IL RISVEGLIO DEL CADUCEO DORMIENTE: la vera genesi dell'Homo sapiens

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LA NUOVA CONOSCENZA

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GdM

venerdì 30 giugno 2017

IMMUNITA' DI GREGGE: FACCIAMO UN PO' DI CHIAREZZA


L'immunità di gregge ("herd immunity")…secondo l’ OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità - World Health Organization, WHO in inglese )

da Wikipedia:

“detta anche immunità di gruppo, in medicina è una forma di protezione indiretta che si verifica quando la vaccinazione di una parte significativa di una popolazione (o di un allevamento) finisce con il fornire una tutela anche agli individui che non hanno sviluppato direttamente l'immunità.  Secondo il principio dell'immunità di gregge, nelle malattie infettive che vengono trasmesse da individuo a individuo, la catena dell'infezione può essere interrotta quando un gran numero di appartenenti alla popolazione sono immuni o meno suscettibili alla malattia. Quanto maggiore è la percentuale di individui che sono resistenti, minore è la probabilità che un individuo suscettibile entri in contatto con il patogeno, che non trovando soggetti recettivi disponibili circola meno, riducendo così il rischio complessivo nel gruppo. La soglia minima dell'immunità di gruppo varia in base all'agente patogeno considerato; per quelli a maggiore diffusione viene considerata il 95%, che equivale alla necessità di avere un contatto infettivo, ovvero un contatto adeguato alla potenziale trasmissione della malattia infettiva, con almeno 20 persone (o altri capi di un allevamento) per poter avere la probabilità di infezione che si avrebbe avuto prima della vaccinazione del gruppo. Il fattore 20 di diminuzione del rischio, viene considerato in statistica, sufficiente a garantire ragionevolmente di aver abbattuto il rischio di almeno un ordine di grandezza. L'utilità complessiva della vaccinazione di gruppo è molto maggiore di quella diretta in quanto, diventando rari i soggetti vulnerabili e rendendo difficile la trasmissione fra loro, si può ottenere l'estinzione di un intero ceppo infettivo, anche se precedentemente era endemico in quel gruppo o in quella specie. L'immunità di gruppo, rispetto a quella individuale, offre due ulteriori vantaggi: la ridotta trasmissibilità e la riduzione del ceppo infettivo. Perciò, statisticamente, ottiene effetti stimabili in almeno tre ordini di grandezza sulla riduzione del rischio di contagio del singolo individuo proteggendo anche gli individui non vaccinati, non vaccinabili e quelli che non hanno sviluppato l'immunità totale a seguito della vaccinazione. L'immunità di gregge riguarda solo le malattie trasmissibili da individuo a individuo, quindi non trova applicazione per patologie quali ad esempio, il tetano. Nonostante vari studi abbiano evidenziato la sua plausibilità, allo stato attuale risulta difficile dimostrare direttamente l'esistenza dell'immunità di gregge”.

L’INCOMPRESA TEORIA DELL’IMMUNITA’ DI GREGGE

da:



