IL RISVEGLIO DEL CADUCEO DORMIENTE: la vera genesi dell'Homo sapiens

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VIDEO SINOSSI DELL'UOMO KOSMICO

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PREMIO NAZIONALE CRONACHE DEL MISTERO
ALTIPIANI DI ARCINAZZO 2014
* MISTERI DELLA STORIA *

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LA NUOVA CONOSCENZA

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GdM

domenica 8 giugno 2014

venerdì 6 giugno 2014

LA MORTE NON ESISTE PERCHE' LA VITA "PRECEDE L'ESISTENZA DELL'UNIVERSO"


“La morte non esiste”!  Alla scoperta del Biocentrismo del dott. Robert Lanza

Segnalato da:  Dr. MIGUEL LUNETTA

Molti di noi, a buona ragione, temono la morte. Noi crediamo nella morte perchè così ci è stato detto: “noi moriremo”! Ma una nuova teoria scientifica suggerisce che la morte corporale non è l'evento terminale che pensiamo. Scopriamo l'affascinante teoria del “Biocentrismo”.

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Siccome identifichiamo la nostra persona con il corpo, e sappiamo che gli organismi biologici sono destinati a morire, ci siamo sempre più convinti che la morte del corpo sia anche la fine della nostra coscienza.
Il dott. Robert Lanza è attualmente direttore scientifico presso l’Advanced Cell Technology ed è professore aggiunto presso la Wake Forest University School of Medicine.

Ha pubblicato centinaia di articoli scientifici e numerose invenzioni e ha scritto, fino ad ora, più di 30 libri, tra i quali Principles of Tissue Engineering (Principi di ingegneria dei tessuti) e Essentials of Stem Cell Biology (Fondamenti di biologia delle cellule staminali), due pubblicazioni che sono riconosciute come riferimenti definitivi in campo scientifico.
In un articolo scritto per l’Huffington Post, il dott. Robert Lanza descrive un’affascinante teoria scientifica che è stata definita biocentrismo e che potrebbe offrirci una visione completamente nuova, dal punto di vista scientifico, della morte e del destino della coscienza umana dopo la morte.
Come abbiamo già scritto in un recente post, la fisica quantistica è alla base di questa rinnovata attenzione che la scienza sta dedicando alla coscienza umana, tanto da far definire “l’anima” come una delle strutture fondamentali dell’Universo.
La coscienza non è più solo un problema per i biologi, i filosofi e i teologi, ma lo è diventata anche per la fisica. Ad oggi, nella fisica moderna non esiste nessuna spiegazione valida che giustifichi come un gruppo di molecole in un cervello possa creare la coscienza. La bellezza di un tramonto, il sapore di un pasto delizioso o l’innamoramento, sono tutti misteri ai quali la scienza non è ancora in grado di dare una spiegazione convincente.
Certo, la biologia e la neurologia possono spiegare i meccanismi che regolano il funzionamento del cervello rispetto agli stimoli ricevuti dai sensi, ma non siamo ancora in grado di spiegare, dal punto di vista scientifico, la soggettività dell’esperienza sensoriale.
Quel che è peggio, è che nessuna disciplina scientifica è capace di spiegare in che modo la coscienza possa emergere dalla materia. La nostra comprensione dell’enigmatico fenomeno della coscienza è praticamente nulla.
La teoria scientifica, chiamata biocentrismo, cerca di raffinare queste considerazioni. Uno degli aspetti più noti della fisica quantistica sta nel fatto che certi fenomeni non possono essere previsti in maniera assoluta. L’unica possibilità che abbiamo è quella di calcolare le probabilità che un determinato evento si verifichi. Secondo l’interpretazione offerta della Teoria del Multiverso, a ciascuno di questi eventuali eventi corrisponde un universo differente.

