SEGNALATO DA MARCO VECCHI (OmPhi
Labs):
“Ciao Marco,
come ben sai, da sempre le credenze esoteriche (vari "libri dei
morti" tibetano, egizio, ecc.) nonché i sensitivi affermano che, nella
maggior parte dei casi, l'anima del defunto resta collegata al corpo per alcun giorni,
prima del distacco finale. E adesso scoprono che...”:
Studio: "Dna, la vita
prosegue dopo la morte per quattro giorni"
Fenomeno osservato nei topi e nei
pesci. Tra gli scenari, il miglioramento delle tecniche dei trapianti
Nel DNA la vita prosegue dopo la
morte almeno per altri quattro giorni: è stato osservato nei topi e nei pesci,
nei quali alcuni geni sembrano continuare a essere attivi per molte ore dopo la
morte. Sono le conclusioni dello studio del microbiologo Peter Noble,
dell'università di Washington a Seattle, per ora pubblicato sul sito BioRxiv,
che non richiede la revisione della comunità scientifica, e citato sul sito
della rivista Science. La scoperta potrebbe migliorare le tecniche per
conservare gli organi destinati ai trapianti.
Quando un organismo vivente muore
non sempre le funzioni vitali cessano nello stesso momento e alcuni processi
interni possono proseguire per molte ore. In passato, analizzando cellule umane
di sangue e fegato di esseri umani dopo la morte, alcuni studi avevano indicato
che l'attività di alcuni geni proseguiva. Seguendo questa strada, Nobles è
andato alla ricerca della possibile attività post mortem di oltre 1.000 geni in
topi e pesci zebra, i pesci più studiati nei laboratori di genetica.
Ha scoperto così che centinaia di
geni continuano a funzionare dopo il decesso, nei pesci anche dopo ben quattro
giorni. Molti dei geni attivi svolgono attività necessarie all'organismo in
momenti di emergenza, ma sorprendentemente sono risultati 'accesi' anche geni
legati allo sviluppo dell'embrione e che restano silenziosi dopo la nascita,
oppure altri che facilitano lo sviluppo di tumori. Questi risultati potrebbero
aiutare a capire importanti problematiche legate ai trapianti e rivelarsi anche
un ottimo strumento per la medicina legale.
"Questo risultato non mi
sorprende e non gli attribuirei una rilevanza superiore a quella che ha
realmente" avverte Carlo Alberto Redi, genetista e biologo all'Università
di Pavia. "Stiamo parlando del fatto che la molecola del Dna, in certe
condizioni, può mantenere la sua attività biochimica anche se l'animale a cui
appartiene è morto. Sappiamo dagli studi paleontologici che persino alcuni
tratti del genoma dell'uomo di Nearderthal si sono conservati integri fino a
noi" continua Redi, "quindi non mi stupisce che uno o più geni
possano esprimersi a qualche giorno dal decesso".
COMMENTO:
Chi mi segue, almeno dal 2014, sa
bene che ho ampiamente trattato questi studi nei miei libri. Il sensazionalismo
giornalistico purtroppo, non rende adeguata giustizia ai numerosissimi ricercatori
che da molti anni cercano di portare avanti queste ri-scoperte,
nonostante il disonesto ostruzionismo degli accademici di regime.
L’ultimo studio che ho pubblicato
insieme con il Dr. Giorgio Pattera potrà essere una fonte di approfondimento
per coloro che vogliono saperne di piu’.
MLR
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" IL RISVEGLIO DEL CADUCEO DORMIENTE: LA VERA GENESI DELL'HOMO SAPIENS"
DI MARCO LA ROSA
SONO EDIZIONI OmPhi Labs
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