C’è vita oltre la Terra? 100 milioni di dollari (e Hawking) per scoprirlo
Il magnate russo Milner ha
investito in un programma scientifico senza precedenti per la ricerca di altre
forme di vita nell’universo. Il celebre fisico coinvolto nell’iniziativa.
Cento milioni di dollari (circa
92 milioni di euro) in dieci anni: è questa la cifra record messa sul piatto
dal tycoon russo Yuri Milner per cercare la vita nell’universo, oltre a quella
sulla Terra. Il programma, chiamato Breakthrough Listen, non ha precedenti
nella storia della ricerca scientifica ed è stato svelato lunedì a Londra,
nella sede della Royal Society, con scienziati del calibro di Stephen Hawking,
Martin Rees, astronomo reale britannico, e Frank Drake, fondatore di Seti
(Search for Extraterrestrial Intelligence Institute).
Il programma:
Il progetto di ricerca prevede
totale trasparenza e interscambio dei dati (soprattutto sui social network
visto che il magnate è uno dei maggiori investitori di Facebook), oltre
all’utilizzo di nuovi potenti software e di alcuni telescopi tra i più potenti
al mondo, il Green Park di 100 metri della West Virginia, negli Stati Uniti, e
il Parkes di 64 metri del New South Wales, in Australia. Tutto questo
permetterà di incrementare gli sforzi fatti da Seti con l’ultimo programma del
1990: si potrà captare una maggiore quantità di frequenze radio in minor tempo
e coprire un’area di cielo dieci volte maggiore. Saranno esplorate milioni di
stelle, tutta la Via Lattea e 100 galassie.
Hawking: «Dobbiamo sapere»
«La tecnologia attuale ci offre
una reale possibilità di rispondere a una delle più grandi domande
dell’umanità: siamo soli?», ha detto durante la presentazione Milner , la cui
convinzione è che altre civiltà potrebbero insegnarci, ad esempio, come gestire
la sfida delle risorse naturali. Per Stephen Hawking, presente alla conferenza,
«non c’è dubbio più grande» a cui non è ancora stata data risposta e ora «è
tempo di impegnarsi per trovarla». Lo scienziato britannico ha poi
concluso:«Siamo vivi, siamo intelligenti. Dobbiamo sapere».
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