La Preistoria dell’Europa è
scritta nel DNA dei sardi: la ricerca sulla rivista Nature Genetics.
http://www.castedduonline.it/preistoria-europa-dna-sardi/
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Uno studio sull’intero genoma di
3.514 individui provenienti da diverse regioni della Sardegna pubblicato su
Nature Genetics conferma che i sardi, specie quelli delle regioni dell’interno,
conservano meglio di qualunque altra popolazione contemporanea le
caratteristiche genetiche delle popolazioni presenti nel continente Europeo
>7000 anni fa. Tra le popolazioni contemporanee i sardi mostrano una
maggiore somiglianza genetica con i baschi. Il DNA dei sardi è quindi una
riserva di varianti genetiche antiche, attualmente molto rare altrove e
fondamentali per lo studio di malattie con una base genetica
Un team di ricercatori guidati da
Francesco Cucca, direttore dell’Istituto di ricerca genetica e biomedica del
Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Irgb) e professore di Genetica Medica
dell’Università di Sassari, e da John Novembre professore presso il dipartimento
di Genetica Umana della Università di Chicago, ha pubblicato uno studio in cui
sono state esaminate le sequenze dell’intero genoma di 3.514 individui
provenienti da diverse aree della Sardegna che fornisce nuove informazioni
sull’antica storia genetica di questa popolazione e dell’intera Europa. La
copertina di ottobre della rivista Nature Genetics sarà dedicata a questo
lavoro, intitolato ‘Genomic history of the Sardinian population‘.
“Lo studio ha confermato un
elevato grado di somiglianza genetica tra i campioni di DNA attuale e quello
estratto da resti ossei provenienti da siti archeologici neolitici (tra 10.000
e 7.000 anni fa) e, in misura minore, pre-neolitici, dell’Europa continentale.
E ha mostrato come queste similarità siano più marcate nelle aree storicamente
più isolate dell’isola, quali l’Ogliastra e la Barbagia”, spiega Cucca. “Lo
studio ha anche rivelato come i baschi siano la popolazione contemporanea con
livelli più elevati di ascendenza condivisa con i Sardi. Tale similitudine, piuttosto
che essere indicativa di contatti recenti tra queste popolazioni, suggerisce
che entrambe si siano originate da popolazioni presenti in Europa nel Neolitico
e Pre-neolitico. Studi sul DNA estratto da resti preistorici in Sardegna
chiariranno il contributo relativo di queste componenti alla struttura genetica
di queste popolazioni”. I risultati suggeriscono che la struttura genetica
sarda attuale derivi da una sostanziale influenza del DNA dei primi contadini
neolitici, con contributi rilevanti anche di cacciatori-raccoglitori
pre-neolitici. “Al contrario delle popolazioni europee attuali, la popolazione
sarda presenta un contributo molto limitato da parte di popolazioni provenienti
dalle steppe che si sono diffuse nel continente europeo nell’età del bronzo,
mischiandosi con le popolazioni preesistenti e diluendo i contributi più
antichi”, prosegue Cucca. “L’affinità con i contadini neolitici e, in misura
minore, con i cacciatori-raccoglitori preneolitici, suggerisce anche che la
Sardegna è una potenziale riserva di antiche varianti genetiche appartenenti
alla linea basale proto-europea, che sono attualmente molto rare o potrebbero
addirittura essere andate perdute nell’Europa continentale. Tali varianti
forniscono uno strumento fondamentale per lo studio di malattie con una base
genetica”. Il genoma varia da individuo a individuo in seguito a ‘errori’
durante la sua replicazione, noti come ‘mutazioni’, che si accumulano di
generazione in generazione. Il confronto tra i punti in cui le sequenze di DNA
differiscono tra individui (varianti genetiche) fornisce informazioni preziose
su somiglianze, differenze, origine e relazioni passate, anche preistoriche di
una popolazione rispetto ad altre popolazioni. “La popolazione Sarda ha fornito
un importante contributo allo studio di caratteristiche individuali e genetiche
complesse, consentendo una migliore comprensione della preistoria dell’isola,
dei suoi eventi demografici, delle modifiche nel tempo dei caratteri
ereditari”, conclude Cucca. Alla ricerca hanno contribuito tra gli altri Carlo
Sidore, Magdalena Zoledziewska, Maristella Pitzalis, Fabio Busonero, Andrea
Maschio, Giorgio Pistis, Maristella Steri, Andrea Angius del Cnr-Irgb insieme a
ricercatori americani della University of Chicago, University of Michigan e
University of Southern California.
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DI MARCO LA ROSA
SONO EDIZIONI OmPhi Labs
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