Prof. Franco Prodi: “Con Greta
siamo di fronte a un abbaglio mondiale”
Per il fisico dell’atmosfera e
climatologo di fama mondiale il movimento giovanile incanala “nella direzione
sbagliata”. Intervista a Franco Prodi – –
www.huffingtonpost.it
Perché, Professore?
Perché questo movimento incanala
nella direzione sbagliata, cioè la lotta al riscaldamento globale, quella che è
in realtà un’urgenza giusta, ovvero la salvaguardia del pianeta.
Perché sarebbe la direzione
sbagliata?
Perché, al momento, nessuna
ricerca scientifica stabilisce una relazione certa tra le attività dell’uomo e
il riscaldamento globale. Perciò, dire che siamo noi i responsabili dei cambiamenti
climatici è scientificamente infondato.
Il cambiamento climatico è un
falso?
No, io non nego affatto che ci
siano i cambiamenti climatici. La storia del nostro pianeta è anche la storia
dei cambiamenti climatici che si sono susseguiti nel tempo.
Quali, per esempio?
Nel tardo Medioevo, intorno
all’anno 1200, è noto che la temperatura della Terra aumentò
significativamente. Così come sappiamo che a metà del diciassettesimo secolo ci
fu un fenomeno inverso, ovvero una piccola glaciazione. In entrambi i casi,
l’uomo non aveva ancora sviluppato tutte quelle attività industriali che oggi
sono considerate responsabili dei cambiamenti climatici. Come si può dire,
dunque, che per il 95 per cento è colpa dell’uomo?
Ma il riscaldamento globale c’è o
non c’è?
I dati che abbiamo a disposizione
dicono che, dai primi anni dell’ottocento (quando sono state state impiantate
le prime stazioni meteorologiche in diverse parti del mondo), la temperatura
media globale è cresciuta ogni secolo di un decimo di grado. Questo è
innegabile, nessuno lo contesta. Ciò che è in discussione, nella comunità scientifica,
è la causa di questa crescita.
Cosa si sa per certo?
Che il clima terrestre è il
risultato dello scambio di due flussi di fotoni: uno che dal Sole va verso la
Terra, e l’altro che sale dalla Terra verso l’esterno. Come sa, il Sole è un
corpo che misura quasi 6 mila gradi kelvin. La Terra, invece, ha una
temperatura di 300 gradi kelvin, circa 25,5 gradi centigradi. È come se da una
parte ci fosse una lampada, e dall’altra una palla di vetro. In mezzo a esse,
l’atmosfera.
Cosa significa concretamente?
Che la temperatura della palla di
vetro dipende da una molteplicità di fattori, tra cui la distanza che c’è tra
la lampada e la palla di vetro. Una distanza che non è sempre costante, e che
dipende da una molteplicità di fattori che non sono facilmente calcolabili. Per
questo, non possiamo stabilire con esattezza quanto il riscaldamento climatico
sia responsabilità dell’uomo e quanto, invece, dipenda da altri fattori.
Perché la scienza è così incerta?
Perché la scienza del clima è
ancora nell’età dell’infanzia. È nata nel 1800. Prima non esisteva nulla di
paragonabile. E con i modelli che ha a disposizione, può solo elaborare degli
scenari incompleti. Incompleti, soprattutto, se qualcuno intende basare su di
essi il destino dell’umanità. Farlo, non sarebbe un atto di coscienza
ecologica. Piuttosto, di incoscienza scientifica.
Ma lei si allarma o no quando
legge che una parte del Monte Bianco si sta sciogliendo?
Sinceramente no, non mi allarmo.
Sono fenomeni che abbiamo già conosciuto. La pianura padana, per dire, era
un’enorme ghiacciaio. Poi, la vita è ripresa.
Perché lei è uno dei pochi
scienziati a dire queste cose?
Sono uno dei pochi, ma non sono
l’unico: sia in Italia, sia nel mondo. Peraltro, non è nella mia natura essere
controcorrente. Le confesso che, a volte, mi sento anche a disagio nel ruolo di
grillo parlante.
Però?
Però non posso fare a meno,
quando parlo, di parlare facendo riferimento alle conoscenze scientifiche che
abbiamo a disposizione, e che non dicono quello che il regime catastrofista che
domina il discorso pubblico vorrebbe che dicessi. Tutto qui.
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DI MARCO LA ROSA
SONO EDIZIONI OmPhi Labs
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