 A causa delle recenti epidemie di morbillo negli Stati Uniti (e in tutto il mondo occidentale, ndr) il dibattito pubblico sui vaccini e sulla politica vaccinale ha ripreso vigore e riemerge per l’ennesima volta la teoria della “immunità di gregge.” Questa teoria è il fondamento per le campagne di vaccinazione di massa di tutto il mondo. Attualmente prevede che, affinchè una popolazione sia immune verso una malattia infettiva come il morbillo, è necessario vaccinare almeno il 95% della popolazione stessa. In teoria quindi, con un tasso di vaccinazione del 95%, la malattia dovrebbe essere eradicata. In un articolo pubblicato su “Epidemiological Review” intitolato “Immunità di gregge: Storia, Teoria, Pratica“, scritto da Paul E.M. Fine e pubblicato nel 1993, l’autore osserva che il primo uso “pubblico” del termine “Herd Immunity (immunità di gregge)” sembra essere stato nell’articolo “La diffusione delle infezioni batteriche: il problema dell’immunità di gregge“, scritto da W.W.C. Topley e G.S. Wilson e pubblicato nel 1923. Dal lavoro di Paul E.M. Fine, sembra che la teoria dell’immunità di gregge si sia originariamente sviluppata sulla base di alcune osservazioni con i topi e da alcune “semplici formulazioni matematiche”, ma lo studio non chiarisce se questa teoria sia mai stata validata mediante processi di revisione scientifica fra pari (peer review) come avviene comunemente nel caso di teorie che vengono in seguito diffusamente accettate come “prova scientifica”. [1, 2] Nel 1933, il Dr. Arthur W. Hedrich, un ufficiale sanitario di Chicago (IL) osservava che durante gli anni 1900-1930, le epidemie di morbillo a Boston (MA) sembravano arrestarsi nel momento in cui il 68% dei bambini aveva contratto il virus [3]. Successivamente, negli anni ‘30, sempre il Dr. Hedrich osservava che, una volta che il 55% della popolazione infantile di Baltimora (MD) aveva contratto il morbillo, il resto della popolazione sembrava essere protetta verso l’infezione. Queste sono state le osservazioni alla base delle campagne di vaccinazione di massa. [4] Quando le campagne di vaccinazione di massa contro il morbillo sono iniziate sul serio negli Stati Uniti, verso la metà degli anni ‘60, la US Public Health Service (il dipartimento di salute pubblica americano) prevedeva di vaccinare oltre il 55% della popolazione degli Stati Uniti (basandosi proprio sull’osservazione di Baltimora), e annunciava che si aspettava di eradicare il morbillo già a partire dal 1967. Quando tutto ciò non è accaduto, il Public Health Service ha corretto il tiro, parlando della necessità di una copertura vaccinale minima del 70-75%, per garantire l’immunità di gregge. Quando l’eradicazione non venne ancora ottenuta con queste ultime coperture, i funzionari della sanità pubblica elevarono il tasso di copertura all’80%, 83%, 85%, ed infine al 90%. [5] Il processo con il quale sono state prese le decisioni di aumentare i tassi di copertura vaccinale non è affatto chiaro. Era basata su qualche metodologia scientifica o semplicemente su ipotesi? Oppure le decisioni sono state prese semplicemente perché i funzionari erano sotto pressione per mantenere le loro promesse di eradicare completamente il morbillo? Hanno forse mai considerano di fermarsi un momento e rivalutare la premessa originale che sosteneva la teoria dell’immunità di gregge? O si sono semplicemente trascinati oltre, alzando arbitrariamente l’asticella?Ora la copertura minima è stata fissata al 95%. Ma come possiamo constatare dai continui focolai di morbillo, anche con coperture del 95% ancora non abbiamo la totale immunità della popolazione. In Cina, la copertura vaccinale è ancora più alta, al 99% ma anche lì ci sono continui focolai di morbillo. [6] Così, la risposta sarà in una copertura del 100%? E se al 100% si verificassero ancora focolai? Siamo passati da una “herd immunity” presumibilmente raggiungibile con una copertura del 55% ad una immunità che non è chiaramente raggiunta nemmeno al 95%. Quando arriverà il momento in cui i funzionari della sanità pubblica dovranno confrontarsi con la possibilità che l’immunità di gregge potrebbe non essere la migliore teoria su cui basare la politica vaccinale di una popolazione? La popolazione degli Stati Uniti si è attestata a circa 318,9 milioni nel 2014. [7] La generazione del “baby boom” (i nati tra il 1946 e il 1964) rappresentano circa il 24% del totale di questa popolazione. [8] Molti anni fa, si credeva che i vaccini per l’infanzia avrebbero protetto per tutta la vita. Solo di recente si è scoperto che la maggior parte di questi vaccini perdono la loro efficacia da 2 a 10 anni dopo essere stati somministrati. [9] Così, almeno negli ultimi 40 anni, da un quarto a quasi il 40% della popolazione degli Stati Uniti rappresentata dai “baby boomer” non ha goduto di alcuna immunizzazione indotta da vaccino per nessuna delle malattie per le quali erano stati vaccinati da bambini. Se si considerano i nati dopo il 1964, la percentuale di non protetti supera il 50%. Secondo il famoso neurochirurgo (ora in pensione) dott. Russell Blaylock, “Se ci basassimo sulle attuali verità scientifiche dovremmo concludere che oggi siamo tutti a rischio di epidemie di massa, dal momento che le coperture “immunitarie” sono ben al di sotto dei valori limite minimi del 95%” [9] Dato che almeno la metà della popolazione è stata effettivamente senza alcuna protezione vaccinale per molti anni, avremmo dovuto assistere ad un massiccio ritorno di malattie infettive infantili. Ma questo non è accaduto. In altre parole, non abbiamo raggiunto la “herd immunity” negli Stati Uniti, ma il mondo non è ancora crollato.

1.Fine PEM. Herd Immunity: History, Theory, Practice. The Johns Hopkins University School of Hygiene and Public Health. Epidemiological Reviews 1993;15(4):265-302.

2.Topley WWC, Wilson GS. The Spread of Bacterial Infection. The Problem of Herd-Immunity. Journ. of Hyg. xxi: 243-249.

3.Hedrich AW. Estimates of the child population susceptible to measles, 1900-1930. Am. J. Hyg. 17:613-630.

4.Oxford Journals. Monthly Estimates of the Child Population “Susceptible” to Measles, 1900-1931. Baltimore, MD. Am. J. Epidemiol. 17(3):613-636.

5.Solomon L. Junk Science Week: Vaccinating the ‘herd’. National Post June 19, 2014.

6.Ji S. Why Is China Having Measles Outbreaks When 99% Are Vaccinated?. GreenMedInfo.com Sept. 20, 2014.

7.United States Population. Trading Economics N.d.

8.Pollard K. and Scommegna P. Just How Many Baby Boomers Are There?. Population Reference Bureau N.d.

9.Blaylock R. The Deadly Impossibility Of Herd Immunity Through Vaccination. International Medical Council on Vaccination Feb. 18, 2012.

MOLTO UTILE AI FINI DI UNA MIGLIORE COMPRENSIONE DEL QUADRO GENERALE DELLA SITUAZIONE, ANCHE LA  LETTURA DEL SEGUENTE ARTICOLO:

https://autismovaccini.org/2012/08/05/immunita-di-gregge-scienza-imperfetta-e-fallimento-della-vaccinazione-di-massa/

...E PER CONCLUDERE AGGIUNGO QUESTO CONDENSATO RIGUARDO AD UNA NOTIZIA APPENA GIUNTA DALLA CORTE DI GIUSTIZIA EUROPEA:

A CURA DEL  DR. GIORGIO PATTERA (BIOLOGO)

 


PER APPROFONDIMENTI:






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DI MARCO LA ROSA
SONO EDIZIONI OmPhi Labs





 

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