Esiste un numero infinito di universi, e tutto ciò che potrebbe accadere, si verifica in qualche universo. Tutti gli universi possibili esistono simultaneamente, indipendentemente da ciò che accade in ciascuno di essi. Quindi significa che le leggi che regolano gli infiniti universi possono essere, appunto, infinite.
Chi o cosa pone le regole che sono alla base di questi infiniti universi? Un noto esperimento di fisica quantistica, dimostra che l’osservatore è in grado di determinare il comportamento delle particelle.
Cosa significa ciò? Qual è la relazione che c’è tra la percezione del mondo e il mondo in sè? E’ possibile che il mondo che abbiamo sotto gli occhi sia determinato, in larga parte, dalla nostra mente? Lo spazio è il tempo sono dimensioni che esistono a prescindere dall’osservatore, oppure il nostro cervello, in qualche modo, li determina?
Secondo il biocentrismo, lo spazio e il tempo non sono quelle dimensioni immutabili e rigide che abbiamo sempre pensato. Secondo le considerazioni degli esperimenti di fisica quantistica, tutta la nostra esperienza sensoriale non è altro che un vortice di informazioni che si verificano nella nostra mente.
Lo spazio e il tempo sono semplicemente “regole” create dal nostro cervello attraverso le quali la nostra coscienza cerca di dare un “ordine” a quella esperienza che chiamiamo “realtà”. Come già scriveva Ralph Waldo Emerson nel 1844 in Experience:
“Abbiamo capito che non vediamo la realtà direttamente, ma mediatamente e che non abbiamo alcuna possibilità di modificare o correggere le lenti colorate attraverso le quali vediamo il mondo, nè di calcolare l’entità dei loro errori. Forse queste lenti hanno un potere creativo, forse non esiste nessun oggetto”.
Chiaramente, tutto ciò trascende le nostre idee classiche di spazio e tempo.
Già, ma allora che cosa è la coscienza?
Secondo Robert Lanza, sebbene i singoli corpi siano destinati alla morte e alla disintegrazione, la coscienza viva dell’individuo – il “chi sono” – esiste come forma di energia (circa 20 watt) che opera all’interno del cervello.
Siccome il Secondo principio della Termodinamica (uno degli assiomi più sicuri della scienza) afferma che l’energia non si può nè creare, nè distruggere, ma solo trasformare, dobbiamo concludere che questa “energia di coscienza” che opera nel cervello non scompare con la morte del corpo.
Se è vero che spazio e tempo sono “filtri” posti dal cervello alla nostra coscienza, dobbiamo concludere che in un territorio senza tempo e senza spazio la morte non può esistere. L’immortalità non significa una vita perpetua nel tempo, ma risiede piuttosto in una realtà totalmente al di là dello spazio e del tempo.

Conclusioni:

Per molti secoli, a partire dal Rinascimento e con la rivoluzione scientifica, una visione rigida del cosmo ha dominato il pensiero scientifico. Questo modello ci ha portato innumerevoli intuizioni sulla natura dell’universo e numerose applicazioni tecnologiche che hanno trasformato ogni aspetto della nostra vita. Ma questo modello, inizia a manifestare tutti i suoi limiti nel riuscire a spiegare in maniera esaustiva la complessità della realtà.

Il vecchio modello cosmologico propone l’immagine di un universo come una immensa collezione senza vita di particelle che rimbalzano l’una contro l’altra, obbedendo a leggi fisiche predeterminate dalle origini misteriose. L’avvento della fisica quantistica ha portato una ferita nel modello dell’universo-orologio, che da una prospettiva prevedibile dei fenomeni fisici, si sta addentrando in una prospettiva semi-prevedibile.
Tuttavia, con l’attuale paradigma cosmologico, rimangono aperti ancora molti problemi, alcuni ovvi, altri raramente citati, ma altrettanto fondamentali. Ma il problema di fondo riguarda la vita che, sin dalla sua comparsa, rimane ancora un processo scientificamente sconosciuto, sebbene alcuni meccanismi di sviluppo possono essere compresi tramite i meccanismi della Teoria di Darwin.
Il problema più grande è che in una particolare forma di vita, quella umana, esiste un fenomeno come quello della coscienza, la cui comprensione rimane ancora, a dir poco, un mistero.
Se il 20° secolo è stato dominato dalla fisica, il 21° secolo si configura come l’epoca della convergenza tra diverse discipline, fino ad oggi ancora in apparente conflitto tra loro, quali la fisica e la filosofia, la biologia e la teologia. Tutto sembra convergere in una unificazione dei saperi.
Forse è questo il tentativo più qualificante di una teoria come quella del biocentrismo, secondo la quale la vita precede l’esistenza dell’Universo. E’ un concetto semplice ma sorprendente: la vita determina l’universo, anziché il contrario.

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mercoledì 4 giugno 2014

L'ANTICA BIBBIA RITROVATA...POTREBBE NON ESSERE COSI' ANTICA...


PUBBLICO QUESTA NOTIZIA COSI’ COME E’ ARRIVATA DALLE AGENZIE DI STAMPA.

