PREMESSA DI MARCO LA ROSA:
Devo ringraziare il Dr.
Cotellessa, che mi aggiorna costantemente sui più importanti (e davvero utili)
progressi scientifici che vedono i ricercatori dell’ENEA sempre in primo piano.
Quello che leggerete di seguito, a mio avviso, si può ritenere una delle più
importanti e promettenti scoperte (o forse è meglio dire ri-scoperte) del
nostro secolo riguardo la salute e la vita in salute dell’uomo. Vita lunga ed
in salute significa vivere senza malattie, quindi senza essere dipendenti dalle
medicine, significa debellare definitivamente non solo le malattie, ma anche
gli errati “paradigmi” che ci vedono soccombere sotto la pressione di interessi
economico-politici che hanno inquinato non solo le menti ma anche l’ambiente in
cui viviamo. Prima ho parlato di ri-scoperte perché, cronache molto antiche, ci
svelano che la “prima umanità”, viveva in un Gan-Eden (giardino recintato) nel
quale poteva cibarsi di piante e frutti che garantivano longevità e salute… ma dopo la cacciata (o caduta) tutto è cambiato… e siamo diventati deboli e
mortali…
Buona lettura
SEGNALATO DAL DR. GIUSEPPE
COTELLESSA (ENEA)
AL VIA I TEST SULL'UOMO DEL
VACCINO ANTI-HIV OTTENUTO DA PIANTE TRANSGENICHE
E' STATO OTTENUTO, GRAZIE AL
LAVORO DI UN GRUPPO INTERNAZIONALE, DA PIANTE DI TABACCO E MAIS GENETICAMENTE
MODIFICATE
Un consorzio europeo, il Pharmaplant,
costituito da 39 gruppi internazionali (di cui 3 italiani), ha messo a punto
(tra gli altri) un vaccino anti-Hiv ottenuto da piante di tabacco e mais
geneticamente modificate. Il vaccino sarà testato sull'uomo in Gran Bretagna.
La notizie è stata data nel corso del II Congresso mondiale su "Vaccini e
antibiotici prodotti in pianta" in corso a Verona, a cui hanno preso più
di 150 esperti in biotecnologie vegetali provenienti da ogni parte del mondo. Mario
Pezzotti, docente di Genetica agraria all'Università di Verona e organizzatore
del Congresso ha affermato:
"Nell'innovativo
campo del Molecolar-farming, ovvero della coltivazione in piante di molecole di
interesse farmaceutico si stanno facendo grandissimi progressi, anche se
l'interesse delle aziende farmaceutiche ad investire nel settore rimane
scarso''. Per ora in commercio esiste solo un prodotto di questo tipo,
autorizzato dalla FDA e si tratta di un vaccino contro una particolare malattia
virale dei polli, ottenuto da piante di tabacco OGM. Ma altri vaccini ottenuti
da piante sono in fase avanzata di sperimentazione, tra cui quelli contro
l'Aids e la Tbc ottenuti da tabacco e mais. Mentre sono in fase di studio anche
altri vaccini "coltivati" in piante (soprattutto tabacco), contro
l'influenza umana, l'influenza aviaria, la varicella e anticorpi contro il
cancro al collo dell'utero.
I cibi vaccino:
I vaccini hanno avuto un ruolo
straordinario nel debellare numerose malattie nel corso degli anni, sin dalle
loro prime apparizioni, come nel caso del vaiolo a fine '700, fino ad arrivare
al successo contro la polio negli ultimi decenni. Tuttavia continuano a
sussistere numerosi problemi legati all'impossibilità di assumere i vaccini in
diverse zone del globo, specialmente nelle zone più povere. A più del 25% dei
bambini nel mondo mancano i principali vaccini, esponendoli a malattie letali
come la difterite, la pertosse, la poliomelite, il morbillo, il tetano e la
tubercolosi. Si tratta di malattie che nel mondo occidentale e sviluppato sono
ormai un lontano ricordo ma che nei paesi in via di sviluppo e sottosviluppati
rappresentano ancora un flagello da sconfiggere. Inoltre è una situazione che non riguarda
solamente le zone a cui mancano le misure sanitarie ma il mondo intero dato
che, a causa della globalizzazione e l’attuale crisi dei migranti, malattie
scomparse da tempo possono ritornare prepotentemente in ribalta. Una delle
possibili soluzioni a questi problemi potrebbe essere l'introduzione dei cibi
vaccino, cioè alimenti (vegetali per la maggior parte) contenenti al loro
interno gli anticorpi necessari a provocare la risposta immunitaria. Un’ idea
del genere viene già applicata attualmente, anche se non si tratta di un vero e
proprio vaccino, per combattere l'ipertiroidismo (gozzo) dovuto principalmente
ad una carenza di iodio, già da molti anni si produce quasi esclusivamente sale
iodato (recentemente si pensa di aggiungerlo anche al pomodoro); oppure il
famoso golden rice, riso dorato,per combattere la carenza di beta-carotene. I
vantaggi di un'innovazione del genere sono enormi, come già aveva intuito nei
primi anni '90 Charles J. Arntzen alla Texas A&M University, dove si
stavano compiendo studi sull'argomento. Le piante vaccino potrebbero essere
coltivate localmente, evitando anche problemi logistici , ed essere disponibili
su larga scala, riducendo i costi. Inoltre non richiederebbero assistenza
medica (non sempre disponibile) ed eviterebbero problemi di carattere infettivo
legati alla contaminazione delle siringhe. Senza considerare che non sarebbe
più necessaria la purificazione delle proteine (molto costosa) e il
mantenimento dei batteri refrigerandoli.
