuovo Museo di Selva di Cadore.

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