MA…

HO NOTATO CHE IL LIBRO IN QUESTIONE E’ CONSERVATO IN UN MODO PIUTTOSTO CURIOSO: SULLA DESTRA SI POSSONO NOTARE DUE GRAFFETTE METALLICHE CHE TRATTENGONO ALCUNE PAGINE DEL LIBRO. PERCHE’ UTILIZZARE QUESTO SISTEMA ASSOLUTAMENTE INADEGUATO PER UN  REPERTO ANTICO, FRAGILE E PREZIOSO?

E POI…

AD UNA PRIMA FRAMMENTARIA OCCHIATA IL SISTEMA DI RILEGATURA ED IMPAGINAZIONE MI SEMBRA QUELLO UTILIZZATO IN OCCIDENTE PER GLI ULTIMI CODICI MINIATI DEL BASSO MEDIOEVO SE NON ADDIRITTURA PER LE COPIE DEL RINASCIMENTO… QUINDI POTREBBE NON ESSERE COSI ANTICO…
PER FINIRE IL CONTENUTO CHE PROPONE E’ ASSOLUTAMENTE IN LINEA CON I TESTI APOCRIFI GIUNTI SINO A NOI DA TANTE ALTRE FONTI.

MLR

Trovata una Bibbia di 1500 anni in cui c’è scritto che Gesù non è stato crocifisso

Scoperto nel 2000 e, successivamente tenuto segreto, il libro contiene il Vangelo di Barnaba – un discepolo di Cristo – il quale rivela che Gesù, né è stato crocifisso, né è il figlio di Dio, ma è solo un profeta. Il libro, inoltre, giudica l’apostolo Paolo come un impostore. Il libro sostiene anche che Gesù ascese al cielo vivo, e che Giuda Iscariota fu crocifisso al suo posto. Un articolo del National Turk , dice che la Bibbia è stata sequestrata ad una banda di contrabbandieri durante un’operazione nella zona del Mediterraneo. L’articolo afferma che la banda è stata accusata di contrabbando di antichità, scavi illegali e possesso di esplosivi. Il libro è valutato 40 milioni di lire turche, circa 30.000 euro.
Autenticità - Secondo i rapporti, le autorità religiose di Tehram insistono sul fatto che il libro sia originale. È scritto con lettere d’oro in aramaico, la lingua di Gesù Cristo. Il testo mantiene una visione simile a quella dell’Islam, contraddicendo gli insegnamenti del Nuovo Testamento del cristianesimo. Gesù prevede anche la venuta del Profeta Maometto, che avrebbe fondato l’Islam 700 anni dopo. Si ritiene che, durante il Concilio di Nicea (clicca QUI), la chiesa cattolica raccolse a mano i vangeli che formano la Bibbia come la conosciamo oggi, omettendo il Vangelo di Barnaba (tra molti altri) a favore dei quattro vangeli canonici: Matteo, Marco, Luca e Giovanni. Molti testi biblici hanno cominciato ad affiorare nel corso del tempo, compresi quelli del Mar Morto e i Vangeli Gnostici; ma questo libro in particolare, sembra preoccupare il Vaticano.
Cosa significherebbe per la religione cristiana e i propri seguaci? Il Vaticano ha chiesto alle autorità turche di farli esaminare il contenuto del libro all’interno della Chiesa. Ora che il libro è stato trovato, accetteranno le prove contenute in esso? O negheranno tutto?
Per molti, questo libro è un faro di speranza che farà comprendere ai credenti cristiani che l’oggetto della loro adorazione è arbitrario; e che tutto il testo, in particolare la Bibbia, non racconta ciò che la chiesa vorrebbe far passare per la verità.
Cosa significa questo per atei; agnostici; pensatori laici? Il testo è vero? È falso? Ha importanza? Speriamo che questa notizia ispiri i religiosi nel porre domande, invece di puntare il dito o di credere ciecamente nel nulla. Il più grande pericolo della fede, è quando le persone credono in quello che vogliono credere, cercando di difendere l’indifendibile priva di qualsiasi prova; o quando tali prove rivoluzionerebbero la loro fondazione dalle fondamenta. Per secoli, la “difesa” della cieca fede, ha spinto le nazioni in guerra; la violenza più efferata; la discriminazione; la schiavitù; lo sviluppo di una società di automi in cui stiamo vivendo oggi.