Come funzionano:
Quando un organismo estraneo
attacca il nostro corpo, si innesca la risposta immunitaria con l'afflusso di
linfociti T (che attivano a loro volta i macrofagi che inglobano i resti
attaccati dell'agente patogeno) e linfociti B (richiamati dai linfociti T
helper e con i propri anticorpi). Con il tempo la risposta si affievolisce, ma
alcuni particolari linfociti B ("memory" cells) rimangono sempre in
allerta, in modo che in caso di secondo attacco l'organismo si faccia trovare
pronto. I vaccini sfruttano questi comportamenti per indurre l'organismo a
produrre gli anticorpi in caso di infezione futura da parte di una malattia. La
metodologia classica si basa su vaccini a sub-unità, cioè composti da proteine
antigeniche private dai geni patogeni. Dato che richiedono culture batteriche da
conservare refrigerate, i costi sono piuttosto elevati e non accessibili a
tutti. Le piante vaccino applicano lo stesso principio, contenenti cioè gli
antigeni senza i geni responsabili della malattia. Le modifiche del DNA della
pianta devono avvenire quando è ancora in stato embrionale, in modo che
crescendo possa trasmetterli ai frutti di cui ci nutriamo (con uno dei metodi
di trasmissione del dna, esaminati in precedenza). Una volta introdotto
l'antigene il frutto della pianta conterrà i geni nel DNA che codificano per
gli antigeni e che potranno agire una volta ingeriti. Le difficoltà incontrare
nel corso delle ricerche sono molteplici, in quanto ci si deve focalizzare su
piante che possano essere disponibili a basso costo e che non facciano perdere
all'antigene la sua efficacia. Inoltre bisogna anche considerare la cottura che
potrebbe distruggere gli antigeni (anche se le ultime ricerche si stanno
orientando su vaccini contro il calore), e dunque alimenti che possano essere
mangiati crudi. I primi studi sono stati effettuati sulla pianta del tabacco,
con la riuscita produzione di antigeni dell'epatite B. Poi si è proseguito con
le arachidi contro la peste bovina (Rinderpest), la papaya contro la cisticercosi
(infezione parassitaria del sistema nervoso), le patate per il rotavirus
(vomito e diarrea) e il riso contro l'ulcera gastrointestinale. Per quanto
riguarda l'epatite B (che causa un milione di morti all'anno) esiste un vaccino
per contrastarla, ma nelle zone povere è poco diffusa a causa degli elevati
costi e la necessità di personale medico. Le banane potrebbero essere un'ottima
soluzione, data la loro diffusione e relativo poco costo (con il metodo A.
Tumefaciens). La malaria è un'altra malattia che flagella la popolazione
mondiale con più di 3 milioni di morti all'anno, con la maggior parte sotto i 5
anni. Si tratta di una malattia che necessità di un minimo di 10 antigeni
diversi, dunque diverse vaccinazioni: si può facilmente immaginare quanto possa
essere difficile e costoso schedare 3/4 vaccinazioni per oltre 2 miliardi di
persone. Per questo i pomodori possono essere dei buoni vaccini, in quanto
variano in forma, dimensioni, colore e quindi facilmente distinguibili con un
vaccino per ogni tipo (il metodo usato è il gene gun). Uno studio coreano
presso il Korea Research Institute of Bioscience and Biotechnology sta
studiando un progetto di pomodoro vaccino contro l'Alzheimer: sempre mediante
il metodo biolistico, verrebbe introdotto al suo interno il gene della proteina
beta-amiloide. Si pensa che si possa irrobustire il sistema immunitario, come è
stato provato con successo sui topi. Esistono ancora numerosi problemi legati
ai cibi vaccino, con numerose questioni ancora da risolvere. Una di queste è il
giusto dosaggio del vaccino: risulta difficile fornire esattamente l'esatta
quantità di antigeni necessari, anche perchè bisogna considerare numerosi
fattori come l'età, il sesso o l'altezza. Una dose troppo bassa non riuscirebbe
ad attivare la risposta immunitaria e una risposta troppo alta potrebbe causare
intolleranza.
