IL RISVEGLIO DEL CADUCEO DORMIENTE: la vera genesi dell'Homo sapiens

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VIDEO SINOSSI DELL'UOMO KOSMICO

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LA NUOVA CONOSCENZA

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GdM

martedì 11 aprile 2017

IL CASO E LE MALATTIE TUMORALI


La maggior parte dei tumori è dovuta al caso ?
da:
Una ricerca (non) appena pubblicata dimostra che oltre ad ambiente e stile di vita contano anche gli errori (casuali ?) di replica del Dna
 
Le mutazioni che avvengono in modo spontaneo e (forse il condizionale ancora oggi è d’obbligo – ndr MLR) “casuale” nel Dna giocano un ruolo importante nel causare i tumori, confrontabile a quello dei fattori ereditari e dell’ambiente, intenso come esposizione a sostanze pericolose e stile di vita. All’origine dei tumori non ci sono quindi solo due cause, come si riteneva finora, ma tre. Lo dimostrerebbero i dati epidemiologici raccolti su 32 forme di tumore in 69 Paesi e pubblicati sulla rivista Science (2015). Presentati in una conferenza stampa a Washington organizzata dalla stessa rivista, i dati indicano che nelle 32 forme di tumore considerate nella ricerca circa due terzi sono attribuibili ai famigerati e supposti errori casuali che avvengono nelle cellule sane durante il normale processo di replicazione del Dna. E’ una sorta di rivoluzione, «un cambiamento di paradigma», come lo hanno definito gli autori della ricerca, coordinati dall’italiano Cristian Tomasetti, da 15 anni negli Stati Uniti e che lavora nell’università Johns Hopkins. Con Tomasetti hanno lavorato Lu Li, del dipartimento di Biostatistica della stessa università, e Bert Vogelstein, del Centro per la ricerca sul cancro della Johns Hopkins. «Finora si pensava che a causare il cancro fossero fattori ambientali ed ereditari, più un 60% di cause sconosciute. Adesso possiamo dire che le “mutazioni casuali “ sono una parte importante di quel 60%»., ha detto Tomasetti. Ma questo non implica in nessun modo il fatalismo, anzi: i ricercatori sono più convinti che mai che le principali armi siano la prevenzione e la diagnosi sempre più precoce, compresa quella basata sulle cosiddette biopsie liquidè, un particolare esame del sangue in grado di rilevare, non solo la presenza di un tumore, ma anche in quale parte del corpo si trovi, è stato messo a punto da ricercatori della University of California-San Diego, negli Stati Uniti.  I nuovi risultati segnano l’evoluzione di quelli che nel 2015 avevano segnalato per la prima volta il ruolo del caso (?) nella comparsa dei tumori, ma allora erano stati accusati di non essere completi. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) aveva rilevato, per esempio, che mancavano i dati sui tumori di seno e prostata e che i dati riguardavano essenzialmente gli Stati Uniti. A livello popolare, poi, a peggiorare le cose c'era stato il riferimento a un ruolo della «sfortuna» nella comparsa di un tumore. Adesso le cose sono molto diverse e i dati più corposi e solidi. La nuova ricerca comprende le forme di tumore che mancavano nello studio precedente e, soprattutto, i dati riguardano 69 Paesi che, ha rilevato Tomasetti, «comprendono la maggior parte popolazione mondiale». Sono state utilizzate le informazioni contenute in 423 banche dati internazionali sui tumori e quelle sul processo di divisione delle cellule staminali in diversi tessuti umani, confrontate con i dati analoghi su 17 forme di tumore. I valori emersi sono paragonabili in tutti i Paesi, indipendentemente dalle caratteristiche ambientali. I risultati, hanno osservato i ricercatori, «continuano a suggerire che esiste una correlazione importante fra numero delle divisioni di cellule staminali in un organo e rischio di cancro» ma questo, hanno rilevato, non toglie nulla alla prevenzione. Nei Paesi in via di sviluppo, per esempio, una parte dei tumori potrebbe essere prevenuta modificando ambiente e stile di vita.
 
Resta comunque l’inequivocabile certezza che il “caso” non è contemplato in natura, quindi anche questa ricerca-statistica, per ora, lascia il tempo che trova perché la nostra comprensione del DNA è tutt’altro che completa.
MLR
 
COMMENTO ALLA NOTIZIA DA:
 