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lunedì 2 giugno 2014

LE ORME GIGANTI DI AIN DARA


QUESTO POST, E’ ANNOVERABILE TRA QUELLI DEDICATI AL MITO DEI GIGANTI. IL TEMPIO ITTITA DI AIN DARA INFATTI, RISIEDE IN UNA TERRA RICCA DI LEGGENDE (?) E RACCONTI BIBLICI CHE NARRANO APERTAMENTE DEI NEPHILIM, FIGLI DEGLI DEI E STIRPE DI GIGANTI. LE ORME VOLUTAMENTE SCOLPITE DAI COSTRUTTORI DEL TEMPIO (E NON IMPRESSE DA VERI GIGANTI ndr), SONO PERO’ CURIOSAMENTE PROPORZIONATE ALLE MISURE DETTAGLIATE NEGLI SCRITTI ANTICHI, CHE RIGUARDANO LE DIMENSIONI DEI GIGANTI CHE AL TEMPO POPOLAVANO LA TERRA. ULTERIORE CURIOSITA’, SONO ORME ALTRESI’ COMPATIBILI CON GLI SCHELETRI “UMANI” ABNORMI RINVENUTI IN VARIE PARTI DEL MONDO E CATALOGATI, A PARTIRE DALLE CRONACHE DEL XV SECOLO FINO AI GIORNI NOSTRI.

MLR



AIN DARA: IL TEMPIO ITTITA CON LE ORME GIGANTI DEGLI DEI

Il tempio di Ain Dara, situato a nordovest di Aleppo, Siria, è una costruzione Ittita realizzata circa 3300 anni fa, noto per la sua somiglianza con il Tempio di Salomone descritto nella Bibbia ebraica.
 Insieme alle notevoli sculture che raffigurano leoni e sfingi, grandi orme di piedi sono scolpite nel pavimento, lasciando aperto il dibattito su chi fosse la divinità a cui era dedicato il luogo di culto.
Ain Dara, un piccolo villaggio situato a nordovest di Aleppo, in Siria, vanta una notevole sito archeologico scoperto nel 1955, in maniera del tutto casuale. In seguito al ritrovamento di una colossale statua in basalto di un leone, si avviò la campagna di scavi che portò definitivamente alla luce il meraviglioso Tempio di Ain Dara. Secondo gli studiosi, il luogo di culto risale all'Età del Ferro, costruito intorno al 1300 a.C. e attribuibile alla cultura Ittita, un popolo indoeuropeo che abitava la parte centrale dell'Asia Minore nel 2° millennio a.C. Il tempio è appunto divenuto famoso per la sua somiglianza con il Tempio di Salomone descritto nella Bibbia (1000-900a.C.).


Secondo l'archeologo Ali Abu Assaf, il Tempio di Ain Dara è rimasto sostanzialmente lo stesso tra il 1300 a.C. e il 740 a.C., quindi è ragionevole supporre che i progettisti del Tempio di Salomone vi siano ad esso ispirati. Il tempio è ricco di sculture in basalto, le quali raffigurano leoni e sfingi, quest'ultime paragonabili ai cherubini del Primo Tempio di Gerusalemme.
L'entrata del tempio è preceduta da un ampio cortile pavimentato con lastre di pietra. Il tempio, con un area approssimativamente di 30 m per 20 metri, sorgeva per circa 2, 5 metri di altezza, ed era rivestito con blocchi di basalto scolpiti a formare figure di leoni e sfingi e altre creature mitiche. Una scala monumentale, fiancheggiata da una sfinge e due leoni, garantiva l'accesso adibita al culto.

È oggetto di discussione da parte degli archeologi chi fosse la divinità a cui il tempio era dedicato. Alcuni ritengono che fosse dedicato a Ishtar, la dea della fertilità; altri che fosse Astarte la dea titolare del santuario; altri ancora ritengono probabile che il titolare del tempio fosse il dio Baal Hadad. L'altra caratteristica che ha reso famoso il tempio di Ain Dara, e forse la più interessante, è rappresentata da alcune grandi orme di piedi scolpite nel pavimento. Non è chiaro se esse rappresentino le orme di uomini giganti o di divinità.
Un paio di impronte si trovano sul pavimento del portico, seguite poi da una singola impronta. Un'altra singola impronta è visionabile sulla soglia della sala principale. Se si tiene conto delle dimensioni delle impronte, si può dedurre che un uomo con tali piedi sarebbe alto circa  7 (sette)  metri!

