INVITO TUTTI COLORO CHE SEGUONO
IL MIO BLOG A DEDICARE DIECI MINUTI DI LETTURA CONCENTRATA SUL SEGUENTE POST.
CON L’AMICO EMILIO DISCUTIAMO SPESSO DI QUESTI ARGOMENTI STRETTAMENTE INERENTI
LE NOSTRE “RICERCHE”, E SE SUPERFICIALMENTE PUO’ SEMBRARE QUANTOMENO “STRANO”
ESSERE D’ACCORDO CON QUELLO CHE SCRIVE ANTONIO SOCCI, NON MI STANCHERO’ MAI DI
RIBADIRE CHE, PORTARE AVANTI LA RICERCA SUL “CREAZIONISMO NON RELIGIOSO”, NON ESCLUDE AFFATTO L’EVIDENZA DELL’ESISTENZA
DI UN'INTELLIGENZA = DIO UNIVERSALE CHE STA AL DI SOPRA DI TUTTO.
BUONA LETTURA
SEGNALATO DAL PROF. EMILIO
SPEDICATO (UNIVERSITA’ DI BERGAMO)
Da: Lo Straniero - Il blog di
Antonio Socci
SE DIO E’ MORTO…. ALCUNE VOCI
AUTOREVOLI DENUNCIANO L’ANTICRISTIANESIMO DELLE ELITE. DA CUI DERIVA L’ATTUALE
AGONIA (ANCHE ECONOMICA) DELL’EUROPA E DELL’OCCIDENTE
L’Italia, con l’Europa, si
dibatte in un’impotenza e un’angoscia molto più profonde e gravi della stessa
crisi economica. Certo, questa crisi da noi sembra senza via d’uscita (aumenta
la povertà, la disoccupazione giovanile è devastante, il sistema bancario
trema) e si aggiunge all’aggressione del terrorismo, all’esplosione politica
della Ue e alla marea migratoria. Tuttavia è sempre più forte la convinzione
che all’origine di tutto questo ci sia una crisi di civiltà. Che nasce da una
disfatta spirituale, da una perdita di radici culturali e di identità
religiosa.L’altro ieri un intellettuale laico e liberale come Ernesto Galli
della Loggia lo scriveva nell’editoriale del Corriere della sera.
ELITE ANTICRISTIANE
Fra le cause di questa disfatta
indicava la “delegittimazione ideologico-culturale” del Cristianesimo e “più in
generale” del “nesso religione-società” (insieme ad altri fattori relativi alla
decadenza dello Stato). Questa, sostiene Galli, “è stata per gran parte l’opera
di élite superficialmente progressiste, di debolissima cultura storica e
politica, succubi delle mode, le quali hanno così creato un vuoto culturale e
sociale enorme”. Praticamente è l’identikit dello stesso Corriere della sera e
di tutti i giornaloni del pensiero unico (è stato, giustamente, Massimo Bordin
a far notare il paradosso di questa requisitoria contro le élite pubblicata sul
giornale stesso delle élite). Infatti fuori dal Palazzo, fuori dai salotti del
pensiero unico, questa giusta intuizione di Galli (un pensatore intelligente e
libero) è una certezza ormai da molto tempo. Perfino fra persone che non sono
abitualmente dedite allo studio dei fatti sociali, ma all’azione.
COSA SIAMO?
Mi ha colpito, ad esempio,
l’intervista, uscita due giorni fa, del generale di Corpo d’Armata Marco
Bertolini, un uomo consapevole della cupezza dei tempi tanto da aver dichiarato
il 2 luglio scorso: “Ad altri toccheranno sfide che alla mia generazione sono
state risparmiate”. Molto stimato nel suo mondo, il generale (ora in congedo)
che è stato Comandante del Centro operativo interforze e ha guidato tante
missioni militari italiane all’estero, nell’intervista ha dichiarato: “Ritengo che
una società che voglia sopravvivere, debba preservare con tutte le forze la
propria identità e le proprie tradizioni. Poi, sarà ovvia, per ogni nuovo
venuto, la necessità di adeguarsi alla nostra cultura. Ma se pensiamo che la
nostra identità possa esclusivamente basarsi sul ‘Made in Italy’, sulle
eccellenze della nostra cucina e sui centimetri di pelle nuda che esponiamo in
pubblico, stiamo freschi. Senza radici cristiane, cosa ci resta da difendere,
il nostro benessere? Quanto ai diritti, faccio parte di una generazione che era
stata educata al rispetto dei propri doveri, vale a dire di quanto, come
individui, si doveva alla comunità. I diritti, intesi come atti che la comunità
deve all’individuo, non ci salveranno. Anzi”. Parole lucide, profonde e coraggiose.
Difficili da sentire in Italia. All’estero invece sì. Leggiamo sempre più
spesso riflessioni analoghe.
SE DIO E’ MORTO
Per esempio Pat Buchanan, alcune
settimane fa, ha pubblicato un articolo dal titolo eloquente: “If God is
Dead…”.