Inoltre bisogna anche considerare
l'autoimmunità, specialmente per quanto riguarda i diabetici . Per evitarla una
soluzione potrebbe essere sempre con i cibi vaccino, ingerendo autoantigeni che
attivano i soppressori evitando l'attacco alle cellule del pancreas. Tralasciando
l'aspetto prettamente scientifico, non dobbiamo dimenticare che non sempre si
riesce a trovare i finanziamenti per questo genere di progetti dalle multinazionali
alimentari e farmaceutiche (proprio per gli ovvi motivi di lucro sulle malattie
che non devono essere debellate! NDR – MLR). Tuttavia, nonostante tutto, le ricerche su
questo campo continuano e fra pochi anni potrebbero trovare un riscontro reale
nel mercato nutraceutico, dato che le potenzialità dell'idea sono enormi e
potrebbe rappresentare una definitiva soluzione al problema sanitario nelle
zone sottosviluppate. Sempre che questo convenga alle tasche dei potenti ! (?)
(NDR-MLR). Molecole anti Aids, vaccini anti vaiolo contro il bioterrorismo,
betacarotene: il tabacco può diventare una biofabbrica per produrre molecole di
interesse farmaceutico e integratori alimentari come emerge dalle ricerche
presentate a Benevento durante la '''Giornata dell'Innovazione in
Agricoltura''. L'iniziativa è stata organizzata da Futuridea, Innovazione utile
e sostenibile, in collaborazione con Consorzio per la Sperimentazione,
Divulgazione e Applicazione di Biotecniche Innovative (Consdabi), assessorato
all'Agricoltura della Regione Campania, consorzio Gal Cilsi dell'Irpinia,
Gruppo di Azione Locale (Gal) Molise, Provincia di Benevento, gruppo Mataluni.
Gli studi sono tutti in corso a Napoli e i ricercatori si stanno concentrando
sul tabacco come biofabbrica di molecole di interesse farmacologico perchè la
pianta, ha spiegato Manuela Rigano dell'università Federico II, non è
commestibile. Quindi in una eventuale applicazione non si sottraggono piante a
scopi alimentari per uomini e animali, ''è facilmente coltivabile e
trasformabile dall'ingegneria genetica per ottenere piante transgeniche''. Molecole
contro l'Aids: ricercatori del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) e
dell'Istituto Pascale hanno ottenuto piante di tabacco transgeniche inserendo
nel Dna della pianta un gene del virus Hiv per far produrre alla pianta una
proteina chiamata Gag, attualmente in sperimentazione sui topi, da usare come
antivirale contro il virus Hiv. Vaccino anti-vaiolo contro il biotetrrorismo:
la pianta di tabacco si è dimostrata anche una biofabbrica di vaccini:
''inserendo nel tabacco un gene del vaiolo – ha spiegato Luigi Frusciante,
dell'universita' Federico II di Napoli - sono state ottenute piante di tabacco
allo studio per produrre un vaccino contro il vaiolo''. La ricerca, finanziata
anche dall'Istituto Spallanzani di Roma, è frutto di una collaborazione fra Cnr
e università Federico II. Sebbene il vaiolo sia stato eradicato, la ricerca e'
stata condotta, spiega la ricercatrice Manuela Rigano della università Federico
II, ''perchè il vaiolo è una delle malattie prese in considerazione dal
bioterrorismo''. I vantaggi di ottenere vaccini dalle piante ha spiegato Frusciante,
sono soprattutto due: perchè i vaccini di origine vegetale sono meno costosi e
non hanno effetti collaterali dannosi per l'uomo. Integratori
alimentari: dal tabacco è possibile ottenere anche integratori alimentari: lo
dimostra il gruppo di ricerca di Cnr, università Federico II e università di
Salerno che, inserendo nel Dna del tabacco il gene di un batterio, riescono ad
aumentare la produzione di betacarotene da parte della pianta. Vaccini contro
l'antrace e anticorpi contro la carie: negli Stati Uniti sono in fase di
sperimentazione avanzata progetti che utilizzano piante di tabacco modificate
per produrre antivirali, vaccini contro l'antrace, anticorpi contro la carie e
il cancro. ''Da un ettaro di tabacco - ha osservato Frusciante - si possono
produrre 50 chilogrammi di anticorpi contro la carie, 900 milioni di dosi di
vaccini contro l'antrace, 19 chilogrammi di proteine antitumorali''.