Come riporta Ancient Origins, chiaramente, non si tratta di impronte lasciate da una persona intenta a passeggiare nel tempio, ma di una realizzazione architettonica espressamente voluta dai creatori del tempio. La domanda è: perchè?
I ricercatori, infatti, non hanno idea del motivo per cui sono state create le impronte, né chi o cosa vogliano rappresentare. Alcuni studiosi hanno suggerito che possano essere orme destinate a richiamare la presenza degli dèi, una sorta di rappresentazione iconica della divinità residente.


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giovedì 29 maggio 2014

IL "LINO": TESSUTO DEGLI DEI?

HO PRESO SPUNTO DA UN SUGGERIMENTO DI MAURO BIGLINO ED HO FATTO UNA PICCOLA RICERCA:


IL  “LINO”: TESSUTO DEGLI DEI ?

di  Marco La Rosa

Il lino era noto allumanità molti secoli prima della nascita di Cristo. La patria del lino è considerata lEgitto. Secondo le testimonianze di Erodoto, nei territori dell'attuale Europa orientale, il lino si lavorava già nel sesto secolo avanti Cristo.
Le popolazioni caucasiche, avvolgevano nella tela di lino i neonati, perché credevano che in questo modo potessero essere difesi dal malocchio e dalle sventure.
Per lungo tempo la convinzione del particolare “potere” della materia tessuta in lino fu basata sullintuizione e sulle osservazioni, ma solo dopo la Seconda Guerra Mondiale si cominciarono a studiare in modo scientifico le caratteristiche. Questi studi confermarono la fondatezza delle credenze popolari che il lino sia un alleato contro le malattie. Nel 1962, un gruppo di studiosi sotto la direzione del Prof. U. V. Vadkovskoj hanno condotto una serie di prove su indumenti di differente composizione in diverse zone climatiche . Venne stabilito che i tessuti in lino, per una serie di indicatori, non hanno pari.
Attualmente, il lino è una materia prima impiegata non solo per lindustria tessile ma è anche un materiale estremamente importante per altri campi di applicazione: nel settore della carta, in medicina, nellindustria chimica, militare, automobilistica e altro.
Lattualità della coltivazione del lino e della sua lavorazione è determinata dalle sue peculiari proprietà medico biologiche, che favoriscono un veloce e confortevole adattamento delluomo a condizioni sfavorevoli ed estreme, in particolare:


I tessuti in lino sono igienici

Questa importante caratteristica del tessuto si spiega con la spiccata capacità delle fibre di annientare la microflora patogena. Enoto che nel corso della Prima Guerra Mondiale i soldati imbottivano i materassi con paglia di lino e questo li proteggeva da molti disturbi della pelle. Ricerche moderne hanno dimostrato che avvolgere il corpo in un tessuto di lino umido favorisce leliminazione delle tossine dal corpo. In alcuni paesi europei, viene proposto in molti centri benessere questo metodo che non solo rinnova la pelle, ma esplica un effetto curativo.

I tessuti in lino sono igroscopici

Nelle notti calde e umide non vi è niente di meglio che dormire con lenzuola di lino, che rimane fresco ed asciutto. I dermatologi raccomandano di utilizzare camicie da notte e pigiami in lino, perché hanno il potere di assorbire lumidità poichè è noto che durante il sonno si innalza la temperatura corporea e aumenta la sudorazione. Ligroscopicità del lino lo rende il miglior materiale per labbigliamento estivo. Assorbendo lumidità, non si incolla alla pelle, creando un senso di benessere permettendo al corpo di respirare.

I tessuti in lino regolano lo scambio termico

In presenza di alte temperature è sempre meglio indossare tessuti naturali, che permettono il passaggio daria. Tessuti con queste proprietà ve ne sono vari, tuttavia solo il lino possiede un vantaggio i più: ha caratteristiche di isolamento termico. Gli esperimenti svolti da Vadkovskaja in Asia Centrale hanno dimostrato che le persone che indossano vestiti di lino hanno tra il corpo e lindumento una temperatura inferiore di 3 - 4°С rispetto a chi indossa indumenti di cotone.


I tessuti in lino riflettono i raggi ultravioletti

Spessi tessuti in lino riflettono ottimamente quasi tutto lo spettro del raggi solari e come conseguenza permettono la  riduzione dei campi di corrente statica e schermano delle radiazioni ionizzanti,  in sostanza formano nellambiente un microclima favorevole alluomo.

