SEGNALATO DAL DR. G. COTELLESSA
(ENEA)
Leucemia linfoblastica acuta:
verso una cura senza chemioterapia
28 persone su 30 guarite grazie a
una nuova terapia con lentivirus
Una nuova strategia sperimentata
su un ristretto numero di pazienti ha permesso a un team americano di curare 28
casi di leucemia linfoblastica acuta (LLA), senza l’ausilio di farmaci
chemioterapici. Una vera e propria rivoluzione in termini di approccio alla
cura di questa malattia, che, se venisse confermata, potrebbe rappresentare
secondo gli autori una pietra miliare nella cura delle leucemie. E non solo.
La leucemia linfoblastica acuta è
una malattia genetica rara, ma nella maggior parte dei casi curabile, che
secondo dati AIRC in Italia colpisce circa 670 persone l’anno, in particolar
modo in età pediatrica, tanto che essa rappresenta un quarto dei tumori
diagnosticati fino ai 14 anni. Attualmente circa 8 pazienti su 10 riescono a
guarire dalla malattia grazie a terapie chiemioterapiche, dove per “guarire” si
intende non presentare segni di ricaduta entro i 5 anni successivi alla
terapia, dato che la recidività oltre questo periodo pare rara. Oggi però un
team dell’Università della Pennsylvania sembra aver fatto di più, grazie alla
messa a punto di una nuova cura che ha permesso, in un primo esperimento, di
guarire completamente dalla malattia 28 pazienti su 30 senza l’ausilio di
chemioterapia, ma modificando le cellule del sistema immunitario del paziente
in modo che questo risulti rafforzato e quindi in grado di sconfiggere le
cellule tumorali. I risultati sono stati pubblicati sul New England Journal of
Medicine, fra i primi al mondo come prestigio.
“L’idea è quella di un commando
di soldati pronti alla battaglia” commenta Giovanni Martinelli, responsabile
del Programma scientifico “Diagnosi e Terapie delle Leucemie Acute e delle
Sindromi Mielodisplastiche” presso il Policlinico Universitario S. Orsola di
Bologna. “Un manipolo di soldati scelti nell’esercito che vengono addestrati a
dovere e armati di tutto punto, per poi, una volta completato l’addestramento,
reimmetterli tra le file dell’esercito per debellare il nemico”. Qui però i
soldati scelti sono i linfociti prelevati direttamente dal sangue dei malati,
le armi sono i cosiddetti lentivirus, virus cioè che non hanno una funzione trasformante,
e il nemico invece si chiama CD19, una proteina che si trova sulla superficie
delle cellule tumorali.
La leucemia infatti consiste
sostanzialmente in una debolezza molto forte del sistema immunitario, che non è
in grado di combattere ed eliminare le cellule tumorali che il nostro organismo
produce quotidianamente. Se l’approccio chemioterapico affronta il problema
focalizzandosi sull’abbattimento dall’esterno tramite i farmaci di queste
cellule tumorali, per fermarne la proliferazione, qui la strategia è invece di
fornire alle stesse cellule immunitarie le armi per debellare la malattia,
appunto ingegnerizzando i lentivirus.
“Il punto non è dunque che questa
nuova tecnica cura una malattia incurabile, la differenza è il come la cura,
cioè senza bisogno di ricorrere alla chiemioterapia”, precisa Martinelli.
”Certo, la percentuale di guarigioni ottenuta in questa prima fase sperimentale
è molto alta, 28 esiti positivi su 30, ma per avere stime e proporzioni più
precise bisognerà attendere sperimentazioni future più ampie. Va inoltre
precisato che anche se questi primi risultati sono promettenti, siamo ancora
pienamente in una fase di ricerca, il vero valore aggiunto dello studio è
dimostrare la fattibilità di un approccio come questo, ‘armando’ cioè i
linfociti del paziente attraverso lentivirus ingegnerizzati, questa a mio
avviso è la vera scoperta” spiega Martinelli.
Questione di metodo più che di
numeri dunque. “È un approccio questo, che, una volta confermatane la validità,
potrà per esempio venir impiegato per la cura di altre forme leucemiche, sia
pediatriche che dell’età adulta, dove la LLA si comporta in modo diverso
rispetto a quella in età infantile, nonché nella cura di altri tumori. Ma
questo – conclude Martinelli – certamente non fra un mese o fra un anno”.
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