Prodotte molecole che potrebbero
essere utili per sviluppare in tempi brevi vaccini sicuri ed economici
Nuove prospettive in biomedicina:
nei laboratori del Centro di ricerche ENEA della Casaccia dalla pianta del
tabacco sono state prodotte molecole che potrebbero essere utili per sviluppare
in tempi brevi vaccini sicuri ed economici e nuovi strumenti diagnostici per
fronteggiare eventuali nuove emergenze sanitarie. Le applicazioni partono dalla
SARS, la sindrome respiratoria acuta grave divenuta vera e propria emergenza
mondiale nel 2003, che seppur contenuta all’epoca presenta ancora oggi un
elevato rischio di nuovi episodi, in quanto non è ancora disponibile un
vaccino, nonostante gli sforzi a livello globale. Il percorso avviato da ENEA
consiste in una vera e propria “fabbrica di molecole” dal grande potenziale:
grazie allo studio, condotto in
collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) e il Prince of Wales
Hospital di Hong Kong, sono state prodotte in pianta alcune molecole del virus
che causa la SARS. Questo approccio, tuttavia, può essere esteso ‘in generale’
anche ad altri agenti infettivi con possibile uso bioterroristico o con
potenziale pandemico, come ad esempio l’epidemia da virus Zika, esplosa di
recente in America Latina, che rappresenta una delle grandi emergenze sanitarie
degli ultimi anni. Utilizzando le piante come bioreattori – in questo caso una
specie di tabacco considerata un modello per la molecular farming – lo studio ha permesso di produrre, in
particolare, una molecola del virus che è stata riconosciuta dagli anticorpi di
persone che avevano contratto la SARS nel 2003, aprendo quindi la strada allo
sviluppo di test diagnostici rapidi ed economici, ma anche di strumenti
innovativi per la protezione e la cura degli individui affetti da queste
patologie. I vaccini ottenuti da piante, infatti, sono la nuova frontiera nel
campo della prevenzione di epidemie e pandemie: veloci da ottenere (anche solo
due settimane), sicuri e poco costosi. Lo studio è il risultato della
collaborazione di alto livello tra centri di ricerca di Italia e Cina dalle
competenze multidisciplinari tra cui biologia molecolare, biotecnologie
vegetali, virologia, medicina e immunologia, ed è stato pubblicato di recente
su Frontiers in Plant Science, un’autorevole rivista internazionale del
settore. Oltre alla SARS, negli ultimi due decenni alcuni virus, come ad
esempio Ebola e di recente Zika, hanno causato malattie ad alto potenziale
pandemico provocando vere e proprie emergenze sanitarie per il rischio di
diffusione su scala globale. “L’attenzione da parte degli Stati e delle
industrie farmaceutiche rispetto a questi eventi contagiosi non è sempre
costante – sottolinea la ricercatrice ENEA Rosella Franconi – soprattutto in
termini di attività di ricerca, prevenzione e investimenti. Avere competenze
per produrre velocemente e a costi contenuti, strumenti diagnostici e vaccini,
può dare un contributo importante alla gestione e alla risoluzione di queste
emergenze ma è necessario mantenere elevata la sorveglianza sanitaria e la
profilassi internazionale, come pure sostenere la ricerca pubblica finalizzata
ad accelerare lo sviluppo di tecnologie preventive e di controllo contro le
infezioni causate da virus emergenti e riemergenti’.
RIUSCIREMO DAVVERO A COMPIERE
QUESTA IMPRESA? OPPURE GLI INTERESSI POLITICO-ECONOMICI FARANNO IN MODO CHE
NULLA DI TUTTO CIO’ SI REALIZZI?
Da:
http://www.enea.it/it/Stampa/news/salute-dalle-piante-una-biofabbrica-per-futuri-vaccini
http://titano.sede.enea.it/Stampa/skin2col.php?page=eneaperdettagliofigli&id=79
http://www.ansa.it/scienza/notizie/rubriche/biotech/2012/06/15/Piante-tabacco-un-gene-virus-Hiv_7044335.html
http://www.liceotorricelli.it/TorricelliWeb/premiati2012_file/Terzopremio/progetto/I%20cibi%20vaccino.html
http://www.meteoweb.eu/2016/02/salute-dalle-piante-una-biofabbrica-per-futuri-vaccini/641080/
SE TI E' PIACIUTO QUESTO POST NON PUOI PERDERE:
LA VERA "GENESI" DELL'UOMO E' COME CI HANNO SEMPRE RACCONTATO? OPPURE E' UNA STORIA COMPLETAMENTE DIVERSA?
"L'UOMO KOSMICO", TEORIA DI UN'EVOLUZIONE NON RICONOSCIUTA"
" IL RISVEGLIO DEL CADUCEO DORMIENTE: LA VERA GENESI DELL'HOMO SAPIENS"