I tessuti in lino neutralizzano gli odori

Le caratteristiche antisettiche e igroscopiche del lino sono sfruttate nella produzione di alcune parti delle calzature, in particolare per le solette e la parte interna della suola. Il lino riduce il livello di umidità nella scarpa e ostacola la formazione di batteri che provocano odori.

I tessuti in lino sono robusti e durevoli

Il lino è una delle fibre naturali di origine vegetale e le sue caratteristiche sono tali da renderlo molto robusto e poco soggetto al degrado naturale. Acquistando articoli in lino possiamo essere certi che non solo serviranno a lungo, ma che conserveranno anche il loro eccellente aspetto. Gli articoli in lino non ingialliscono con il tempo e lavaggio dopo lavaggio diventano sempre più morbidi e candidi.

L’ARMATURA SUPER LEGGERA ED EFFICIENTE DI ALESSANDRO IL GRANDE


“Alessandro Magno ed i suoi soldati portavano il linothorax, un tipo molto efficace di armatura fabbricato tramite la laminazione di diversi strati di tessuto di lino.
Una corazza simile ad un moderno giubbotto Kevlar potrebbe avere aiutato Alessandro Magno (356-323 a.C.) a conquistare la quasi totalità del mondo conosciuto in poco più di due decenni, secondo la ricostruzione fatta da una nuova ricerca archeologica.
Presentato alla riunione annuale dell'Istituto Archeologico d'America a Anaheim, in California, lo studio suggerisce che Alessandro e i suoi soldati si proteggessero con il linothorax, un tipo di armatura fatta tramite la laminazione di diversi strati di tessuto.
"Mentre noi sappiamo molto sulle antiche armature metalliche, il linothorax rimane un mistero in quanto nessun esempio è sopravvissuto, a causa della deperibilità del materiale," ha detto a Discovery News Gregory Aldrete, professore di storia e studi umanistici presso l'Università del Wisconsin - Green Bay.
"Tuttavia, siamo riusciti a dimostrare che questa corazza di lino era diffusa come una forma di protezione del corpo per quasi 1000 anni, ed è stata utilizzata da una vasta gamma di antiche civiltà mediterranee", ha detto Aldrete.
Infatti, Aldrete e il suo co-ricercatore Scott Bartell hanno scoperto che il linothorax è stato ampiamente citato nei documenti antichi.
"Abbiamo 27 descrizioni da 18 diversi autori antichi e quasi 700 immagini visive di oggetti che vanno dai vasi greci ai rilievi d'un tempio etrusco", ha detto Aldrete.
Le principali prove visive per il linothorax indossato da Alessandro Magno si trovano nel famoso Mosaico di Pompei, In cui il re macedone è raffigurato con questo tipo di armatura.


Nella sua "Vita di Alessandro", lo storico greco Plutarco afferma che il condottiero indossava "una corazza di lino piegato (o raddoppiato)", durante la battaglia di Gaugamela nel 331 a.C. Questa battaglia fu una gran vittoria per i greci e condusse alla caduta dell'impero achemenide.
Secondo i ricercatori, vi sono altre prove che corazze di lino erano in dotazione standard all'esercito macedone.
"Quando Alessandro era in India, e ricevette 25.000 nuove tute di armatura per il suo esercito, si dice che ordinò di bruciare le vecchie armature logore. Questo avrebbe senso solo se fossero state in tessuto, piuttosto che metalliche", ha detto Aldrete.
Al fine di determinare quanto fosse indossabile, e quanto fosse efficace nel proteggere l'utilizzatore da frecce e altri pericoli sul campo di battaglia, Aldrete e Bartell hanno ricostruito diverse armature fatte di teli tessuti, utilizzando solo materiali che erano disponibili nel mondo antico. "La parte più difficile del progetto è stato trovare un tessuto autentico, che potesse essere stato realizzato con i materiali e i procedimenti dell'epoca. Doveva essere ricavato da piante di lino, coltivato, raccolto e trasformato, filato e tessuto a mano", ha detto Aldrete.
L'altro ingrediente fondamentale è stata la colla, che è stata posta su diversi strati di lino. I ricercatori hanno scelto di lavorare con due semplici colle che sarebbero state disponibili in tutto il mondo: una colla fatta con pelli di coniglio e un'altra ottenuta da semi di lino.
Le prove compiute consistevano nel colpire il patch multistrato ottenuto con frecce e con varie altre armi, tra cui spade, asce e lance.
"I nostri esperimenti controllati fondamentalmente hanno dissipato il mito che la corazza fatta di stoffa dovesse essere inferiore ad altri tipi disponibili. Infatti, gli strati laminati funzionavano come una versione antica della moderna armatura Kevlar, utilizzando la flessibilità del tessuto per disperdere la forza della freccia in arrivo ", ha detto Aldrete.

