È accaduto (anche ?) durante l'ultima glaciazione: la ricerca è stata
pubblicata su "Scientific Reports" ed è guidata da un team
dell'Università di Firenze.
LA STORIA scritta nel ghiaccio: i
ricercatori hanno trovato le tracce di un evento che risale a 41mila anni fa,
il rovesciamento quasi completo del campo magnetico terrestre avvenuto durante
l'ultima glaciazione, registrato nel ghiaccio estratto a grandissime profondità
in Antartide. A darne notizia sulla rivista Scientific Reports è la ricerca di
un team internazionale, guidato dai ricercatori del Dipartimento di Chimica
dell'Università di Firenze Rita Traversi, Roberto Udisti, Mirko Severi e Silvia
Becagli, che ha dimostrato l'efficacia delle stratigrafie di nitrati presenti
nelle "carote" di ghiaccio estratte al Polo, come indicatori per
ricostruire il flusso dei raggi cosmici in epoche passate. La ricerca è stata
realizzata nell'ambito del progetto internazionale "Epica - European
Project for Ice Coring in Antarctica". "Gli indicatori utilizzati
fino a oggi per studiare il flusso dei raggi cosmici sulla Terra in epoche
passate, i radionuclidi cosmogenici 10Be (Berillio 10) e 14C (Carbonio 14),
hanno dei limiti - spiega Traversi, ricercatrice di chimica analitica al
Dipartimento di Chimica Ugo Schiff - e la comunità scientifica si occupa da
tempo di individuare nuovi marker". I ricercatori fiorentini - in
collaborazione con i colleghi Sami Solanki del Max-Planck Institute for Solar
System Research di Goettingen (Germania) e Ilya Usoskin del Dipartimento di Fisica
dell'Università di Oulu (Finlandia) - hanno verificato la sensibilità delle
stratigrafie di nitrati al flusso di raggi cosmici, dimostrando la loro
efficacia come indicatori di un particolare evento, noto come
"Laschamp": una forte anomalia nel profilo di concentrazione di 10Be
occorsa circa 41.000 anni fa e dovuta a una rilevante escursione del campo
magnetico terrestre. L'evento ha prodotto un indebolimento dello schermo della
Terra nei confronti dei raggi cosmici che sono penetrati all'interno della sua
atmosfera, come testimonia la presenza nel ghiaccio degli isotopi cosmogenici,
come il 10Be. "Laschamp è stato l'evento geomagnetico più intenso degli
ultimi 50.000 anni - racconta Traversi - Ha portato a una quasi-inversione di
polarità del campo magnetico terrestre ed è stato osservato, fin dagli anni
'80, in entrambi gli emisferi in numerosi archivi climatici, come rocce
vulcaniche, carote di sedimenti marini e carote di ghiaccio artiche e
antartiche. I nitrati presenti nella carota di ghiaccio di Epica hanno
dimostrato una sensibilità al flusso dei raggi cosmici paragonabile a quella
del 10Be, durante il Laschamp, e potranno quindi essere utilizzati come marker
anche per ricostruire le passate variazioni dell'attività solare". La
carota di ghiaccio, estratta nella base di ricerca italo-francese Concordia
(nel sito di Dome C sul plateau antartico), con i suoi 3.233 metri di lunghezza
copre il più ampio arco temporale mai ottenuto da un tale archivio naturale,
quasi un milione di anni, che comprende gli ultimi 9 cicli di glaciazioni. E ha
consentito di ottenere informazioni paleoclimatiche fondamentali sulla durata e
la tempistica dei periodi glaciali e interglaciali.
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