Buchanan è un intellettuale e un
politico conservatore ed è stato consigliere di Nixon e di Reagan. Oggi
sostiene Trump. In quell’articolo – riprendendo alcune considerazioni di Dennis
Prager – biasima il laicismo delle élite: “Essi non si rendono conto del disastro a cui l’ateismo ha portato in
Occidente”. Buchanan sostiene che l’America (e con essa l’Occidente) non può
sopravvivere alla morte di Dio: “La religione di un popolo, la sua fede, crea
la sua cultura, e la sua cultura crea la sua civiltà. E quando una fede muore, muore la cultura,
muore la civiltà – e anche quel popolo
comincia a morire. Non è questa la storia attuale dell’Occidente?”. La diagnosi
di Buchanan si allarga alle cause del fenomeno, reperibili nella storia del
Novecento. Sintetizzata in una celebre battuta di Chesterton: “quando gli
uomini cessano di credere in Dio, non è che non credano più in nulla; credono a
tutto”. In effetti – spiega Buchanan – “le elites europee, abbandonato il
Cristianesimo, cominciarono a convertirsi alle ideologie, quelle che Russel
Kirk chiamava ‘religioni secolari’. Per
un certo tempo, queste religioni laiche (marx-leninismo, fascismo, nazismo)
hanno conquistato i cuori e le menti di milioni. Ma sono oggi tra gli dèi che hanno fallito
nel XX secolo. Così ora l’Occidente abbraccia le fedi più nuove: egualitarismo,
democratismo, capitalismo, femminismo, ambientalismo, mondialismo. Anche queste danno significato alle vite di milioni; ma anche queste
sono sostituti inadeguati della fede che partorì l’Occidente. Infatti manca
ad esse la cosa che il cristianesimo ha dato all’uomo: una causa per la quale vivere e per la quale
morire, ed anche un codice morale ‘con cui vivere’ tutti i giorni – con la
promessa che, al termine di una vita
vissuta secondo quel codice, viene la
vita eterna. L’Islam fornisce questa promessa. Il secolarismo non ha niente da
offrire che eguagli una simile speranza”. Buchanan rivendica i valori di
libertà e dignità dell’uomo che l’America “ha insegnato al mondo”, ma –
aggiunge – quei valori “risalgono alla cristianità” e oggi “con il
cristianesimo morto in Europa, e lentamente morente in America, la cultura
occidentale diventa sempre più corrotta
e decadente, e la civiltà occidentale è visibilmente in declino”. Per Buchanan,
fra tutti i leader, solo Vladimir Putin “che ha visto da vicino la morte del
marxismo-leninismo, sembra capire l’importanza cruciale del cristianesimo per
la Madre Russia”.
LA LEZIONE DI RATZINGER
Il tema delle radici religiose,
necessarie all’Occidente, è di una tale evidenza che perfino sul Wall Street
Journal, qualche mese fa, in un editoriale di Bret Stephens, si è potuto
leggere che “la morte dell’Europa è all’orizzonte” non tanto “a causa della sua
sclerotica economia o della sua stagnante demografia o delle sue disfunzioni
statali”. Ma per ragioni morali. Per la “superficialità” della sua cultura che
ha scordato le radici giudaico-cristiane. L’editorialista citava la mente più
illuminata di oggi, cioè Joseph Ratzinger: “È encomiabile che l’Occidente
cerchi di essere più aperto, più comprensivo dei valori degli estranei, ma ha
perso la capacità di amarsi. Nella sua stessa storia riesce solo a vedere ciò
che è disprezzabile e distruttivo; non è più in grado di percepire ciò che è
grande e puro. Ciò di cui l’Europa ha bisogno è una nuova accettazione di se
stessa, se davvero vuole sopravvivere”. Se l’Europa “non sarà fedele al suo
patrimonio essenziale”, alle sue radici spirituali, “non potrà più esistere
come Europa”, la quale è sempre stata caratterizzata “dal matrimonio tra
ragione e rivelazione”. Così “la tradizione politica liberale europea non potrà
sopravvivere all’afflusso massiccio degli immigrati musulmani”. Le
considerazioni qui esposte non sono confessionali. Ma derivano da
consapevolezza culturale e storica.
UN SAGGIO
Jonathan Sacks, rabbino capo del
Regno Unito dal 1991 al 2013, un mese fa, ricevendo il Premio Templeton, ha
tenuto un discorso che ha fatto clamore, dove esprimeva preoccupazioni simili: “Il
futuro dell’occidente, l’unica forma che ha aperto la strada alla libertà negli
ultimi quattro secoli, è a rischio. La civiltà occidentale è sull’orlo di un
crollo”. Il sintomo di questa crisi, per il Rabbino, è il crollo demografico
che “ha portato a livelli senza precedenti di immigrazione”. Ma – ricordato che
l’immigrazione di massa non può essere la risposta – ha spiegato che la crisi
demografica deriva dalla crisi spirituale: “Senza memoria, non vi è identità. E
senza identità, siamo solo polvere sulla superficie dell’infinito”. Così anche
l’integrazione degli immigrati diventa impossibile “perché quando una cultura
perde la memoria perde l’identità e quando una cultura perde l’identità non c’è
niente in cui far integrare le persone”.
Antonio Socci
Da “Libero”, 28 luglio 2016
http://www.antoniosocci.com/
LA VERA "GENESI" DELL'UOMO E' COME CI HANNO SEMPRE RACCONTATO? OPPURE E' UNA STORIA COMPLETAMENTE DIVERSA?
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DI MARCO LA ROSA
SONO EDIZIONI OmPhi Labs
1 commento:
DA: CRISTIAN VITALI
ciao Marco,
ho letto l'articolo di Socci veicolato da tuo blog.
Io mi sento più d'accordo, in questo preciso caso, con quanto diceva Margherita Hack e cioè che se non sei capace di distinguere tra il bene ed il male non ti manca una religione ma la sensibilità.
Io ci aggiungo "e la coscienza".
Poi su cosa sia effettivamente la coscienza possiamo effettivamente discutere all'infinito.
Un saluto ed alla prossima,
Cristian
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