Secondo Heidi Sherman, esperta di lino e professoressa di storia presso l'Università del Wisconsin-Green Bay, i ricercatori hanno conseguito alcuni risultati molto convincenti.
"Non si può sapere con assoluta certezza quanto sia vicino il modello realizzato all'armatura di lino utilizzata dall'esercito di Alessandro Magno, ma diversi strati di lino incollati in effetti possono sopportare colpi rigorosi, di forte intensità. Avrebbero fornito una buona protezione anche in condizioni estreme", ha detto Sherman a Discovery News"

da: http://www.liutprand.it/articoliMondo.asp?id=294

LE PROTEZIONI (CERIMONIALI ?) DEL SACERDOTE ARONNE NELLA TENDA DEL TABERNACOLO

Levitico 16:4
Si metterà la tunica sacra di lino, indosserà sul corpo i calzoni di lino, si cingerà della cintura di lino e si metterà in capo il turbante di lino. Sono queste le vesti sacre che indosserà dopo essersi lavato la persona con l'acqua.
  
FORSE PERCHE':

Spessi tessuti in lino riflettono ottimamente quasi tutto lo spettro del raggi solari e come conseguenza della riduzione dei campi di corrente statica e dellannullamento delle radiazioni ionizzanti, formano nellambiente un microclima favorevole alluomo.

Infatti l’ambiente nella predetta “Tenda Sacra” ubicata ben distante dall’accampamento degli israeliti, non era propriamente “favorevole” ad un umano !
Ecco cosa successe ai figli di Aronne che disgraziatamente si dimenticarono di rispettare le regole precedentemente dettate da JHWH:

Levitico 10,1-2
“Ora Nadab e Abiu, figli di Aronne, presero ciascuno un braciere, vi misero dentro il fuoco e il profumo e offrirono davanti al Signore un fuoco illegittimo, che il Signore non aveva loro ordinato. Ma un fuoco si staccò dal Signore e li divorò e morirono così davanti al Signore.”

Levitico 16, 1-2
“Il Signore parlò a Mosè dopo che i due figli di Aronne erano morti mentre presentavano un’offerta davanti al Signore. Il Signore disse a Mosè: «Parla ad Aronne, tuo fratello, e digli di non entrare in qualunque tempo nel santuario, oltre il velo, davanti al coperchio che è sull’arca; altrimenti potrebbe morire, quando io apparirò nella nuvola sul coperchio.”

Ecco alcune regole dettate JHWH proprio a riguardo dei capi di abbigliamento. Qui JHWH si stabilisce come il Supremo Sovrano Re Dio e Assoluto Legislatore pronunciando i suoi dettami senza dare ragione per essi, ma che devono essere obbediti assolutamente:

“Osserverete i miei statuti. Non accoppierai bestie di specie diverse; non seminerai il tuo campo con tipi diversi di seme, né indosserai alcun vestito tessuto con miscuglio di lino e lana.” (Lev 19:19)

“Non seminerai nella tua vigna semi di specie diverse, perché il prodotto di ciò che hai seminato e la rendita della vigna non siano contaminate. Non lavorerai con un bue e un asino insieme. Non porterai vestito di tessuto misto, fatto di lana e di lino. (
Deu 22:9-11)

La Legge non proibiva agli Israeliti di indossare tanti diversi tipi di tessuti assieme, ma solo questi due sono specificati.  Le osservazioni e ricerche della scienza moderna hanno provato che la lana quando combinata con il lino aumenta la potenza di passare l'elettricità dal corpo, in climi caldi porta febbri maligne e esaurisce le forza e quando passando dal corpo si incontra con l'aria calda si infiamma e escoria come una vescica. Vediamo di nuovo che questa proibizione era per uno scopo pratico ad avere una vita salubre e non solo…, per il sacerdote che aveva a che fare con l’Arca dell’Alleanza e la presenza di JHWH!


FONTI BIBLIOGRAFICHE:

http://www.maurobiglino.it/?p=6279




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mercoledì 28 maggio 2014

"PALEOASTRONAUTICA": IPOTESI ANCHE PER LA NASA !