"E’ di questi ultimi giorni la campagna d'informazione lanciata su larga scala (e con un tempismo perfetto che dà da pensare ad una strategia mediatica studiata a tavolino) su pressoché tutti i principali canali comunicativi (Tv – testate giornalistiche e siti tematici) volta a dare estremo risalto ad uno studio scientifico (peraltro pubblicato nel 2015) presentandolo come l’ultima verità acquisita dalla comunità scientifica mondiale.
Perché ci si ammala di cancro? Ecco tutte le colpe del Dna - Corriere della Sera -23 marzo
Tumori la maggior parte sono dovuti al caso – Repubblica – 23 marzo
I tumori come mutazioni casuali del Dna - La Stampa-23 mar 2017
 Peccato che il lavoro di cui trattasi sia già piuttosto datato (è stato pubblicato nel 2015 sulla rivista Science)  e che nel frattempo numerosi altri studiosi si siano prodigati a pubblicare i loro risultati e controdeduzioni a tale ipotesi.
 Peccato soprattutto che a questi però, numericamente ben più numerosi, non sia stato dato risalto alcuno.
Che sia anche questo frutto del “Caso”?
Se non esiste nessun modo di prevedere se e quando un atomo radioattivo nel nostro corpo deciderà di decadere e sparare una particella a frantumare un gene “onco-sopressore” in una nostra cellula – non vedo perché questa circostanza debba essere considerata un effetto quantistico, intrinsecamente casuale, addebitabile quindi ad un “errore” del nostro “povero” DNA.
 Sarebbe come se gli inquirenti chiamati ad indagare su un caso di morte violenta lo liquidassero come “suicidio” solo perché non in grado di determinarne il colpevole effettivo….
Certo è che ora, grazie a questo bombardamento mediatico, la gente comune, al più disinformata (o è meglio dire male informata?), potrà sentirsi sicuramente moralmente più sollevata, libera di recarsi a fare le proprie vacanze in Giappone (a Fukushima ciò che è evidente è solo l’ ”ombra del mostro”…) o nel Mar Rosso (sui cui fondali giacciono tonnellate di fusti contenenti rifiuti tossici/radioattivi scaricati dalle industrie occidentali con la complicità di governi conniventi) o nelle zone del Mediterraneo dove si sono verificati casi analoghi grazie al disinteressato interesse di attività mafiose/affaristiche, e le popolazioni della terra dei Fuochi, finalmente, potranno tornare a lavorare tranquillamente i loro campi che sono stati usati per decenni come discariche per tutte le porcherie del mondo civilizzato, e i cittadini del mondo intero saranno finalmente liberi dall’incubo di dover continuamente pensare a cosa gli mettono nel piatto le industrie manifatturiere del Food  (grano Ucraino e Bielorusso ) e i Russi stessi ora si chiederanno “ma tutti quei soldi spesi per costruire sto ca..xxo di sarcofago? Ma chi ce l’ha fatto fare!!?”.
E gli inglesi riusciranno a mangiarsi tutto il riso di Fukushima, che nel frattempo hanno comperato attraverso una società commerciale britannica (a bassissimo prezzo = altissimi guadagni) pensando di trasferirne buona parte verso i paesi europei (visto che ha prevalso la Brexit ora questo dovrebbe essergli impedito…)
Di sicuro non se lo potranno chiedere i 4000 “bonificatori” deceduti in occasione dell’incidente nucleare di Chernobyl (mandati a spalare con vanghe e badili ), e non potranno sentirsi più “alleggeriti” i tanti bambini deceduti nelle province campane, così come i circa 300.000 deceduti per tumore ogni anno in Italia o le decine di milioni deceduti nel mondo.
 Ma…. il “Caso”, perché ha deciso di accanirsi così, negli ultimi decenni, contro la razza umana?
 Come mai questi ricercatori, che hanno sostanzialmente elaborato un algoritmo statistico basandosi su dati probabilistici e “discutibili”, non si sono chiesti come mai il “Caso” si comporti in maniera così “discontinua” in rapporto al fattore “Tempo”?
E come mai sto maledetto “Caso” è capace di abbattersi  con particolare spietatezza su alcune popolazioni piuttosto che su altre?
 Il DNA dei morti di mesotelioma di Casale Monferrato è stato vittima degli influssi di una singola e particolarissima “convergenza astrale” che, presa a sé, statisticamente non ha rilevanza alcuna in rapporto ai “grandi numeri” su cui si basa questa ricerca?
 E le popolazioni delle Terre (o i mari) dei Fuochi, sparsi per il mondo, sono da considerarsi come le eccezioni che confermano la regola?
 Ma è il “Caso” che ha determinato lo straordinario  sincronismo con cui è stato dato risalto a siffatta “ricerca scientifica” oppure l’Industria del Cancro (e con ciò intendo tutta la rete di strutture e apparati pubblici e privati, industrie e organizzazioni che antepone l’interesse economico/affaristico a quello della tutela della salute), ci ha messo….lo zampino?
Risultati immagini per litvinenko
 (quando vogliono sanno perfettamente come provocartelo…)
E infine, se dovesse prevalere questa “diabolica” concezione, che ne sarebbe della Prevenzione? 
 Non ci resterebbe altro che giocarcela a dadi col Diavolo?
 

 
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DI MARCO LA ROSA
SONO EDIZIONI OmPhi Labs








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