da:
https://radiomaria.it/la-fisica-quantistica-e-limmortalita-dellanima/
La fisica quantistica e
l’immortalità dell’anima.
Non è facile essere atei. Non
solo perché chi smette di credere in Dio finisce per credere in qualsiasi altra
cosa. Ma anche perché la scienza sorprende con le dimostrazioni delle verità di
fede. L'ultima in ordine di tempo: l'immortalità dell'anima.
Il pantheon cattolico talvolta
appare quasi più complicato e affollato dell’universo Marvel. Il credente,
infatti, crede in Dio-padre-onnipotente, nel suo Figlio incarnato, morto e
risorto, nello Spirito Santo che soffia dove vuole, in una divinità Una ma
anche Trina, nella Madonna vergine, nelle gerarchie angeliche (che sono davvero
tante: cherubini, serafini, troni, dominazioni, arcangeli…), in Satana e i suoi
diavoli, nelle schiere dei santi & beati, nei miracoli, nel Paradiso, nel
più difficile da digerire Inferno, nell’ambiguo Purgatorio, nelle apparizioni
mariane, nel potere delle reliquie, nell’efficacia del rosario… Insomma, un
sacco di roba da trangugiare, gran parte della quale alla cieca, per fede.
Anche da qui la tentazione
dell’ateismo, all’apparenza molto più facile da digerire e praticare perché ha
un solo dogma riassumibile in una sola frase: non è vero niente. Perciò si fa
prima ad essere atei (non ci credo) o agnostici (chissenefrega). Ma le cose
stanno davvero così? Davvero l’ateismo è più semplice della religiosità? Da un
punto di vista sociologico si potrebbe
analizzare il dato di fatto che chi non crede in Dio non è vero che non crede
in niente perché in realtà crede a tutto il resto. Ma lo ha già detto
autorevolmente G.K.Chesterton, perciò inutile perdere tempo. Voi starete
pensando a quelli che spendono in astrologi e cartomanti, o a quelli che
pendono dalle labbra di Giuseppi. E starete anche pensando che ben altra cosa
sono gli scienziati seri, quelli che cercano nella materia le risposte alle
domande sull’esistenza. Ebbene, a giudicare dalle ultime acquisizioni c’è da
chiedersi se davvero sia meno complicato credere in Gesù.
Un articolo uscito l’8 agosto su
Reccom Magazine e intitolato Illusion of Death, «l’illusione della morte» (un
tempo la lingua della Scienza era il latino, oggi è l’inglese) ha per
sottotitolo: «Nell’universo quantico esistiamo a tempo indeterminato». Be’, la
cosa è rassicurante e certo toglie alla morte gran parte della sua terrificità.
Roger Penrose (dimenticavo: sir) è un «famoso fisico e matematico» di Oxford che, con i ricercatori
dell’altrettanto famoso Max Planck Institute di Monaco, si è accorto che
«l’universo fisico in cui viviamo è solo una nostra percezione e una volta che
i nostri corpi fisici muoiono c’è un’infinità oltre». Meno male, mi sento
rassicurato. Tranquilli, dunque, perché, sì, «il corpo muore ma il campo
quantico spirituale continua. In questo modo siamo immortali». Infatti, «esiste
un numero infinito di universi e tutto ciò che potrebbe accadere si verifica in
qualche universo». Cioè, se muoio in un universo può benissimo darsi che io non sia ancora
morto in un altro, se ho ben capito. Di più: non si muore mai veramente,
nemmeno negli altri universi.
Dice lo scienziato (o il
redattore? boh, non è chiaro): «Sebbene i singoli corpi siano destinati
all’autodistruzione, il sentimento vivo, il “chi sono io?”, è solo una fonte di
energia da 20 watt che opera nel cervello. Ma questa energia non va via alla
morte». Perché? «Uno degli assiomi più sicuri della scienza è che l’energia non
muore mai; non può né essere creata né distrutta». Ma allora, dico io, quando
uno nasce, da dove provengono quei 20 watt di energia? Trasmigrazione delle
anime? Reincarnazione? Boh. E che cos’è allora la coscienza? Nient’altro che
«informazioni archiviate a livello quantico». Sì, perché dovete sapere che «i
microtubuli a base di proteine, una componente strutturale delle cellule umane,
contengono informazioni quantistiche memorizzate a livello sub-atomico». E le
esperienze di pre-morte, quelle in cui uno vede se stesso in rianimazione e poi
la luce gioiosa in fondo al tunnel? Sono i microtubuli. Se invece «il paziente
non viene rianimato e muore, è possibile che questa informazione quantistica
possa esistere al di fuori del corpo, forse indefinitamente, come anima». Eh,
davvero credevate fosse più semplice essere atei?
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LA VERA "GENESI" DELL'UOMO E' COME CI HANNO SEMPRE RACCONTATO? OPPURE E' UNA STORIA COMPLETAMENTE DIVERSA?
"L'UOMO KOSMICO", TEORIA DI UN'EVOLUZIONE NON RICONOSCIUTA"
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