UN LIBRO DELLA NASA IPOTIZZA CHE ALIENI SIANO GIA' ARRIVATI SULLA TERRA


È possibile che antichi astronauti extraterrestri abbiano visitato il nostro pianeta in un remoto passato e ritenuti dai nostri antenati come divinità discese dal cielo? Secondo un nuovo libro edito dalla Nasa, "Archeology, Anthropology and Interstellar Communication", l'antica arte rupestre potrebbe essere il segno delle loro visite passate. La Teoria degli Antichi Astronauti, sulla base di indizi archeologici e riferimenti mitologici, ipotizza che i nostri antenati siano entrati in contatto con viaggiatori extraterrestri in visita sul pianeta Terra e che, in qualche modo, tale contatto abbia influenzato il naturale percorso evolutivo culturale dell'umanità.


Tenendo conto del fenomeno noto come Culto del Cargo, i ricercatori ipotizzano che i nostri antenati, impressionati dalla tecnologia in loro possesso, abbiano scambiato gli antichi viaggiatori per divinità, sviluppando un vero e proprio culto finalizzato a richiamarne la presenza.
Gli autori di riferimento per i teorici degli Antichi Astronauti sono certamente Zecharia Sitchin, studioso che ha dedicato la sua ricerca alla traduzione e all'interpretazione della mitologia sumera, e Erich von Däniken, la cui opera più conosciuta è senz'altro "Gli extraterrestri torneranno", (ma non possiamo dimenticare nemmeno il grande Peter Kolosimo: Non è terrestre, Italia mistero cosmico Astronavi sulla preistoria ecc.. ndr)
Nonostante sia stata bollata, fino a poco tempo fa, come una teoria fantasiosa e fuori da ogni umana comprensione, l'idea degli antichi alieni sta guadagnando sempre più credito, tanto che, recentemente, perfino Bill Clinton, ex presidente degli Stati Uniti, ha dichiarato che non si stupirebbe se si scoprisse che gli extraterrestri hanno già visitato il nostro pianeta.
Ora, anche la Nasa apre a tale possibilità. L'occasione è data da un affascinante libro edito dall'Agenzia Spaziale americana intitolato "Archeology, Anthropology and Interstellar Communication", curato da Douglas Vakoch, direttore del Interstellar Message Composition presso l'istituto SETI. Il libro affronta nel dettaglio il tema della comunicazione con eventuali civiltà aliene.
Alcuni dei capitoli più interessanti trattano il tema della comunicazione extraterrestre nel passato. In una sezione, ad esempio, il professor William Edmondson, dell'Università di Birmingham, considera la possibilità che alcune raffigurazioni di arte rupestre sulla Terra possano essere di origine extraterrestre.
"Possiamo dire poco, se non altro, su ciò che significano queste raffigurazioni, sul perchè siano state incise nella roccia o su chi li abbia creati", scrive Edmondson. "Potrebbero essere stati fatti degli alieni a tutti gli effetti".
Come riporta il Daily Mail, la pubblicazione affronta una serie di argomenti con l'intervento di numerosi esperti, tra cui la prospettiva di vita su altri pianeti e gli strumenti attraverso i quali inviare o ricevere messaggi.
Douglas Vakoch, da parte sua, tratta delle difficoltà che potrebbero sorgere a seguito di un primo contatto con una civiltà aliena. "Se un segnale radio venisse rilevato da un moderno esperimento dei SETI, potremmo intuire dell'esistenza di un'intelligenza, ma non potremmo capire cosa dicono", scrive Vakoch nell'introduzione. "Anche se rilevassimo una civiltà in uno dei sistemi stellari più vicini, i loro segnali dovrebbero attraversare migliaia di miliardi di chilometri, raggiungendo la Terra dopo molto tempo".
Ma la speranza non è perduta: in tutto il libro, Vakoch e colleghi cercano di offrire soluzioni concrete che possano rivelarsi preziose per il futuro. "Per andare oltre la semplice individuazione di tale intelligenza, e avere qualche possibilità realistica di comprenderla, possiamo prendere esempio da ricercatori che affrontano sfide simili sulla Terra", continua Vakoch.
"Come gli archeologi, che ricostruiscono la storia di civiltà del passato da informazioni frammentarie, così dovranno fare i ricercatori del SETI per comprendere civiltà lontane da noi, separate da vaste distese di spazio e tempo".


http://www.nasa.gov/connect/ebooks/archaeology_anthropology_and_interstellar_communication.html#.U4NFttJ_vWg

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